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Autore: PabloX    03/03/2019    0 recensioni
Faith- Nuovo Inizio” Riprende la fan fiction “Faith ritorno a Los Angeles”, che si concludeva con la morte di Faith nel tentativo di salvare il mondo e contemporaneamente restituire l’essenza umana ad Angel. Dovevo quindi trovare un modo di far tornare in vita Faith, ma volevo anche usare altri personaggi che non avevo usato nel primo racconto. Spike ad esempio. Ed ecco che vedrete Spike in azione, e naturalmente il suo rapporto conflittuale con Angel è uno dei temi del racconto, oltre al problema che ora Angel non è più un vampiro. E’ quello che ha sempre desiderato ma davvero è felice ora? Oppure rimpiange i vecchi tempi? Aggiungiamoci una Kennedy che aspira al ruolo che fu di Buffy (e Faith) gli avvocati della Wolfram & Hart e che gli effetti della Magia hanno sempre delle conseguenze… ed ecco che il pranzo è servito !
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Episodio 6
Rimorsi


Spike si svegliò. Da quanto tempo era stato addormentato? Sembrava che il suo corpo fosse stato immobile per giorni, forse mesi o anni. “Che idea stupida!” pensò. L’ultima cosa che ricordava era che si trovava nella cantina dell’Hyperion, Angel gli dava la caccia. Che inutile idiota che era diventato! Idiota lo era sempre stato ma adesso era pure diventato inutile. E patetico.
Quell’idea che Faith non lo volesse più perché era diventato umano…
Certo, da Faith c’era da aspettarsi di tutto. Era una cacciatrice.
Come Buffy.
Il pensiero di Buffy lo innervosì, si frugò nelle tasche, alla ricerca delle sigarette. Dove le aveva cacciate?
A quel punto iniziò a guardarsi attorno. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Doveva proprio essere rimbambito. Quella non era la cantina dell’Hyperion. Non che conoscesse a memoria la cantina dell’Hyperion, ma adesso che guardava bene, quella non poteva essere la cantina dell’Hyperion. Era un ambiente molto più ampio. E poi dove era la porta?
No, quella non era per nulla la cantina dell’Hotel, anzi non era proprio una cantina.
Sembrava più simile ad un chiostro di un convento, o a qualcosa del genere. Probabilmente era finito in qualche chiesa sconsacrata. Chissà per quale motivo.
Ma, soprattutto, si chiedeva come avesse fatto a finire in quel luogo. Probabilmente sì era ubriacato ed era finito lì,  chissà per quale strada. Era l’unica spiegazione.
Eppure la sua bocca non sapeva di Rum o Wishki. Era un sapore molto più dolce, un sapore che non gustava da tempo. Si passò la lingua sulle labbra e il dubbio iniziò a diventare certezza.
Cercò una sorgente di luce per guardarsi le mani, andò a tentoni nel buio, trovò una candela.
Frugò nuovamente nelle tasche. Non aveva le sigarette, ma l’accendino, almeno quello, doveva avercelo. Finalmente lo trovò, lo estrasse e accese la candela.
La fioca luce gli illuminò le mani.
Erano sporche di sangue.
****
- Come è successo che Angel sia tornato un vampiro, peggio è tornato ad essere Angelus!-  chiese Faith a Lorne. Il suo tono di voce manifestava tutta l’agitazione e lo sconforto del momento.
Willow e Kennedy, quest’ultima impegnata a  massaggiarsi il braccio dolorante, avevano gli occhi fissi su Lorne.
- Non so veramente come sia successo, ma non è l’unica cosa strana che sia accaduta-  Disse Lorne versandosi da bere.
- E cioè?-  chiese Faith sempre più agitata.
- E’ una storia lunga-  Lorne si portò il bicchiere alla bocca.
- Allora vuoi dirci che cavolo è successo o vuoi bere?-  urlò Faith, poi strappò  il bicchiere dalle mani di Lorne e lo scagliò lontano.
Il bicchiere andò in frantumi, spargendo il contenuto sul pavimento.
Willow la afferrò per le spalle-  Calmati, adesso Lorne ci dirà tutto. E’ scosso come tutti noi.-
Lorne si sedette, cercando di tenersi lontano da Faith.
- Capisco la tua agitazione, cioccolatino, ma non sono io il responsabile di quello che è accaduto. Quello che so è questo. Sono sceso giù nella Hall qualche ora fa, avevo sentito del trambusto. Vedo il casino che avete visto voi, e vedo Spike per terra, come svenuto. Lo rialzo, lui praticamente non mi riconosce. Gli chiedo cosa è successo e lui dice che Angel l’ha colpito. Poi sale le scale. -
- Dov’era diretto?-
- Non so, credo da Willow-
- Da me?-
- Proprio così biscottino, mi ha chiesto il tuo numero di stanza, ha detto che c’era una tapparella da aggiustare-
- Tapparella, quale tapparella?-
- Fallo finire!-
- Comunque sia lo sento cantare una canzone, e, mi venisse un colpo, capisco che quello non è Spike. O almeno, non è il solito Spike.-
Lorne si fermò un attimo afferrò la bottiglia e, tenendo sotto osservazione Faith , si versò da bere.
- Continua-
- Ho aspettato di giù, ho preso la spada di Angel, non mi sentivo sicuro.
Poi è arrivato Angel, o quello che io pensavo Angel. Mi ha chiesto dove eravate. Gli ho detto che avrebbe dovuto saperlo.  Gli ho chiesto cosa era successo tra lui e Spike. Lui ha detto che non era successo niente. Gli ho detto che non gli credevo. A quel punto ha cercato di aggredirmi. Gli ho fatto vedere la spada e lui se ne è andato via. Poi siete arrivati voi-
- E Spike?-
- Non  l’ho più visto. Ma non credo sia ancora qui.-
Faith si lasciò andare sulla sedia, le braccia inerti lungo i fianchi come svuotata di energia.
- Come può essere successo?-
- Ma siamo proprio sicuri che Angel sia tornato Angelus?-  chiese Kennedy
- Temo proprio di sì. Ha aggredito me e Faith, e deve aver fatto lo stesso con Spike-
Tutti tacquero per un periodo che sembrò lunghissimo. Poi fu Faith a rompere il silenzio
- E’ stato Spike!-
- Non dirai sul serio?-  chiese Willow.
- Penso anch’io che sia stato Spike-  aggiunse Kennedy-  solo non capisco il perché-
- Perché è venuto qui Spike?-
- Non so, problemi personali-  le rispose Kennedy
- Già, che tipo di problemi? Lui mi ha accennato a qualcosa con B, ma non può essere solo questo-
A quel punto Willow si ricordò di un particolare nel racconto di Lorne.
- Scusa Lorne, ma Spike ti ha chiesto il mio numero di stanza?-
- Sì esatto. Mi ha parlato di una tapparella rotta e…-
- Non ci sono tapparelle nella mia stanza, ma persiane-
- Vuoi dire che…?-
- Stava cercando qualcosa nella mia stanza!-
Negli occhi dei presenti si leggeva lo sconcerto e la paura
- Il medaglione!-  gridò Willow precipitandosi immediatamente verso il suo alloggio seguita da Kennedy-
Faith e Lorne rimasero soli. Nessuno osava dire alcunché.
Faith fece una smorfia, poi disse.
- Scusa per prima, ero nervosa. Questa storia mi sta mandando fuori di testa-
Lorne le prese le mani stringendole con affetto-  Sono sicuro che tutto si sistemerà-
- Speriamo solo che non sia come temo-  sospirò la cacciatrice.
Willow e Kennedy tornarono di gran corsa
- E’ come temevamo!- disse la strega dai capelli rossi-  Il medaglione non c’è più. Qualcuno lo ha preso-
- E’ stato Spike-  disse risoluta Kennedy
- Potrebbe anche essere stato Angelus-  obiettò Lorne.
- No, è stato Spike, è evidente-  aggiunse Faith- Spike ha morso Angel tramutandolo di nuovo in Angelus e poi ha preso il medaglione.-
- Ma perché dovrebbe aver fatto questo?-  chiese sconcertata Willow-  tanto più che lui ha sempre odiato la magia, e quello è un medaglione magico-
- Peggio: è un medaglione che mette in contatto il mondo dei vivi e quello dei morti-  proseguì Lorne-  io sono comunque convinto di una cosa: quello non era Spike. Non lo Spike che conosciamo.
- Cosa intendi dire?-  chiese Faith
- Non so dirlo con precisione, ma è come se la personalità di Spike risultasse annebbiata. C’è un'altra personalità dentro di lui che ha preso il sopravvento-
- Forse anche lui ha perduto l’anima-  ipotizzò Willow
- E come è accaduto questo?. No, ci sono troppe cose che non quadrano-
- Io a dire il vero un ipotesi ce l’avrei…-  disse Lorne alzandosi in piedi e camminando con aria meditativa. Le ragazze seguirono con lo sguardo Lorne che si era messo a girare attorno al tavolo come un avvoltoio attorno alla preda.
- Allora Lorne, vuoi fermarti e dire quello che sai o mi devo arrabbiare di nuovo con te?-  disse con voce decisamente alta Faith.
Lorne si fermò di colpo
- E va bene. Promettete però che non vi arrabbierete per quello che sto per dirvi-
- No,certo, no. - Lo rassicurò Willow
- Tu inizia a dirlo e poi vedremo se arrabbiarci o meno-
- Credo che quello che sta succedendo abbia qualcosa a che fare con il rito con il quale tu sei tornata, Faith-
***
- Sangue! le mie mani sono sporche di sangue!-
Spike non poteva credere a quello che aveva di fronte, ma l’evidenza dei fatti era innegabile.
Cosa aveva fatto? E perché?
Aveva ucciso, su questo non c’ erano dubbi. Ma chi, e in quali circostanze?
Non solo aveva ucciso, ma si era anche nutrito di sangue.
Sangue umano, caldo e dolce.
E ora cosa poteva fare? E cosa poteva fare con quelli della Wolfram&Hart. Tra poco quelli si sarebbero fatti vivi, e avrebbero preteso il medaglione. E lui non ce l’aveva.
Poi avvertì un rigonfiamento sotto la giacca. Mise la mano all’interno e sentì un oggetto duro e dalla forma circolare. Lo estrasse. Alla fioca luce della candela poté osservare l’oggetto,
Un medaglione dalla forma ovale.
Fu preso dal panico.
Doveva nasconderlo da qualche parte. Non poteva tornare all’Hotel e dire –Scusate ho rubato questo!-
E non gli andava di consegnarlo alla Wolfram&Hart.
L’unica cosa era nasconderlo. Al resto avrebbe pensato più tardi.
Cercò un posto sicuro. Scostò una lastra di pietra che faceva da coperchio ad una vecchia tomba  e lo lasciò cadere dentro: guardò se ci fosse qualche iscrizione per ricordarsi dove l’aveva messo. Sulla parte davanti della tomba erano scolpiti due unicorni. Bene, due unicorni, si disse Spike cercando di fissare nella sua mente questo particolare. “Certo che se non so dove mi trovo sarà difficile ritornarci qui.” Ma adesso era tempo di pensare alla Wolfram&Hart,
****
- Sei sicuro di quello che dici ? chiese Willow a Lorne.
- Io non credo affatto cha sia così Lorne!-  rincarò la dose Faith-  Non vedo proprio cosa c’entra il rito con il fatto che Spike sia un figlio di buona donna o che Angel sia impazzito!-
- Già però chi ha voluto ospitare quel figlio di buona donna, Faith?-  intervenne Kennedy che fino a quel momento era stata da parte ma che adesso stava per tirare fuori tutto il suo malumore per come si erano messe le cose
- Che dici, Kennedy, Spike non l’ho invitato io, è lui che è venuto qua, che dovevamo fare, buttarlo fuori? Non è un estraneo!-
- Sì ma è un vampiro senz’anima! E tu l’hai fatto entrare!-
- Non è vero, Kennedy ti sbagli, anche Spike ha l’anima, e poi ci ha aiutato tante volte-  intervenne Willow cercando di calmare la sua ragazza.
- Signore! Vi prego!-  La voce di Lorne sopravanzò quelle delle tre ragazze. Il tono era calmo, al solito, ma deciso.-  Non facciamoci prendere dal nervosismo. Possiamo discutere con tranquillità. Se ho detto quello che ho detto è perché so delle cose-  
Lo sguardo di Lorne si posò su Faith per poi passare su Willow.
- Come tu di certo non ignorerai-  disse rivolgendosi alla strega Wicca-  Quando si apre un portale con un’altra dimensione, si rischia che qualcosa di non voluto giunga nella nostra dimensione. Ora, facendo resuscitare Faith, hai aperto un portale, ed è probabile, per non dire sicuro che qualcosa sia giunto qui, oltre alla nostra amica cacciatrice. Del resto, mia cara streghetta, tu stessa mi dicesti che nutrivi dubbi sul far tornare Faith, perché conoscevi questo pericolo-
Willow sospirò profondamente. Un velo di tristezza passò sui suoi occhi verdi.
- E’ vero. Io avevo dei dubbi su quel rito. Anzi non volevo farlo, ma tu sai in quale situazione eravamo, rischiavamo di essere annientati, se non avessi richiamato Faith.-  Poi si girò verso Kennedy-  Anche tu saresti morta. E Thanatos avrebbe trionfato-
- E adesso invece è cenere-  conclusa orgogliosa Faith.
Kennedy abbassò lo sguardo.
- Ma cosa può essere arrivato qui?- chiese Faith
- Qualcosa o qualcuno che era interessato a quel medaglione, suppongo-  rispose Lorne
Willow spalancò la bocca in un’espressione tra lo stupito e lo spaventato- Ehi ragazzi, ma non sarà mica tornato…-
- Tavros!-  conclusero la frase all’unisono Faith e Kennedy.
Gli sguardi delle due cacciatrici e di Willow si concentrarono su Lorne.
Il buono e saggio demone di Pylea assentì con aria severa.
- Temo proprio di sì. E credo che il suo spirito si sia impadronito di Spike. E del medaglione.Oltre ad aver fatto impazzire Angel. E se è così, e temo proprio che lo sia, ci aspettano tempi molto difficili.-

***
Faith si aggirava inquieta nella sua stanza, come una tigre in gabbia. Aveva provato a dormire e riposarsi, ma proprio non le riusciva di prendere sonno, nonostante la fatica accumulata nella battaglia contro Thanatos e i suoi vampiri.
Avrebbe voluto festeggiare quella vittoria. Lei e le altre ragazze avevano debellato la più grossa minaccia vampirica che gravava su Los Angeles. Doveva riconoscere che in fondo Thanatos e i suoi non erano questo granché, ma comunque stavano rialzando la cresta. E avrebbero potuto provocare molte stragi. Era una grande vittoria, aver posto fine alla vita ultracentenaria di un vampiro del genere, ma non poteva essere soddisfatta.
Sperava di poter riappacificarsi con Angel e festeggiare con lui ed invece…Angel trasformato di nuovo in Angelus, o forse in qualcosa di ancora più maligno e temibile.
E Spike? Davvero Spike era posseduto dallo spirito di Tavros?  E il medaglione, con quel suo enorme potere, in quali mani era? Faith era convinta che, in qualche modo, in tutto ciò ci fosse lo zampino della Wolfram&Hart.
Quei maledetti avvocati! Forse non era come diceva Lorne, forse era stata la Wolfram & Hart a richiamare Tavros, e lui si era impossessato di Spike. Faith cercava di convincersi di questo perché se fosse stato vera l’ipotesi che avevano avanzato Lorne e Willow, allora…
Allora sarebbe stata lei la causa di tutto. Era lei che aveva voluto tornare tra i vivi, e se si era trascinata dietro anche Tavros, beh allora avrebbe dovuto rimediare in qualche modo.
Comunque si doveva rimediare. Ora c’erano due vampiri agguerriti ed incontrollabili per le vie di Los Angeles, o chissà dove.
Per ironia aveva eliminato un vampiro e ora ce ne erano due in più.
Se fossero stati vampiri qualsiasi Faith avrebbe raccolto la sfida con passione ed ardore. Sarebbero state due tacche in più sul suo paletto
Ma si trattava di Spike ed Angel, che erano suoi amici, anzi, nel caso di Angel molto di più che amici.
Cosa doveva fare? Ci sarà stato il modo per evitare lo scontro, perché lei sapeva che, se si fosse giunto a questo, allora non ci sarebbero state alternative. Si doveva vincere o morire.
E lei era una cacciatrice, non poteva fare sconti a nessuno. Le avevano raccontato di quando Buffy aveva dovuto uccidere Angel, divenuto Angelus, e di come le esitazioni della sua amica/nemica avessero causato la morte di altre persone.
Non si poteva esitare, era una lotta per la vita e la morte. Avrebbe dovuto accertarsi se Angel era veramente diventato cattivo, ma se la risposta fosse stata positiva, non ci sarebbero state vie di fuga.
O vincere o morire.
Si alzò dal letto e prese in mano il suo fedele coltello, se lo girò tra le mani accarezzando la lama tagliente.
Si perse per un istante dietro pensieri ed emozioni incontrollabili. Le sue mani strinsero forte la lama.
“perché perché, perché io…perché proprio io?” si chiese, dubitando, forse per la prima volta in vita sua, della sua missione.
Un dolore la riportò alla realtà. Si guardò le mani. Si era tagliata. Un rivolo di sangue scese e bagnò la superficie bianca delle lenzuola del suo letto.
***
- Allora Mr Spike, come procede il lavoro?-  Chiese l’avvocato della Wolfram&Hart. Si trattava di un tipo dall’aspetto massiccio, con due baffi ben curati, di statura medio bassa. Era accompagnato da un tizio invece smilzo, dalla figura sottile, anch’egli con due baffetti appena accennati e i capelli impomatati.
- Ah, bene, bene-
- Per caso ha già avuto modo di vedere dove è il medaglione-
- Oh certo. Anzi direi che mi sono messo in avanti con il lavoro…-
- E cioè?-  chiese sempre l’avvocato massiccio.
- Ho trasformato di nuovo Angel in un vampiro -
- Ah-  fece sorpreso quello girandosi verso il collega.
- Non era previsto. Dici che all’ufficio saranno contenti?-
- Penso che si tratti di una buona notizia-  rispose l’altro.
- Una buona notizia-  confermò il primo guardando Spike con aria soddisfatta
- Pensa di procurarsi il medaglione in breve tempo?-
- Oh ma io l’ho già preso!-
- Ah, fantastico, lo possiamo vedere?-
- Certo certo, di qui, prego-  Spike invitò i due a seguirlo.
Dopo pochi passi Spike si fermò e disse-  E’ proprio dietro all’angolo.
- Dietro all’angolo?-
- Già proprio così-
Il primo si diresse nella direzione indicata dal vampiro, seguito dal secondo. Spike però lo fermò posandogli la mano sulla spalla.
- Scusa -
L’altro si fermò e guardò Spike con aria interrogativa-
- Sì?-
Spike lo afferrò per il collo e glielo girò. Il suono delle ossa che si rompevano risuonò secco.
Il corpo cadde per terra senza vita.
- Che cosa?-  chiese il massiccio.
- Il suo collega ha avuto un contrattempo-  Spike sorrideva serafico.
- Willie? Ehi Willie!-
- Oh, non le risponderà. Ha altri impegni-
- Spike, lei pagherà per questo!-
- No, non pagherò per questo-  rispose Spike afferrandolo per il collo mentre sfoderava i suoi canini.
- E non mi chiamo Spike, mi chiamo Tavros!-

****

- Cosa facciamo allora?-
La domanda posta da Connor gettò nel silenzio più totale la gang dell’Hyperion che si era riunita per decidere cosa fare.
Willow guardò Kennedy negli occhi, appena ricambiata dalla  giovane cacciatrice, lo sguardo di Lorne vagava da viso a viso, cercando di cogliere un segnale, un cenno qualsiasi che mostrasse che si erano ripresi dallo shock in cui le ultime novità li avevano gettati.
Faith, non riuscendo a stare ferma, si alzò e incominciò a girare attorno alle sedie dove gli altri erano seduti, grattandosi le bende che coprivano la ferita che si era procurata prima nella stanza.
- Dobbiamo agire-
- Fin qui ci siamo-  le rispose Connor, - Ma come? Andiamo alla Wolfram& Hart e li torturiamo fino a che non parlano? Oppure cerchiamo Spike, ammesso che sia lui e lo ammazziamo? Oppure cerchiamo mio padre?-
- Tutte queste cose!- rispose Faith, quasi furente-  Non possiamo aspettare. Abbiamo due vampiri pericolosi in giro, ed una banda di avvocati che tramano nell’ombra-
- E un medaglione dai poteri enormi che gira di mano in mano come una banconota da 10 dollari, non dimenticartelo cioccolatino-  la interruppe Lorne.
- Non ce lo siamo dimenticati-  lo corresse Willow, che poi proseguì.
Secondo me bisogna innanzitutto recuperare Spike, chiamamolo così, imprigionarlo e farsi consegnare il medaglione. Ma prima bisognerà  se è veramente posseduto da Tavros, separarlo da quella cattiva influenza.-
- E come?- chiese Kennedy-
- Beh, penso una specie di esorcismo..-
- Sì, ha ragione Willow, un esorcismo dovrebbe funzionare. Ma Angel?- chiese Faith
- Forse si può fare un esorcismo anche con lui-  aggiunse speranzoso Connor.
- Sì. Se è veramente tornato un vampiro, allora bisogna ripetere quella antica maledizione zingara. Quella per restituirgli l’anima-
- Già. Allora bisogna agire e in fretta.- disse Faith, -  Allora io la mocciosa e il nostro deejay cattureremo Angel, mentre tu e Lorne potete cercare di vedere dove si può essere cacciato quell’idiota di Spike, e soprattutto il maledetto medaglione-
- Non è meglio che ci sia una cacciatrice con noi?-  chiese Lorne.
- Ok la mocciosa è con voi. Io preferisco non esserci, perché se lo vedo non so come potrei reagire-
Poi si rivolse a Connor-  Dai ragazzino, andiamo a preparare il piano-
- Hai in mente qualcosa?-
- Qualcosa. Sì. Ci divertiremo-

****

La notte era calata ancora su Los Angeles. Spike aprì gli occhi.
Si ritrovò ancora una volta per terra, come se avesse ricevuto un colpo da K.O.
La stessa sensazione che aveva già provato, in precedenza, la stessa mancanza di memoria.
Dove si trovava? Cosa aveva fatto?
La risposta gli venne dai due corpi abbandonati in quel vicolo. Li tastò. Erano entrambi morti.
Dai vestiti eleganti sembravano due persone di un certo livello.
Ma certo, che stupido! Quelli erano avvocati della Wolfram & Hart.
Ed erano morti.
Non c’era bisogno di altre prove per Spike. Il responsabile non poteva altro che essere lui.
Aveva di nuovo ucciso, e questa volta non c’erano dubbi. Uno dei due poi riportava dei segni di morso sul collo. Allora aveva ucciso e si era nutrito.
La disperazione si impadronì del biondo vampiro. Era di nuovo un mostro assetato di sangue.
Un momento, rifletté, mostro lo era solo in certi periodi. Evidentemente i vuoti di memoria gli capitavano quando agiva da mostro. Se si rendeva conto di quello che faceva e ne era dispiaciuto, allora voleva dire che non era del tutto perso.
Ma cosa poteva fare ora?
Aveva ucciso due avvocati, tra poco sarebbero stati tutti sulle sue tracce. Quelli della Wolfram & Hart. E i suoi amici all’Hyperion? E, soprattutto, Buffy e Dawn?
Doveva per forza ritornare all’Hotel e cercare aiuto. Qualcuno doveva tirarlo fuori da quella situazione. Si maledisse per non essere stato sincero fin dal primo minuto.
In quanto al medaglione, sapeva dove l’aveva nascosto, e finché era lì era meglio per tutti.


****

Faith aspettava nell’atrio dell’hotel. Era vestita con uno sgargiante vestito rosso fuoco, i sandali alti e i capelli raccolti dietro la nuca.
- Finalmente, ti sei fatto attendere-  disse all’indirizzo di Connor che era sopraggiunto.
- Dovevo prendere il necessario. Non sembri vestita da caccia, ma più da serata di gala.-
- Ho le mie buone ragioni. Hai portato le frecce e l’archetto?-
- Le frecce sono nella bisaccia e in quanto all’arco, lo piglio subito-
- Spero solo che l’unguento di Willow funzioni-
- Willow sa il fatto suo- replicò Faith.
In quel momento bussarono alla porta.
Faith aprì. Un ragazzotto dall’aria affannata si precipitò dentro.
- Salve signorina Faith, c’è  il signor Angel? -
Faith riconobbe il signor White, quel ragazzo che aveva versato un grosso anticipo per un caso che Angel non aveva alcuna voglia di risolvere. Con quello che era successo poi…
- No, il signor Angel è momentaneamente assente-  replicò Faith con un sorriso.
- Ma io ho bisogno assoluto di lui perché…-  lo sguardo di White si fermò sulla scollatura di Faith.
- Perché?-  continuò Faith.
- Ehm. Perché…sì, insomma... volevo sapere a che punto erano le ricerche-
- In questo momento siamo occupati. Le faremo sapere al più presto novità-
- Ma io devo sapere!…e poi ho versato un lauto anticipo. Mi avevate assicurato...-
- Ha ragione. Scusi un attimo-  Così dicendo Faith si avviò verso la recezione dell’Hotel e suonò un campanello.
Dopo pochi secondi giunse Lorne vestito di rosso fuoco.
- Lorne, il signor White qui vuole indietro il suo assegno. Ci vuoi pensare tu? Noi stiamo per uscire.-
- Certamente. Prego signore, mi segua in quell’ufficio-
White guardò a bocca aperta il demone elegantemente vestito. Strabuzzò gli occhi un paio di volte
- A dire il vero ho da fare...-
- Come non vuole che le restituiamo l’assegno?-  chiese stupito Lorne.
- No, a dire il vero…Ho un impegno urgente, magari un’altra volta-  White girò i tacchi e uscì di corsa dalla porta.
- Che tipo. Pare che abbia visto il diavolo-  disse Lorne scuotendo la testa.
- Ha visto te-  sorrise Faith –Bye bye noi andiamo-
E così dicendo varcò la soglia dell’Hyperion seguita da Connor.

****

Faith camminava sui tacchi alti. La strada era vuota, desolatamente vuota. Secondo Willow quella era la zona dove poteva essere Angel.
O, per meglio dire, Angelus.  A lei non andava di chiamarlo così, ma questa era la realtà, e doveva prepararsi al peggio.
Finalmente sentì, ma più che sentire, avvertì, dei passi dietro di sé. Poteva essere uno di quelli scocciatori che la prendevano per una prostituta. Ce ne erano già stati due. L’ultimo era stato molto vicino ad essere riempito di calci  e pugni.
Forse aveva ragione Connor, non era stata una grande idea quella di vestirsi così, forse era meglio la tradizionale divisa da ammazzavampiri. Ma Angelus era furbo, molto furbo, e non si poteva pensare di fregarlo con dei metodi banali.
Lei si concentrò sui passi che arrivavano alle sue spalle. Poi si girò all’improvviso, col cuore che le saltava in gola.
E lo vide.
Sorridente, sicuro di sé, molto diverso dall’ultimo Angel, insicuro e malmostoso, ma anche da quello che lei aveva conosciuto, forte eppure gentile.
- Chi non muore si rivede, eh Faith?-
- Anche chi muore, alle volte-
- Bella battuta! Ma dimmi. Come mai così elegante e sexy?. Hai pensato di cambiar professione?-
- Mi sono vestita così per te. Pensavo che ti facesse piacere.-
- Però, un bel pensiero da parte tua. E cosa vorresti che facessi. Un invito a ballare?-
- Qualcosa del genere-
Angelus si avvicinò e le prese la mano. Se la portò alle labbra e le dette un bacio leggerissimo. Poi la guardò negli occhi con uno sguardo profondo e penetrante.
- Non sei qui per ballare-
- Felice intuizione.-  Faith si allontanò di qualche passo , Poi sferrò un pugno con tutta la forza che aveva in corpo.
Angelus volò per terra.
Faith si tolse le scarpe e le tirò addosso al vampiro che si stava per rialzare.
- Pensavo volessi un bacio-  disse Angelus rialzandosi
- Vuoi un bacio? Viene a prendertelo!-
La ragazza iniziò a scappare, velocissima. Altrettanto velocemente Angelus si lanciò alla sua rincorsa.
Faith girò un angolo. Saltò un ostacolo che sapeva essere lì.
Angelus le era alle calcagne, ma inciampò nella corda tesa per terra.
- Maledizione!-  esclamò.
- Ciao Papi!-
Connor era in piedi con l’archetto carico, mentre Faith si era allontanata di qualche passo, e cercava di riprendere fiato dopo il folle inseguimento.
- Connor, piccolo, vieni dal tuo paparino, ho un nuovo biberon per te!-
- Sono grande, pa’-  Connor tirò una freccia nella coscia destra.
- Non si tratta così il tuo vecchio padre. Meriti una lezione!-  Angelus si lanciò in avanti ma una seconda freccia lo colpì all’altra gamba.
Cadde pesantemente, le braccia distese in avanti
- Non riesco a muovermi!-
- Infatti, non devi muoverti.-  Gli disse Faith
- Cosa mi avete fatto?-
- Una pozione per renderti innocuo per un po’. A proposito, e le mie scarpe?-
Ma Angelus era piombato in un sonno profondo indotto dall’intruglio preparato da Willow.
- Ehi rispondi, le mie scarpe?-
- Non ti può sentire, e comunque ho queste-  disse Connor tirando fuori dalla sacca che aveva con sé un paio di scarpe da ginnastica-  Meno eleganti ma più pratiche.-
- Diavolo! Mi piacevano tanto...Pazienza. Carichiamolo sulla macchina e portiamolo via da qui.-
Connor fece un cenno d’assenso.
 - Prima è meglio legarlo, non si sa mai.-
Intanto, dall’altro lato della strada una figura li stava osservando in silenzio.



 
   
 
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