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Autore: Shizue Asahi    06/03/2019    0 recensioni
Raccolta disomogenea sulla coppia Bolin/Jinora
Bolin è timido e impacciato, anche se è più grande di lei e ha già avuto altre – disastrose – esperienze prima; Jinora è quasi la sorellina di Korra – o sua nipote, non ha mai capito come funzionasse la faccenda della reincarnazione dell’Avatar – e l’ha vista crescere sotto i suoi occhi, hanno combattuto insieme e si sono salvati reciprocamente la vita tante volte, ma sul prato, là, da soli, le cose si fanno solamente più confuse e non è tanto sicuro di dove finisca la zona sicura dell’amicizia fraterna e inizi quella più scabrosa dell’attrazione
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bolin, Jinora
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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  • Questa sarà una raccolta disomogenea sul pairing Bolin/Jinora, quindi ogni capitolo non va letto come il continuo del precedente. Potranno esserci AU, nel caso verranno segnalate nelle note. Più che altro ho deciso di riunirle tutte insieme per non infestare il fandom con millemila storie su di loro;
  • prompt: ridere all’improvviso;
  • 721 parole;
 
 
 
 
 
Jinora è una nuvola di capelli castani e occhi chiari; è piccola e silenziosa, col passo felpato e i movimenti fluidi e impercettibili dei Dominatori dell’Aria. La prima volta che Bolin la incontra, quasi non la nota, troppo preso dal chiacchiericcio esuberante di Ikki o dagli scherzi rumorosi di Meelo. Jinora rimane in un angolo e li guarda, le labbra incurvate in un sorriso pacato e lo sguardo sereno.
Quando le sue visite al tempio si fanno più frequenti, la ragazzina è ancora un giunco che sembra muoversi spostato dal vento; si occupa dei fratellini, aiuta la madre nelle faccende e poi si concentra negli allenamenti il tutto con una flemma e un silenzio che talvolta Bolin quasi le invidia.
Bolin è chiassoso e rumoroso, ha il passo pesante dei Dominatori della Terra e una risata fragorosa che riecheggia per il tempio e disturba Tenzin durante la meditazione. I bambini lo adorano e ingaggia con loro giochi e avventure immaginarie. Talvolta Jinora si unisce a loro e Bolin rimane sempre sorpreso dal silenzio di quella figura sottile e piccolissima. Col tempo Jinora dimostra di avere la lingua un po’ tagliente di nonna Katara e di aver preso la  propensione a cacciarsi nei guai di nonno Aang.
 
*
 
Crescendo, Jinora non cambia. Rimane pacata e sorridente, un’oasi di silenzio a cui Bolin approda di tanto in tanto, quando la giornata è stata particolarmente lunga o impegnativa. La ragazza lo accoglie con quel sorriso sottile e amorevole – quasi materno – e Bolin avverte immediatamente la tensione e la stanchezza scivolare via. Tenzin non approva che rimangano da soli, ma Jinora non è più una bambina – la sua bambina – e si limita a rivolgere a Bolin una serie di occhiatacce e a sproloquiare proverbi e ammonizioni ricchi degli insegnamenti dei Nomadi dell’Aria sull’astinenza. Bolin non capisce cosa voglia dirgli e Jinora diventa improvvisamente tutta rossa quando prova a chiedere a lei.
 
*
 
Talvolta Jinora legge per lui e a Bolin piace molto il modo in cui modula la voce per tenere alta la sua attenzione o per enfatizzare questo o quel passaggio. Rimangono stesi per ore sul prato del tempio, con l’erba che gli pizzica appena la pelle e i piccoli piedi di Jinora abbandonati sulle sue gambe. Ogni volta che sono da soli, la distanza tra di loro diminuisce
Bolin è timido e impacciato, anche se è più grande di lei e ha già avuto altre – disastrose – esperienze prima; Jinora è quasi la sorellina di Korra – o sua nipote, non ha mai capito come funzionasse la faccenda della reincarnazione dell’Avatar – e l’ha vista crescere sotto i suoi occhi, hanno combattuto insieme e si sono salvati reciprocamente la vita tante volte, ma sul prato, là, da soli, le cose si fanno solamente più confuse e non è tanto sicuro di dove finisca la zona sicura dell’amicizia fraterna e inizi quella più scabrosa dell’attrazione.
Jinora sembra ignara di tutto, assorta nella lettura e Bolin la trova bella e sa irrimediabilmente che Korra lo ucciderà.
 
*
 
Non si era mai reso conto che Jinora avesse le lentiggini, finché non si è ritrovato il suo viso a un palmo dal naso e le ha viste. Una decina di macchioline appena più scure del resto della pelle, sul naso e sulla guancia sinistra, vicino l’angolo dell’occhio. La pelle è liscia e appena arrossata dal sole e Jinora è cresciuta tanto che ormai la sua testa castana gli arriva al mento. Ha diciotto anni ed è una donna, con la fronte e il corpo tatuati con i segni dei mastri del Dominio dell’Aria e improvvisamente Bolin realizza che c’è una certa aspettativa nel modo in cui lo guarda, socchiude le labbra e chiude gli occhi.
Bolin borbotta una serie di cose, sentendosi di nuovo l’adolescente impacciato e incapace di qualche anno prima, con le orecchie che gli prudono per l’imbarazzo e spinge il naso contro quello della ragazza chiedendosi se ha toccato una di quelle lentiggini tanto graziose.
Il libro che Jinora gli stava leggendo giace abbandonato tra di loro e Jinora sbuffa e mastica un maledizione prima di arrendersi ed essere lei a baciarlo.
 
Avvertono appena la risata improvvisa di Meelo e Ikki, nascosti chissà dove e Bolin registra con meno attenzione del dovuto che probabilmente è un uomo morto.
 
 
 
 
 
   
 
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