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Autore: Robin Stylinson    03/03/2019    0 recensioni
«Sei un'incendiaria, Allen. Ed io il tuo protettore.»
Il Demonium era segnato dalla "Diciannovesima" profezia. Tutto era nelle mie mani e avrei fatto il possibile per salvarmi da Enkeli ma soprattutto da Harry perché quando ti innamori di qualcosa di cui hai paura, capisci che niente e nessuno potrà salvarti all'infuori di te stessa.
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo sopra di noi stava diventando sempre più scuro e il tramonto quasi non si vedeva più.
L'amico di Harry posò una mano proprio sopra il portone davanti a noi e una scintilla blu apparve appena sotto il suo palmo. Quando staccò la mano l'ingresso si aprì da solo, senza nessuna fatica, ed entrammo e io potei posare nuovamente i piedi per terra.
L'interno era più spazioso di quello che sembrava, molto probabilmente anche grazie all'arredamento scarno che era presente nella prima sala. Un enorme lampadario capeggiava proprio sopra le nostre teste e i pochi mobili presenti erano completamente verniciati di nero. Alle pareti vi erano alcuni quadri impolverati e si potevano distinguere perfettamente diverse finestre che non avevo notato dall'esterno. 
«Adesso ti lascio nelle sue mani» disse Harry rivolgendosi a me. «Non posso trattenermi di più» continuò poi lui girandosi verso il ragazzo moro.
«Come sempre» replicò l'amico.
«Cosa, scusa?» dissi io prendendo Harry per un braccio. Lo tirai verso di me e ci allontanammo per qualche secondo dal ragazzo senza nome. «Mi vuoi dire che mi lasci qui da sola?»
«C'è lui» rispose Harry indicando un punto dietro di lui.
«Spero tu stia scherzando.» Incrociali le braccia sul petto.
«Senti» iniziò il riccio «Devo tenerti al sicuro, ti stanno cercando!»
«Chi mi sta cercando?» chiesi io allibita.
«Adesso devo andare, ma ti prometto che torno. Lo sto facendo per proteggerti.» Harry mi prese per il braccio sinistro ed io inarcai un sopracciglio. Allungai le braccia lungo i fianchi, feci un respiro profondo e strinsi i pugni.
Non riuscivo più a sopportare questa situazione.
«Voglio tornare a casa. A casa mia» dissi in fine.
«Non puoi» rispose Harry.
Mi infuriai. Strinsi i pungi sempre più forte e sentii un tremendo dolore al braccio sinistro ma non distolsi mai lo sguardo da quello di Harry. Lui iniziò a scuotere la testa e io mi accorsi del triangolo che si era formato nuovamente sul mio braccio: era nero e la mia pelle bruciava. Tornai in me, quasi spaventata. 
Alzai gli occhi verso una finestra poco distante da me, da Harry, dalle sue spalle. Dei nuvoloni neri minacciavano pioggia.
Poi un fulmine.
All'improvviso.
Rabbrividii.
Harry mi posò una mano sulla spalla e poi la fece risalire fino alla mia guancia. Puntai i miei occhi nei suoi. Erano diventati argento e brillavano come non mai. Mi feci indietro impaurita ma poi mi avvicinai nuovamente. Il calore di Harry mi spaventava e mi attraeva allo stesso tempo.
«Hanno scoperto della profezia, ma adesso non abbiamo tempo. Devi fare tutto ciò che ti dico, okay?» disse il riccio davanti a me.
Annuii.
Harry mi lasciò un bacio umido sulla guancia.
«Sei in buone mani, Zayn ti dirà tutto ciò che vuoi sapere» continuò poi. «Ti cambierà completamente, ma non devi temere. Tutto ciò è solo per proteggerti» concluse poi.
Annuii un'altra volta.
Adesso per le testa mi balenavano tutte le domande a cui Harry non aveva mai voluto rispondere e forse, finalmente, avrei trovato delle risposte, ma la più importante, in quel momento, era: quale profezia?
Harry si allontanò da me, fece un cenno con il capo a Zayn ed uscì dalla torre senza nemmeno voltarsi. In quel momento mi sentii vuota e sola. Mi ritrovavo in mezzo a una faccenda di cui non sapevo niente e per di più non sapevo nemmeno più chi ero io.
Fuori iniziò a piovere a dirotto.
«Andiamo» mi esortò poi Zayn distraendomi dai miei pensieri.
Lo seguii senza fiatare.
Camminai proprio dietro di lui. Passammo attraverso diversi ambienti e diverse stanze, salimmo una strettissima scala a chiocciola in pietra e poi ci fermammo davanti a una porta di legno. Il ragazzo moro alzò un chiavistello abbastanza pesante e poi spalancò la porta. Davanti a noi comparve un'enorme stanza creata su due piani: al livello più basso c'era una biblioteca mentre sul piano superiore dotato di balaustra, vi era come una camera da letto. 
«Accomodati» disse Zayn lasciandomi passare davanti a lui.
«Avrei un paio di domande da farti» continuai io entrando in quella camera spettacolare.
«Calma tesoro, il mio compito adesso è un altro» mi rispose lui di rimando facendo chiudere la porta dietro di noi. 
Mi addentrai nella stanza e guardai la copertina di ogni singolo libro. «Adesso dobbiamo cambiare il tuo aspetto.»
«Perché?» mi voltai verso Zayn e lo guardai perplessa. «Per via della profezia? Io non sono nemmeno chi sono e dove sono capitata...»
«Va bene» disse poi il mio interlocutore. «Seguimi e risponderò a tutte le tue domande.»
«Grazie» conclusi io.
Zayn mi sorrise e mi fece cenno con la testa come per indicarmi la via. Annuii e seguii il ragazzo fino alla camera superiore.
Mi sedetti sul letto e Zayn non disse nulla. Andò ad aprire l'enorme armadio che si trovava difronte a me e scelse alcun vestiti striminziti, tutti di colore nero, e me li porse. 
«Dobbiamo cambiare il colore dei tuoi capelli e coprire anche il tuo profumo» mi disse mentre mi cambiavo. I pantaloni di jeans, neri, erano attillati mentre il top di pelle lasciava poca immaginazione.
Una volta vestita, Zayn prese gli abiti che indossavo appena arrivata alla torre, li portò in bagno e li adagiò nella vasca. Io lo seguii, più per curiosità che per altro. 
In seguito mi fece sedere sul bordo della vasca ed iniziò a tingermi la cute di nero. 
Mi tagliò i capelli che puntualmente finivano nella vasca, sopra i miei vecchi vestiti: erano talmente corti che non toccavano più le mie spalle. 
D'un tratto Zayn si allontanò dal bagno. Pensavo stesse cercando un phon ma poi tornò con uno strano affare. Prese il pettine e una molletta per tenere fermi i capelli e, in meno di un secondo, iniziò a rasarmi una parte della testa. Non dissi niente e rimasi immobile. Quando ebbe finito gettò tutto nella vasca dietro di me: forbici, mollette e rasoio. Mi porse una mano e mi fece alzare, io mi avvicinai allo specchio e iniziai ad ammirare i miei nuovi capelli. 
Mi girai per ringraziare Zayn ma in quel preciso istante vidi la vasca da bagno prendere fuoco. Sgranai gli occhi e feci per avvicinarmi ma il ragazzo moro mi guardò e scosse la testa. 
  
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