Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
Segui la storia  |       
Autore: cabin13    04/03/2019    0 recensioni
[Percy Jackson!AU]
Il figlio di Ares ha la fama di essere ribelle e scorbutico, ma è anche il migliore spadaccino del Campo. E un mio caro amico.
– Sei pronta Pidge? – mi chiede mettendosi al centro dello spiazzo e contemporaneamente facendo roteare la spada di legno che usa per gli allenamenti.
***– Lance! – strillo a questo prendendolo per le spalle magre, è più basso di me solo di pochi centimetri. Il mio migliore amico sobbalza preso alla sprovvista e poco ci manca che faccia un infarto, ma finalmente chiude la bocca e sta ad ascoltarmi. – Amico, se ti chiama in fisica ti copro io! Sperando di non farmi beccare da Altean, s’intende…
***Digrigno i denti e stringo i pugni, i muscoli mi stanno chiedendo pietà ma non sono intenzionato a mollare; se proprio devo, preferisco mille volte morire per la fatica che per mano loro. {...} questi corridoi sono tutti uguali per me, senza un mortale è impossibile districarsi in questo dedalo di vie.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garrison Hunk, Gunderson Pidge/Holt Katie, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Shiro si riprende in fretta, complici la sua forte costituzione fisica e l'ambrosia che gli ho dato.

Ho visto il suo viso adombrarsi di incertezza quando si è reso conto che stava per afferrare il pacchetto nella mia mano con la protesi di bronzo celeste e quindi si è bloccato di colpo. Non so come abbia fatto ad ottenere il braccio metallico, chi gliel'abbia dato o come faccia ad essere collegato ai suoi nervi, ma lì per lì non mi è interessato. Ho solo provato un'enorme rabbia nei confronti degli ignoti che gli hanno fatto questo. Gli ho preso la mano in bronzo e l'ho stretta tra le mie posandogli sul palmo l'ambrosia. Mi sono sentito sollevato quando ho visto le sue labbra incurvarsi in un timido sorriso.

Spero che l'ambrosia lo aiuti anche a ricordare il suo anno nel Labirinto, a chiarire cos'è successo veramente e che fine abbiano fatto Sam e Matt Holt.

Rivolgo un cenno di saluto a Will Solace, il figlio di Apollo capo dell'infermeria, ma la mia attenzione viene immediatamente catturata dal movimento della tenda all'ingresso. Chirone è appena entrato con Coran al seguito e si sta avvicinando al letto di Shiro. È raro che il centauro venga direttamente in infermeria, ma non può aspettare che il figlio di Zeus si rimetta completamente per sapere l'accaduto.

In tutta onestà, spero vivamente che non ci siano dietro di nuovo i Titani, perché l'ultima guerra contro di loro è stata terrificante: la popolazione del Campo è stata praticamente dimezzata e il mondo ha rischiato di non esistere più.

Il direttore del Campo Mezzosangue ci saluta con fare cortese ma comunque sbrigativo e passa subito al sodo. La missione che guidava Shiro era puramente esplorativa, i tre si sono offerti volontari per sondare il terreno e capire quanto fosse esteso il nuovo Labirinto, ricreatosi dopo la morte di Dedalo avvenuta circa cinque anni fa. Sono volati a Nuova Roma – solo dopo aver offerto un bel po' di tributi a Zeus – e poi si sono diretti ad Alcatraz, dove è presente l'unico ingresso attualmente conosciuto di questo continente.

La prima uscita li ha portati a Sacramento, non molto lontano dal loro punto di partenza, e la seconda fino a Denver, in Colorado. Hanno contattato me e Pidge un'ultima volta prima di rimettersi in marcia verso est, poi non abbiamo più avuto loro notizie.

E alla fine Shiro è apparso in una scuola del Queens.

– Ricordo davvero poco. – sospira amareggiato quest'ultimo in risposta a una domanda di Chirone – Sam ci stava conducendo in direzione della East Coast, ci aveva appena fatto superare un bivio pericoloso quando all'improvviso siamo stati attaccati. Erano in molti, un sacco di mostri. Ci hanno sopraffatto in poco tempo, erano troppi per noi tre, ci hanno disarmato e poi messi KO. Come avevo già detto a Coran, del resto non ricordo nulla, solo immagini frammentarie.

Il satiro e il centauro si scambiano un'occhiata allarmata. Così tante creature del Tartaro che brulicano nelle viscere del Labirinto, non è certo qualcosa di positivo...

Le mie riflessioni si interrompono di colpo, spezzate da un grido sofferente di Shiro. Il mio amico ha la schiena inarcata in avanti, le gambe piegate con un'angolazione innaturale sotto il lenzuolo, i muscoli stanno tremando e con le dita si sta artigliando le tempie. Respira pesantemente, la bocca aperta in una smorfia di dolore e gli occhi spalancati a fissare il vuoto. La protesi in bronzo si sta illuminando di una luce fredda e inquietante, devo conficcarmi le unghie nei palmi per non alzarmi e scappare lontano dall'infermeria.

– Shiro, o miei dei, cosa ti sta succedendo? Shiro? Shiro! – lo chiamo, disperato. Sento il sangue affluirmi in testa, il battito del mio stesso cuore che mi rimbomba in gola e le mie pupille che si spostano freneticamente da lui a Chirone ai tavolini pieni di arnesi nel vano tentativo di trovare qualcosa che plachi la sua sofferenza.

– Lui... lui vuole il potere – cantilena il figlio di Zeus – Vuole combattere... Vuole distruggere!

Sono paralizzato dalle sue parole. Non ho mai visto Shiro ridotto in questo stato, il Labirinto l'ha fatto impazzire, ha completamente stravolto la sua memoria e adesso lo fa farneticare su un misterioso lui che attacca semidei senza ucciderli ma vuole comunque distruggere tutto.

Coran e Chirone stanno tenendo il figlio di Zeus per evitare che schizzi fuori dal letto o che possa far male a se stesso, le unghie hanno grattato la tempia sinistra, mentre a destra la pelle si sta arrossando sotto le dita in metallo che il satiro sta tentando di smuovere.

– Will! Will! – urlo riprendendomi all'improvviso. Salto via dalla sedia pronto a fiondarmi alla ricerca del dottore biondo, ma non ce n'è bisogno. Il ragazzo è già accorso ed è appena dietro di me, tiene in mano una siringa piena di un liquido bianchiccio; picchietta con urgenza le dita contro il tubo per far uscire in fretta l'aria.

Aiuto Chirone ad afferrare il braccio buono di Shiro, il centauro riceve un pugno nel costato e io rischio una gomitata in faccia, ma alla fine riusciamo a tenerlo disteso per permettere al figlio di Apollo di iniettargli quello che sembra un calmante o un antidolorifico. Il mio amico strilla, tuttavia rilassa subito i muscoli, abbassa anche la protesi di bronzo e il suo respiro ritorna lento e regolare, i suoi occhi non sono più due pupille dilatate all'inverosimile – anzi, sono piuttosto languidi, ma immagino sia un effetto del liquido.

Io e i presenti ci scambiamo un'occhiata piuttosto preoccupata, non è prudente riprendere il discorso di prima quando è stato proprio quest'ultimo a causare l'attacco di panico – sempre che si chiami così – nel figlio di Zeus. Inoltre, adesso è poco cosciente: Will ci informa che nel giro di dieci o quindici minuti si sarà completamente addormentato.

– Ho dovuto iniettargli il calmante – si scusa il giovane – Non c'erano altre alternative...

– Non ti preoccupare, Will – dice Chirone posandogli una mano sulla spalla, poi guarda me e Coran. – Sarà meglio continuare domani mattina... – E detto questo, esce dall'infermeria al piccolo trotto.

Anche il satiro ci rivolge un rapido saluto e lascia la stanza. Io invece mi riavvicino alla sedia che ho occupato praticamente per tutto il pomeriggio e che, in seguito alla breve "colluttazione" di poco fa, è finita rovesciata per terra un metro dietro di me. Con calma la rimetto in piedi, la trascino verso il letto di Shiro e faccio per sedermi di nuovo, sebbene il mio povero didietro non ne possa più di starsene seduto sulla plastica dura e scomoda.

– Ehi, Keith – la tranquilla voce di Solace giunge alle mie spalle e mi fa sobbalzare. Credevo se ne fosse andato anche lui con Chirone e Coran, mi sono completamente dimenticato del fatto che l'infermeria è come una seconda abitazione per lui. Quando mi giro verso di lui per guardarlo in volto, noto che ha messo al collo lo stereoscopio.

– Non hai mangiato nulla da quando tu e Pidge siete tornati al Campo – riprende passandosi una mano tra i ciuffi biondi – Tra un paio d'ore c'è la cena, è meglio se mangi qualcosa. Non ti preoccupare, io tanto dovrei restare qui comunque: Holly e Laurel ci sono andate giù pesanti con la loro ultima gara...

Un sorrisino divertito incurva le sue labbra e anch'io non posso fare a meno di ridacchiare debolmente, quelle due figlie di Nike sono incubo ogni volta che si presenta loro un'attività vagamente competitiva. Fortuna che la mia capanna è riuscita a farsele alleate per la prossima Caccia alla Bandiera.

Il mio sguardo cade un'ultima volta sulla figura addormentata di Shiro e poi incrocia le iridi celesti di Will. Alla fine mi convinco a smuovermi, complice anche il mio stomaco che gorgoglia ricordandomi che, in effetti, sto davvero morendo di fame.

Il figlio di Apollo mi saluta con una pacca sulla spalla che io ricambio timidamente, dopodiché mi dirigo all'esterno della stanza.

Giusto in tempo per vedere un'enorme colonna d'acqua rompersi e ricadere laddove dovrebbe esserci il laghetto delle canoe.

---

Non sono certo di sapere dove mi trovo. Vedo solo la coltre buia di fronte a me spezzata da fulmini e lampi bianchi. Davanti miei occhi appare Will Solace, il dottore figlio di Apollo, mentre sta maneggiando uno stereoscopio; non so cosa stia facendo e non sono nemmeno sicuro che sia una scena reale, i contorni sono confusi e man mano che i secondi passano riesco sempre meno a metterlo a fuoco.

Un improvviso flash accecante mi costringe a serrare le palpebre e di riflesso mi agito. Cos'è questa luce? Che cosa sta accadendo?

La mia inquietudine aumenta sempre di più, sento il sudore che inizia a colarmi lungo le tempie.

Le membra diventano di ghiaccio non appena mi rendo conto dell'ambiente in cui sono capitato. È tutto molto confuso e in penombra, ma non mi ci vuole più di un'occhiata per capire dove mi trovo.

No. Non di nuovo.

Non il Labirinto.

Non l'arena

Non lui.

I mostri sugli spalti si agitano, gridano, ruggiscono, inneggiano allo spargimento di sangue – il mio sangue. Lui siede sul suo trono, in prima fila, ansioso di assistere allo spettacolo che segnerà la mia fine.

Un sibilo mi giunge alle orecchie, è accanto a me. Una dracena provvista di armatura, spada e scudo. Il suo orribile volto non si mette a fuoco, è un miscuglio di linee e curve e colori che mi danno il mal di testa, in più puzza in maniera così schifosa che percepisco il vomito risalire su per la mia gola.

Sono solo, Sam è sparito e non ho idea di che fine abbia fatto Matt.

Sono disarmato, come mia unica difesa ho un misero scudo tra l'altro bucato e con questo, nell'arena, non potrò far altro che posticipare di poco la mia morte.

– Tu e il figlio di Atena sssarete i primi, figlio di Zeusss – mormora la dracena, la sua lingua bifida che si protende verso di me causandomi conati di vomito. Il tanfo del suo alito mi ostruisce la gola, è soffocante.

– L'erede di Perse non avrà nemmeno una degna partita contro i vosssstri inutili Campi – continua ghignando.

Ho le vertigini, le sue parole rimbombano dolorosamente nella mia testa, la mia parte violenta vorrebbe schiantarle cranio contro la parete più e più volte per farla tacere, ma so che subito dopo verrei finito all'istante dalla mostruosa orda che popola l'anfiteatro. Potrei fulminarne qualche decina, ma mi ritroverei senza forze per affrontare i rimanenti.

– Lui vi sssoverchierà tutti, vi disssstruggerà ssssenza batter ciglio. E poi vi darà il privilegio di una morte lenta e atroce; vi darà il privilegio di diventare la sssssua energia.

Adesso è troppo! La sua voce è troppo! Sembra il rumore di una lama raschiata contro la roccia, o il suono fastidioso prodotto dal metallo che stride contro altro metallo. Mi ferisce le orecchie, non la sopporto più.

Con un grido disumano mi lancio su di lei e la atterro, mi metto a cavalcioni e comincio a tempestarla di pugni. Non mi interessa di cosa accadrà dopo, questo mostro deve lasciarmi in pace e basta. Deve lasciare in pace me e l'intero Campo.

La dracena non prova nemmeno a contrattaccare i miei colpi, tenta di parare e al massimo schiva qualche cazzotto. Non so perché non mostri la sua solita aggressività e nemmeno mi importa, al momento conta solo la sua morte tramite i miei pugni.

Non è rilevante nemmeno il rumore ovattato in sottofondo, non me ne curo: so già chi è.

Ma il rumore si fa più forte, devo sbrigarmi. Devo finire quest'orrida creatura prima che l'orda di mostri possa ghermirmi.

Devo muovermi. Devo muovermi.

Un pugno sullo zigomo, un altro sulla mandibola, un altro ancora sul naso.

– Shiro! Shiro ti prego, torna in te! – il suo urlo disperato ha il potere di bloccarmi per un attimo. I mostri non mi hanno mai chiamato per nome, nemmeno sapevano qual è.

E infatti subito dopo rabbrividisco. Sono disgustato da me stesso, i muscoli paralizzati e il senso di colpa che si mischia assieme a quello di nausea nella mia gola diffondendosi in tutta la mia anima.

La luce dell'ambiente circostante si è fatta più intensa, piacevole. Anche i lineamenti confusi del volto della dracena si sono resi nitidi.

Ha un'espressione terrorizzata, il labbro gonfio, il naso sanguinante, un grosso livido sulla guancia destra e tanti altri graffi sulla faccia, ma dai suoi tratti inequivocabili riconosco immediatamente il viso di Will Solace.




Hola gente
No, non sono morta e no, non vi libererete di me da questo fandom! Nell'ultimo periodo l'ispirazione mi ha un po' abbandonato e poi ci si sono aggiunti anche il mio pc rotto che mi ha quasi fatto perdere tutto questo capitolo e lla scuola che mi ha seppellito sotto tonnellate di roba da studiaree, perciò la storia sta andando a rilento lo so, I'm sorry.
Spero che l'html non mi sballi l'ultimo paragrafo, ogni tanto ha voglia (?) e si diverte a cambiare le dimensioni del carattere senza che io possa sistemarle - non ho ancora capito come qunado perché o come lo fa, ma mi fa girare un sacco...
RIngrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente (si spera entro breve)
Adios

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender / Vai alla pagina dell'autore: cabin13