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Autore: alessandroago_94    06/03/2019    8 recensioni
Due brevi lettere introspettive scritte per il Contest “Caro amico ti scrivo”, indetto da Gella sul suo profilo Facebook.
Seconde classificate al Contest.
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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8 febbraio 2019

LETTERE DA FORLIMPOPOLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Forlimpopoli, 8 febbraio 2019

 

 

 

 

 

Caro Giovanni,

ammettilo, ti ho sorpreso. Non ti saresti mai aspettato una lettera scritta dal mio pigro pugno!

Non durante questi giorni, almeno, composti da messaggini sul cellulare e telefonate dai minuti limitati.

Be’, devo essere sincero; se mi sono permesso di scriverti, un motivo c’è. Ed è quello che… mi andava di parlarti, di sfogarmi… ma non a voce, e non tramite cellulare. Con il fatto che tu ora abiti a Milano, non è più tanto semplice vederci di persona e poter scambiare qualche opinione al cospetto di un bel thè fumante.

Ebbene, sono stanco di quei messaggi lunghi quattro parole e di quelle telefonate con il contagocce. So che sei molto impegnato, quindi non voglio assillarti troppo con squilli vari. Allora ti ritroverai al cospetto di questa lettera, e potrai leggerla quando e come preferisci, magari anche concedendoti una pausa durante la lettura.

L’inchiostro che compone questo testo dura a lungo, non scappa. Non temere, allora! Nel qual caso dovessi annoiarti, lascia pure in un cantuccio questo manoscritto; ti prego, tuttavia, di tornare a riprenderlo in mano, prima o poi.

Immagino di averti già annoiato.

Anzi, ora ti immagino sorridente, perché sorridevi sempre quando ero un po’ troppo prolisso. Eh, lo so bene, non so ancora misurarmi con le parole!

Vado al sodo.

Sapendo che tu sei molto più bravo di me con le persone e con le parole, e pure con i consigli, volevo sottoporti una questione che mi sta togliendo il sonno.

Non sto scherzando!

Tu poi che sei psicologo da tanti anni, ormai, spero potrai comprendere il mio caso e magari darmi qualche consiglio utile. Che ne dici?

Insomma, ora ti spiego meglio.

Ricordi quando eravamo ragazzi e ancora frequentavamo le superiori? Immagino di sì. E immagino che tu riesca ancora a ricordare di quei miei strani discorsi sulla morte…

Sono in imbarazzo anche a scriverne, spero capirai meglio perché ho preferito evitare di farlo a voce.

Ebbene, ultimamente sono tornato a ricadere nel mio limbo oscuro, quello fatto di malessere interiore e di giornate cupe.

Tempo fa, affermavo sempre che era meglio la morte, della vita. Meglio morire da piccoli o non essere mai nati. Questi… disgustosi concetti, non saprei come altro definirli, sono tornati ad assillarmi.

Mi tolgono proprio il sonno!

Credo che io sia depresso. Penso di non stare più bene con la testa.

Non mi sopporto più, e anzi, a volte mi faccio schifo. Mi guardo allo specchio e mi vedo ingrassato; orrore! Odio questo corpo, tutta questa carne bugiarda.

Già che la vita è di per sé una merda, perdonami il francesismo, e non c’è modo di mangiare un dolcetto che già si diventa obesi. Ehm, sì, forse più d’uno… comunque non sono capace di trattenermi.

Il cibo è diventata la mia nuova fissa. Quello che mi salva da un gesto estremo.

Almeno ha un buon sapore e delizia i sensi e il palato.

A riguardo di tutto il resto, chi o cosa potrebbe eguagliarlo?

So che tu starai pensando male di me, adesso. Starai pensando; ma cazzo, sei ancora fermo a questi pensieri? Sì, purtroppo lo sono.

So che ci sono persone che mi vogliono bene. Sono pochissime, ma ci sono. Il fatto è che, nonostante lo sappia, non riesco a sentirmi amato e apprezzato.

Capisci? C’è un muro tra me e il mondo. Un muro altissimo. Ed ho scoperto, con tanta amarezza, che l’ho costruito io stesso con le mie mani, mattone dopo mattone.

Non avrei mai voluto ridurmi così, una balena spiaggiata incapace di fare ogni cosa. Sono asfissiato dalle paure e penso continuamente alla morte, il che mi atterrisce quando realizzo che in realtà sono ancora piuttosto giovane…

Vorrei chiederti, abbastanza esplicitamente, se esiste qualcosa o qualche terapia che possa lenire le mie paure e questo mio strazio interiore. Non essere emblematico, non temere di ferirmi. Se mi dici che sono matto, o che sono affetto dalla depressione, non mi farò problemi a parlarne con figure professionali adeguate. Altrimenti, se può bastare un fermo consiglio da parte di un amico, che considero un fratello, ben venga. Ne sarei felice, e sono soddisfatto di essere riuscito ad aprirmi con te.

Ti prego veramente di consigliarmi in modo sincero, e attendo una tua risposta per iscritto. Per favore, non parlarne al telefono, nel caso ci sentissimo a breve. È una conversazione così privata e intima che la preferisco su carta. Questo è uno spazio tutto nostro dove non ci sono minuti e dove nessuno può origliare le nostre parole. Mi sento più tranquillo, se ti scrivo i miei tormenti.

Grazie per la lettura e per la pazienza, te ne sono debitore. Spero solo di non averti angustiato, aggiungendo i miei pesanti pensieri alla tua vita molto impegnativa. In tal caso, amico, perdonami.

 

Un grazie immenso e sincero,

il tuo caro amico Alex.

 

 

   
 
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