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Autore: Red_Coat    04/03/2019    1 recensioni
Questa è la storia di un soldato, un rinnegato da due mondi. È la storia del viaggio ultimo del pianeta verso la sua terra promessa.
Questa è la storia di quando Cloud Strife fu sconfitto, e vennero le tenebre. E il silenzio.
Genere: Angst, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Kadaj, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'L'allievo di Sephiroth'
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Frammenti di memoria – Epilogo
 
 
"Ho sedici anni
Ma è già da più di dieci che vivo in un carcere
Nessun reato commesso là fuori
Fui condannato ben prima di nascere."

[Argento vivo - Daniele Silvestri]

Frammento N. 4
Masamune

«M...m-ma-sa-mu-n-ne. Masamune?»

Le dita delicate e pallide del piccolo Sephiroth sfiorano appena la filigrana al di sotto dell'elsa della mitica spada. Senza un'esitazione ma delicate, mentre le pupille feline si allargano e sulle labbra si dipinge una linea curiosa.
Mi chiedo chi sia stato ad insegnargli a leggere, ma la risposta è ovvia. Gast, quel pallone gonfiato di Hojo non lo vedo portato per il mestiere di maestro.
Il professore sorride, annuisce e allora Sephiroth si fa di nuovo avanti con una domanda che fa sorridere anche me.
Ha una mente estremamente curiosa, un'indole che credo abbia preso da loro ma che gli sarà molto utile, in più di una occasione.
In SOLDIER per esempio. Per diventare il soldato più potente che l'umanità abbia conosciuto.

«Che significa?»

Il professor Gast è ben felice di procurargli quella risposta.

«È il linguaggio degli antichi samurai. Vuol dire "essenza divina della giustizia eterna". Vista l'eccezionale potenza di chi sarebbe andata ad impugnarla ...» si ferma facendogli un occhiolino complice.

Sephiroth rimane ad ascoltare interessato, e a quel gesto fa un sorriso soddisfatto e quasi fiero, tornando a guardare la spada.

«È stata forgiata secondo una tecnica innovativa, che consisteva nella sovrapposizione di più strati di metallo, battuti in una sola lama, in modo tale da conferire alla spada una resistenza eccezionale anche sotto l'urto di colpi talmente forti da risultare letali per altre spade.»

Questo mi ricorda una cosa.
Anche la mia è stata forgiata alla stessa maniera?
In effetti l'ho sottoposta a molte stoccate che avrebbero dovuto spezzarne la lama già da un po’, ma non è stato così...
Rimando i miei dubbi ad occasioni migliori e continuo a guardare il bambino che ne sfiora la lama ripetendone sognante il nome.

«Masamune ...» sorridi, e lo faccio anche io «Mi piace.»

Mph, non avevo dubbi Sephiroth.
Essenza divina. Un'arma adatta a un futuro dio.
La mia riceverà il suo nome quando avrò compiuto il suo battesimo col sangue del maledetto chocobo, ma nel frattempo potrei pensare qualche nomignolo adatto ad un vassallo come me.
La scena svanisce ma non del tutto. Si limita a spostarsi, nello spazio e nel tempo, e mentre rimango a guardare la stanza vuota intorno a me sento elevarsi, in lontananza, fuori da qui, il rumore metallico di potenti stoccate e urla e versi di una battaglia.

 
"Costretto a rimanere seduto per ore
Immobile e muto per ore
Io, che ero argento vivo
Signore
Che ero argento vivo
E qui dentro si muore."

Mi volto verso l'uscita e raggiungo il fondo del corridoio a sinistra, dove si trova un'ampia sala di addestramento inclusa di simulatore.
È un'enorme rettangolo quadrato dai soffitti alti, e vedo un giovane in divisa da 3rd impugnare con sicurezza quella spada leggendaria e fare fuori, uno dopo l'altro, i soldati virtuali.
Riconosco la sua letalità emblematica, la sua tecnica perfetta e calibrata.
Però c'è un dettaglio che non è come nei miei ricordi.
I suoi capelli.
Sono corti sulle spalle, nascosti dal casco da fante. So che è lui perché lo riconosco.
La postura altera, i movimenti aggraziati e felini e le ciocche albine che spuntano da sotto il casco.
Ma ... Non è come dovrebbe essere.
Lo so, può sembrare stupido, ma credevo avesse sempre avuto i lunghi capelli oltre le spalle, invece mi rendo conto che non è così.
Arrossisco. Mi sento stranamente in imbarazzo e capisco anche perché: Mi sento male per lui.
Non conosco il motivo di quel taglio, ma posso intuirlo.
Tutto questo mi riporta alla mente quando cercando di rendermi irriconoscibile da mio padre mi tagliai i capelli con il mio pugnale.
Credo che ci sia una motivazione simile dietro a tutto questo, e difatti ne ho la conferma quando Jim riappare dietro di me.

«Hojo non approvava la vanità di Sephiroth, e decise di fargli tagliare i capelli regolarmente.» mi dice, e a questo punto posso dire di essermelo aspettato.

Ma la rabbia non riesco a reprimerla.

 
"Io che ero argento vivo, dottore
Io così agitato, così sbagliato
Con così poca attenzione
Ma mi avete curato
E adesso mi resta solo il rancore"

Stringo i pugni, Jim sorride e mi chiede di seguirlo.

«Immagino che a questo punto tu non ne abbia più bisogno, ma subito dopo la tua promozione a 2nd Sephiroth mi chiese di fare qualche ... ricerca su di te. Voleva capire meglio da dove venisse il tuo potenziale.»

Mi stupisco.
Non dovrei esserlo troppo, ma non posso farne a meno.

«Sul serio?» chiedo, voltandomi totalmente verso di lui e fermandomi a guardarlo «Perché avrebbe dovuto?»

Jim mi sorride di nuovo, alzando un sopracciglio con aria ovvia.

«Mi chiedi davvero perché, ragazzo impossibile?»

Trattengo il fiato.

«È come mi ha chiamato anche ...» mormoro, senza riuscire a finire la frase.

Jim seguita a sorridere e mi spiega.

«Lo disse quando vide il tuo DNA, e credo che più continua a conoscerti, più continua a pensarlo.»

Il mio DNA?

«Perché, cos'ha di impossibile il mio DNA?»

A parte l'essere perfettamente compatibile con quello di Sephiroth pur avendo genitori umani.
...
Okkey, forse Sephiroth ha ragione. Ancora una volta.
Jim infatti non risponde, si limita ad aggiungere, una volta arrivati di fronte ad un'altra porta che si apre al nostro passaggio rivelando una biblioteca.

«Oltre a ciò che già sai...» mi risponde «Posso solo farti osservare che una persona come te in realtà non potrebbe nemmeno esistere.»

Lo guardo corrucciandomi.
Lui si avvicina ad una delle tre scrivanie poste agli angoli della stanza e sfiora con le dita un plico grigio fumo, come invitandomi ad esaminarlo.
Mi avvicino, mi lascia il posto.
Mi siedo e ho i brividi prendendo in mano la cartella.

«Questo è tutto ciò che sapevamo di te, prima di Nibelheim...» continua Parson.

Certo. Prima che Sephiroth ... riuscisse a ... mettersi in contatto con i Cetra, nel lifestream.
Apro la cartella, sfioro i fogli con gli occhi lucidi e mi fermo a contemplare gli schemi elaborati.
C'è qualcosa che mi confonde.
Dovrebbe essere un esame del DNA ma è complesso.
Troppo.
C'è qualcosa di strano.

«Nel tuo corpo convivono insieme tre frammenti genetici diversi.» mi spiega Jim «Uno dei quali, ovvero Jenova, è, o dovrebbe esserlo, in forte conflitto con gli altri.»

Mi da il tempo di realizzare studiando le carte.
Ho capito.
Adesso capisco dove vuole arrivare.
Mi fermo e glielo dico in faccia cercando di essere il più chiaro possibile.

«Quindi io sarei come uno di quei bambini che morirono durante i primi esperimenti di saldatura genetica di Gast e Hojo...»

Jim annuisce, oscillando il capo un paio di volte.

«Avresti dovuto esserlo. Oppure avresti dovuto impazzire completamente e trasformarti in un mostro, invece ...»

Torno a guardare le carte.

«Invece sono qui ... a fare il bravo fratello ...»

Jim sorride di nuovo, alle mie spalle.
Sorrido anche io ... Ora capisco il perché di quel soprannome.
È vero, Sephiroth.
È impossibile, per due come noi.
Eppure sono qui.
Siamo qui, in questa storia che ha del macabro e dell'assurdo, in questa tragicomica vicenda che se solo mi soffermo troppo a pensare rischia di farmi vacillare di nuovo, perché ora come ora non so dove sto andando, non so cosa accadrà.
Ma so che voglio farlo perché se questo ragazzo impossibile esiste è solo perché tu lo hai voluto.
E se ci penso meglio, Niisan, mi chiedo per quale motivo tu lo abbia fatto.
Mi volevi per uno scopo che ancora non riesco a capire ma che riguarda la tua vittoria, oppure era solo ... il bisogno di non essere diverso e solo?
Volevi un fratello o un'arma segreta, Sephiroth?
Cosa sono io per te, in questo momento?
Quale ruolo ti aspetti che abbia?

«Il Generale aveva tenuto per sé quei dati per il timore che il professore potesse usarli contro di te.» continua Jim, ignaro «A questo punto però ha deciso che avresti dovuto averli. In fondo ti riguardano.»

Mi scocca un occhiolino, io ritorno riflessivo a guardare le carte e il suo sorriso e penso che la commozione stavolta non posso proprio risparmiarmela.
Volevi proteggermi da Hojo.
Lo hai sempre voluto, hai sempre capito che era questa la strada da seguire e adesso io capisco anche il perché.
Volevi evitarmi di patire tutto quello che inutilmente hai sofferto tu, e questo lascia ben poco spazio alle supposizioni.
Forse sarò anche parte del tuo piano di conquista, Sephiroth.
Sarò anche in qualche modo la tua arma segreta, ma non puoi evitare di chiamarmi fratello, e di trattarmi come tale.

«Allora ... Adesso cosa intendi fare?»

La domanda di Jim arriva a brucia pelo e mi coglie alla sprovvista.
Lo guardo sbattendo un paio di volte le palpebre.
Io?
Sorrido imbarazzato e scuote le spalle.

«Quello che ho sempre fatto ...» rispondo semplicemente «Che altro?»

Jim sorride di nuovo.

«Lo sai...» mi dice «Credo che anche in questo si veda la tua natura.
Puoi essere qualsiasi cosa vuoi, non hai limiti. Ma Sephiroth sarà sempre il tuo fine ultimo.»

Sorrido, torno a guardare le carte tra le mie mani.
C'è ancora qualcosa che mi sfugge in tutti quelle annotazioni e quegli schemi, ma credo che Jim abbia comunque ragione.
È così.
Sephiroth ... Sarai sempre il mio punto d'approdo, in qualunque stazione il mio viaggio ultimo mi condurrà.
 
"Io che ero argento vivo, Signore
Io così agitato, così sbagliato
Da continuare a pagare in
Un modo esemplare
Qualcosa che non ricordo di avere mai fatto."
 

\\\
 
Ritornò indietro, affacciandosi alla porta della vecchia stanza del suo Niisan e lì lo trovò ad aspettarlo, nella sua forma da giovane generale e imbattibile Soldier 1st class.
Seduto sul pavimento di metallo freddo, la schiena dritta appoggiata sulla parete di acciaio a specchio, le gambe accavallate e le braccia incrociate sul petto forte, coperto come al solito solo dai lembi del soprabito e dalle bretelle della divisa di cui indossava pantaloni e anfibi alti fin sopra al ginocchio.
Lo fissò con un'espressione imbronciata e severa mentre Victor gli sorrise, commosso e sognante.
Alla fine la sua richiesta di vedere oltre il ghiaccio era stata accolta, e vi aveva trovato anche di più di ciò che sperava.

«Vorresti che te lo dicessi, vero Osaka?» gli chiese, velando l'orgoglioso fastidio dietro una maschera seria «Vorresti che ammettessi i miei limiti nei tuoi confronti e gettassi definitivamente la maschera.»

Victor sorrise, scosse il capo e si avvicinò, sedendosi al suo fianco e guardando in su, puntando gli occhi felini contro il grigio soffitto.

«No, Sephiroth.» rispose «Niisan, è già molto per me poterti chiamare così. Non desidero altro, davvero.»

Chiuse gli occhi.
Sephiroth fece una smorfia che assomigliò ad un sogghigno soddisfatto.
In quelle parole rivide lo stesso ragazzo che, alla sua domanda su quale fosse il suo sogno, aveva avuto il coraggio di ammettere di voler essere come lui e con lui.
Nessuno era mai riuscito a dirglielo guardandolo in faccia.
Nessuno era mai riuscito a capire cosa volesse dire davvero essere come lui.
Victor lo aveva fatto, ed era riuscito in qualche modo ad uguagliarlo.
Il primo essere in grado di poter dire davvero di aver conosciuto ed emulato il grande Sephiroth era il suo fratellino minore, giustamente soprannominato "il ragazzo impossibile".
Era fiero di lui, doveva ammetterlo.
Fiero che fosse rimasto e che avesse scelto consapevole quella strada.
Era diverso dal guidare un burattino, si sentiva di nuovo il Generale, e questo era possibile solo grazie a Victor Osaka.
Quel ragazzo folle, aveva fatto bene a sceglierlo e dargli i suoi geni. Come al solito non si era sbagliato.

«Dobbiamo andare adesso ...» riprese «Ti sei riposato abbastanza, no?»

Victor Osaka annuì, poi  tornando a guardarlo pensoso mormorò la sua richiesta.

«Posso restare, Niisan? Ancora qualche istante, ti prego. Il tempo di un sogno.»

Era un'implorazione che Sephiroth si aspettava.
Victor era da sempre stato quel bambino che cercava il suo Niisan, e lui il fratello che si faceva trovare e portava via la paura.
Perciò non fu sorpreso e finse come al solito il gelo mentre con severità annuì, sogghignando appena, permettendo al suo fratellino di distendersi con la testa sul suo grembo e chiudere gli occhi, abbandonandosi ad un sonno leggero e continuando a sorridere come un bambino tra le braccia della propria madre.
Il Generale lo osservò serio, quindi allungò una mano verso la sua ciocca albina e poggiò il palmo sulla sua fronte, solenne.
Tornò ad appoggiare la testa sulla parete fredda alle sue spalle, e guardando dritto di fronte a sè restò immobile, fino a che non sentì il respiro di Osaka farsi lento e il suo cuore calmarsi.
Infine lo lasciò, tornando ad essere uno spettro intangibile che vive in tutto ciò che è al mondo.
"Non sarò mai solo un ricordo."
Lo aveva detto, in un'altra dimensione e un altro tempo.
Quella profezia adesso era nel pieno del suo completo adempimento.

 
\\\
 
Quando riuscì a riemergere da quell'oscuro labirinto di memorie l'alba di un nuovo giorno colorava di sfumature pesca l'orizzonte, limpido e lontano.
Il silenzio era quasi totale, e dentro di se sentì la pace.
Come se la morte di Aerith non fosse mai avvenuta. Come se non l'avesse mai davvero conosciuta.
Era tornato in sé.
Un venticello caldo si levò dal terreno, salutandolo.
Chiuse gli occhi e si rilassò, permettendo a quella brezza di scompigliare i suoi capelli e muovere i lembi del suo soprabito e nel frattempo godendosi ogni istante di quel momento.
Respirò a fondo, riempiendosi i polmoni di aria fresca.
Si fermò a guardare la nascita del sole e solo quando questi fu ben chiaro sulle montagne, finalmente, si decise a muoversi.
Ma proprio in quel momento una voce che sperava di non dover risentire, almeno per quell'oggi, tornò invece a infastidirlo.

«Sei soddisfatto, Victor Osaka?»

Il SOLDIER fece una smorfia, sospirando spazientito.

«Cosa vuoi, Kendra?» gli chiese senza nemmeno voltarsi.

Non aveva dimenticato l'avvertimento che il Cetra gli aveva dato durante il loro ultimo incontro.

«Dillo chiaramente, senza troppi giri di parole.» gli impose irritato, voltandosi a guardarlo.

A quel punto Kendra lo fissò malcelando un ghigno, e con un rapido gesto della mano fece apparire alla sua destra un globo luminoso dentro al quale Victor riconobbe immediatamente l'immagine della white materia.
Adagiata sul fondo del lago in cui Aerith era scomparsa, scintillava di luce viva e immediatamente gli si mozzò il fiato.
Sgranò gli occhi e spalancò sorpreso la bocca, indietreggiando.

«Non c'è bisogno che io ti spieghi cosa sta succedendo, vero?» lo provocò Kendra, severo.

Provava sempre una sorta di perverso piacere nel metterlo in crisi, e ringraziava quella creatura e suo figlio per avergli concesso questo ruolo.

«Non è possibile ...» mormorò sgomento.

E d'istinto strinse nella mano sinistra sprofondata nella tasca del soprabito il ciondolo che era riuscito a rubare alla ragazza dei fiori.
Non poteva credere di aver commesso un errore così fatalmente stupido.

«Smettila di mentire, non può essere possibile!» sbottò rabbioso, guardando con occhi di fuoco il fantasma, che invece sogghignò altero e proseguì, infierendo.
«Mi spiace per te, caro Osaka. Ma non sto mentendo.» quindi si fece serio, e concluse severo «Ti sei lasciato ingannare da quella streghetta ammaliatrice ignorando i miei avvertimenti, e dato che adesso la white materia sta scintillando sul fondo del lago, possiamo facilmente dedurre che lei ha fregato sia te che il tuo amatissimo fratellino.» poi eliminò anche il sarcasmo dal suo discorso e facendo scomparire l'immagine puntò l'indice destro contro di lui, accusandolo senza mezzi termini «Anche se Sephiroth riuscisse ad evocare meteor ormai il Pianeta ha accettato la chiamata alle armi e non permetterà mai che qualcuno gli infligga il colpo mortale.
Tuo fratello fallirà, e sarà solo colpa tua
«No!» urlò Osaka fuori di sé dalla rabbia, scagliando contro il terreno ghiaioso la finta white materia e urlando con tutta la voce che aveva la sua rabbia «No, no, no! NON SUCCEDERÀ MAI! MAI, CAPITO??»

Quindi si fermò, ricurvo in posizione d'attacco, la bava alla bocca e il fiato corto come una bestia inferocita ferita a morte ma pronta ad azzannare i suoi aggressori.

«Non importa quanto dovrò combattere, io impedirò al Pianeta di mettersi in mezzo. Sephiroth non morirà di nuovo! Vincerà!» concluse in un ringhio determinato, stringendo di più i pugni «Vinceremo. Dovessi combattere contro il mondo intero, io non permetterò che nessun altro abbia la vittoria.»

Kendra tornò a sogghignare, riportando le braccia strette al petto in quella sua maniera strana, schiena eretta e gomiti nelle mani.

«Dovrai combattere ... davvero contro il mondo intero, Victor Osaka. Tu, da solo. Contro un intero Pianeta e i suoi alleati. Sei ancora così sicuro di farcela?» gli domandò, un guizzo strano e soddisfatto negli occhi.

No.
Non lo era.
Ma si limitò ad annuire determinato e disperato, perché Sephiroth, il suo Niisan, doveva vincere.
Non avrebbe permesso a Cloud Strife di replicare le sue gesta blasfeme, nessuno avrebbe più potuto distruggere ciò che erano lui e Sephiroth.
Il mondo li avrebbe visti risplendere di gloria e Cloud Strife avrebbe capito di aver fallito prima di andarsene per sempre.
Nemmeno quella streghetta ammaliatrice di Aerith Gainsborough sarebbe riuscita a sconfiggerlo coi suoi meschini inganni da due soldi!
Nemmeno lei, lo giurò sul suo nome, maledicendo lei e la sua maledetta incauta innocenza.


 
 







NDA:
Buon pomeriggio.
Finalmente anche questo capitolo è venuto alla luce, e devo dire che mi piace. Inizio col dire che la canzone di Daniele Silvestri non è stata proprio una delle mie preferite del festival, anzi all'inizio non l'avevo nemmeno capita ma poi riascoltandola ho trovato che si abbinasse davvero tanto al Sephiroth bambino di questi ultimi due capitoli, e mentre scrivevo mi sono ispirata molto a questo pezzo, pur continuando a non riascoltarlo.
Questo doveva essere un capitolo conclusivo, sia per quanto riguarda l'approfondimento del passato di Seph, sia per la fase "preparatoria" di Victor.
Ebbene, ora il nostro "antieroe" è pronto a combattere, e come potete intuire dalle ultime righe non sarà una battaglia facile. Adesso non ci resta che raggiungere il cratere nord e risvegliare le temutissime WEAPON!
Inizia la fase dark della storia, che terminerà con la sua conclusione in ADVENT CHILDREN. Ebbene si, pochi capitoli e ci siamo, conosceremo il resto dell'allegra famigliola di Jenova.
Per il momento, come vi dicevo in questo capitolo ho voluto approfondire anche il legame fraterno tra Vic e Seph.
Fino ad ora l'albino non era mai stato così chiaro con lui, ora è palese che lo abbia accettato come fratello e penso che anche questa fase si sia conclusa.
Da allievo a fratello, abbiamo ufficializzato la cosa con tanta bromance e un bellissimo disegno realizzato dalla bravissima
Sara Frirry (Qui la sua pagina autrice e la pagina disegnatrice di facebook se volete dare un'occhiata alle sue opere e alle sue storie, io la ringrazio come sempre perchè ha realizzato qualcosa di tenerissimo e ha praticamente ispirato tutto il pezzo su Seph e Vic, visto che ho cercato di creare qualcosa che riuscisse a far risaltare al meglio sia l'immagine che avevo in testa sia la sua bellissima fan art <3).
Certo, Vic resta un tassello importante per il piano di Sephiroth, scopriremo presto quale stranezza si nasconde dietro i documenti che ora Osaka ha in possesso. Anche se, se volete provare ad indovinare e avete una buona memoria, nel capitolo 11 c'è un grossissimo indizio.
Vi faccio anche notare un'altro piccolo easter egg inserito a fine capitolo.
Victor giura sul suo nome di consegnare la vittoria a Sephiroth.
Victor ... Vittorio ...
Ora capite perchè li ho chiamati così? Eheheh.
Forse non è nulla di speciale, ma è un dettaglio che ho adorato inserire fin dall'inizio in questa storia e vi fa capire da quanto tempo mi portavo in testa la scena che avete appena letto. 5 lunghi anni, e finalmente ci sto arrivando.
ARGH, che emozione!! *_*
Ultima cosa: Come avrete capito la mitica Masamune è qualcosa che appartiene non solo a Final Fantasy 7 ma propria alla cultura dell'antica arte dei samurai giapponesi. Il nome della spada, di cui avete scoperto il significato leggendo, è in realtà quello del suo fabbro. Ci sono molte leggende dietro a questa lama, io vi invito a leggerle perchè vi danno un'idea del perchè Sephiroth sia stato strutturato così e del perchè gli sia stata affidata questa arma. Un personaggio sicuramente iconico, non c'è che dire...
Damn!
Bene, per il momento è tutto. Ora mi prendo una pausa per preparare la scrittura dei prossimi capitoli che si concentreranno su Avalanche, Cloud e sulla meta finale: il Cratere Nord e il risveglio delle Weapon, con conseguente comparsa di meteor nel cielo di Midgar!
Ci siamo ragazzi, ci siamo!!
WAAAAH! \^O^/
A presto!!

Red Coat
   
 
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