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Autore: 6PUPeeTTeeR    05/03/2019    0 recensioni
Ednis, questo era il suo nome, un ragazzo che attraverso la sua storia si è ritrovato solo a NewLand, senza conoscere nessuno. La sua storia inizia qui. È un semplice essere umano, o forse non è tanto semplice... e forse nemmeno umano.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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_Ore 00.10_ Uscii di casa prendendo la via che mi avrebbe portato nei pressi del parco, il centro del quartiere, dove avevo intenzione di restare per schiarirmi le idee. Lungo il tragitto non incontrai anima viva, a quell'ora la gente non usciva, probabilmente per paura o forse ragioni a me sconosciute, arrivai di fronte all'ingresso dove si trovavano delle panchine, dopodiché mi sedetti iniziando a pensare alla giornata e se fosse stata disastrosa o accettabile come inizio. Ricordai il preside che era tutt'altro che diretto o chiaro, con i suoi giri di parole avrebbe fatto invidia ai presentatori delle televendite, ricordai quella ragazza, Eriel mi sembra si chiamasse, e come non lo avessi mai pensato... -"Ciaoo!!" Sentii salutare da dietro, quella voce ormai avevo capito di chi fosse, mi girai, e mi ritrovai di fronte Eriel. -"Ciao." risposi io, ero lì per pensare come mio solito, non avevo di certo voglia di parlare con lei. -"Che ci fai qui? È tardi! Rischierai di perderti." mi disse con tono da rimprovero. -"Potrei dire lo stesso, hai visto che ore sono?!? Dovresti dormire non stare qui a rimproverarmi!" -"Non ti sto rimproverando, solo che considerando il fatto che hai sempre la testa fra le nuvole non vorrei tu cadessi in un tombino aperto." -"Come fosse possibile, la testa fra le nuvole c'è l'avrai te, ora lasciami in pace." -"Come vuoi, ciao" E così se ne andò, la guardai fin quando non scomparve per assicurarmi che se ne andasse per davvero, era insopportabile, ero sicuro avrei avuto problemi con lei in futuro a causa di quel suo carattere. Passarono pochi minuti, ero tranquillo, ma in un istante, riuscì a sentire Eriel, stava accadendo qualcosa, mi alzai di scatto girandomi nella direzione in cui era andata e come un soffio di vento... - - -Nel frattempo Eriel- - - Durante il ritorno si era imbattuta nel suo vecchio ragazzo, si erano lasciati in maniera violenta, o meglio dire, lei lo aveva lasciato in maniera violenta e da allora lo aveva evitato. Lui era un tipo arrogante e aggressivo e appena la vide iniziò a infastidirla, lei gli disse di lasciarla in pace, e di levarsi di mezzo ma lui non ne aveva la minima intenzione. -"Non fare così, non ricordi quando stavamo insieme? Non mi trattavi di certo in questo modo, ahahah" -"Se il tuo cervello di gallina non te lo impedisce, ci tengo a ricordarti che ti ho mollato." Questa frase lo fece alterare, era un tipo aggressivo, era conosciuto come il bullo della scuola, aveva sempre dato problemi, con continui provvedimenti da parte degli insegnanti ma che non diedero seri risultati. -" Non osare parlarmi così! " -" Se no cosa fai? Sei un essere inutile, non so come io abbia potuto frequentare un tipo come te." A quel punto lui fece per tirarle uno schiaffo, ma non ci riuscì perché in quell'istante il suo braccio fu bloccato da qualcuno, in quell'istante si materializzò dal nulla, tra lui ed Eriel, Ednis senza dire nulla. - - - Ednis- - - -" Tutto ok? " chiesi a lei. -"Sì...sì, credo di si." -"Ok." risposi. Non sapevo chi fosse quell'individuo, sembrava un idiota, era debole...fragile, mi fissava con aria minacciosa come per intimorirmi, così gli lasciai il braccio e senza dargli peso mi girai verso Eriel. Purtroppo anziché andarsene e svanire nel nulla, quel tipo decise di infierire, mi afferrò per una spalla voltandomi per poi tirarmi un pugno sul volto, non aveva avuto effetto e il mio sguardo impassibile e freddo lo fecero indietreggiare, nel mentre della situazione Eriel cacciò un urlo, credeva mi avesse rotto il naso, ma quando mi vide si zittì, non sapevo cosa fare, non potevo reagire realmente, le conseguenze sarebbero state troppo gravi così... Mi avvicinai a lui che nel frattempo era rimasto lì immobile a guardare la situazione, gli misi una mano sulla spalla e senza troppi problemi lo scaraventai a terra. Mi girai nuovamente verso Eriel che osservava l'accaduto con occhi perplessi- -"Vuoi rimanere lì impalata? Oppure c'è ne andiamo?" gli dissi seccato. -"Va bene, andiamo." rispose senza repliche. Decisi di accompagnarla a casa, ormai mi aveva rovinato la nottata, tanto valeva scortarla per evitare incontri indesiderati, durante il tragitto non scambiammo parola, lei non sapeva cosa dire e io non avevo intenzioni di instaurare un argomento. Poi però ruppe il silenzio : -"Tu... Sai... Prima, da dove sei arrivato?" iniziò chiedendo -"Ero di passaggio" cercai di chiudere il discorso. -"Non è possibile, come facevi a sapere dove mi trovavo, e poi...sei comparso dal nulla, non eri nelle vicinanze ne sono sicura!" ormai si era decisa ad aprire il discorso, ma non avevo intenzione di dargli spiegazioni, non avrei nemmeno saluto cosa dirle, così cercai di sviare chiedendole dove si trovasse l'aula di chimica,ma non servì. Mi si piazzò minacciosa davanti, fermandomi, non aveva intenzione di lasciar scorrere la cosa, era troppo curiosa, seccante: -"Tu nascondi qualcosa, sei comparso dal nulla, e hai steso Brian poggiando una mano sulla sua spalla come niente fosse, non è una cosa normale!" -"Se non fossi arrivato sarebbe successo qualcosa?" chiesi -"Si... Credo mi sarei presa qualche sberla da quel idiota" -"Questo non è successo, il resto non deve importarti, adesso vai, che tanto abiti qui di fronte, ciao." e me ne andai. -"Aspetta, come fai a sapere dove abito? E sopratutto..!"...-"Dove sei finito?!?!, sei davvero impossibile." Ormai me n'ero andato, e decisi di tornarmene a casa, si erano fatte già le 2, e tra 4 ore mi sarei dovuto svegliare e prepararmi per la scuola. Tornai nel mio appartamento e mi preparai un tè caldo, misi un disco del nonno, era una musica allegra e mi misi a cavalcioni sopra il letto guardando la luna, quel cielo in quella città così lontana e remota, era pieno di stelle.
   
 
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