"Quando ancora vivevo nel dojo di Kondou, tra gli estenuanti allenamenti e le sfuriate di Hijikata, c’era una cosa che riusciva sempre a risollevarmi il morale: il cibo. Mangiavo molto e velocemente, tanto che Toshizou mi sgridava con frasi come: “Ti verrà mal di pancia” o “La prossima volta cucini tu”, ed io mi limitavo ad annuire, facendo finta di aver realmente preso in considerazione le sue parole. La prima volta che cucinai veramente venni bandito dalla stanza. Ma che colpa ne avevo io se mi piacevano le cose saporite?
All’epoca era solo un modo per compiacere le mie papille gustative.
Ora non è più così."
Okita Souji è cambiato. Ciò che prova è cambiato. Il sapore del sangue lo segue ovunque, ma presto ne arriverà un altro decisamente più dolce.