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Autore: Kaiyoko Hyorin    26/02/2019    1 recensioni
L'epoca Sengoku ha un fascino tutto suo, ma molte creature di quella stessa epoca non sembrano coglierlo minimamente, troppo impegnate a prevaricare le une sulle altre nella costante lotta per la sopravvivenza. Ma non vi è solo odio, sangue e morte in quel mondo, Inuyasha e i suoi amici lo hanno già capito. E se la storia non si fosse conclusa così come noi la conosciamo? E se il destino dovesse impedire a Koga di ottenere ciò che brama con tutto sé stesso?
TEMPORANEAMENTE SOSPESA!
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Dal testo:
[ L'odio e la rabbia avvamparono dentro di lei. Odio per ogni demone esistente sulla terra, per ciò che le avevano fatto in passato e che le stavano facendo in quel momento. In quel preciso istante, la mente offuscata dal dolore e dall'eco di una crescente disperazione, disprezzò con tutta sé stessa lo stesso sangue che le scorreva nelle vene.
Perché se non fosse stato per quello, non avrebbe mai finito per trovarsi in quella situazione.
]
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Koga, Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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.::[. PROLOGO .]::.




Koga correva, veloce come il vento. Talmente veloce che nemmeno i suoi compagni riuscirono a stargli dietro. Tuttavia, a lui non importava minimamente l'eventualità di seminarli, non in quel momento.
Al centro del petto il demone lupo avvertiva solo un dolore sordo e opprimente.
Un dolore accompagnato da un profondo senso di solitudine.
Ma in fondo aveva sempre saputo che sarebbe finita così. L'aveva sempre temuto che un giorno Kagome avrebbe fatto la sua scelta.
Ed in cuor suo lui lo sapeva, che lei avrebbe scelto quel botolo ringhioso.
Eppure questo non contribuì in alcun modo a mitigare la profonda amarezza che lo stava straziando in quel momento.
Accelerò ancora l'andatura avvertendo con una parte della mente il messaggio di protesta dei suoi stessi muscoli, sperando solamente di perdere sé stesso in quella corsa sfrenata... scappando da qualcosa che sapeva essere dentro di lui.


Correva. Correva come non aveva mai fatto in vita sua… non nell'ultima settimana per lo meno.
Era riuscita a stare tranquilla per un po' eppure ora eccola lì, di nuovo in fuga per salvarsi la vita. Odiava scappare, ma lo faceva da quando aveva memoria e le cose non sarebbero cambiate fino al giorno della sua morte, lo sapeva. Avrebbe dato qualsiasi cosa per voltarsi e combattere, per sbaragliare quei luridi demoni che le stavano alle calcagna, ma non poteva: era troppo malmessa per illudersi di poterne uscire vincitrice.
Maledizione e ancora maledizione!
La ragazza digrignò i denti mentre sfrecciava attraverso la foresta, le gambe lunghe e scattanti che si muovevano veloci un balzo dopo l'altro, portandola a sovrastare di tanto in tanto la chioma degli alberi o passandoci vicino.
I rumori che di tanto in tanto captava alle proprie spalle le rivelarono una volta di più che nemmeno i suoi inseguitori erano da meno.
Tsk, feccia.
Ecco cos'erano: nient'altro che feccia della natura! Creature abominevoli che non meritavano altro che una lezione. Tsk! Mettersi contro una ragazza! Che idea! Per di più una ragazza con sangue demoniaco nelle vene!
Le sarebbe venuto quasi da ridere se non fosse stato per quell'insopportabile fitta al fianco che, ad ogni passo, la faceva rabbrividire.
Teneva il braccio accostato allo squarcio, premendo con quanta più forza potesse, senza accusare miglioramenti di sorta a parte una minore quantità di sangue perso. All'improvviso un'ombra ai bordi del suo campo visivo la costrinse a scartare di lato, reagendo appena in tempo per evitare l'attacco di uno dei demoni che la braccavano come un animale..
Un animale! Lei!
E tutto solo per aver provato a sgraffignare loro qualcosa da mangiare.
Contrattaccando gli sferrò un calcio in pieno volto con una veloce giravolta su sé stessa, un colpo che lo stordì e lo mise a tappeto.
Atterrando su tutti e quattro gli arti la mezzodemone creò una serie di solchi nel terreno prima di riuscire a fermarsi, sollevando ciuffi d'erba e zolle umide. Quando sollevò lo sguardo carico di sfida, i suoi nemici l'avevano ormai raggiunta e circondata.
Nella stasi a seguire osservò per la prima volta quei maledetti, digrignando di nuovo i denti ed emettendo un basso ringhio dal fondo della gola con aria minacciosa. Non l'avrebbero avuta. Li avrebbe ammazzati tutti, quei dannati! Non fossero stati così numerosi li avrebbe messi fuori gioco in un battito di ciglia, ma la ferita, eredità di un altro scontro, l'aveva debilitata più di quanto il suo orgoglio volesse ammettere. Per non parlare del fatto di aver smarrito la propria spada.
Coi nervi a fior di pelle cercò a tentoni la frusta al proprio fianco, unica difesa rimastale a parte i suoi stessi artigli. La sganciò dalla cinta con la mano destra e con un unico fluido movimento del braccio la fece schioccare contro il primo dei suoi nemici.
In pochi istanti il demone si accasciò agonizzante al suolo, con una serie di squarci profondi all'altezza del collo, dell'addome e del basso ventre. Lei sogghignò fra sé e sé. Le orecchie le si rizzarono sul capo allo scatto degli altri attaccanti, i quali si mossero all'unisono e con una nuova ferocia in reazione a quanto appena accaduto. E nonostante Juri se l'aspettasse, non riuscì a reagire con la sua solita prontezza.
Saltò ma non fù abbastanza rapida: un paio di zanne la raggiunsero e le trapassarono i muscoli della spalla sinistra, strappandole un urlo di dolore.
L'odio e la rabbia avvamparono dentro di lei. Odio per ogni demone esistente sulla terra, per ciò che le avevano fatto in passato e che le stavano facendo in quel momento. In quel preciso istante, la mente offuscata dal dolore e dall'eco di una crescente disperazione, disprezzò con tutta sé stessa lo stesso sangue che le scorreva nelle vene.
Perché se non fosse stato per quello, non avrebbe mai finito per trovarsi in quella situazione.
Con un pugno fracassò le tempie di quello che la stava azzannando, avvertendone finalmente la presa scemare ed il dolore attenuarsi in una pulsazione molto più sopportabile. Di nuovo libera, lasciò cadere la frusta e si portò la mano destra alla spalla, stringendo i denti.
No, così non poteva proprio andare avanti.
Forse, dopo tutto, stava giungendo la sua ora.
Sorrise d'amara rassegnazione al pensiero di poter rivedere sua madre. E, forse, persino suo padre.. gliele avrebbe cantate di santa ragione, per tutto quanto!



Salve a tutti e benvenuti!
Questa è una mia vecchia storia che ho deciso di revisionare e pubblicare qui su EFP. Ho sempre avuto la fissa per Koga, è uno dei personaggi che amo di più di Inuyasha e la comparsa di Ayame nell'anima in un certo senso mi ha fatta sorridere ma non mi ha mai del tutto soddisfatto... quindi eccomi qui! Non che abbia qualcosa contro la povera lupa dai capelli rossi, però questa era un'idea che mi è sempre ronzata in testa e allora l'ho tradotta in parola scritta. Spero che le poche righe che ho scelto di postare come prologo siano state sufficienti a risvegliare un po' del vostro interesse nel continuare a leggere questo mio parto mentale XD.. o a lasciarmi un parere anche! Ad ogni modo non mi dilungherò qui, non è nel mio stile... anche perché non so mai cosa dire!! Comunque già vi preannuncio che dovrei essere abbastanza regolare nelle pubblicazioni, quindi... al prossimo capitolo!!

Kaiy-chan
   
 
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