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Autore: Roscoe24    02/03/2019    0 recensioni
Oliver annuisce. “Ti lascerei crescere tutti i bambini del mondo.” Ridacchia, mentre appoggia il mento sulla spalla di Connor e alza gli occhi su di lui, in attesa che l’altro ricambi. E Connor lo fa, guardandolo un tantino di traverso.
“Mi stai prendendo in giro? Io ero serio. (...)"
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Connor Walsh, Oliver Hampton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’erano contesti nei quali sentirsi felici era proibito.
La volta in cui l’avevano scampata dopo l’omicidio di Sam, ad esempio. La loro libertà era costata la vita di un uomo e la rovina della vita della loro professoressa di diritto penale, moglie del suddetto uomo. Connor non è un idiota, sa bene che quella sera hanno rovinato la vita di Annalise – e le loro stesse vite.
Assassini. Ecco cosa sono. Persone spregevoli che hanno imparato a convivere con le loro azioni, propinandosi la scusa che Sam fosse un uomo orribile. Dopo tutto, aveva ucciso Lila, no? L’aveva messa incinta e poi l’aveva uccisa, perché la ragazzina stava causando troppi problemi, iniziava a pretendere troppe cose, come dire la verità ad Annalise.
E se Sam era orribile, forse loro erano giustificati un po’ di più. Un conto è sporcarsi le mani del sangue di un innocente, un conto è, invece, uccidere un colpevole.
Uccidi un assassino, e il numero degli assassini nel mondo rimarrà lo stesso.
Questa consapevolezza lo teneva sveglio la notte, quando l’ansia gli attanagliava le viscere e gli faceva rivivere ogni fottuto dettaglio di quella notte – e delle notti successive, come il casino a villa Hapstall.
Cadaveri, la loro intera strada verso la libertà è costellata di cadaveri. Una montagna. E loro sono quelli che hanno raggiunto la vetta e guardano il mondo dall’alto. O forse, è il mondo che in questo modo riesce a vederli meglio. Innalzati sul piedistallo dei loro peccati per fare in modo che vengano giudicati meglio. Assassini.
Con il numero di vittime che hanno alle loro spalle, potrebbero essere visti addirittura come degli assassini seriali. Al pari di individui come Zodiac, o Charles Manson. L’unica differenza, è che, per adesso, loro l’hanno scampata.
Per questo, sentirsi felici è proibito, inappropriato.
Ma, se c’erano contesti nei quali provare anche solo una piccola gioia era impensabile, c’erano contesti nei quali a Connor veniva impossibile non farlo. Il giorno del suo matrimonio, era uno di quelli. Oliver che gli dedica una delle canzoni d’amore più dolci che siano mai state scritte. E dire che non si riteneva un tipo da certe smancerie, ma se era Oliver a farle, prendevano tutta un’altra piega e Connor si ammorbidiva un bel po’. Le loro promesse nuziali, il di Oliver, lo scambio degli anelli. La prima volta che si sono detti ti amo, la prima volta che avevano passato la notte insieme come una vera coppia; tutte le volte che apre gli occhi e trova Oli lì al suo fianco, nel letto, vivo e bellissimo; le chiacchere prive di senso, la consapevolezza di aver trovato, in Oliver, la parte migliore di sé, quella parte che va a colmare quello strano vuoto che ha sentito da tutta la vita, prima che incontrasse l’uomo che oggi chiama suo marito.
Quelli sono momenti che rendono Connor felice oltre ogni limite, una felicità che riesce quasi a sovrastare le sue ansie e la sensazione di sentirsi mostruoso a causa delle sue azioni.
“Wow,” un’esclamazione e Connor si volta verso la porta aperta della sua stanza. È seduto sul letto e stava giocando con Christopher. Oliver si copre il viso con una mano – sta sorridendo, Connor lo sa. Gli angoli degli occhi del viso di suo marito si evidenziano maggiormente, quando sorride, e piccole rughe di espressione li circondano in un modo che Connor ama tantissimo, anche se non lo direbbe mai ad alta voce.
“Che c’è?” gli domanda, mentre Christopher prova ad agguantare con la sua manina paffuta la giraffa che Connor tiene nella mano sinistra.
“C’è che se Laurel non dovesse morire, e lo spero con tutto il mio cuore, dovremmo avere un bambino nostro. Guardati, tutto in modalità papà.” Oliver lo raggiunge e si siede al suo fianco, sul bordo del materasso. Connor accenna un sorriso a labbra chiuse, alzando solo un angolo della bocca, e si sporge verso di lui per baciarlo. Un fugace contatto di labbra, che lascia che un piccolo schiocco si disperda per qualche istante nella stanza.
“Lo pensi davvero?” Chiede Connor, ma i suoi occhi rimangono fissi sul bambino. Christopher, adesso, sta mordicchiando una zampa della giraffa – anche se, essendo senza denti, sarebbe più appropriato dire che la sta riempiendo di bava. Connor lo trova tenero, in ogni caso.
Oliver annuisce. “Ti lascerei crescere tutti i bambini del mondo.” Ridacchia, mentre appoggia il mento sulla spalla di Connor e alza gli occhi su di lui, in attesa che l’altro ricambi. E Connor lo fa, guardandolo un tantino di traverso.
“Mi stai prendendo in giro? Io ero serio. Ti lascerei crescere tutti i bambini del mondo perché saresti un papà perfetto.”
“Anche tu.” Oliver gli bacia la spalla da sopra la stoffa della maglietta. “E prima che tu possa domandarlo: sì, lo penso davvero.”
Connor accenna un sorriso storto, allacciando i propri occhi a quelli del marito. “Voglio un bambino con te, Oli. Voglio tante cose con te. Una vita intera, con tutto ciò che comporta.”
“Non sei più obbligato a dire certe cose, non siamo più al nostro matrimonio.” Lo pungola, riferendosi al commento che Connor ha fatto solo poco prima, quando stavano parlando con Laurel di diventare i possibili tutori legali di Christopher nel caso le succedesse qualcosa.
Connor gli lancia un’occhiataccia. “Sono serio ora ed ero serio anche al nostro matrimonio.”
Oliver annuisce, perché lo sa. “Non è vero che sei egoista.”
“Lo sono, Oli.”
“Non tanto quanto credi di esserlo. Siamo tutti egoisti, in fondo. Rientri nella norma, Connor.”
Connor non ribatte. Vorrebbe vedersi attraverso gli occhi di Oliver, vorrebbe essere in grado di vedere quel buono che riesce a vedere in lui l’uomo seduto al suo fianco. Ma solo il fatto che adesso abbiano un anello al dito dimostra quanto lui, in realtà, sia egoista. Avrebbe potuto lasciare Oliver – l’avevano già fatto, dopotutto – ed evitargli di entrare in quella che era la sua vita incasinata. Avrebbe potuto risparmiargli il dolore, la sofferenza e l’angoscia. Allontanarlo sarebbe stata la cosa migliore da fare per permettergli di avere una vita normale, la vita che Oliver merita –perché merita decisamente di più di Connor, ma lui è stato egoista e se l’è tenuto per sé, perché lo ama, perché Oliver è l’unico in grado di farlo stare bene, di non farlo uscire completamente di testa. Quindi sì, Connor è egoista e consapevole di esserlo.
“Ti amo,” gli sussurra, come se questo bastasse ad espiare i suoi peccati, come se bastasse a giustificarlo di aver scelto di non lasciarlo andare.
Oliver gli bacia una guancia, gli prende il mento tra due dita per spronarlo a voltarsi verso di lui e lo bacia: un contatto di labbra che si trasforma in un bacio vero, le loro bocche che si muovono insieme, i loro sapori, così familiari, che si vanno a mischiare. E lo sa che è sbagliato, lo sa che non dovrebbe essere felice, ma in quel momento, con Oliver al suo fianco che lo bacia come se fosse davvero degno delle cose belle che ha nella sua vita, sa di esserlo. E, forse, va bene così.







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Ciao! Se siete arrivati alla fine, vi ringrazio immensamente!
Questa OS nasce dall’ultimo episodio della quinta stagione, perché vedere i Coliver insieme a Christopher mentre parlano di bambini mi ha fatto sciogliere il cuore – e onestamente questa storia doveva prendere una piega un tantino diversa, meno triste, ma essendo HTGAWM ho pensato che sarebbe troppo uscito dalla storia e dal personaggio di Connor in sé, che ha un passato di sensi di colpa infinito. Ancora mi sento male se penso alla volta che ha rischiato di buttarsi sotto l’autobus.
Ad ogni modo, non mi ricordo se i ragazzi hanno mai scoperto che in realtà Lila l’ha uccisa Frank, anche se l’ordine era stato effettivamente dato da Sam, quindi ho lasciato che Connor pensasse fosse effettivamente Sam il solo e unico colpevole.
Spero di non essere sfociata troppo nell’OOC. Se avete scelto di aprire questa piccola OS e leggerla tutta, vi ringrazio ancora e, se vi va, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Vi saluto, sperando che rinnovino la serie per una sesta stagione! :D







 
   
 
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