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Autore: Red Saintia    06/03/2019    14 recensioni
L'amore... un sentimento dalle mille sfaccettature, spesso difficile da comprendere o da definire. In Saint Seiya questo sentimento è presente in molti modi diversi; devozione, amore celato, amicizia, spirito di sacrificio e affetto fraterno. Sono tutti tasselli di un unico sentimento. Qui troverete tante storie e coppie diverse, ognuna interpretata in modo personale ma cercando di non snaturare le originali caratteristiche del personaggio. Sono tutti racconti autoconclusivi quindi semplici da leggere. Spero davvero possano piacervi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Improvvisamente quella casa ai piedi del Grande tempio le sembrava infinitamente grande. Spesso si era trovata a pensare che quello non fosse il posto per lei… troppo soffocante, troppo stretto, troppo claustrofobico per contenere la sua rabbia… il suo furore.
L’unico che riusciva, con piccoli gesti, a mitigare l’irruenza del suo carattere era Cassios. Già… Cassios, era da tempo che non pensava a lui e si sentì meschina per questo. Lui aveva sacrificato se stesso per lei che rappresentava il suo mondo, la sua vita. Lei invece aveva saputo solo donargli le sue lacrime e il rimorso di non averlo compreso mai fino in fondo.

Adesso che il clamore delle battaglie era sopito e i nemici di Athena sconfitti aveva finalmente tempo di pensare, di riflettere, ma c’era troppo silenzio… troppa solitudine. La ferita alla schiena le provocava ancora fastidio, segno indelebile dell’ennesimo sacrificio che era stata disposta a compiere per amore di quel ragazzo che un tempo vedeva come acerrimo nemico.
Com’era beffarda la vita, mai avrebbe creduto di provare un tale ardore, un trasporto così intenso e passionale per qualcuno. Quelli erano sentimenti che lei riversava solo nella furia della battaglia, quando gli artigli del Cobra Incantatore ghermivano il nemico senza lasciare scampo. Tutto invece sembrava così inutile adesso, così lontano. Si alzò dal letto nel quale cercava di quietare i suoi pensieri.

“Basta adesso! E’ tempo di guardare avanti. Ti sei rammollita sacerdotessa guerriero? Non è da te abbandonarti a tristi ricordi o aggrapparti a vane speranze. Torna ad essere ciò che eri.”

Ma che cos’è che era veramente? Da tempo ormai se lo chiedeva. Era un guerriero, una donna, cosa? Avrebbero mai convissuto insieme queste due metà di una sola persona… Disse tra se quelle parole e per un attimo pensò che Cassios fosse lì con lei per ascoltarla e sostenerla. Non era così. L’eco della sua voce si perse tra le mura di quella casa, e un brusco movimento acuì il dolore della ferita. Chiuse gli occhi relegando quella sensazione in un angolo della sua mente.

Uscì di corsa quasi correndo, sbatté la porta cominciando poi a camminare furiosamente. Si sentiva soffocare, i battiti accelerati e il fiato corto per quei sentimenti che urlavano dentro il suo petto come fa il vento quando con il suo sibilo sovrasta ogni altro suono. Camminò senza una meta precisa, l’istinto la guidava e lei si lasciava trasportare… d’altronde lo aveva sempre fatto. Era stata tacciata d’insubordinazione, di essere una ribelle sovversiva e nonostante questo niente l’aveva fermata, era sempre andata dritta per la sua strada, fino a ritrovarsi tra le braccia del suo amato nemico.

Finalmente si fermò, sollevò lo sguardo e mise a fuoco un luogo che a lungo le era appartenuto, perché per molto tempo quel posto era stato la sua casa. Il luogo che le avrebbe permesso di diventare ciò che aveva sempre desiderato essere, una guerriera, abile e forte al pari di un uomo. Il campo d’addestramento femminile. Un posto inaccessibile a molti, proprio perché al suo interno vi erano solo giovani ragazze.

Anche lì però tutto era deserto e silenzioso. Mayura, la sensei che addestrava le future sacerdotesse, era stata richiamata al Santuario da Athena in persona poiché sia Shaina che a Marin era stato concesso della dea un periodo di riposo per sanare le numerose ferite delle battaglie.
Tutte gli allenamenti erano stati sospesi fino a nuovo ordine, la sabbia dell’arena era compatta e immobile. Shaina si aggrappò alle recinsioni di quel campo d’addestramento e la sua mente cominciò a vagare in ricordi lontani ormai persi nel tempo. Ricordi fatti di sacrificio, sofferenze, privazioni e dura lotta. Strinse la mano più forte attorno alle grate di ferro chiedendosi come avesse fatto a smarrire la strada per tanto tempo. Sarebbe bastata una sola vita per porre rimedio al male commesso? Forse non avrebbe mai trovato una risposta che placasse i rimorsi della sua coscienza.

Cercava comunque di andare avanti, doveva farlo, per se stessa e per colui che aveva anteposto la sua vita alla propria. Per cosa aveva lottato altrimenti se non per combattere il buio e l’oscurità che per tanto tempo avevano annichilito il suo animo. Che differenza c’era altrimenti tra il freddo e l’odio che aveva imparato a covare e il calore di quell’abbraccio, il dolce tepore della sua pelle che le avvolgeva corpo ed anima, la luce di quelle tredici stelle che la strinsero in quel bosco di Nuova Luxor e sembravano non volerla più lasciar andare.
Istintivamente si portò una mano al petto, come se con quel gesto potesse riuscire a frenare il suono irrefrenabile del suo cuore.

Poi d’improvviso tutto tacque in lei. Alzò lo sguardo in posizione d’allerta, si irrigidì sentendo dei passi avvicinarsi alle sue spalle. Attese qualche istante… giusto il tempo necessario affinché lo sconosciuto fosse ad una distanza ravvicinata per colpirlo. Si voltò con scatto felino in posizione d’attacco il Cobra Incantatore avrebbe mietuto un’altra vittima.
Non fu così invece…

“Sta calma sacerdotessa guerriero, vengo in pace” un sorriso scanzonato e fanciullesco accompagnato da due braccia alzate in segno di resa la fecero tendere come la corda di un funambolo. Dovette fare forza su se stessa prima di lasciare la sua posizione.

“Seiya, cosa ci fai qui?” avrebbe voluto dire mille altre cose ma non riusciva ad essere lucida.

“Ti cercavo…” disse semplicemente

“Come hai fatto a trovarmi?”

“Ho pensato potessi essere qui, visto che nella tua abitazione non c’era nessuno. E poi questo è il luogo più vicino dove saresti potuta andare.”

“Sono davvero così prevedibile e scontata” disse, denigrando se stessa.

Lui fece qualche passo nella sua direzione ma Shaina indietreggiò d’istinto. Che le prendeva? Aveva paura sì, aveva dannatamente paura e non voleva ammetterlo.
“Tutto si può dire di te Shaina tranne che tu sia prevedibile, anzi… sei una delle poche persone che riesce sempre a sorprendermi.”

Che modo strano aveva di parlarle, perché le sembrava così insolitamente dolce ed armonico il suono della sua voce, che le prendeva ne era sorpresa. Perché poi? I loro incontri erano sempre avvenuti nel corso di una qualche battaglia. Adesso invece non c’erano nemici da affrontare o divinità da sconfiggere, perché allora stava sulla difensiva?
Indietreggiò ancora finché la schiena non sfiorò la recinsione alle sue spalle.

“Cosa vuoi Seiya? Perché mi cercavi?”

Lui inclinò un po’ la testa, come se quelle parole lo sorprendessero non poco.
“Strano che proprio tu mi faccia questa domanda?”

“Che vuoi dire?” ribattè lei

“Fosti proprio tu ha dirmi di venirti a cercare una volta sconfitto Arles…”
Era vero, non poteva negarlo, sulla scala che collegava la casa di Pisces a quelle del Gran Sacerdote. Parole dette da lei che di certo non aveva scordato “…altre battaglie sono seguite a quella, nemici sempre più agguerriti e forti. Adesso però siamo in periodo di pace, e sono qui come ti avevo promesso. Sono tornato.”

Non l’aveva scordata. Perché poi un angolo della sua mente credeva di si invece. Shaina seguiva con lo sguardo, coperto dalla maschera, l’avanzare di Seiya. Le era vicino adesso… troppo vicino, trattenne il respiro quando il suo sguardo malinconico la osservò cercando di penetrare l’inespressività di quel volto coperto.
Non capì subito le sue intenzioni, lo vide sollevare una mano lentamente e Shaina si ritrasse come scottata da qualcosa d’incandescente. Poi fu un attimo. Il suo viso venne liberato dalla maschera, che cadde a terra con un tonfo sordo. I suoi splendidi occhi verdi tremavano come foglie in quel momento. Sentì che lentamente si facevano umidi di lacrime perché adesso si perdevano in quelli scuri di Seiya che con l’avvento del tramonto assumevano un colore rossastro.

Il ragazzo le sfiorò il volto con il dorso della mano, lei socchiuse gli occhi e una lacrime le sfuggì bagnando la mano di lui. La voce di Shaina da sempre così forte ed imperiosa uscì dalle sue labbra come fosse un sibilo proveniente da un luogo lontano.

“Sei tornato…” di nuovo le sue braccia strette intorno a lei, di nuovo quel calore che tanto le era mancato. Il suo cuore batteva un ritmo calmo e regolare adesso perché sentiva vibrarle accanto la parte che le era da sempre mancata.

“Se ciò che mi dicesti tempo fa a Nuova Luxor non è cambiato, e se hai smesso di volermi uccidere a tutti i costi, io sono tornato Shaina… sono tornato per te.”

Serviva davvero una risposta a quella domanda? No davvero. Seiya lo sapeva bene, era bastato guardarla negli occhi per capire che non c’era odio nel suo cuore, forse non c’era mai stato. Erano splendidi occhi smeraldo che avevano sofferto, avevano patito con lui le sofferenze delle battaglie, e nel profondo celavano solo un infinito amore. Le sfiorò la schiena nel punto dove sapeva bene essere stata colpita, Shaina strinse le unghie nella maglia di lui senza emettere un fiato poggiata sul suo petto dove avrebbe voluto rimanere per sempre.

“Lascia che sia io a lenire le tue sofferenze Shaina, affidati a me e placa i rimorsi del tuo cuore.”

“Seiya io… io non credevo, non speravo più” le parole le morirono sulle labbra
Lui le sollevò il viso agganciando i suoi occhi a quelli di lui.

“Non smettere mai di credere in me, non farlo. Non sei più sola adesso, è finito il tempo delle lacrime, ora è il nostro tempo e non voglio sprecarne neppure un attimo.”

Cos’era quel calore, quella dolcezza che percepiva? Sì, era ciò che aveva sempre desiderato. Le labbra di Seiya catturarono le sue facendosi dolcemente strada in esse. L’iniziale pudore di Shaina si perse nella tenerezza e in quel senso di protezione che avvertiva ogni qual volta era tra le sue braccia.
Un bacio cercato e desiderato da tempo, che rappresentava la somma dei loro sentimenti. Un bacio che era una promessa… di esserci sempre qualsiasi cosa dovesse accadere da quel momento in avanti. Seiya si separò per un attimo dalla sua bocca tenendole però il viso con entrambe le mani.

“Lo sai che di quella maschera non ne hai più bisogno in mia presenza?”

Lei sorrise abbassando lo sguardo.
“Si lo so, eppure non riesco a farne a meno è più forte di me.”

“Ti ci abituerai. Non puoi nascondere la tua vera essenza dietro quella maschera, hai un’anima troppo bella per mortificarla con quell’oggetto.”

“Mi prendi in giro Seiya? Ti burli di me?”

“No, non potrei mai. Ma sei troppo testarda per rendertene conto.”

“Tu che definisci testarda me? Siamo arrivati all’inverosimile allora?”

“Hai ragione, detto da me non è credibile. Ma mi piaci anche per questo. Perché dentro di te arde il mio stesso indomito fuoco.”

“Già… il fuoco della battaglia” rispose lei

“E non solo quello da oggi in poi” concluse Seiya cingendole le spalle. “Ti va di andare a casa insieme?”

Quelle parole sembravano un sogno, sembravano come qualcosa di effimero che finalmente diventava reale, udibile e non solo frutto di vane speranze alle quali per mesi si era aggrappata. Il suo cuore divenne più leggero e pieno di speranza.
Ci sarebbe stato un nuovo inizio si… lo avrebbero creato e scritto insieme. E qualsiasi avversità da lì in poi fosse capitata li avrebbe trovati uniti insieme, non solo come sacerdotessa e cavaliere ma anche come uomo e donna.

“Sì, andiamo a casa Seiya…”

La maschera rimase lì in terra dove il giovane l’aveva lasciata cadere. In quel caldo e tenue tramonto greco non tornavano a casa il cavaliere di Pegaso e la sacerdotessa dell’Oficuo, ma semplicemente Seiya e Shaina…



Allora... in molti aspettavano questa storia, e io sapevo che prima o poi avrei dovuto scrivere di loro perchè era inevitabile. Ora, chiariamo che loro non sono la mia OTP anzi... tutt'altro direi, nonostante questo ammetto che questa storia mi piace, provo uno strano brivido quando la rileggo e credo che questo sia dovuto al fatto che ho espresso esattamente ciò che sentivo. Spero che le fan di questa coppia rimangano soddisfatte, io ce l'ho messa tutta e spero di aver reso giustizia ad entrambi. Grazie davvero, a presto.
 
 
 
 
 
 
   
 
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