Lord Voldemort era sempre stato un uomo orgoglioso. Per tutta la sua vita era riuscito a non mostrare segni di debolezza a chi lo circondava e controllare la situazione. L’unico che era mai riuscito a guardarlo dall’alto in basso era Albus Silente. Finora.

Aveva tenuto quel piano come ultima risorsa. Ma tempi difficili richiedono scelte difficili.

 Molti anni prima durante una gita dell’orfanotrofio aveva scoperto un castello medioevale in rovina vicino a York, durante la sua prima ascesa lo usava come nascondiglio occasionale. Ora però era diventato un laboratorio.

Al momento si trovava sulla torre più alta del maniero, mentre un temporale estivo infuriava intorno a lui. un grande cerchio magico era stato inciso sul pavimento davanti a lui. rune, glifi, geroglifici e altri simboli di ogni tipo lo circondavano brillando di una fredda luce bianca. Voldemort si fece avanti, scuro e silenzioso, con il volto serpentino illuminato dai simboli arcani. Estrasse dalla tasca una manciata di oggetti metallici talmente corrosi e arrugginiti da essere irriconoscibili, posizionò gli oggetti al centro del cerchio e si allontanò dal cerchio.

Sollevò la bacchetta e cominciò a cantilenare un incantesimo lungo e complesso in una lingua dimenticata. l’aria si fece gelida e la brina ricoprì il parapetto mentre la nebbia avvolgeva la torre.

Con un gemito inquietante gli oggetti di metallo vibrarono e cominciarono a fluttuare. Man mano che si sollevavano la ruggine svaniva rivelando la vera natura degli oggetti.

Erano nove anelli argentati incastonati con delle pietre preziose. Mentre gli anelli tornavano all’antico splendore nove figure emersero dalla nebbia.

Voldemort finì di cantilenare e le figure si volarono a fissarlo. La più alta si fece avanti e disse “chi sei tu che ci invochi dal vuoto?”. Il Signore Oscuro si prese un attimo per rispondere. La sola presenza delle creature rischiava di sopraffarlo. Alla fine disse “io sono Lord Voldemort e vi ho convocati per dare la caccia ad un mio nemico”. Le figure cominciarono a sibilare e bisbigliare tra loro fino a che il loro capo prese parola una seconda volta “perché dovremmo servirti?”. Voldemort tremò leggermente sotto lo sguardo penetrante dei nove spettri ma non si smosse “ho posto un incantesimo sui vostri anelli, se vi rifiutate di servimi o mi tradite sarete banditi per sempre dal mondo, e non passerete mai più le Porte della Notte.

Gli spettri sibilarono minacciosi e confabularono tra loro ma non videro via di uscita. Il capo si fece avanti “va bene mortale, ma avremo bisogno di equipaggiamento, armi e cavalcature”. Voldemort annuì “non sarà un problema”. Lo spettro lo squadrò con attenzione “chi sarà la nostra preda?”. Il Mago Oscuro sorrise crudelmente “Harry James Potter il Ragazzo che è sopravvissuto”.