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Autore: Ely_Pommy    06/03/2019    1 recensioni
Quante famiglie vivono i loro problemi? Tutte!
Ma la famiglia di Erika è un tantinello esagerata. Ecco a voi un viaggio visto con i suoi occhi in una giornata di fine estate o dopo scuola
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonsalve...allora, pochi preamboli e andiamo al sodo.
Vi dò il contesto.
3° anno di medicina...i 3/4 di noi sono indietro anni luce con i miliardi di esami e in più dobbiamo fare tirocinio.
Cosa mai avranno pensato quei buontemponi che hanno fatto gli orari per coniugare queste cose con le lezioni che, in teoria, andrebbero divise in 3 mesi per sessione?
Ma è ovvio! Condensare tutto in un mese (entrambi i semestri) costringendoci a fare tutti e dico TUTTI I GIORNI 9.00-18.00.
9 ore di tortura psicologica con solo 1 ora di pranzo!
Ovviamente, appena ho visto l’orario, sono svenuta e sono andata in coma per una ventina di ore mentre la frase “non è possibile” mi moriva in bocca tronca, come la mia voglia di vivere.
Allora, comincio col dire che alcuni professori cercano in tutti i modi di alleggerire le loro ore: chi con battute, chi facendo delle pause, chi finendo persino un po' prima, chi addirittura non prende le firme e questi ultimi meritano la santificazione istantanea, perché non ti costringono ad organizzarti con improbabili gruppi firme perché, fidatevi sono pochissimi quelli che hanno il tempo di seguire tutto e studiare; ma altri sono non solo impietosi, ma sono davvero noiosi.
Sento già le vostre voci: “ eh, mica tutti possono essere spigliati…esistono anche quelli noiosi”…ecco, non avete capito il livello a cui arriviamo.
Un solo tono, occhi chiusi, passeggiata avanti e indietro davanti al proiettore trascinandosi il filo del microfono appresso e, soprattutto niente pause.
Ogni secondo, dura secoli ed io arrivo a sentire il tintinnio dei miei ovuli caduti a terra a seguito dell’inesorabile sfracellamento delle mie ovaie.
Non parliamo della mia voglia di vivere: caduta talmente in basso da avermi mandato una cartolina dalla parte diametralmente opposta del globo terrestre.
Non potendo reagire a sì tanta violenza psicologica, la rabbia sale fino ad arrivare ad ogni estremità del corpo. Punte e doppie punte dei capelli e dei peli comprese.
Giuro di aver pensato più volte di scavalcare le file di banchi davanti a me a balzi per stringere il collo del prof fra le mie mani e stringerlo in maniera così serrata, urlando più volte: “Basta!!!” fino a vedere la vita abbandonare i suoi occhi.
Il senso di impotenza, inoltre, porta ad una repressione della rabbia che causa l’impiccagione del mio fegato che, dovendosi arrangiare, ha utilizzato il duodeno come cappio per metter fine alle sue sofferenze.
C’è da dire una cosa: non sono arrivata a questo livello di sclero solo a causa di questo genere di organismi sub umani, ma anche per causa mia.
Come ho detto mille volte, ho 23. 000 000 000 di impegni e con la cippa lippa che rinuncio ad uno solo di questi; in più sto cercando di mantenere il mio fisico al meglio per 3 motivi: 1) in vista del mio sgarro mensile, quindi per limitare i danni 2) per una cotta che mi sono presa al corso di ballo liscio e latino (uno dei miei tanti impegni) 3) per i personaggi che mi assegnano a teatro.
Ottimo, per fare ciò la mia mente bacata mi costringe a scendere dal treno e arrivare in università a piedi anche se persino i pinguini stanno congelando, cercare di camminare ad ogni pausa concessa, tornare al treno a piedi, andare in palestra dove il tempo sul tapis roulant aumenta sia in durata che in velocità di giorno in giorno (almeno finchè non mi esploderà un polmone).
Tutto questo svegliandomi alle 5.00, mangiando una miseria (e saltando merenda e cena), con una patologia alle spalle e arrivando a casa (luogo in cui dovrei studiare) senza nemmeno la forza di alzarmi in piedi.
Pensate che quando torno dalla palestra e vedo le scale (abito al primo piano di una bifamigliare), la tentazione di rimanere a dormire sui gradini insieme al gatto è forte, davvero forte.
Ovviamente devo trovare il tempo per (preparatevi): studiare, organizzare il compleanno di una mia amica (devo gestire 40 persone), ascoltare e stare con mia sorella (richiesta da parte sua, più che lecita), esercitarmi nel pianoforte, andare avanti a rivedere il mio libro, fare teatro, andare a ballo (quest’ultimo solo il giovedì), scrivere, disegnare, rispondere ai messaggi, avere una vita sociale, adempiere ai miei impegni di madrina di cresima di mia sorella, pensare ad un video per il canale you tube, leggere e forse vedere qualche video o puntata di serie tv.
Infine Lorenza o i miei genitori o i miei amici, quando hanno bisogno di qualcosa, indovinate chi interpellano?
Tutto questo senza morire, senza cedere al desiderio di svuotare le dispense del mondo (cosa che riesco a fare solo grazie 1) alla mia cotta e 2) al desiderio di restare in pace col mio corpo fino ai 2 sgarri mensili) e senza commettere un genocidio.
Capirete bene che ormai la morte mi sussurra all’orecchio più volte al giorno ed io finirò per darle retta.
Perché faccio tutto questo? Sempre detto: io NON SONO normale.
Se lo fossi da dove trarrei ispirazione per questi racconti/sfogo?
Ad ogni modo ora, stranamente, devo studiare…domani si ricomincia la trafila…alla prossima!!!
   
 
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