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Autore: ShunLi    01/03/2019    0 recensioni
Ispirata dall'album di Ludovico Einaudi, Una Mattina, scrivo su ogni traccia la storia d'amore di due anime diverse e al tempo stesso simili, che si innamorano sulle note di questo favoloso artista.
"Ho sognato di essere in mezzo all'oceano, sopra la superfice dell'acqua a suonare il pianoforte. Strano vero?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un turbinio scuro di nuvole nere scese minacciosamente dal cielo, avvolgendo casa Mikiya in un irreale atmosfera, che ricordava ad Otome il giorno in cui aveva trovato Koukotou per le strade. Stavolta però era totalmente differente: il padre, per la prima volta in vita sua, risentiva di tutti gli sforzi compiuti sul lavoro, ed era sdraiato a letto, tenendosi la mano sul petto, all'altezza del cuore, sofferente e ansante.
Tutto ciò procurava ad Otome una pena indicibile e per fortuna nessuno in casa Mikiya era rimasto con le mani in mano. Il miglior medico di tutto il paese si era premurato di assistere in prima persona Saisyu Mikiya, le domestiche erano come api laboriose che andavano avanti e indietro per la grande casa, camminando a passo felpato sul tatami scuro, a turno, per portare da mangiare, cambiare le lenzuola e misurare le febbre al pover'uomo.

Mizuru-chan, la maid che più era affezionata ad Otome, le aveva donato uno dei suoi amuleti più potenti.
"Prego ogni secondo per tuo padre." Le aveva detto, più speranzosa che mai, "tieni questo con te, vedrai che ce la farà."

Anche Koukotou-kun faceva del suo meglio. Abbracci e baci allievavano per un pò il tormento di Otome. Erano passate 48 ore e Saisyu Mikiya lottava ancora inerme, spossato da quell'affaticamento improvviso, che lo privava della sua vigorosa forza. Le nuvole nel cielo ora si erano tramutate in pioggia e non cessava di piovere.
Forse erano le lacrime di Otome, quelle che non riusciva a versare?
"Cosa farò se papà dovesse morire?" Si domandò la ragazza. Aveva la fronte poggiata al vetro della finestra della sua stanza, e Koukotou aveva sentito quella domanda. Sapeva che, quando Otome era in preda ai pensieri, parlava ad alta voce con se stessa, più che con il mondo. Si avvicinò a lei, prendendole la mano.
"Non accadrà." Disse risoluto, con voce sicura.
Otome spostò la testa dal vetro, guardando prima la sua mano avvolta da quella di Koukotou, poi il ragazzo. In quel momento tutto sembrava così assurdo, non sentiva nemmeno il calore che cercava di trasmettergli Koukotou.
"Ma se dovesse accadere? Io... Io non so nulla di come si gestisce un Impero e ancor meno di come prendermi le responsabilità di certi obblighi." Il suo viso divenne scuro dalla tristezza e quasi piangeva. Koukotou non poteva sopportare quella vista.
"Tuo padre è forte. E' la prima volta che accade una cosa simile ma ce ne siamo accorti in tempo. Tuo padre sarà molto più attivo di prima, vedrai..."
A quelle parole Otome sorrise un pò. Quando voleva quel ragazzo sapeva essere convincente.
"Promettimi una cosa, allora." Disse la ragazza.
Koukotou liberò dalla sua morsa la mano della giovane. Si mise di fronte a lui e fece un profondo respiro.
"Se mio padre dovesse passare a miglior vita voglio che tu sia con me. Non voglio gestire un Impero da sola e tu sei l'unico che riesce a sostenermi."
Quella sembrava molto più di una proposta di matrimonio. Il ragazzo non poteva che esserne felice, ed onorato anche. Nella sua vita c'erano solo incertezze e solo con Otome aveva trovato un porto sicuro.
"Ovunque tu andrai, io ti seguirò. Anche se il nostro cammino dovesse essere oscurato da nuvole nerissime."

Otome baciò con trasporto il ragazzo, ora in parte rincuorata e si riparò nelle sue forti braccia.

Quella notte sembrava non passare mai.
Altre nuvole più scure si accavallarono a quelle presenti. Un tuono rombò nel cielo, e un fulmine cadde poco lontano. Otome udì quel frastuono rimbombargli nel pettò. Sospirò.
  
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