Titolo: A
Box Human Life
Autore: SHUN DI ANDROMEDA
Fandom: Katekyo Hitman Reborn
Personaggi: Human!Box Heiki (Natsu, Uri, Gyuudon,
Jiro, Kojiro, Garyuu,
Mukurou, Roll)
Genere: Sentimentale, Slice of Life
Rating: Verde
Avvertimenti: AU, What-If, Raccolta
Note: Dedicato a G, il mio meraviglioso Braccio
Destro
A BOX HUMAN LIFE
CAPITOLO 3
CATCHING ME, CATCHING YOU
“Oozora-kun! Non muoverti!”
“Miki-chan,
chiama qualcuno!”
Grida
concitate attirarono l’attenzione di Gokudera che, a spasso
per il cortile alla
fine delle lezioni dopo aver fumato una sigaretta, si stava dirigendo
nuovamente verso l’edificio principale della scuola per
riunirsi a Tsuna e agli
altri, attardatisi in aula per gli ultimi dettagli del festival
scolastico.
Nervosamente,
si guardò attorno, scorgendo un capanello di ragazzi e
ragazze attorno a uno
degli alberi più alti, sui cui rami gli sembrava di scorgere
una figura umana
dai folti e spettinati capelli rossi e la divisa della Nami-chuu
addosso.
Una
capigliatura abbastanza inusuale, e poi quel nome…
“Ahhh!
Oozora-kun, il ramo!”
“Tanaka-kun,
che facciamo?!”
I
ragazzi lì sotto radunati osservavano con ansia il loro
compagno appeso a uno
dei rami più alti, con l’espressione del viso
deformata dallo sforzo che stava
facendo per tenersi appeso mentre una di loro, forse la più
minuta del gruppo,
piangeva con il viso nascosto tra le mani: “Sono stata una
stupida!” gridava
tra le lacrime, “Non avrei dovuto chiedere a Oozora-kun di
recuperare la mia
lettera…”
“Yuki-san…
Posso resistere ancora, almeno fino all’arrivo di
qualcuno… Non preoccuparti
per me.”.
Mentre
lei alzava lo sguardo verso di lui, Natsu le rivolse un sorriso
affettuoso: “E
poi, non potevo dirti di no, in fondo era la preziosa lettera che
volevi dare a
Hibari-dono.”
“Resisti,
Oozora!” gridò uno dei ragazzi: “Sta
arrivando Kusakabe-san! L’ho visto
affacciarsi dalla finestra del terzo piano.”.
Natsu
annuì ma sentiva sotto le sue dita lo scricchiolio
minaccioso del legno in
procinto di spezzarsi, col vuoto sotto di sé avrebbe fatto
un atterraggio
brusco.
Le
grida dei compagni, probabilmente anche loro si erano accorti di
ciò che stava
per accadere, si fecero più intense, una cacofonia di suoni,
mentre lui si
preparava all’impatto e al dolore successivo: sperava
soltanto che
Garyuu-niisan fosse ancora nei paraggi così da limitare al
massimo i danni.
Con
un suono secco, il ramo infine si spezzò, incapace di
reggerne oltre il peso e
il ragazzo chiuse gli occhi spaventato: dalla sua gola uscì
un grido strozzato,
i compagni urlarono ma, mentre Kusakabe usciva di volata dal portone
principale
della scuola, una saetta argentea superò il crocchio di
ragazzi e prese Natsu
tra le braccia prima che questi potesse cadere sul duro terreno.
I
due rotolarono per qualche metro sotto lo sguardo stupefatto dei pochi
presenti
e, quando infine si fermarono, ciò che tutti videro furono
Gokudera Hayato che,
stringendo tra le braccia Natsu Oozora, l’aveva protetto non
solo dall’impatto
ma anche dal contatto con la terra del cortile.
“Oozora-kun!”
“Oozora!”
“Gokudera-san!
Natsu-san!”
Attorno
ai due si radunarono sia i compagni di classe della Box che Kusakabe ma
per
Hayato – seppur dolorante – la priorità
era Natsu e il suo benessere.
“Oi,
Natsu! Natsu, rispondimi!”
Messosi
seduto con un colpo di reni e incurante della folla, il Guardiano della
Tempesta sollevò cautamente il Leone del Cielo,
poggiandoselo contro il petto
prima di dargli leggeri schiaffetti sulle guance: “Natsu,
svegliati!” esclamò
ancora.
Al
quarto richiamo, finalmente, il ragazzo più minuto
riaprì frastornato gli occhi
e arrossì riconoscendo il viso che lo sovrastava:
“G-Gokudera-dono…” mormorò,
“N-Non
dire niente a Uri e a Tsuna, per favore.”
“Non
è il momento, stupido! Cosa ci facevi
lassù?!” esclamò agitato il Guardiano
della Tempesta, aiutandolo a mettersi seduto: “Hai battuto la
testa da qualche
parte?” domandò, esaminando se per caso non si
fosse ferito.
Sfregandosi
gli occhi, Natsu scosse la testa: “Una mia
compagna… Lascia perdere. N-Non mi
pare… Mi hai preso al volo, Gokudera-dono?”
“Non
potevo certo lasciarti cadere!”
“Grazie.”
“Che.
La prossima volta chiedi a qualcuno di aiutarti. E ora alzati, ti porto
da
Shamal!”
“Ma
non è necessario!”
“Meglio
essere sicuri!”
Così
com’era arrivato, Gokudera se ne andò, cingendo le
spalle di Natsu con fare
protettivo mentre lo guidava verso la scuola senza degnare nessuno del
minimo
sguardo: Natsu, da parte sua, rivolse un cenno del capo agli amici,
rassicurandoli, e anche a Kusakabe-san, che gli sorrise con un sospiro
esasperato.
E
mentre si allontavano, e la voce colma di rimprovero di Hayato riempiva
l’aria
del pomeriggio, il gruppo restò a guardarli, incapaci di
credere alla scena a
cui avevano appena assistito: “Oozora-kun…
starà bene, vero?”
“Gokudera-senpai
mi fa paura.”
“Anche a me,
però è così cool.”
Trattenendo
a stento una risata, Kusakabe si congedò dagli studenti e si
affrettò a seguire
i due Vongola all’interno: discretamente, si sarebbe
assicurato che stessero
bene prima di fare rapporto a Hibari.