Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: kurono kei    05/03/2019    0 recensioni
souler, un viaggiatore, un anima inquieta che tenta di salvarne un altra
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Un forte vento spazzava per quella landa desolata, solo un uomo aveva il coraggio di passare da li, suonava una dolce melodia, prodotta da un’ocarina, la quale musica si disperdeva e vagava per quella regione.
Un mantello azzurrino, lo copriva, i suoi tratti erano nascosti dal cappuccio, finché una forte raffica di vento, non gli e lo tolse dal viso.
Era un uomo quasi sulla trentina, slanciato e dai lineamenti marcati, gli occhi color cobalto erano bassi sulla sabbia, sovrana del deserto.
I capelli color paglia erano lunghi, e gli cadevano ondulati sulle spalle, una barba abbastanza ispida gli copriva il mento marcato.
Sotto un mantello rosso si nascondevano muscoli guizzanti, pieni di energia, aveva come arma solo una spada, e a fargli compagnia nei lunghi viaggi era quell’ocarina cui tanto era affezionato.
Quelle terre dove vagava, erano piene di pericoli e d’insidie, ma lui non era tipo da scoraggiarsi, ne aveva viste tante, e affrontate ancora di più.
Era strano, forse era il sole che gli annebbiava la mente, ma a un tratto davanti a se, vide una piccola casa, ma era impossibile che ve ne fosse una in mezzo al nulla.
Incuriosito, vi si diresse, e trovò ciò che i suoi occhi avevano visto poche volte, e quelle volte gli erano bastate.
La casa era intatta, ma chi vi abitava era stato letteralmente trucidato, c’era un odore di carne in putrefazione enorme, l’uomo sia per l’odore, sia per la vista vomitò.
Non poteva credere ai suoi occhi, chi mai aveva fatto un simile scempio doveva essere letteralmente un barbaro, fece il giro dell’intera costruzione, e poté confermare ciò che pensava, trovò una ragazza poco più che ventenne legata a un palo.
L’uomo vi si gettò, e costatò che almeno lei era ancora in vita, aveva un respiro debole, era bruciata dal sole, le labbra screpolate, e gli occhi bruciati dal calore.
La slegò, la portò dentro casa, cercò dell’acqua, in mezzo a tutte le cose che erano state gettate per terra e appena la trovò ne fece bere un po’ alla ragazza, che sembrò riprendersi appena fu toccata dalla preziosa linfa.
L’uomo la sistemò su di un letto, prese delle lenzuola, le immerse nell’acqua e le gettò sul corpo della povera mal capitata.
Prese dalla sua sacca delle erbe, preparò un impacco, e iniziò a spalmarlo sul corpo della ragazza, la quale gemeva a ogni contatto, sicuramente voleva parlare, ma non ci sarebbe riuscita in quelle condizioni.
Appena finito il lavoro, la lasciò coricata, con il cataplasma spalmato, mentre iniziava a scavare le fosse per i poveretti che ormai erano morti.
Quando finì il lavoro, andò dalla ragazza, tolse l’impacco, la girò sulla schiena e iniziò a spalmare il cataplasma anche lì.
Arrivò la notte, la quale a differenza del giorno era fredda, l’uomo accese il fuoco, e preparò una zuppa con alcuni ingredienti che aveva nella sacca.
Prima di mangiare tolse l’impacco dalla schiena della giovane, la quale questa volta, tra i gemiti mormorò un grazie.
Finita l’operazione, l’uomo prese due ciotole che trovò, e vi versò la zuppa, si mise a cibare lentamente la ragazza, che riuscì ad aprire quel poco gli occhi per vederne il colore azzurro.
La giovane con lentezza alzò la mano destra e sfiorò il viso dell’uomo, mormorando un altro grazie con voce debole, lui rise e rispose – di niente, adesso però riposa, stanotte soffrirai, e dovrai essere in forze per resistere, quando starai meglio mi dirai ciò che è successo qui-.
Appena finita la cena, l’uomo non andò a dormire, prese una coperta e andò fuori a fare la guardia, con la spada vicina, pronta a essere sfoderata.
Fuori dalla casa, c’erano gli ululati dei coyote, che andavano a caccia, dall’interno venivano dei mugolii di dolore, la ragazza poteva anche non passare la notte.
 L’uomo ascoltava ogni rumore, e osservava tutto con attenzione, gli occhi si posarono inesorabilmente sulle tombe che aveva scavato, gli tornò all’improvviso su parte del cibo.
Era curioso di sapere chi fosse stato a fare quella strage, avrebbe voluto avere davanti il fautore di tutto e ucciderlo, come mai aveva desiderato di uccidere qualcuno.
Aveva rovinato a vita il viso di quella povera ragazza, i segni di quell’esperienza non se ne sarebbero andati, anche se era bruciata, si capiva che era una bella ragazza, i capelli erano biondi, e il viso era ambrato, gli occhi azzurri, un vero peccato.
La notte passò in fretta, e dal freddo si passò al caldo mattutino, da dentro la casa non si sentiva più alcun dolore, forse la ragazza era spirata.
L’uomo per ricevere conferma entrò, e la trovò nello stesso punto in cui l’aveva lasciata, ma come poté notare, il respiro c’era ancora, e si sentì felice nel costatare che era ancora viva.
Prese un panno e lo bagnò, iniziò a passarlo su tutto il corpo della ragazza, poi preparò dell’altro cataplasma, e lo spalmò su di lei.
La notte che aveva passato insonne presentava il conto, aveva le palpebre pesanti, allora per non dormire si preparò un caffè, che bevve ancora caldo, per meglio tenerlo sveglio.
Aspettò un paio d’ore, per togliere l’impacco dalla ragazza, la girò e spalmò il cataplasma dall’altra parte.
Appena finì l’operazione, la giovane si svegliò, e disse- non ti conosco, ma ti ringrazio per tutto, non so proprio come avrai fatto senza di te-.
-di nulla, però non parlare e riposa, hai bisogno di essere in forze, il pericolo non è del tutto passato-
Passò più di una settimana prima che la ragazza si potesse alzare, e parlare, e l’uomo non aveva voluto parlarle di ciò che era successo, perché lei doveva essere ancora scossa dall’accaduto.
Una sera, mentre l’uomo preparava la cena, la ragazza disse- sai, ho notato che non vuoi parlare con me, perché hai paura che io sia scossa da tutto quello che mi è successo, ma te lo voglio dire, in fondo mi hai salvato la vita-.
-non devi per forza, ognuno di noi ha un demone interiore, e a volte è meglio non lasciarlo libero-
- si hai ragione, ma mi sento in obbligo-
- se vuoi dirmi ciò che è accaduto fallo pure, in fondo sono un po’, curioso-
La ragazza annuì e iniziò:- io vivo qui con i miei genitori da quando ero bambina, loro erano degli allevatori di pecore, lo so che qui non è un buon punto ma mio padre trovò un’oasi sconosciuta a poche ore da qui, e un buon punto per portare le pecore.
Questo lo dico per chiarirti la domanda che ti sarai chiesto fin da quando sei arrivato qua, per passare ai fatti che sono accaduti, ti dico che tutto ebbe inizio due giorni prima del tuo arrivo qui.
Mio padre stava per andare con il gregge, quando a est vedemmo un gran polverone avvicinarsi, attendemmo, perché credevamo fossero i soliti uomini che di volta in volta si trasferivano da una città all’altra.
Ma quando arrivarono qua, ci accorgemmo che avevamo sbagliato, era un gruppo di cinque mercenari in viaggio, e appena mi videro impazzirono per me, mio padre tentò di dissuaderli dall’idea che avevano in testa, ma fu ucciso barbaramente, la stessa fine fece mia madre.
Io scappai , ma mi acchiapparono, e mi stuprarono a turno, appena finito, mi legarono a quel palo, in cui sono rimasta per due giorni interi- concluse la ragazza con una lacrima.
L’uomo fermò la lacrima con il pollice, e disse- non piangere, la vuoi fatta una promessa?-
-quale?-
- io me la cavo con la spada, che ne dici, se parto e vendico la morte dei tuoi genitori?-
- sarebbe troppo, tu hai già fatto molto per me, e poi rischieresti solo la tua vita-
- no, ho preso a cuore la tua situazione, a me fanno imbestialire queste cose, ti basta un si, e troverò ovunque vadano quegli assassini-
- ci penserò, per adesso non so proprio cosa dirti, un’altra cosa, ancora non so il tuo nome, come ti chiami?-
- mi chiamo Souler-
- bene Souler, io mi chiamo Natasha-
Passarono altre due settimana, prima che la ragazza si riprendesse, la sua pelle era piena di macchie scure, quelle cicatrici le avrebbe portate per sempre con se.
-Natasha, io domani partirò, alla ricerca di chi ti ha fatto questo, aspettami qui, e ti porterò chi ha fatto lo scempio- disse Souler, una sera, quando la ragazza sembrava visibilmente migliorata.
- domani, allora partirò con te, voglio vedere con i miei occhi la morte di quei bastardi-
- no, tu non sei del tutto in forze, e poi saresti in serio pericolo, aspettami qui ti giuro che ritornerò-
- no, ti seguirò a qualsiasi costo, non mi lascerai qui, ad attenderti-
- sei sicura? Potresti essere in pericolo-
- si, ormai ho deciso, e nulla può farmi tornare indietro-
Souler annuì, poco convinto, e si coricò, riposandosi per il giorno dopo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: kurono kei