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Autore: Corvi1D    01/03/2019    1 recensioni
-Qualcosa sta cambiando nel nostro mondo.- disse Tikki al kwami nero che stava accanto a lei.
Plagg annuì e osservò l'amica.
Avevano entrambi paura di quello che stava accadendo, i loro protetti non erano mai stati così lontani l'uno dall'altra e questo stava nuocendo al loro mondo.
-Se loro si separano, se lui cede, se lei non lo salva, noi spariremo. Che possiamo fare?- chiese Tikki.
-Dobbiamo solo sperare, in questa partita noi siamo solo delle pedine.-
Genere: Azione, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Felix Agreste, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

-Ci rivedremo, me lo prometti?- sorrise la ragazza con la maschera porgendo la mano al ragazzo davanti a se.

-Si, te lo prometto, My Lady.- rispose il ragazzo stringendo la mano della ragazza e sorridendo.

Quella fu la loro ultima promessa, l'unico motivo che li portò a continuare la loro vita anche se non erano più insieme. Ma dopo anni quel giorno venne messo da parte nella loro memoria, dimenticandosi completamente di quella promessa, o quasi.

POV. Marinette

Erano passati circa otto anni da quando ero partita per l'America per coronare i miei sogni ed ora avevo deciso di tornare a Parigi, avendo finito completamente i miei studi, non avendo quasi più nulla da fare. Dovevo ammettere che mi era mancata la mia piccola città.
Stavo girando per le vie più belle di Parigi, vedevo le vetrine dei negozi piene dei nuovi completi. Sorrisi soddisfatta nel vedere alcuni miei modelli esposti. Camminavo senza guardare davanti a me e, come un idiota, andai a sbattere contro qualcuno. Certo che la giornata iniziava proprio bene.

-Mi scusi, io non..- iniziai alzando il viso, sbarrando poi gli occhi.

Credo che il mio cuore abbia smesso di battere non appena i nostri sguardi si incrociarono. Quei due occhi verdi che non vedevo da anni ora erano fissi su di me, sul viso di un bellissimo uomo dai capelli biondi. Lui mi fissò, senza parole. Non poteva essere lui, no, non Adrien Agreste.

-Marinette?- chiese il ragazzo, avvicinandosi lentamente, sembrava avesse visto un fantasma.

Non aveva più la voce di un ragazzo, ciò che usciva dalle sue labbra era un suono profondo e caldo. Ma, anche se diversa da quella che conoscevo, ero convinta fosse lui, ne ero assolutamente certa.

-Adrien?- chiesi deglutendo lentamente.

Ci guardammo ancora qualche secondo e, all'improvviso, mi ritrovai tra le sue forti braccia. Chiusi gli occhi e lo strinsi, ispirando il suo buonissimo profumo, che, dopo anni, era sempre lo stesso.

-Sono felice, sono così felice di rivederti!- urlò il ragazzo, stordendomi leggermente, non riuscendo a contenere la gioia, cosa che mi faceva immensamente piacere a dirla tutta.

Ero molto felice anche io! Erano anni che non ci sentivamo ed ora, all'improvviso, ci eravamo scontrati. Pareva quasi un miracolo che, tra tutte le persone della città, io fossi incappata proprio in Adrien Agreste.

-Come state?- chiesi, staccandosi da me per poi notare Tikki uscire dalla mia borsetta per salutarlo.

-Io e Plagg alla grande, anche  Nooroo e mio padre stanno bene anche se li tengo ancora d'occhio, non si sa mai.- rise, facendo ridere anche me mentre Plagg usciva dalla tasca della sua giacca, salutandomi con la zampetta.

-Marinette! Che bello vederti!- urlò il piccolo kwami nero volando da me e strofinando il muso sulla mia guancia.

-È bello anche per me.- risposi, piacevolmente sorpresa dal suo gesto di affetto.

-Mi hai portato del Camembert?- chiede guardandomi con i suoi occhi da gatto verdi.

-Sempre il solito Plagg.- commentò Tikki scuotendo il capo.

Sia io che Adrien scoppiammo a ridere per poi guardarci ancora, non riuscendo a distogliere gli occhi l'uno dall'altra. Non riuscivo ancora a  concepire quello che era appena successo, era tutto così... strano ma tremendamente bello. Ovviamente era anche un fatto quasi completamente impossibile. Quante possibilità c'erano di tornare a Parigi, camminare tranquillamente per strada e scontrarsi proprio con il ragazzo per cui si aveva una cotta fin dal primo incontro? Potevo affermare che era un ottimo modo per iniziare una nuova vita.

-Adrien!- urlò una ragazza, correndo verso il ragazzo per poi saltargli completamente addosso, facendomi finire i lunghi capelli biondi in faccia.

-Lei chi è, amore?- chiese la ragazza voltandosi verso di me con uno sguardo quasi assassino. Aspetta, aspetta, lo aveva chiamato "Amore"?!

-Lei è Marinette, una mia cara amica. Marinette, lei è Leia, la mia ragazza.- spiegò il ragazzo, sorridendo come era solito fare per levarsi da una situazione scostante.

Rimasi un attimo stupita da quelle parole, allora non avevo capito male, avevo capito perfettamente! La sua ragazza? Adrien si era trovato una ragazza mentre io ero a New York? No, non mi doveva importare di quello che aveva fatto mentre io non c'ero, aveva tutto il diritto di farsi una nuova vita.

-Marinette eh? Non ti ha mai nominata.- disse Leia con un sorrisetto malefico sul viso, doveva avere una lunga lingua velenosa.

Io le sorrisi falsamente, cercando di mostrarmi il più sincera possibile mentre Adrien ci guardava in silenzio, incerto se intervenire o meno.

-Adrienuccio, siamo in ritardo. Stasera c'è la festa per la nuova collezione di tuo padre! Se arriviamo in ritardo si arrabbierà.- disse Leia, con una voce fin troppo stridula e mielosa.

-In effetti.. siamo proprio in ritardo. Ci vediamo in giro?- mi chiese Adrien, distogliendo gli occhi dalla ragazza.

-Certo.- risposi sorridendo.

"Sempre se quella strega ti molli" pensai continuando a sorridere falsamente mentre lei lo prendeva a braccetto, trascinandolo via senza neanche dargli il tempo di salutarmi. Sbuffai, era ufficiale, l'avevo appena incontrata ma era già finita sulla mia lista nera!

POV. Adrien

Leia mi trascinò via senza che io potessi replicare. Mi voltai, guardando Marinette che era rimasta lì immobile ad osservare la scena. Accennai un sorriso, salutandola con la mano vedendola ricambiare poco dopo. Ero felice di averla rivista dopo tutti questi anni, non era cambiata di una virgola. Cioè, quasi... aveva un bel seno e un sedere assolutamente... ma dove ero andato a guardare! Accidenti a lei! Ero fidanzato e avevo appena fatto degli apprezzamenti su un'altra!

-A cosa stai pensando, amore?- mi chiese Leia facendomi riprendere dai miei pensieri sulle forme della mia amica.

-A come sarai vestita stasera.- risposi subito, mentendo spudoratamente. 

Non potevo di certo dirle a cosa stavo veramente pensando, no?! Mi avrebbe sicuramente strangolato e gettato nel primo cassonetto disponibile. Nessuno mi avrebbe trovato e avrei potuto dire addio alla mia carriera come Adrien Agreste e alla mia vita notturna da supereroe come Chat Noir. Dare una risposta sincera avrebbe indubbiamente significato la morte! Ed ero fin troppo giovane per morire.

-Ma come sei carino!- urlò, tirandomi una guancia con forza.

-A..Ahia- mormorai gemendo ma senza ottenere risultati.

Leia continuava a divertirsi con la mia guancia, ignorando ogni mio lamento. Sarebbe davvero stato un lungo rientro a casa. Appena arrivammo davanti al cancello le diedi un bacio, salutandola e incaricando il Gorilla di riportarla a casa. Lei , ovviamente, replicò ma io non l'ascoltai, spiegandola che mi dovevo preparare e che l'avrei mandata a prendere alle otto. Dopo diverse repliche e velati insulti si calmò, facendosi accompagnare a casa. Sospirai esasperato da quella ragazza, entrando in casa per poi andarmene in camera.

-Non sembri molto soddisfatto della tua situazione sentimentale.- commentò Plagg, uscendo dalla mia tasca e avventandosi su una scatola di Camembert, come suo solito.

-Plagg, ti pare una situazione facile?- sbottai buttandomi sul letto.

-Si. Tu avevi detto: "Marinette ora è il mio passato e se mai la incontrassi non mi farebbe né caldo né freddo". Parole tue, non mie.- replicò il kwami, ingozzandosi con il suo cibo preferito.

-È solo che...- iniziai per poi zittirmi.

Non poteva capire cosa provavo, era inutile. Plagg pensava con lo stomaco e non con il suo cervellino da kwami che si ritrovava, era terribile con i sentimenti e, sopratutto, a capire i miei sentimenti amorosi. 

-È solo che sei ancora completamente innamorato di Marinette e ti sei messo con Leia solo per dimenticarla. Ma ora che è tornata nella tua vita non puoi fare altro che abbandonare tutte le tue decisioni precedenti per correre da lei e dirle tutto quello che provi.- si limitò a dire, sorprendendomi. A quanto pare aveva un cervello -E ora portami altro Camembert!-

No, nula di strano, era il solito ingordo di tutti i giorni. Mi ero quasi preoccupato per questo cambio così improvviso di comportamento.

-Plagg.. tu non puoi capire! Non sei mai stato innamorato di una persona! Essere innamorato di una persona significa pensare costantemente a lei, farle sentire che ci sei, che va tutto bene quando siete insieme!- esclamai.

Plagg smise di mangiare e mi guardò come se cercasse di dirmi qualcosa ma, dopo qualche secondo, si rimise a mangiare in silenzio, probabilmente perso nel suo piccolo mondo. Forse un giorno mi avrebbe detto ciò a cui stava così intensamente pensando e, da parte mia, sarei stato veramente curioso di saperlo. Vedendo che non dava alcun cenno di risposta sospirai, decidendo di farmi un bagno rilassante prima della grande serata che doveva venire. Afferrai i vestiti puliti che avrei dovuto mettere quella sera, andando in bagno per riempire la vasca che, dopo anni, ero riuscito finalmente a far mettere a mio padre. Aprii l'acqua, versando il bagnoschiuma, spogliandomi poco prima che la vasca fosse piena in modo da non prendere freddo, cosa impossibile visto il caldo che l'acqua bollente della vasca aveva creato. Immersi leggermente le dita, sentendo se la temperatura andasse bene e, una volta accertato che non fosse ne troppo calda ne troppo fredda, mi immersi, affondando fino alle labbra nella calda acqua piena di schiuma.

"Marinette Dupain-Cheng..." pensai, notando che il mio pensiero era unicamente fisso sulla ragazza.

Provai a pensare a Leia, a quale vestito avrebbe messo quella sera ma era tutto inutile, nella mia testa apparivano unicamente le forme di Mari, il suo dolce viso e quel suo modo di arrossire così carino. In quel momento la consideravo come una dea, una vera e propria dea scesa in terra per tentarmi e portarmi a peccare, cosa che, in quel momento, non mi dispiaceva affatto.

"Marinette Dupain-Cheng..." ripetei, provando ad esprimere a me stesso il concetto che volevo così tanto spiegare "... mi farai impazzire un giorno di questi e, quando accadrà, non riuscirò più a fermarmi come quando eravamo piccoli. Attenta My Lady, il tuo gattino non sarà più così bravo se mi porterai alla pazzia una notte di queste, non potrò reprimere per sempre i miei istinti più scuri, non ora che ho visto cosa sei diventata... stai in guardia, potrei davvero arrivare a tanto." pensai, lasciando che la mia testa viaggiasse per la mia immaginazione in parte sbagliata. Non avrei dovuto pensare ad un'altra donna, non avrei assolutamente dovuto farlo, eppure era più forte di me.

Sorrisi leggermente, uscendo con le labbra dall'acqua, cercando una posizione più comoda per pensare anche se, ne ero assolutamente sicuro, pensare non sarebbe stata l'unica cosa che avrei fatto prima della serata. Il mio istinto più oscuro si era risvegliato con lei e ora doveva essere soddisfatto.

   
 
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