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Autore: tiaspettoqui    04/03/2019    1 recensioni
Ore 18:39.
Ho perso me stessa per poi ritrovarmi dopo poco cresciuta.
Appena facevo un passo fuori casa, ecco che mi sentivo di troppo e tornavo dentro, tornavo indietro di dieci o addirittura venti passi.
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721 parole
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa mia stupida serata.

 

Sono le 18:09, il vento soffia forte e la musica nelle mie orecchie è così alta che non sento nemmeno le mie coinquiline che parlano dell’ultimo libro che hanno letto.
Mi guardo intorno e tutto è al suo posto: il mio arcobaleno di carta è affisso alla parete insieme a tutte le polaroid, i jeans sono puntualmente messi sulla sedia, il libro che sto leggendo sul comodino e poi ci sono io. Ci sono io sul letto, con un computer in mano a cercare di sfogare tutti i miei pensieri.
Tutto è in ordine tranne una cosa: me. Sono un completo disordine mentale. Non ho ancora pensato cosa fare a cena e se devo accettare quel voto mediocre all’ultimo esame. Ho paura di tutto in questo momento. Ho paura che quel ragazzo all’università in verità non sia così interessato a me, che non riuscirò mai a laurearmi con un bel voto, ho paura di crollare di nuovo in un oblio tanto profondo da non riuscire più a risalire. Ma, se cadi tanto in basso, prima o poi ritorni su... No?

Sono le 18:39 e sono ancora sdraiata su questo letto, qualcuno studia e qualcun altro è uscito a fare spesa. Tutto intorno sta continuando ad andare avanti ed io invece rimango qua perché mi fa comodo, mi fa comodo rimanere immobile dentro al mio scudo, così nessuno può scalfirmi.
E mentre rimango nella penombra, mi accorgo che sono forte quanto fragile. Sono un doppio vetro, che si rompe difficilmente, ma comunque lo fa, si rompe intendo. Sono un vetro che si frantuma in mille pezzi quando comincio a pensare a tutto quello che è stato e a tutto quello che non sarà. In questi mesi ho pianto tanto, tanto e forte. Ho perso me stessa per poi ritrovarmi dopo poco cresciuta.
Appena facevo un passo fuori casa, ecco che mi sentivo di troppo e tornavo dentro, tornavo indietro di dieci o addirittura venti passi. Perché poi la fiducia in alcune persone la perdi così tanto da non volerne sapere più. Non sei più disposta a correre per qualcuno che non riesce a stare al tuo passo. Il mio passo non voglio più rallentarlo.
Magari qualcuno là fuori corre come me, ma ancora non ci siamo incontrati in pista.

Sono le 21:47, ho cenato da circa un’ora e tutti sono nelle loro stanze. Quando arriva la sera sento i pensieri invadermi e mi parte un brivido lungo tutta la schiena. Leggo distrattamente dei post su Instagram, metto like alla nuova foto di Ed Sheeran e continuo a scrivere.
Ogni tanto mi viene in mente lui, sai? Mi chiedo sempre che cosa sta facendo, che cosa pensa e soprattutto se ogni tanto mi pensa. Certo, è andato avanti e ora al posto mio c’è qualcun altro. Ed è questo ciò che fa più male. Pensare di essere facilmente sostituibili. Pensare che tutto quello che hai dato ad una persona possa svanire nel nulla, e anzi, non ti ritorna il bene indietro, ma il male. Come un boomerang avvelenato.
E’ tornato indietro anche il mio amore, perché a questo punto se lo merita qualcun altro. E qualcun altro sai chi è? Me stessa. Perchè la persona che si deve amare sono io. Non gli altri, non i miei genitori o i miei amici, ma me stessa. Perchè poi la sera, quando sono da sola e mi viene da piangere, non lo faccio perché per me, non va bene. E allora la mattina dopo mi sveglio, sorrido per ricominciare e l’unica cosa importante è rifiorire. Rifiorire dalle mie stesse ceneri, come la fenice di Harry Potter.
Una mattina mi sveglio e, come per magia, mi sento diversa. Tutto riprende colore, tutti i profumi tornano al loro posto perché ho imparato ad amarmi e ad accettarmi. Accettare i miei sbalzi d’umore, i miei giorni ‘no’, i miei viaggi mentali per chissà dove e tutti i miei limiti.

Sono le 22:00 e mi sento meglio, perché le mie coinquiline sono appena entrate in camera con un piatto di crêpes alla nutella con le fragole, accompagnate da un sorriso sincero e a me va bene così.
Tu sei lì, dentro un cassetto. Magari un giorno lo riaprirò quando mi sentirò malinconica, ma per ora va bene così; perché chi non dovrà mai entrare in un cassetto, sono io.

 

 

(giuro che prima o poi scriverò qualcosa di più allegro, ma per ora va bene così) :) 
Alla prossima.
   
 
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