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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    27/02/2019    0 recensioni
[Human!BoxHeiki!AU]
Raccolta di momenti di vita delle Vongola Gear diventate umane al fianco dei loro padroni.
Spin-off di Box Human.
Capitolo 1: Non da solo (Roll)
Capitolo 2: Bambini (Gyuudon)
Capitolo 3: Catching me, catching you (Natsu)
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Box Human Saga'
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Titolo: A Box Human Life
Autore: SHUN DI ANDROMEDA
Fandom: Katekyo Hitman Reborn
Personaggi: Human!Box Heiki (Natsu, Uri, Gyuudon, Jiro, Kojiro, Garyuu, Mukurou, Roll)
Genere: Sentimentale, Slice of Life
Rating: Verde
Avvertimenti: AU, What-If, Raccolta
Note: Dedicato a G, il mio meraviglioso Braccio Destro

 

A BOX HUMAN LIFE

CAPITOLO 3

CATCHING ME, CATCHING YOU

“Oozora-kun! Non muoverti!”

“Miki-chan, chiama qualcuno!”

Grida concitate attirarono l’attenzione di Gokudera che, a spasso per il cortile alla fine delle lezioni dopo aver fumato una sigaretta, si stava dirigendo nuovamente verso l’edificio principale della scuola per riunirsi a Tsuna e agli altri, attardatisi in aula per gli ultimi dettagli del festival scolastico.

Nervosamente, si guardò attorno, scorgendo un capanello di ragazzi e ragazze attorno a uno degli alberi più alti, sui cui rami gli sembrava di scorgere una figura umana dai folti e spettinati capelli rossi e la divisa della Nami-chuu addosso.

Una capigliatura abbastanza inusuale, e poi quel nome…

“Ahhh! Oozora-kun, il ramo!”

“Tanaka-kun, che facciamo?!”

I ragazzi lì sotto radunati osservavano con ansia il loro compagno appeso a uno dei rami più alti, con l’espressione del viso deformata dallo sforzo che stava facendo per tenersi appeso mentre una di loro, forse la più minuta del gruppo, piangeva con il viso nascosto tra le mani: “Sono stata una stupida!” gridava tra le lacrime, “Non avrei dovuto chiedere a Oozora-kun di recuperare la mia lettera…”

“Yuki-san… Posso resistere ancora, almeno fino all’arrivo di qualcuno… Non preoccuparti per me.”.

Mentre lei alzava lo sguardo verso di lui, Natsu le rivolse un sorriso affettuoso: “E poi, non potevo dirti di no, in fondo era la preziosa lettera che volevi dare a Hibari-dono.”

“Resisti, Oozora!” gridò uno dei ragazzi: “Sta arrivando Kusakabe-san! L’ho visto affacciarsi dalla finestra del terzo piano.”.

Natsu annuì ma sentiva sotto le sue dita lo scricchiolio minaccioso del legno in procinto di spezzarsi, col vuoto sotto di sé avrebbe fatto un atterraggio brusco.

Le grida dei compagni, probabilmente anche loro si erano accorti di ciò che stava per accadere, si fecero più intense, una cacofonia di suoni, mentre lui si preparava all’impatto e al dolore successivo: sperava soltanto che Garyuu-niisan fosse ancora nei paraggi così da limitare al massimo i danni.

Con un suono secco, il ramo infine si spezzò, incapace di reggerne oltre il peso e il ragazzo chiuse gli occhi spaventato: dalla sua gola uscì un grido strozzato, i compagni urlarono ma, mentre Kusakabe usciva di volata dal portone principale della scuola, una saetta argentea superò il crocchio di ragazzi e prese Natsu tra le braccia prima che questi potesse cadere sul duro terreno.

I due rotolarono per qualche metro sotto lo sguardo stupefatto dei pochi presenti e, quando infine si fermarono, ciò che tutti videro furono Gokudera Hayato che, stringendo tra le braccia Natsu Oozora, l’aveva protetto non solo dall’impatto ma anche dal contatto con la terra del cortile.

“Oozora-kun!”

“Oozora!”

“Gokudera-san! Natsu-san!”

Attorno ai due si radunarono sia i compagni di classe della Box che Kusakabe ma per Hayato – seppur dolorante – la priorità era Natsu e il suo benessere.

“Oi, Natsu! Natsu, rispondimi!”

Messosi seduto con un colpo di reni e incurante della folla, il Guardiano della Tempesta sollevò cautamente il Leone del Cielo, poggiandoselo contro il petto prima di dargli leggeri schiaffetti sulle guance: “Natsu, svegliati!” esclamò ancora.

Al quarto richiamo, finalmente, il ragazzo più minuto riaprì frastornato gli occhi e arrossì riconoscendo il viso che lo sovrastava: “G-Gokudera-dono…” mormorò, “N-Non dire niente a Uri e a Tsuna, per favore.”

“Non è il momento, stupido! Cosa ci facevi lassù?!” esclamò agitato il Guardiano della Tempesta, aiutandolo a mettersi seduto: “Hai battuto la testa da qualche parte?” domandò, esaminando se per caso non si fosse ferito.

Sfregandosi gli occhi, Natsu scosse la testa: “Una mia compagna… Lascia perdere. N-Non mi pare… Mi hai preso al volo, Gokudera-dono?”

“Non potevo certo lasciarti cadere!”

“Grazie.”

“Che. La prossima volta chiedi a qualcuno di aiutarti. E ora alzati, ti porto da Shamal!”

“Ma non è necessario!”

“Meglio essere sicuri!”

Così com’era arrivato, Gokudera se ne andò, cingendo le spalle di Natsu con fare protettivo mentre lo guidava verso la scuola senza degnare nessuno del minimo sguardo: Natsu, da parte sua, rivolse un cenno del capo agli amici, rassicurandoli, e anche a Kusakabe-san, che gli sorrise con un sospiro esasperato.

E mentre si allontavano, e la voce colma di rimprovero di Hayato riempiva l’aria del pomeriggio, il gruppo restò a guardarli, incapaci di credere alla scena a cui avevano appena assistito: “Oozora-kun… starà bene, vero?”

“Gokudera-senpai mi fa paura.”

 “Anche a me, però è così cool.”

Trattenendo a stento una risata, Kusakabe si congedò dagli studenti e si affrettò a seguire i due Vongola all’interno: discretamente, si sarebbe assicurato che stessero bene prima di fare rapporto a Hibari.

   
 
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