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Autore: mystery_koopa    01/03/2019    3 recensioni
Il Sistema e la Federazione sono in guerra da oltre due decenni, in un conflitto senza esclusione di colpi, senza regole e senza pietà: per controllare lo Spazio Alpha non ci sono limiti. E distinguere cosa è giusto da cosa è sbagliato è estremamente difficile, anche per chi sta vivendo le conseguenze delle battaglie sulla propria pelle.
Questa storia racconta la vita di tre personaggi, schierati da parti opposte della barricata ma accomunati da un unico obiettivo: la sopravvivenza in un universo ormai ostile.
I - Katy (Capitolo 1)
II - ...
III - ...
Storia partecipante alla challenge "Pagine di una storia infinita" indetta da molang sul Forum di EFP.
/SOSPESA/
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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CAPITOLO I – PRIGIONIA

 
Le luci che la colpivano a intermittenza erano come pugnali che le trafiggevano gli occhi, accecandola, mentre il resto del corpo tremava come attraversato da una scarica elettrica. Improvvisamente, l’ennesimo raggio s’interruppe definitivamente, le cinghie che la tenevano sollevata si allentarono di colpo e Katy cadde a terra, senza alcuna forza residua. Era sopravvissuta anche alla sesta sessione.
 
***
 
Anche se nessuno avrebbe voluto trovarsi al loro posto, le condizioni quotidiane dei “soggetti destinati alla sperimentazione” erano, tutto sommato, migliori rispetto a quelle degli altri prigionieri del campo, che potevano essere sommariamente uccisi in qualsiasi momento. Erano le sessioni a sottoporre gli occupanti delle capsule 75 e 76 ai maggiori rischi per la loro stessa vita: si diceva che fossero state ideate dallo stesso leader della Federazione, per scoprire quali sostanze venivano iniettate nel corpo dei soldati del Sistema al fine di migliorare le loro abilità di combattimento, ma probabilmente si trattava di un falso mito. Come avrebbe potuto un uomo così rozzo pensare a una simile tattica?
Dai confini più esterni del campo, delimitato da una particolare cupola elettromagnetica dalle sfumature violacee, era visibile la periferia della stessa capitale nemica, Technyca: la meta tanto agognata dai prigionieri di guerra, l’obiettivo che avrebbe significato la vittoria della guerra, era lì, sotto ai loro occhi, così vicina ma irraggiungibile. Non era possibile arrivarci, non era possibile uscire dal campo. Senza morire, ovviamente.

Katy, sdraiata sul proprio frugale giaciglio, osservava distrattamente i movimenti interni alla capsula 75, ridotti al minimo come ogni volta che qualcuno veniva sottoposto a una sessione sperimentale. Era da un mese che non veniva estratta, e aveva così avuto modo di recuperare forze a sufficienza per sopravvivere, nonostante i duri lavori nelle miniere di uranio. Molti non ce l’avevano fatta a superare il secondo esperimento, mentre altri ne avevano già affrontati più di venti: era la roulette dei sorteggi. Due volte a settimana, oltra ai guardiani robotici, anche delle figure umane si affacciavano all’interno delle gelide capsule metalliche, estraendo a sorte una donna tra le occupanti della 75 e un uomo tra quelli della 76. Essere estratti non significava soltanto provare il dolore causato dagli esperimenti chimici ed elettrici: chi sopravviveva doveva tornare a lavorare, subito, e se la morte non era immediata avveniva molto spesso il giorno seguente, nelle profondità delle miniere o in mezzo ai fumi tossici delle fabbriche d’armi.

 
***
Il giorno successivo.

Una guardia robotica sbatté la porta, producendo un forte clangore metallico, ripetendo impassibile il suo messaggio quotidiano. Katy, che per il dolore non aveva chiuso occhio durante l’intera nottata, afferrò con tutta la forza che aveva in corpo la mano della ragazza sdraiata di fianco a lei, Alix, e si alzò faticosamente, barcollando e tremando per le fitte alle gambe precedentemente strette dalle cinghie elastiche. Legò velocemente dietro alla nuca i lunghi capelli corvini con l’avanzo di un filo metallico ritrovato in tasca e, sempre appoggiandosi alla compagna più giovane, uscì per affrontare l’ennesima giornata di lavoro. In un anno e mezzo, non c’era stato giorno che si fosse alzata in ritardo, qualsiasi cosa fosse successa in precedenza: era forse per quello, che era ancora viva.
Uscendo, grazie all’altezza di entrambi, riuscì a intravedere Hugo all’interno della capsula 76: aveva ancora un motivo per non lasciarsi cadere.


Note:
Eccomi con un nuovo esperimento, che spero possa piacere. Capisco che questi primi capitoli possono risultare un po' noiosi, essendo introduttivi al contesto, e per questo saranno sotto le mille parole. Ma tranquilli/e, la trama entrerà presto nel vivo sia per Katy che per gli altri personaggi!
Alla prossima,
mystery_koopa
 
  
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