Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: darkrin    01/03/2019    1 recensioni
Charlie, Silena e come sarebbero andate le cose se fossero andate diversamente.
(What if... | Charlie/Silena + Clarisse, Will, BlackJack | guest star: Clovis e le sue ciambelle) (Il terzo capitolo partecipa al COWT9 di Lande di Fandom)
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blackjack, Charles Beckendorf, Silena Beauregard
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: 
- Questo capitolo partecipa alla M2 della terza settimana del COWT di Lande di Fandom. Prompt: Era una fresca limpida giornata d’aprile e gli orologi segnavano l’una. (George Orwell, 1984)
- Niente beta, quindi tutti gli errori sono miei. \o/



 
Il mio intero è –
 
- Charlie! –
Una ragazza dai corti capelli neri e gli occhi spalancati dalla sorpresa grida, quando il cavallo – pegaso, l’ha chiamato l’infermiera dando leggere pacche sul collo dell’equino, non dargli del cavallo o potrebbe abbandonarti nell’oceano. È un animale permaloso  – atterra con aria tronfia al suolo e Charlie vorrebbe continuare a guardarla perché è la ragazza più bella che abbia mai visto nonostante la cicatrice che le segna metà del volto, ma gli viene da vomitare. Non è stato fatto per volare.
 
 
- Charlie – mormora di nuovo la ragazza e ha la voce piena di acqua e Charlie – è questo il suo nome? – è chino su sé stesso con la gola piena di bile e il corpo ancora scosso da singulti acri.
Le dita della ragazza indugiano a pochi centimetri dalla sua pelle, Charlie ne sente il calore e l’aria che li separa, come se non fosse certa di poterlo toccare, di essere autorizzata a stringergli le braccia intorno al corpo e sparire contro la sua pelle.
Intorno a loro si è fatto il silenzio: il Campo sembra essersi fermato, paralizzato nel tempo e nell’attesa di un verdetto: è davvero Charlie? E come può essere vivo? E cosa devono fare? Schiere intere di ragazzi sono fermi, come in un cerchio immaginario, con ancora in mano le spade e gli archi con cui si stavano allenando, le pinze con cui stavano lavorando il ferro nell’armeria.
- Beckendorf! –
La voce autoritaria e aspra di Clarisse spezza il silenzio.
- Dove diavolo sei stato? –
Ogni domanda sembra quasi un ordine, quando emessa dalle labbra della figlia di Ares. E sembra violenta come la manata che la ragazza fa calare sulla spalla di Charlie che annaspa e ondeggia sotto la forza dell’impatto.
- Clarisse – interviene Will Solace, posandole delicatamente una mano sul braccio.
Il Campo intero sembra essere stato svegliate dalle parole di Clarisse e ora lo spazio è pieno del mormorio sommesso di centinaia di voci che si guardano e chiedono spiegazioni e ipotizzano teorie strampalate per spiegare quel miracolo. Per giustificare quel ritorno come se non fossero tutti figli di un mito.
- Lascia che io gli dia uno sguardo prima di malmenarlo – afferma, indicando con lo sguardo l’incertezza con cui Charlie sembra muoversi e stare in piedi, il sudore che gli imperla la fronte e il tremore che gli scuote le braccia.
Se fosse stato chiunque altro a mormorare quelle parole, sarebbe finita in una rissa, ma è Will e Clarisse si limita a guardarlo con severità, annuire bruscamente e allontanarsi con gli stessi passi violenti e decisi con cui si era avvicinata.
 
 
 
- Dice di essere stato trovato su una spiaggia e di essere stato per tutto questo tempo in un ospedale in Perù, fino a quando BlackJack non è andato a prenderlo – spiega Will a Silena, Percy, Annabeth e Clarisse.
- Sembra che la sua infermiera fosse una semidea e conoscesse BlackJack. Non ricorda nulla prima del giorno in cui si è svegliato nell’ospedale e non so se recupererà mai la memoria – mormora. – Mi dispiace – aggiunge, rivolgendosi a Silena.
La ragazza scuote il capo e serra i denti per trattenere le lacrime che le riempiono gli occhi.
- Non importa – dice. – Forse è meglio così – aggiunge sottovoce.
 
 
 
Gli abitanti del CampoMezzosangue sono abituati alle stranezze e il ritorno di Charles Beckendorf non è certo l’evento più incredibile che sia mai accaduto - Percy Jackson è molto fiero del fatto che il suo arrivo sia ancora considerato tra le tre cose più sconcertanti mai avvenute. La vita riprende rapidamente come prima di quel pomeriggio in cui BlackJack è atterrato portando con sé quella spoglia di guerra.
Charlie impara le lettere del suo nome, il modo in cui si arrotolano sulla sua lingua, quando le prova come un abito nuovo e di cui è ancora incerto, e quello in cui gli scivolano nell’orecchio quando sono altri a pronunciarle. Impara a ricordarsi di rispondere.
Continua la sua riabilitazione con Will, continua a cercare di recuperare i fili di quell’universo che esisteva prima della caduta, guidato dai racconti dei suoi compagni di casa, e continua a cercare il volto della ragazza che vede ogni notte, quando chiude gli occhi.
 
 
 
- Non esiste più – gli annuncia una mattina un ragazzo.
Clovis, gli sembra che si chiami.  
Non è grasso, ma c’è qualcosa in lui, una morbidezza nei suoi tratti, che fa sembrare tondo tutto quello che gli sta intorno. Compresa la già tonda ciambella che stringe tra le dita.
- Cosa? – alita Charlie.
Ha un’incudine in mano e cerca di costringere le sue dita a stringersi, stringersi, stringersi, abbastanza da avere una presa salda, da poterla usare.
- La ragazza che vedi nei tuoi sogni – risponde, tra un boccone e l’altro. – Tu eri morto e lei ci aveva traditi – scuote le spalle con scarsa convinzione. – Sono cose che ti cambiano, se sei sveglio. -
- Ma forse – aggiunge sovrappensiero.
Charlie sente per la prima volta lo sguardo del ragazzo addosso ed è così strano sentirsi improvvisamente guardati e visti da qualcuno che ti sta parlando già da diversi minuti e pensare: è questo il momento in cui si è svegliato.
- È meglio così perché anche tu sei cambiato – conclude e nonostante la voce del ragazzo si soffermi sul tu, Charlie non la sente come un’accusa – non è neanche certo che il ragazzo sia abbastanza sveglio per accusare qualcuno ché ci vuole energia per farlo -, ma solo come una mera constatazione.
È cambiata. Sei cambiato.
Il ragazzo si è voltato per andarsene con passi incerti e gambe pesanti di sonno, quando Charlie gli posa una mano sul braccio per fermarlo.
- Sai chi è? – domanda, quando gli occhi opachi del ragazzo gli si posano addosso.
Clovis inclina leggermente il capo di lato e Charlie è quasi certo che sarebbe sorpreso, se solo non fosse di nuovo così stanco.
- Lo sai anche tu – afferma. – Lo so perché l’ho visto nei tuoi sogni. –
 
 
 
Vede un volto di donna, quando sogna (- Troppo forte – pensa Clovis ogni volta che inciampa nei sogni di Charlie). Nel suo inconscio la ragazza cambia aspetto ogni volta e non ha mai il volto segnato da una cicatrice di quel che resta della pelle bruciata dal veleno di un drago e che si estende dal bordo esterno del sopracciglio e scende giù, giù, giù fino all’angolo della bocca e all’ala del naso, ma, Clovis gli ha detto: sai chi è. Charlie pensa che l’ha sempre saputo, che non importa il volto che indossa, ogni volta che i suoi occhi si posano su di lei, sente lo stesso calore che emanava da quelle dita che non avevano osato posarsi sulla sua spalla, lo stesso calore che prova ogni volta che guarda la vecchia Capo Cabina di Afrodite, la ragazza che aveva rinunciato al suo incarico perché non si sentiva più degna di guidare nessuno.
Lo sai, sente la voce di Clovis, quando la incontra in una fresca e limpida giornata di aprile e da qualche parte nel mondo gli orologi battono l’una.
- Silena – la chiama e non si stupisce di come le lettere che compongono il suo nome scivolino sulla sua lingua con una familiarità che le sillabe di Charlie non avranno mai.
La schiena della ragazza si ferma come paralizzata da un incantesimo e quando volta il capo a guardarlo, i suoi occhi sembrano fatti della stessa sostanza dell’incertezza, della vergogna, della –
Il ragazzo si passa una sulla nuca – ancora gli tremano le dita e non riesce mai a stringerle, stringerle, stringerle, abbastanza intorno all’incudine. Gli occhi di Silena seguono ogni suo movimento e c’è uno strano dolore nel riconoscere ogni gesto e la nuova fragilità delle membra di Charlie.
- Will mi ha detto che faranno dei fuochi d’artificio e volevo sapere se… - si ferma, inala dal naso, esala un sospiro imbarazzato. – Volevi venire a vederli con me – sputa tutto d’un fiato.
Silena sa che dovrebbe dire di no, che Charlie merita di meglio di lei, del suo volto distrutto e del suo tradimento che gli è quasi costato la vita, che forse gli è costato tutto quello che lo rendeva un figlio di Efesto, ma è Charlie ed è vivo ed è tutto così simile a quella volta e si ritrova ad annuire convulsivamente prima di potersi fermare.
Le lacrime le bruciano la pelle, quando scivolano lungo la guancia distrutta dal veleno del drago e quasi rischia di perdere il sorriso splendente che illumina il volto di Charlie.
 
 
Forse è meglio così.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: darkrin