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Autore: Evola Who    06/03/2019    1 recensioni
Queen sono uno dei gruppi musicali più famosi del mondo.
Per anni hanno fatto cantare ed emozionare milioni di persone grazie alla loro musica e alle loro parole. Ed è tuttora così per le nuove generazioni.
Ma chi erano i primi “fan” dei Queen - a parte familiari, amici e fidanzate dei membri della band - quando quando il gruppo non aveva ancora raggiunto il successo? Chi seguiva la rock band più stravagante di sempre quando suonava nei pub e nei campus universitari?
Ecco, questa è la storia di una di loro...
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Doing All Right
 

 
 
Whitechapel, aprile 1971, venerdì.
 
“Eccoci qua! Benvenuti da ‘Mister Diamonds’!” disse Abel Diamonds con entusiasmo, indicando con le braccia semi-aperte il locale.

Era un uomo sui trent'anni, di corporatura robusta, il viso paffuto e le guance lisce e rosee, quasi come quelle di un bambino. I capelli color castano scuro corti e lisci erano pettinati all’indietro e gli occhi dello stesso colore, calorosi e luminosi, donavano un'aria rassicurante al suo sguardo, addolcito ulteriormente da un sorriso gentile.

Indossava abiti senza pretese: una polo senza maniche blu, sotto la quale portava una camicia color caramello e pantaloni marroni scuri come le sue scarpe. L’unico oggetto “vistoso” che indossava era la sua fede nuziale, infilata all'anulare della sua mano sinistra.

Era lucida e liscia, come se fosse ancora nuova, ed era quasi sempre la prima cosa che si notava in quell’uomo dall’aria così semplice.

Era il proprietario di un tipico pub inglese, con il pavimento di legno lucido e il bancone con tanto di sgabelli. Ma, allo stesso tempo, era un luogo diverso dal normale.

Le pareti, a cui erano attaccati qualche quadro antico e vecchi manifesti pubbliciatri dell'Ottocento, erano tappezzate di un'elegante carta da parati color rosso scuro, ed i tavoli rotondi e le sedie color nero lucido erano disposti tutto attorno; dal soffitto pendeva un piccolo lampadario di finto cristallo color oro che diffondeva una luce tenue e calda; il tutto contribuiva a creare un'atmosfera austera, quasi gotica.

“Spero che vi troverete bene. E vi ringrazio davvero tanto di aver accettato di venire a suonare qui. Non vi immaginate nemmeno la fatica per trovare una band disposta a suonare per questo weekend!” disse con tono cordiale, guardando i musicisti che erano appena arrivati.

Erano quattro ragazzi sui vent’anni, probabilmente ancora studenti, dai capelli lunghi  – o, in un caso, dalla foltissima accocciantura riccia - vestiti con pantaloni larghi, scarpe con le zeppe e giacche e camicie sbottonate con qualche fantasia colorata. Formavano una rock band dal nome un po’ strano, i Queen, e si erano già fatti un nome abbastanza noto tra i locali e i college in giro per Londra.

“Non ci deve ringraziare, signor Diamonds” rispose il cantante, Freddie Mercury.

“In fondo, siamo noi che dobbiamo ringraziarla per averci invitati a suonare qui. E le assicuro che, in queste tre serate, mostreremo il nostro valore e suoneremo da dio!” e concluse con un sorriso sicuro e l’aria un po’ ambiziosa, facendo ridere sia i suoi amici che il proprietario.

“E, comunque, dobbiamo anche ringraziarla per averci aiutato con l'attrezzattura” aggiunse il chitarrista Brian May con tono cordiale, ripensando a quanto successo qualche minuto fa.

Avevano trovato il signor Diamonds già fuori da suo pub ad aspettarli, pronto a riceverli mentre il gruppo parcheggiava il furgone; dopo le presentazioni, aveva insistito per aiutarli a portare dentro tutto il necessario.

Adesso, tutti i loro strumenti ed amplificatori erano stipati in un piccolo angolo in fondo al pub, un palchetto di forse un metro quadrato, tutto di legno e senza –ovviamente - né delle tende e né un dietro le quinte.

Il signor Diamonds lo aveva ironicamente battezzato “Il primo palco montabile e smontabile.”

In questo momento, il batterista Roger Taylor era proprio lì sopra indaffarato a montare la sua batteria insieme al bassista, John Deacon.

“È stato davvero un gesto gentile di parte sua” continuò il chitarrista con tono sincero.

“Non c’è bisogno di ringraziami per questo nonnulla. Del resto, gestisco un pub, e so che cosa significhi portare e spostare cose pesanti. Soprattutto da solo!” rispose allegramente, lasciandosi andare ad una piccola risata, che contagiò il gruppo.

Quando la risata si fu spenta, Freddie notò una cosa che lo colpì parecchio.

“Quello è un pianoforte?” domandò, indicando con il dito.
In fondo al muro di destra, c'era una pianoforte verticale di legno scuro e lucido, con la tastiera lucente; sul davanti, c'era anche uno sgabello quadrato imbottito.

Abel seguì il dito del cantante e guardò il piano.

“Oh, sì!” rispose compiaciuto. "È il mio vecchio Barratt and Robinson!”

Si avvicinò allo strumento e fece segno al gruppo di seguirlo. Freddie non se lo fece ripetere due volte, mentre Brian e il resto del gruppo parvero po’ titubanti, non volendo interrompere i loro preparativi; ma, alla fine. lo seguì anche lui ed il batterista e il bassista scesero dal palco.

Il cantante si fermò davanti al piano, ammirandolo meglio e, dopo averne avuto il permesso dal gentile proprietario, iniziò a suonare qualche nota.

“È davvero un bel suono. Ha un'ottima melodia” commentò.
“Vedo che se ne intende!” disse Abel, entusiasta. “Lo accordo almeno due volte all’anno. È un vecchio cimelio di famiglia.”

Appoggiò il gomito sul ripiano alto dello strumento e guardò i tasti con un sorriso.

“L’ha comprato mia nonna per conquistare mio nonno, mio padre lo suonò per conquistare mia madre…”

“E lei l’ha usato per conquistare sua moglie” concluse Freddie, intuendo la fine del suo racconto.

“No" rispose, sollevando la testa, "è stata lei a insegnarmi a suonarlo.”

Notò gli sguardi sorpresi per quel colpo di scena nel suo racconto e rise, dicendo: “Io e mia sorella eravamo davvero pessimi a suonare! È stata mia moglie ad insegnarmi le basi del pianoforte... in pratica, fu lei a conquistarmi con il mio stesso piano.” E ritornò a fissare i tasti, con un sorriso nostalgico e gli occhi divenuti malinconici per qualche instante.

“Comunque, sto divagando.” Si riscosse dai suoi pensieri e tornò a guardare la giovane band, autorizzando il cantante ad utilizzare il pianoforte se ce fosse stato bisogno; però, dubitando che potesse starci sul palco, suggerì di spostarlo lì vicino.

Freddie fu molto colpito dalla disponibilità del signor Diamonds, cercando di rifiutare con gentilezza e di non approfittarne troppo; ma, davanti alle sue insistenze, accettò la sua proposta.

“E… posso farle una domanda, signor Diamonds?” chiese John, con il braccio semi alzato e la voce un po’ incerta.

“Per favore, chiamatemi solo Abel. Signor Diamonds mi fa sentire fin troppo vecchio. E diamoci anche del tu. E, comunque, sì. Potete farmi tutte le domande che volete.”
Il bassista si sentì un po’ più rassicurato e domandò: “È la prima volta che assume una band musicale dentro al suo locale?”

Era una domanda che tutti e quattro si erano posti fin da quando avevano visto quel “palcoscenico smontabile”. Ma fu il più giovane componente del gruppo ad avere il coraggio di chiederlo.

“Domanda legittima. E comunque… beh… a parte quella volta che ho ingaggiato dei musicisti scozzesi di cornamusa per il mio primo anniversario di matrimonio…” fece una breve risata per il ricordo, prima di ritornare alla domanda rispondendo un po’ incerto: “Ma dopo di quello… no. Non ho mai assunto altri musicisti o band musicali.”

I Queen non rimasero molto sorpresi da quella risposta – che si erano aspettati, a giudicare dallo stile un po’ insolito del locale e del palcoscenico fatto a mano - ma apprezzarono l'ospitalità, la gentilezza e la sincerità da parte sua.

“La verità è che non ho mai avuto bisogno di assumere dei musicisti fin da quando ho comprato…”

Raccontò rapidamente come avesse aperto il suo pub subito dopo aver conseguito il diploma, sfruttando la fama sinistra del quartiere per la figura di Jack lo squartatore; aveva attirato appassionati di misteri e di racconti horror ed aveva ospitato vari scrittori e storici di mestiere perché presentassero le loro ricerche e libri; la clientela non mancava mai e poteva dirsene davvero soddisfatto.

“Ma… ho saputo che, di questi tempi, altri gestori stanno assumendo molte rock band locali per via dei grandi guadagni che ne ricavano dalle consumazioni. E visto che devo chiudere il pub per un po’ di tempo… be', mi farebbe comodo fare qualche sterlina in più.”

“E come mai ha deciso di chiudere?” chiese Roger, senza pensarci, guadagnandosi occhiataccie da parte del cantante e del chitarrista per quella domanda così impulsiva, che poteva nascondere una risposta fin troppo personale. Ma il biondo batterista non si rese conto di quella figuraccia e non notò nemmeno gli sguardi dei suoi amici.

“Oh, be'… nulla di che. Devo chiudere baracca e burattini per un po’. Devo solo sistemare e organizzare certe cose e passare un po’ più di tempo in famiglia. Riaprirò solo dopo Pasqua. Ma prima, però, mi piacerebbe finire tutte le scorte di birra ed avere una clientela diversa dal solito, almeno per una volta” rispose gentilmente, guardando il gruppo con la sua solita aria rassicurante.

“Non si preoccupi per la clientela, Abel” disse Freddie, con aria convinta e le mani sui fianchi in un atteggiamento frizzante.

“Quando ci siamo noi, l'incasso è garantito. Riempiremo il locale come se fosse uno stadio di calcio, per tutte e tre le sere, e la faremo diventare il barista più ricco di tutta Whitechapel!”

Detto questo, il cantante sollevò il braccio con fare trionfale, facendo ridere i suoi amici.

Anche Abel sorrise per quella scena e per il gesto esagerato da parte del cantate, rispondendo divertito: “Be', non so se diventerò proprio il barista più ricco di tutta Whitechapel, ma apprezzo il vostro estuiamo e…” si interruppe, sentendo il cigolio di una porta che si apriva, accompagnata una piccola ed esile voce femminile.

“Ciao, papà…”


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Note:
Salve! :D 
Seconda storia su Queen! 
Spero che vi piaccia! Questa storia mi è
venuta in mente dopo la seconda versione del film.
Dove mi sono chiesta, che tipo di presone erano
i primissimi fan dei Queen mentre non erano ancora
famosi? Ed è nata questa storia :)
E no. Non sarà una storia d'amore tra una fan con uno di loro.
(che il 99% è Roger) e il prossimo capirete il perchè. 
Sorry per tutti che pensarono il contrario...  Ovviamente, questo film avrà alcuni richiami al film. Come si capisce già dal titolo
I capitoli avranno una pubblicazione regolare, perchè è ancora
il corso di correzione. 
Qundi, vi ho avvertiti. 
Alla prossima e rigrazio ad tutti che hanno
letto :)
Evola

 

   
 
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