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Autore: Calowphie    06/03/2019    4 recensioni
Esattamente quattro anni prima, Seokjin, mentre camminava verso casa distrutto e arrabbiato per l’ennesima giornata lavorativa finita male, si sedette, stanco, sul muretto di una villa, ficcando le mani nelle tasche del suo grande giubbotto beige: la testa rivolta verso l’alto, faceva penzolare i suoi capelli, mentre stiracchiava le gambe allungandole il più possibile. Mentre la calma e il silenzio cercavano di rimettere in sesto i pensieri sconnessi del ragazzo, il pianto straziante di un bambino lo riportò alla realtà, facendo scattare la sua testa in avanti con gli occhi sbarrati.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Azalea significa gioia, speranza e fortuna
 




Era stata una lunga giornata di inizio Marzo e, malgrado fosse ancora inverno, faceva stranamente caldo: il sole stava calando lentamente dietro gli alti palazzi di Seoul, tingendo il cielo di un rosa pastello che contrastava con le candide nuvole che creavano delle strane forme nel cielo. Erano le cinque, l’ora di punta di tutti i pendolari che finivano di lavorare era iniziata, ognuno correva disperato sperando di non perdere il proprio treno che lo avrebbe portato a casa sano e salvo; c’era chi, al telefono, sbraitava cercando di far capire al suo interlocutore cosa volesse dirgli, c’era chi rifiutava i poveri dipendenti dei negozi che disperati sventolavano davanti la loro faccia dei volantini colorati: “ Tenga signore, se porta questo nel nostro negozio le faremo lo sconto” esclamò un ragazzino dagli occhi speranzosi, indicando il negozio di pollo fritto che era alle sue spalle: “ Grazie” rispose con un sorriso gentile un uomo dai capelli castani, che agguantò il volantino, rendendo felice quel giovane ragazzo che si inchinò immediatamente.

Jin sorrise, divertito dalla sua reazione, facendo sbucare ai lati delle sue labbra carnose, due piccole fossette che, a quanto pare, non facevano altro che rendere la sua figura ancora di più bella. L’uomo camminava per la strada affollata, stando attento a non perdere le due cuffiette bianche inserite bene nelle sue orecchie, aspettava una telefonata importante e non poteva perderla: “Pronto?” rispose quasi immediatamente, non appena il cellulare nella sua tasca aveva iniziato a vibrare: “ Papà!” cinguettò una voce fin troppo acuta che si percepì fuori dagli auricolari: “ Sono arrivata a casa sana e salva” proseguì la bambina che, dall’altro capo del telefono, camminava per casa tenendo con entrambe le sue piccole manine quell’aggeggio più grande della sua stessa faccia: “ Zio Namjoon ha guidato bene questa volta?” chiese divertito Jin mentre passava la tessera magnetica della metropolitana entrando nel sottopassaggio: “ Si hahahah” rispose divertita, mentre guardava l’uomo dai capelli chiari che le faceva una linguaccia: “ Papà, tornerai a casa presto oggi?” domandò quasi sottovoce Maelyeog, mentre cercava di sedersi sul divano senza nessun aiuto: Seokjin sorrise divertito da quella sua vocina tenera e sapeva bene che uno dei motivi per cui la faceva era perché voleva qualcosa in cambio, era Mercoledì infondo ed era la serata Disney: “Può essere che io stia già tornando” ammise il castano mentre osservava il treno scorrere veloce davanti i suoi occhi, per poi fermarsi perfettamente in linea con le porte di vetro, poste davanti la linea gialla: “ Quindi possiamo vedere il film oggi?” ammise entusiasta lei saltando sul divano facendo sorridere Namjoon che cercava di tagliarle una mela: “ Inizia a pensare a quale vuoi vedere principessa” commentò il padre mentre si accingeva a salire sul mezzo pubblico, appoggiando la sua fidata valigetta tra i suoi piedi: “ Aspettami con ansia che potrei anche prendere del pollo fritto, a tra poco Maelyeog-ie” concluse Jin, mentre sentiva la piccola entusiasta salutarlo, per poi lasciargli sentire che porgeva educatamente all’amico il telefono chiedendogli di spegnerlo.

Seokjin sbuffò divertito, osservando lo schermo del telefono ora scuro: con un dito premette il tasto laterale, illuminandolo, iniziando a scrutare con amore la foto della sua bambina… o per lo meno era così che lui la considerava.

 
Esattamente quattro anni prima, Seokjin, mentre camminava verso casa distrutto e arrabbiato per l’ennesima giornata lavorativa finita male, si sedette, stanco, sul muretto di una villa, ficcando le mani nelle tasche del suo grande giubbotto beige: la testa rivolta verso l’alto, faceva penzolare i suoi capelli, mentre stiracchiava le gambe allungandole il più possibile. Come spesso gli capitava di fare durante quel brutto periodo della sua vita, si mise ad osservare le nuvole che, stranamente, in quella giornata non facevano altro che ricordargli strani animali di cui nemmeno lui ricordava il nome: “ Impazzirò” sussurrò tra se, sperando che nessuno fosse nei paraggi, in modo che non lo potesse sentire.

Mentre la calma e il silenzio cercavano di rimettere in sesto i pensieri sconnessi di Seokjin, un pianto straziante di un bambino lo riportò alla realtà, facendo scattare la sua testa in avanti con gli occhi sbarrati: il suono era troppo vicino per provenire da uno di quei appartamenti che si trovavano davanti a lui. Immediatamente il ragazzo iniziò a guardarsi attorno, quasi spaesato, individuando, dopo qualche istante, dietro a un bidone della spazzatura, un fagottino bianco che si muoveva disperato. Il ragazzo si alzò di scatto, avvicinandosi cauto a quel pargolo che sembrava esser stato abbandonato da qualche mamma non ancora pronta a crescerlo: “ Ehi piccolo, shhh non piangere” sussurrò, osservando come, mano a mano che lo portava in braccio cullandolo, si calmava, aprendo i suoi grandi occhi verde smeraldo, allungando una manina sfuggita a quella coperta bianca fin troppo stretta che gli fasciava il corpo: “Chi ha potuto abbandonare una bambina bella come te?” si chiese, osservando quel piccolo visino dalle guance arrossate per il pianto di poco prima, notando meglio i suoi lineamenti dolci da bambina.

Jin deglutì appena sospirando ed osservando nuovamente il cielo che, si stava annuvolando troppo velocemente: “ Quindi questo dovrebbe essere il segno che ti ho chiesto questa mattina?” borbottò tra lui, riportando i suoi occhi color nocciola su quelli chiari di lei sentendo il cuore stringersi: “ Andiamo a casa, che ne dici?” disse sapendo che sarebbe stato difficile ma che avrebbe protetto e amato quella bambina come se fosse stata sua.


Come se fosse stato svegliato da qualche bel sogno che non avrebbe voluto che finisse, la voce metallica che riecheggiava attraverso gli altoparlanti arrugginiti, indicò la fermata in cui Seokjin doveva scendere e, con gli occhi sgranati e una piccola corsa dopo aver ripreso la sua valigetta, riuscì a scendere poco prima che le porte si chiudessero, facendolo sospirare, per poi osservare se avesse ancora tutto e non avesse dimenticato nulla: “Guarda cosa mi fai fare” pensò divertito rimettendo il telefono in tasca, dando la colpa alla piccola di casa anche se sapeva bene che non fosse davvero colpa sua.
“Finisci di mangiare la tua mela prima di iniziare a disegnare” ammise Namjoon che, ormai, sembrava vivere più a casa di Seokjin che nella sua: da quando aveva portato a casa la piccola Maelyeog, il ragazzo si era sempre adoperato per aiutare il suo migliore amico che, quasi disperato, gli aveva chiesto aiuto anche se mai aveva capito perché aveva deciso di portarla a casa con lui quel giorno: “E’ una povera bambina indifesa, non potevo lasciarla in mezzo alla strada!” esclamava sempre Seokjin ogni volta che Namjoon glielo chiedeva e lui non poteva far altro che abbassare lo sguardo e annuire a quella risposta sempre veritiera. Per diverso tempo fu lui l’unico che seppe della sua scelta, fu lui l’unico che lo aiutò a imparare a cambiare i pannolini e fu lui l’unico che lo difese davanti a suo padre che non aveva mai accettato quella sua scelta così azzardata, proprio durante quel brutto periodo per la loro azienda di cui Seokjin  sarebbe diventato l’erede di lì a poco: “ Nammie oppa, ma io non ne voglio più di mela” borbottò la bambina tirando la camicia celeste che era infilata nei pantaloni scuri dell’uomo: “ Io voglio andare a giocare” continuò, gonfiando le guance e portando il labbro verso l’esterno mostrando il suo adorabile sguardo da cucciolo: “ Quanta mela ti rimane?” chiese Namjoon con un sospiro mentre la bambina corse ad osservare il piattino rimasto sul tavolo: “Solo due pezzi” urlò alzando al cielo due piccole dita paffute: “ Puoi andare a giocare” sentenziò l’uomo, incamminandosi verso di lei, rubando un pezzo di quel dolce frutto e ricevendo un tenero bacio sulla guancia da parte di Maelyeog poco prima che si rialzasse: “ Grazie Nammie oppa!” esclamò saltellando felice verso camera sua, tirando fuori dei fogli da un cassetto e una piccola valigetta in metallo piena di colori.

La bambina si sdraiò a pancia in giù sul suo tappeto peloso azzurro, in tinta con le pareti della sua stanza per poi stendere il foglio ancora immacolato sul pavimento freddo iniziando a creare uno dei suoi capolavori che sarebbe potuto finire sul frigo come disegno del mese, accanto alle polaroid di famiglia, incollate con delle calamite colorate scelte accuratamente proprio da lei.

Namjoon aveva ormai finito di sistemare i piatti sporchi che, sicuramente per la troppa stanchezza, Jin aveva lasciato nel lavandino e, con un tonfo, si accasciò sul divano mentre sentiva la piccola Maelyeog canticchiare una qualche canzone imparata all’asilo che vagamente gli ricordava la sua infanzia passata a correre all’aperto e arrampicarsi sugli alberi per rubare quelle grandi pere del suo vicino di casa: con un sorriso, guardò lo schermo del telefono, notando un messaggio da parte del suo amico

Sto per tornare e ho un regalo anche per te, grazie Namjoon”

Lo lesse più volte prima di sbuffare intenerito da quanto bene volesse a quel pazzo ragazzo che conosceva da quando andavano alle scuole medie: “Ti sei messo a fare lo sdolcinato ora?” rispose, divertito, notando la faccina di una manina con il dito medio spuntare qualche istante dopo: “ Se la metti in questo modo, la cover di Ryan per il tuo telefono me la tengo io” commentò poco dopo facendo muovere velocemente i pollici sullo schermo a Namjoon che, sorpreso da quel regalo, cercava disperatamente di riaverlo indietro: “Sei un caso perso Kim Namjoon” rispose alle sue suppliche Jin, aggiungendo uno smile in preda alle lacrime dalle risate, mentre la testa del minore si accasciava sullo schienale del divano, contento di aver vinto anche quella battaglia.
Finalmente Seokjin si trovò davanti casa sua e i suoi occhi stanchi sembravano aver ritrovato una certa luce ed allegria: lentamente digitò i tasti del codice per aprire la porta di casa, i quali indicavano la data in cui aveva trovato il suo tesoro e, con un sonoro scatto, la porta si aprì facendo drizzare le orecchie alla bambina che scattò in piedi e corse verso l’uscio, facendo una piccola scivolata data dalle calze bianche che ancora indossava: “Sono tornato a casa” esordì il castano ad alta voce, mentre toglieva le scarpe che non riusciva più a sopportare ai piedi, finalmente libero da quella sensazione: “Papà!” esclamò la bambina mentre correva verso di lui che, con un gran sorriso, aveva spalancato le braccia prendendola al volo e abbracciandola forte, stringendola a lui: “ Mi sei mancata principessa” sussurrò lui, strofinandole la punta del naso con la propria: “ Anche tu mi sei mancato” sorrise la piccola facendogli notare quanto fosse stata brava ad essersi fatta quei teneri codini e, anche se erano comunque storti, Seokjin si complimentò con lei, dandole un bacio sulla fronte: “ Namjoon dov’è finito? Ho una sorpresa per lui, vuoi dargliela tu?” domandò mentre l’adagiava a terra, vedendola annuire: “Shh si è addormentato sul divano!” spiegò lei, piano piano che si avvicinavano al salotto, indicando al padre la figura esausta del suo amico: “ Allora adiamo ad appoggiare il pollo in cucina e poi gli facciamo una sorpresa, ci stai?” spiegò velocemente lui: “ Ci sto” ammise la piccola alzando il pugno che colpì quello del padre.

“Allora sei pronta?” chiese l’uomo mentre si passava una mano tra i capelli scompigliati che gli davano fastidio sugli occhi: “ SI” mimò con le labbra in modo da non fare rumore,  e si avvicinò cauta alla figura del ragazzo: “ Nammie oppa” lo chiamò lei leggermente spaventata, scuotendogli piano una mano: “ Nammie oppa!” lo chiamò di nuovo, alzando la voce dato che non ebbe nessuna reazione alla chiamata di prima: “Nammie oppa!” urlò questa volta, ormai sul divano, accanto a lui scuotendolo dalle spalle: “ Cosa? Che succede? Ti sei fatta male? Ci sono i ladri?” chiese spaventato guardandosi attorno mentre la bambina, divertita, cadde sulle sue ginocchia non riuscendo a smettere di ridere: “ No scemo, ma è dormendo che curi mia figlia?” entrò in scena Seokjin dandogli una leggera pacca sulla testa: “ Hyung! Scusa non volevo addormentarmi ma questa mattina mi sono alzato presto e non ho dor-“ venne interrotto da un pacchetto verdastro apparso davanti i suoi occhi: “ Stavo scherzando Namjoon-ie, non devi giustificarti. So che fai tanto e so che sei stanco quanto me ma continui ad aiutarmi, questo è per te dato che la volevi da tanto tempo” spiegò il maggiore, mentre prendeva in braccio la piccola che appoggiò un gomito sulla sua larga spalla, volendo osservare la reazione del suo oppa : “ Scartalo che poi mangiamo!” affermò Maelyeog, muovendo la sua piccola manina davanti il volto del ragazzo. Namjoon sorrise togliendo la carta verdastra, scoprendo il suo premio già svelato poco prima dal suo amico: “ Grazie” sussurrò con un gran sorriso facendo mostrare loro le sue tenere fossette che, immediatamente, furono toccate dalla bambina che si sporse verso di lui: “ Ora possiamo mangiare il pollo fritto?” chiese lei osservando i due uomini che scoppiarono in una risata, notando quanto amasse mangiare, proprio come il suo papà.
                     
Namjoon era ormai andato a casa da qualche ora, era rimasto con loro a cena solo perché la piccola di casa Kim lo aveva quasi implorato, attaccandosi al suo braccio come se fosse stata un koala: ormai era più forte di lui, Namjoon non riusciva a dire di no a quegli occhioni dolci che lei gli riservava ogni volta che desiderava qualcosa: “ Principessa hai finito di cambiarti?” domandò Jin fuori dalla porta bianca della sua stanza non appena avevano finito di vedere il film, le braccia conserte coprivano la macchia di salsa che era finita sulla sua camicia nuova a causa di una goccia caduta da una coscia di pollo fritto e i capelli erano ormai del tutto spettinati, lasciando che alcuni ciuffi cadessero sulla sua fronte, coprendola magicamente: “ Solo un momento” ammise la bambina dalla parte opposta, avendo desiderato la privacy necessaria, dato che ormai era capace di cambiarsi da sola: “ Fatto!” esclamò aprendo la porta, alzando le braccia al cielo facendo notare al suo papà quanto fosse stata, effettivamente, brava ad indossare quel pigiama intero a forma di scoiattolo.

“ Ma la mia bambina sta diventando grande” esclamò Seokjin, abbassando lo sguardo su di lei che saltellò felice, andando a sistemarsi sotto le coperte a fiori del suo lettino: “ Oh, oh papà ho fatto un disegno per te!” si ricordò, non appena avvicinò le coperte al collo, indicando al genitore dove lo avesse poggiato così da poterglielo far vedere: Jin spalancò gli occhi sorpreso, non appena notò una figura femminile accanto a quello che doveva essere lui: “ Vieni qua che ti dico chi sono!” esclamò entusiasta la piccola vedendolo sedersi al bordo del letto appoggiando la schiena allo schienale in legno: “ Allora: questo sei tu, questo è Nammie oppa, questo è Chim oppa, questo vicino a me è Kookie oppa, questo che fa finta di fare il broncio è Suga oppa, il sole è Hobi oppa e questo che mi vuole fare il solletico è Tae-Tae oppa” spiegò indicando con il suo ditino ogni persona raffigurata: ognuno di essi era un caro amico di Seokjin che ormai erano diventati parte di quella grande famiglia, ciascuno di loro lo aveva aiutato e, lo stava aiutando, a crescere la piccola Maelyeog a cui tutti volevano un gran bene, come se lei fosse la loro piccola sorellina da dover proteggere ad ogni costo.

 “ E questa signora vicino a me? Pensavo fossi tu prima” indagò l’uomo stranamente preoccupato di quale potesse mai essere la risposta: “Nooo, non sono io quella! Io sono vicino a Kookie oppa! Quella è la mia mamma” affermò con fare ovvio, facendogli gelare il sangue: “ La tua mamma?” domandò perplesso, cercando di non farle notare la sua preoccupazione: “ Si, la mia mamma, la vedo tutti i giorni all’asilo” affermò, accoccolandosi al suo peluche preferito, tirandosi le coperte fin sopra le orecchie quasi scomparendo.

Jin sbatté le palpebre incredulo e forse anche spaventato dopo aver ascoltato l’affermazione della sua bambina che continuava a chiamarlo, ma la sua voce sembrava ovattata alle orecchie del ragazzo: “ Papà!” urlò Maelyeog con tutto il fiato che aveva in gola, spaventandolo, ma ricevendo definitivamente la sua attenzione: “ Quindi ti piace? Posso metterlo sul frigo?” Seokjin deglutì, annuendo, cercando di farle uno dei suoi sorrisi migliori: “ Grazie papà, ti voglio tanto bene” sussurrò in uno sbadiglio mentre lui le accarezzava i capelli e le baciava la fronte: “ Te ne voglio tanto anche io, buona notte principessa” rispose piano l’uomo ormai in piedi con quell’enigmatico disegno, in mano al quale avrebbe sicuramente cercato una risposta.
  
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