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Autore: xingchan    01/03/2019    1 recensioni
"Kagura si strinse nella giacca senza avere realmente freddo, e alzando il viso verso il cielo terso della notte trapunto di stelle appena visibili, si rese conto che una delle tante primavere della sua giovane vita era ormai alle porte ma che per lei non ce ne sarebbe mai stata nessuna."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kagura, Kohaku
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Broken







Kagura alzò la bottiglia di saké, bevendone le ultime gocce rimaste sul fondo.

“L'hai finito?”

La voce un po' roca ed instabile a causa dell'alcol di Kohaku arrivò alle sue orecchie con una cadenza stanca e rassegnata.

“No” mentì lei, e se ne pentì immediatamente, ma l'altro appariva come se non l' avesse sentita affatto .

“Da' qua.”

Il ragazzo afferrò il collo della bottiglia e, senza considerare di avere già bevuto abbastanza, provò invano di cavarne ancora qualcosa. Quando poi si rese conto di averla finita, cercò di poggiarla maldestramente a terra appena vicino allo scalino della porta di casa fallendo nell'impresa.

La bottiglia cadde con un tonfo sordo senza rompersi, e rotolò via per un po' di metri prima di incastrarsi nel terriccio un po' smosso fra le radici di un albero.

Kagura si strinse nella giacca senza avere realmente freddo, e alzando il viso verso il cielo terso della notte trapunto di stelle appena visibili, si rese conto che una delle tante primavere della sua giovane vita era ormai alle porte ma che per lei non ce ne sarebbe mai stata nessuna.

Sentì il tepore del liquore riscaldarle le guance e diventare sempre più caldo, mentre con un dito alzato in aria cercava invano di unire i puntini luminosi del cielo per ricavare una immagine. Ma quella specie di gioco non durò a lungo.

Fu distratta da un lamento da parte del ragazzo, e non appena si voltò per vedere cosa gli stesse succedendo, Kohaku scoppiò a piangere.

Era lì per parlare del più e del meno, ed avevano finito con il rifugiarsi in una non tanto amichevole bottiglia di alcol.

“Cos'hai, adesso?” chiese mestamente, come se fosse realmente preoccupata - davvero lo era? - per quel tipo non proprio in linea con le sue amicizie ideali ma che in fondo con lei aveva tantissimo in comune.

La ragazza lanciò una esclamazione infastidita decisamente sonora a quella considerazione così intima - quasi si trattasse di sua sorella Kanna - ma quel che disse Kohaku la irritò oltre ogni misura.

“Ci pensi, Kagura? L'uomo che ami adesso starà facendo allegramente sesso con Rin e noi siamo qui ad ubriacarci come spugne.”

“Chiudi il becco, idiota.”

Se c'era una cosa che proprio detestava di Kohaku era quell'atteggiamento da ragazzina isterica che aveva perso il suo giocattolo preferito e che non avrebbe mai più potuto recuperare.

Kagura distolse immediatamente lo sguardo da lui, emettendo una breve esclamazione di sufficienza. Avrebbe voluto dargli del patetico, che al mondo c'erano problemi ben peggiori di una delusione amorosa, che lui, Kohaku, era soltanto un idiota sedicenne con gli ormoni alle stelle a causa di un paio di occhi da gatta ed un sorriso gentile.

Certo, anche lui aveva avuto una vita difficile, rimasto orfano con una sorella sposatasi giovanissima e nessuno ad accoglierlo a casa; ma sicuramente non aveva mai subito alcun tipo di violenza sessuale come invece disgraziatamente era successo a lei.

Aveva finito con il detestare chiunque, ma quando aveva conosciuto Sesshomaru le sue considerazioni sul sesso maschile si erano radicalmente ridimensionate. Dall'ammirazione era inevitabilmente passata all'infatuazione, e chissà in che modo l'aveva reso dannatamente evidente, proprio lei che aveva cercato per tutta la sua vita di mascherare sentimenti positivi verso qualcuno.

Egli era finito con il diventare l'uomo che voleva per lei, l'unico che avrebbe curato le sue ferite leccandole con l'umidità bollente della sua lingua.

Ma chi era lei per rovinare la vita dell'uomo che amava semplicemente per salvarla da se stessa?

Come poteva lei, una donna senza futuro e con un passato che avrebbe volentieri dimenticato, attivarsi per dividerlo da quella dolce e tenera ragazza che sembrava amarlo in modo decisamente più disinteressato del suo?

Sentì che le veniva da piangere, ma dopo qualche secondo riacquistò la sua precaria lucidità ed afferrò Kohaku per il colletto. Solo in quel momento si rese conto che stava ancora frignando della grossa.

“Vieni, ti porto a letto” bofonchiò lei con la bocca impastata, e dopo aver aperto la porta con le chiavi trovate nella tasca di Kohaku lo gettò con poca grazia sul letto della sua stanza.

Guardò l'orologio che segnavano le quattro del mattino, e si rese conto che aveva solo qualche ora prima di tornare a lavoro.

Chiuse la porta di Kohaku, e con essa sigillò per sempre i suoi sogni infranti.









   
 
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