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Autore: bibi_piccola_peste    01/03/2019    1 recensioni
Chances ~ Possibilità.
Una semplice missione cambia per sempre il corso degli eventi.
E se fra Sakura e Sasuke ci fosse stato un incontro inaspettato, durante il periodo di latitanza di lui? E se proprio grazie a questo incontro i due si fossero conosciuti veramente, come mai successo prima?
Dalla storia:
Ripensò di nuovo al giorno precedente e al momento in cui la vide arrivare. Non poteva ancora credere ai suoi occhi, Lei era proprio lì, ignara del pericolo che quella maledetta situazione aveva creato. Strinse forte i pugni, doveva trovare una soluzione e in fretta.
[SusukexSakura], What-if.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo Primo

 

Erano le undici di mattina e Konoha appariva piena di vita.

Mercanti di ogni tipo si accingevano a vendere gli ultimi prodotti della giornata e numerosi abitanti si muovevano freneticamente da una parte all’altra del villaggio.

Il Sole, alto in cielo, costringeva gran parte di loro a cercare riparo nell’ombra degli edifici del centro; tra di loro si trovava anche una ragazza dai capelli rosa che con passo svelto si avviava decisa verso casa propria.

Questa, dopo aver passato l’intera mattinata in ospedale, era stata chiamata di gran fretta nell’ufficio dell’Hokage, dove Tsunade, seduta dietro ad una scrivania piena di scartoffie, l’aveva informata che a breve sarebbe dovuta partire per una nuova missione.

 

Il discorso fra le due era stato piuttosto breve:

 

“Sakura, lo so che sei molto impegnata con i tuoi doveri verso l’Ospedale di Konoha e che il tuo apprendistato per diventare ninja medico non si è ancora concluso” disse sospirando e tirando fuori un mazzo di fogli da uno dei cassetti della scrivania, “ma stavolta penso che ci sia più bisogno di te fuori dalle porte del villaggio” e con questo le porse un mazzo di fogli.

 

“Una missione shishou?” chiese incuriosita.

 

“Leggi bene tutte quelle informazioni, la missione è stata sottoscritta come rango B, ma c’è un alto rischio che possa trasformarsi in A e tu, come mia allieva, sei la perfetta candidata per portarla a termine” concluse con decisione.

 

“H-Hai!” rispose Sakura, ancora spiazzata dalla notizia, ma più che mai curiosa di capire di cosa si trattava.

 

I documenti che Tsunade le aveva passato e che ora sfogliava con interesse riportavano diverse informazioni, fra cui, tra quelle generali, il luogo: Paese della Neve.

 

“Ci vorranno diversi giorni di viaggio, e dovrai attrezzarti per l’occasione, perché le temperature sono ben più rigide del peggiore dei nostri inverni” proseguì la maestra, per poi farsi più seria “Il Paese della Neve è da qualche tempo vittima di diversi traffici illeciti e scorribande, non troverai la sicurezza che questa terra ti può dare, stai ben attenta”.

 

Sakura strinse le labbra formando una sottile linea verticale, un piccolo nodo di tensione le si era formato nello stomaco, ma non avrebbe desistito così facilmente.

 

“E mi raccomando vedi di prepararti in fretta perché dovrai partire domattina all’alba. Il committente e la sua famiglia ti aspettano” riprese con tono decisamente più leggero.

 

“Il tempo a disposizione è più che sufficiente perché io sia pronta” rispose Sakura adocchiando l’orologio appeso alla parete retrostante la scrivania. “C’è dell’altro?”

 

“Ah sì, giusto. Portami quella bottiglia di sakè che Shizune ha nascosto dietro quella pila di libri” disse Tsunade indicando un ammasso informe di libri, pergamene e scartoffie.

 

“Ma Tsunade-shishou, è appena mezzogiorno!” rispose l’altra in modo esasperato.

 

“L’importante è che tu non ne faccia parola con Shizune!” le rispose la bionda con faccia sorniona, rompendo definitivamente l’atmosfera tesa che aleggiava nella stanza sino a qualche istante prima.

 

L’incontro si era quindi concluso con Sakura che era rapidamente fuggita – con bottiglia in mano – verso l’Ospedale, decisa a consegnare il Sake confiscato a Shizune, per poi tirare dritto verso il proprio appartamento per preparare l’attrezzatura necessaria.

Il preavviso era stato piuttosto minimo, ma di certo non si poteva lamentare.

Dopo aver dedicato anni sotto l’ala di Tsunade a studiare le arti mediche e allenarsi sotto la sua guida, avere la possibilità di eseguire una missione da sola, senza la presenza rassicurante –anche se un po’ invadente- di Naruto, significava avere la possibilità di mettere alla prova le sue capacità da ninja e accrescere la sua esperienza senza venire inesorabilmente messa da parte dal talento senza pari dei suoi compagni.

 

Questa missione poteva permetterle di dimostrare che non era più una bambina che sa a malapena maneggiare un kunai, ma un vero ninja. Nessun Naruto o Kakashi di mezzo pronti a saltare in prima linea pur di evitare che si trovasse in pericolo.

“Naruto diventa sempre più forte e magari anch-“ Sakura interruppe immediatamente il suo discorso interiore, non voleva nemmeno continuare quella linea di pensiero perché quello successivo avrebbe riguardato sicuramente Lui.

Dov’era? Era ancora sotto la guida di quel sudicio serpente di Orochimaru? Stava bene? Pensava forse a loro, lei e Naruto, ogni tanto?

Il cuore le si stringeva in una morsa letale al sol pensiero.

Sakura sospirò pesantemente.

Era disperatamente alla ricerca di un modo per scacciare quei maledetti pensieri. Col capo chino guardò nuovamente il plico di fogli che le aveva consegnato Tsunade. Scosse il capo un paio di volte. Non era il momento di distrarsi pensò decisa, soprattutto quando c’era ancora da leggere il materiale sulla missione e così poco tempo prima della partenza.

La missione era piuttosto chiara: ad un importante signore delle lande innevate del Nord della Terra della Neve serviva un medico per sua figlia gravemente malata, e al contempo un ninja che fosse in grado di proteggere la bambina in caso di attacco nemico e Sakura rappresentava entrambi.

 

Da lì in poi la serata si concluse in fretta fra impacchettamenti e faccende dell’ultimo minuto. La mattina seguente arrivò talmente in fretta da lasciare Sakura col dubbio di aver tralasciato qualcosa nei preparativi.

Caricandosi in spalla lo zaino diede un ultimo sguardo veloce al suo piccolo appartamento, assicurandosi di aver lasciato tutto in ordine. Ancora prima di avviarsi alla porta, percepì un vivace chiacchericcio e fu ben felice di scoprire che proprio dietro alla sua porta Naruto la aspettava per darle un ultimo abbraccio prima della partenza.

 

“Non sei ancora partita e già mi manchi Sakura-chan!” disse il biondo abbracciandola non appena la rosa aprì la porta. Era l’alba ma il biondo sprizzava già anergia da tutti i pori.

 

“Ti ho portato un ramen instantaneo, non si sa mai che tu ne abbia una voglia irrefrenabile quando starai là” disse porgendole la confezione tutto soddisfatto.

 

“Naruto sei assurdo!” ridacchiò la rosa, prendendo sconsolata il ramen e rassegnadosi al triste fatto che il suo amico non cambierà mai.

 

Inutile dire che da lì sino alle porte del villaggio il tragitto con Naruto al suo fianco fu un piacevole modo di distogliere l’attenzione dalle sue ansie e la partenza non fu poi così tanto traumatica.  

Dopo aver salutato ancora una volta il suo compagno, si avviò decisa verso la foresta. Ce l’avrebbe fatta, e senza l’aiuto di nessuno stavolta.

Il viaggio di circa tre giorni era solo l’inizio di una nuova avventura e Sakura non vedeva l’ora di portare avanti la missione.

 

 

 

 

 

 

I discorsi fra i personaggi sono contrassegnati dai simboli “”, per quanto riguarda i loro pensieri ho scelto di usare sempre le virgolette, ma usando il font in formato italic.

 

Ebbene ho deciso di cimentarmi in una nuova storia, stavolta multi capitolo. Era da un po’ che la avevo in cantiere, ma mi son decisa a pubblicarla soltanto dopo aver delineato (almeno a grandi linee) dove volevo andare a finire con l’idea iniziale di questa storia.

Tutto è iniziato perché ho ripreso, per caso, a riguardare le puntate di Naruto Shippuuden e da questo fatto ne sono uscite una marea di considerazioni, tra cui quella che ha dato l’incipit per la storia.

Questo primo capitolo è un po’ povero e non sono affatto sicura di aver catturato la vostra attenzione, ma prometto che non vi deluderò, voi però continuate a leggere!

A presto,

B.

  
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