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Autore: Shizue Asahi    27/02/2019    1 recensioni
La storia è stata scritta per la terza settimana del COW-T9 | BakuDeku | fantasy!AU
Izuku è carino, con i capelli ricci, il naso cosparso di lentiggini e gli occhi enormi e talvolta Bakugou riesce anche a trovare la sua presenza tollerabile – sicuramente più tollerabile di quella di chiunque altro conosca.
Meno tollerabile e decisamente fastidiosa è l’abitudine di Izuku di scovare piccole creature bisognose di soccorso e di riparo che cerca poi di portarsi a casa. Bakugou lo sa, lo sente, che lo fa perché sotto sotto trova divertente farlo imbestialire, ma si ritrova comunque la casa e il giardino pieni di bestie che non dovrebbero essere lì. Ha perso il conto dei gatti – non più tanto – randagi che hanno.
Izuku è furbo, li porta a casa con la scusa di doverli medicare e poi di lasciarli andare, ma poi fa scegliere a Bakugou il nome della nuova creatura e si premura di lasciargliela tra i piedi il più possibile finché – fanculo – il biondo non si affeziona e viene aggiunta un’altra bestiola alla troppo lunga lista dei componenti della loro famiglia.
Talvolta Bakugou si chiede cosa accadrà a tutte quelle bestie – e a lui – quando Izuku si sarà stancato.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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  • Scritta per la terza settimana del COW-T9;
  • 2203 parole;
  • È un fatto importante che le apparenze molto spesso ingannano. (Douglas Adams, Guida galattica per autostoppisti);

 
 
 
 
 
 
Izuku è carino, con i capelli ricci, il naso cosparso di lentiggini e gli occhi enormi e talvolta Bakugou riesce anche a trovare la sua presenza tollerabile – sicuramente più tollerabile di quella di chiunque altro conosca.
Meno tollerabile e decisamente fastidiosa è l’abitudine di Izuku di scovare piccole creature bisognose di soccorso e di riparo che cerca poi di portarsi a casa. Bakugou lo sa, lo sente, che lo fa perché sotto sotto trova divertente farlo imbestialire, ma si ritrova comunque la casa e il giardino pieni di bestie che non dovrebbero essere lì. Ha perso il conto dei gatti – non più tanto – randagi che hanno.
Izuku è furbo, li porta a casa con la scusa di doverli medicare e poi di lasciarli andare, ma poi fa scegliere a Bakugou il nome della nuova creatura e si premura di lasciargliela tra i piedi il più possibile finché – fanculo – il biondo non si affeziona e viene aggiunta un’altra bestiola alla troppo lunga lista dei componenti della loro famiglia.
Talvolta Bakugou si chiede cosa accadrà a tutte quelle bestie – e a lui – quando Izuku si sarà stancato e se ne andrà.
 
*
 
Bakugou e Izuku vivono insieme per comodità, come direbbe il primo. Sono in viaggio la maggior parte del tempo e quando non lavorano Izuku è impegnato a curare le ferite del biondo, quindi non avrebbe avuto senso pagare due pigioni e poi ritrovarsi a usufruire appena di una delle due case.
- Vieni a vivere qui – aveva farfugliato una volta Bakugou, intontito dal dolore e dai medicinali che gli aveva dato Izuku – Sei sempre qui, rimani – aveva aggiunto in un attimo di lucidità, per poi ritornare confuso e mezzo morto.
Midoriya era rimasto a fissarlo per un tempo lunghissimo – o solo per qualche secondo, nessuno dei due avrebbe saputo dirlo con certezza – senza aggiungere niente, poi aveva sorriso e gli aveva passato un panno bagnato sulla fronte.
Quando Bakugou si era ripreso, prima di partite per un nuovo lavoro, lo aveva aiutato a fare i bagagli e a portare le proprie cose a casa sua – casa loro. All’inizio era stato piuttosto strano averlo davvero  tutto il tempo tra i piedi, condividere gli spazi, i pasti, i momenti morti tra una missione e l’altra. Izuku profumava di erbe medicinali e sapone ed era disordinato e Bakugou aveva impiegato parecchio tempo per convincersi a non ucciderlo ogni volta che si ritrovava tra i piedi un manuale medico o una fialetta di chissà cosa.
Izuku si era sistemato nella – ormai non più – camera degli ospiti e avevano allestito un ripostiglio come studio dove potesse lavorare alle sue ricerche, distillare intrugli curativi e prendersi cura dei suoi pazienti.
Bakugou, proprio per questo, non riusciva proprio a capire perché la mattina lo trovasse addormentato nei punti più strani della casa quando aveva una camera tutta per sé, un letto.
- Sono sonnambulo – gli aveva spiegato una volta Izuku e l’altro aveva registrato la cosa come l’ennesima seccatura, ma nel cuore della notte si svegliava lo stesso per rimetterlo a letto. Solo perché doveva pisciare e se lo trovava tra i piede, sia ben chiaro.
Bakugou aveva smesso di riportare Izuku nella sua stanza quando questo, una sera, si era infilato direttamente nel suo letto, accucciandosi di fianco a lui. Entrambi l’avevano trovata una soluzione decisamente più comoda.
 
*
 
 
Bakugou fiuta l’odore di fregatura lontano un miglio e il suo umore vira vertiginosamente verso il basso. Tutto il viaggio è una sequela di fanculo detti più o meno tra i denti, con i palmi delle mani che gli sudano e piccole esplosioni che ogni tanto si scatenano con un plop non troppo minaccioso.
- Hai detto qualcosa, Kachan? – gli chiede a un certo punto Izuku, con quel sorriso innocente che non lo inganna più.
- Fanculo – ripete allora Bakugou, per essere sicuro senza ombra di dubbio che l’altro sia consapevole che è incazzato come una iena.
Il nuovo lavoro lo ha trovato Izuku, il che già di per sé è un fatto piuttosto strano, essendo lui, Bakugou, il guerriero e quindi quello a cui si rivolgono i clienti, oltre al fatto che l’altro non dà mai segni di interessarsi più di tanto alla ricerca delle missioni, limitandosi a valutare tra quelle che Bakugou gli propone. È stata una leggerezza imperdonabile accettare con tanta facilità quel lavoro, ma glielo aveva proposto mentre gli faceva quella cosa che gli piaceva tanto e gli aveva risposti di sì senza tante cerimonie.
- Avevi detto che andava bene –
- Non avevi parlato di bracconieri –
- Non me lo avevi chiesto – gli sorride di nuovo con quell’aria innocente e Bakugou è a tanto così dal dargli un pugno in faccia – e poi pagano bene, volevi un lavoro ben pagato, mi sembra –
Bakugou rimane in silenzio per un po’, continuano il loro tragitto come se niente fosse, e ignora tutti i tentativi dell’altro di iniziare una discussione. Le mani gli prudono e se fosse ancora quello di qualche anno prima, sicuramente lo starebbe prendendo a calci in culo. Alla fine però cede, perché Izuku continua a parlare senza sosta di strategie e incantesimi nuovi e lui già sa dove andrà a parare.
- Non voglio nessun altro cazzo di animale per casa, Deku –
 
 
*
 
 
Non è un incarico pericoloso, solo seccante. Il loro obiettivo è quello di trovare ed eliminare un gruppo di bracconieri che danno la caccia a creature magiche e non per poi rivenderne la carne o altre parti del corpo particolarmente richieste sul mercato nero. Non sarebbe neanche stato classificato come un lavoro papabile se non avessero fatto incursione nelle terre di qualche signorotto ricco e di manica larga e quindi disposto a pagare bene per ristabilire la tranquillità in casa propria.
Trovarli non è un’impresa difficile, Izuku è un ottimo segugio e Bakugou non è da meno. I nemici sono meno di una dozzina e il guerriero non ha neanche bisogno dell’aiuto del compagno per stenderli. È un ottimo modo per distendere i nervi e far sfumare la rabbia. Li colpisce con forza e dai suoi palmi si scatenano esplosioni micidiali. Bakugou è dotato della Magia dell’Esplosione, riesce a condensare sui palmi delle mani e sulla pianta dei piedi il proprio potere magico e a rilasciarlo come se si trattasse di una bomba. È devastante e allo stesso tempo piuttosto efficace; ha impiegato anni per riuscire a padroneggiare quella tecnica senza rischiare di ammazzarsi o perdere qualche pezzo per strada, ma adesso è una parte di lui e gli riesce semplice come respirare.
Izuku non partecipa al combattimento, intuendo bene le intenzioni dell’altro e guardandosi bene dal mettersi sulla sua linea di fuoco.
Finisce tutto piuttosto rapidamente e Bakugou si sente un pelino più buono all’idea di far ritorno a casa bon il borsello pieno e per una volta illeso. Poi Izuku squittisce e qualcosa produce un verso mostruoso.
- Fanculo -
  
*
 
 
La creatura è immensa, con le scaglie cremisi e gli occhi altrettanto rossi; zampe, coda e collo sono bloccati da delle grosse catene, sicuramente incantate per trattenere una bestia simile, e il muso è bloccato da una cinghia che le impedisce di spalancare le fauci.
- È una lucertola maledettamente enorme –
- È un drago, Katsuki -
- Non esistono i cazzo di draghi, sono crepati tutti un bel po’ di tempo fa – precisa, più per orgoglio che perché ne sia realmente convinto - Ehi, non ti avvicinare –
Izuku poggia le mani sul collo del drago e la creatura si ritrae e agita la lunga coda. Emette un basso rantolo di minaccia, ma il guaritore non si mostra spaventato e gli fa una piccola carezza; le scaglie gli graffiano appena la pelle dei polpastrelli.
- Va tutto bene – gli dice con la voce tenera e rassicurante che usa con i tutti i suoi pazienti – Non ti vogliamo fare del male –
 
 
*
 
 
Bakugou lo capisce dal labbro appena tremulo, dalla postura un po’ ricurva, dal modo in cui Izuku sposta il peso da un piede all’altro cercando di dissimulare l’agitazione. Bakugou l’ha già vista, quella scena, un’infinità di volte, e si è sempre conclusa con lui che deve condividere un altro po’ del proprio letto con una bestia nuova.
- Possiamo tenerlo, Kachan? – ecco, lo ha detto. Il guerriero assottiglia gli occhi e lo fissa con la sua migliore espressione omicida.
- No – sibila minaccioso.
- Ma è ferito e ha bisogno di una casa – obbietta, arriccino il naso e dando un’altra carezza lieve al drago.
- Assolutamente no –
- Solo finche non starà meglio –
- Non è mai finché non stanno meglio, le tue bestie si parcheggiano sul nostro divano e non muovono più il culo. È un fottutissimo drago, esattamente dove pensi di metterlo? – sbotta, trattenendosi appena dal dargli un pugno su quel dannato naso lentigginoso.
Izuku per un momento rimane spaesato, come se quello fosse un dettaglio che ha ritenuto del tutto trascurabile e volesse adottare l’ennesimo passerotto, e non una fottuta lucertola grande il doppio di casa loro.
La creatura li osserva entrambi, gli occhi che si spostano dall’uno all’altro come se davvero capisse cosa si stanno dicendo e lo sguardo vispo di chi, improvvisamente, ha trovato la soluzione a tutti i loro problemi.
Emette un portentoso sbuffo di fumo e poi lentamente si accartoccia su se stesso, agitando la coda e il lungo collo. Bakugou e Izuku lo vedono cambiare forma sotto i loro occhi, perdere le squame e i denti, spezzare e accorciare le ossa, far crescere pelle nuova, rosea, umana.
Il guaritore conosce delle leggende, delle voci, sul fatto che i draghi potessero mutare la propria forma e passare a quella umana in caso di necessità, ma credeva, appunto, che si trattasse solo di una diceria. La creatura, invece, prende davvero le sembianze di un essere umano e li fissa entrambi. Gli occhi di un’incredibile color oro, i capelli rosso vivo, contro ogni legge della fisica e del buon senso, sparati verso l’alto, il fisico asciutto e attraente di un guerriero e un paio di ali lunghe tre braccia dietro la schiena.
- Ora possiamo tenerlo? – è la prima cosa che il drago dice loro, facendo ondeggiare un po’ la testa e Bakugou intravede appena il disegno a scaglie delle squame sulla sua pelle. Sorride e mostra una fila di denti troppo appuntiti per essere del tutto umani.
Izuku, che sembra essersi ripreso piuttosto in fretta dallo shock e aver assunto quella trasformazione senza particolari sconvolgimenti, fissa il compagno e gli fa un sorriso tutto denti e annuisce con la testa, in una versione piuttosto irritante di un incitamento.
A Bakugou prudono i palmi delle mani ed è dentato di farli esplodere tutti e due e fanculo. Passa tutto il viaggio di ritorno a imprecare e inveire contro uno o l’altro.
 
 
*
 
 
Kirishima, questo è il nome del drago, alla fine si trasferisce davvero a vivere con loro. Izuku sistema la sua vecchia stanza da letto e gliela cede: è piccola e ci entrano appena un letto e un comò, ma il drago non possiede niente e sarebbe stato contento anche se gli avessero semplicemente permesso di accamparsi nel loro giardino – i gatti un po’ meno. Bakugou è piuttosto contrariato, ma non sembra che la cosa abbia particolare importanza.
Kirishima non ha il senso del pudore, non prova vergogna nel mostrarsi completamente nudo nella sua forma umana e non capisce perché loro invece indossino degli abiti per coprirsi, anche nei casi in cui non fa freddo – e quindi non sono necessari.
- Perché non li togli? – un giorno chiede a Izuku, senza malizia alcuna, ma con la genuina curiosità che lo fa approcciare a tutti quegli aspetti nuovi dell’essere umano.
Izuku arrossisce e bofonchia un paio di parole sconnesse. Bakugou chiude la discussione facendo esplodere metà del loro soggiorno.
 
*
 
 
La presenza di Kirishima è una novità a cui Bakugou fa fatica ad abituarsi. Se lo ritrova sempre tra i piedi, appollaiato sulla sua poltrona o a bere il latte dalla sua tazza o a occupare il suo posto a tavola. Bakugou lo odia, molto più di tutte le altre bestie che si è ritrovato in casa, probabilmente perché sa parlare – gli piace davvero tanto parlare – e perché Midoriya non sembra per niente infastidito dall’averlo intorno .
 Izuku non ha problemi ad accogliere una nuova creatura ed è piuttosto evidente che il legame che si sta formando tra lui e il drago sia saldo. Kirishima lo segue nelle faccende di casa, gli chiede i nomi degli oggetti, che non gli sono conosciuti, e li ripete mille volte finché il suono non gli diviene facile e familiare. Articola le parole in modo buffo, esagera con la mimica facciale e si accontenta solo quando Izuku ride o Bakugou digrigna i denti e gli dice di andare a fanculo.
 
*
 
 
Come era prevedibile il “solo finché non starà meglio” diventa anche per Kirishima “rimani quanto vuoi”, ma col passare del tempo Bakugou inizia a non trovare spiacevole neanche avere lui tra i piedi.
 

 
   
 
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