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Autore: Cresco    06/03/2019    3 recensioni
E' possibile per due feroci rivali trasformarsi in due care amiche? Quando Shampoo ed Akane ricevono due strani braccialetti scoprono, loro malgrado, una realtà alternativa dove non c'è limite al possibile...
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nuovo lavoro iniziato su gentile concessione di Derekloffin. Come la precedente si tratta di una fanfiction iniziata parecchio tempo fa (la prima versione risale addirittura al 1997!) ed ancora in corso dopo più di trenta capitoli accumulati. La storia era dal principio inscritta in una serie chiamata "The Altered Destinies" a cui avevano preso parte diversi autori, tra cui Jim Bader, ma l'autrice ha in seguito deciso di rimetterci mano su Fanfiction.Net con discreto successo, considerando le centinaia di recensioni positive e followers che si sono cimentati in seguiti apocrifi. 

Ringrazio preventivamente chi vorrà dare un'opportunità al progetto. In fondo alla pagina troverete link sulla storia originale e per approfondimenti sui nomi riportati. Buona lettura...




Prologo - Uno di quei giorni




Era uno di quei giorni che avevano spinto Shampoo a chiedersi perché si fosse alzata dal letto. Oh, sembrava iniziato abbastanza bene, ma da quel momento era pronta a considerarlo un disastro totale.

Era un peccato, in effetti. Aveva ricevuto un giorno libero dalla sua bisnonna ed aveva deciso di sfruttare il tempo libero a disposizione per ottenere un appuntamento con Ranma. Le sue possibilità non erano le migliori. In realtà sapeva bene quanto fossero ridicole. Senza un qualche tipo di aggeggio con cui contrattare, Shampoo non sarebbe mai riuscita a trascorrere con lui un periodo di tempo significativo, ma tentare non le dava mai fastidio. Inoltre stava giungendo alla conclusione che, a meno che non riuscisse a portarlo ad un appuntamento privo di qualsiasi ricatto, non avrebbe mai fatto davvero dei progressi con il ragazzo.

E così era partita quella mattina per cercare il suo amore e chiedergli di uscire con l’aiuto di una piccola porzione fresca di ramen per solleticare il cuore del ragazzo attraverso il suo stomaco. Lo aveva trovato a vagabondare per il quartiere poco dopo una discussione con la sua presunta fidanzata e sembrava davvero di pessimo umore. Shampoo aveva letto varie storie su come approfittare di quell’arco di tempo per creare un varco che le sembrava essere alla sua portata, ma non era stato così. Gli stava per chiedere di uscire quando la menzionata fidanzata ha deciso di mostrarsi. Vedendo Shampoo insieme a Ranma aveva subito avuto uno dei suoi soliti attacchi ed aveva provveduto a bagnarli entrambi con una secchiata d’acqua fredda. 

Shampoo detestava la sua maledizione. Quando le due trasformazioni furono completate Ranma, che era mortalmente terrorizzato dai gatti, non aveva preso bene la nuova forma di Shampoo, ora appesa al suo braccio ed aveva cominciato una corsa frenetica per la strada. Sfortunatamente, a causa del suo ritmo accelerato, Shampoo non poté far altro che cercare di resistere fino a quando non rallentò il necessario da permetterle di saltare via. Naturalmente ci vollero quasi dieci isolati prima che Ranma potesse concludere il viaggio contro un muro che gli crollò addosso. 

Quando Shampoo era giunta sul posto, Ranma se n’era andato da tempo. Come se non bastasse, quando era tornata per cercare i suoi vestiti questi risultavano dispersi o rovinati dai passanti. Inutile spiegare lo stato d’animo dell’Amazzone.

Alla fine era riuscita a tornare a casa, riassumere il suo aspetto e procurarsi dei nuovi abiti, ma il suo ottimismo mattutino era stato fatto a pezzi. In effetti, c’era bisogno di molto autocontrollo per non prendere la sua spada e andare a caccia delle pretendenti di Ranma. Tuttavia era riuscita a trattenere l’impulso e si era messa in cammino per una passeggiata distensiva nel mercato.

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Era uno di quei giorni che avevano spinto Akane a chiedersi perché si fosse alzata dal letto. Oh, sembrava iniziato abbastanza bene, ma da quel momento era pronta a considerarlo un disastro totale.

La giornata era iniziata in maniera incoraggiante. Akane si era esercitata per settimane, coll’aiuto del ricettario della sua defunta madre, per preparare il pranzo perfetto. Beh, più o meno. Era una semplice omelette al formaggio. Voleva provare qualcosa di più stuzzicante, ma a seguito della persuasione amichevole di Kasumi e della zia Nodoka si era limitata ad un piatto semplice.

Anche per quello, tuttavia, erano servite settimane perché andasse bene. L’aveva bruciata così tante volte da divenire irrimediabilmente scoraggiata, ma con una gran dose di pazienza e seguendo alla lettera le istruzioni finalmente era stata in grado di prepararla ed era pronta a dimostrarlo.

E quale era stata la reazione di quello stupido di Ranma per i suoi sforzi di svariate settimane? Lui e quello stupido di suo padre avevano buttato il piatto direttamente nello stagno, rovinandolo completamente. Inutile dire quanto Akane si fosse infuriata. Aveva dato inizio ad una lite inevitabile che era terminata quando Ranma era stato lanciato fuori da casa.

Tuttavia, dopo un’ora di pace, Akane si era sentita pronta a perdonarlo. Dopotutto si era trattato di un incidente ed, ora che aveva imparato, poteva semplicemente farne un altro. Quindi, pestando il suo orgoglio, si era decisa a trovare Ranma e scusarsi. Bene, non è andata esattamente in quel modo. 

Invece di trovare Ranma girare a vuoto, lo aveva scovato a mangiare allegramente dei ramen fornitigli da una nota civetta cinese. L’umore di Akane era già provato e quella vista fu troppo per lei. Afferrato un secchio d’acqua aveva inzuppato la coppia e il risultato era stato istantaneo. 

Akane non si era soffermata a valutare le conseguenze, preferendo dirigersi  semplicemente verso casa, ma purtroppo non ce l’aveva fatta. A meta strada circa si era imbattuta in una delle poche cose capaci di infastidirla più di Ranma: Kuno. Una volta spedito nella stratosfera, si era sentita vicina a piangere per la frustrazione, così aveva deciso di cambiare la destinazione al mercato locale per potersi sbollire. 

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Fu così che entrambe le ragazze si erano fatte strada attraverso il mercato affollato, di pessimo umore ed inconsapevoli della presenza dell’altra nello stesso posto. Ben presto, però, la situazione sarebbe cambiata, perché entrambe si accorsero di una nuovo negozio nel quartiere. Era una gioielleria, con un vasto assortimento di articoli pittoreschi e senza dubbio costosi in esposizione.

Per Shampoo si trattò di una gradita distrazione. Quando la vide, si diresse immediatamente al suo interno, pensando che, se non altro, avrebbe potuto trovare qualcosa di carino per riscattarsi dalla giornata miserabile che stava vivendo.

Akane fu più riflessiva. La sua famiglia non navigava proprio nel denaro, quindi dubitò che potesse permettersi qualsiasi cosa e poi non era una a cui piaceva andare in giro sfoggiando roba costosa. Tuttavia la curiosità e il bisogna di distrazione alla fine ebbero la meglio su di lei e la fecero dirigere dentro per una un’altra porta.

Nessuna delle due notò l’altra entrare ed entrambe furono presto assorbite nell’esaminare le merci che le circondavano. Ognuna cominciò a camminare verso i lati opposti di una vetrina fino a quando si incontrarono e si scambiarono uno sguardo che prometteva una valanga di guai.

Osservando l’intera scena dalla distanza, un uomo sorrise e parlò tra sé.

“Sembra sia il mio momento.”

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“Che cosa fai qui?”

Chiese Shampoo dopo un momento, cominciando a cercare una scusa qualsiasi per far inviperire la ragazza ed ottenere una soddisfazione per quel che era accaduto quella mattina.

“Sto solo guardando in giro. E’ un problema per te?”

Rispose Akane con tono di sfida, niente affatto minacciata dall’Amazzone.

Seguì un momento di tensione. Ognuna delle ragazze stringeva inconsciamente i pugni, pronta a combattere. Tuttavia, senza ulteriori parole, l’assennatezza ebbe temporaneamente ella meglio quando Shampoo si voltò con uno sbuffo. Akane presto imitò il gesto.

In quel momento l’uomo arrivò, esibendo un sorriso che passava da un orecchio all’altro e con cui salutò le giovani. 

“Salve, signorine, posso aiutarvi?”

“In realtà, non stiamo insieme”

Precisò Akane, cercando di recuperare la calma.

“Oh, capisco.”

Rispose l’uomo pensieroso e concentrò la sua attenzione su entrambe le ragazze, notando come non riuscissero a guardarsi a vicenda.

“Però sembra che vi conosciate.”

Soggiunse alzando un sopracciglio.

“Shampoo conosce Akane, ma lei non piace a Shampoo!”

“Lo stesso per me.”

Akane rispose con voce calma, facendo in modo che entrambe si voltassero per squadrarsi con rabbia.

L’uomo continuò a sorridere durante quel confronto silenzioso.

“Per curiosità, questo ha qualcosa a che fare con un interesse d'amore comune?”

La domanda sorprese le ragazze, facendole dimenticare momentaneamente l’una dell’altra e volgersi verso di lui.

“Ah, queste cose possono intralciare facilmente le amicizie.”

Entrambe sembrarono scioccate da quell’allusione. 

“Shampoo non è amica di Akane!”

L’Amazzone parlò per prima, schernendo Akane mentre lo disse.

Akane ricambiò lo sguardo.

“Come se io volessi esserlo, poi!”

Disse retoricamente Akane, facendo arrabbiare ancor più Shampoo.

“Signorine, per favore, non ce ne è bisogno.”

Si intromise l’uomo, intuendo come le due si stessero avvicinando al punto di ebollizione.

“Solo perché siete in competizione tra di voi, non significa che dobbiate essere nemiche.”

“Chi ha detto qualcosa su una competizione? Può avere quel cretino, per quanto mi interessa.”

Dichiarò Akane con uno sbuffo, ma Shampoo non sembrò convinta e si lasciò sfuggire una risata incredula.

“Akane mente! Akane tiene a Ranma, altrimenti perché è così gelosa?”

Shampoo iniziò a scivolare dalla morsa della sua rabbia mentre premeva su un argomento che sapeva quanto Akane detestasse. Ottenne la reazione attesa quando Akane si voltò bruscamente per affrontarla.

“Che cosa? Sei pazza se credi che possa davvero piacermi quel pervertito!”

Cogliendo l’opportunità, Shampoo andò avanti.

“Allora perché tenere Ranma lontano da Shampoo?”

Akane fu presa alla sprovvista a causa di quanto aveva detto. Esitò e cambiò argomento.

“Pensi di poterti prendere tutto ciò che vuoi?”

“Signore, per favore!”

L’uomo in disparte insistette nuovamente. Sarebbe potuto essere molto più difficile di quanto pensasse.

Entrambe le ragazze lo degnarono a malapena di uno sguardo, ma alla fine scelsero di darsi le spalle disgustate.

“Non credete entrambe che sareste molto più felici se poteste mettere da parte questo odio?”

“E’ colpa sua! E’ sempre in giro quando non ce n’è bisogno…”

“Shampoo non importa cosa Akane vuole! Ranma è marito di Shampoo.”

“Lui non è tuo marito!”

Akane tornò a fissarla, ma Shampoo non raccolse la sfida.

Prima che o scontro degenerasse ulteriormente, l’uomo si intromise di nuovo.

“Venite con me, credo di avere qualcosa fatta per voi. Sono disposto a scommettere che entrambe starete molto meglio se riuscirete ad andare d’accordo.”

Le ragazze si osservarono mentre meditavano sulla proposta. Akane rispose per prima.

"Potrei tentare, ma Shampoo…”

Scosse la testa per poi interrompersi. 

Shampoo rimase sorpresa. Non era la risposta che si sarebbe aspettata dalla sua rivale. Per non essere da meno, parlò subitò.

“Shampoo è in grado, Akane no.”

Avvertendo la sfida all’interno della frase, Akane si arrabbiò per l’ennesima volta.

“Ehi, sei tu che causi sempre guai!”

“Non è vero!"

“Eccome se lo è!”

“Ah, Akane è solo gelosa!”

“Smettila di dirlo. Non sono gelosa!”

“Per favore, per favore, signore, non ce ne è bisogno. Non potreste mettere da parte le vostre differenze per un attimo?”

Sul momento la rabbia continuò a scorrere tra le due ragazze, ma lentamente calò mentre prendevano in considerazione la proposta. Shampoo fu nuovamente sorpresa dal fatto che Akane fosse la prima a parlare.

“Non funzionerebbe, ma potrei tentare."

Mormorò la più giovane delle Tendo, voltandosi verso Shampoo in un modo che sembrava dire “Tanto non ci riuscirai mai”.

Shampoo non era più interessata all’argomento. Essere superata da Akane era un qualcosa che non avrebbe mai permesso. Quindi le bastò un secondo per annuire ed aggiungere il proprio consenso.

“Shampoo anche vuole.”

Con un cenno di approvazione, l’uomo si voltò e si diresse verso un bancone vicino. 

“Bene. Restate lì un momento.”

Le ragazze lo osservarono rovistare in un armadietto ed alla fine ritornò con un paio di braccialetti, ognuno ornato e levigato con una splendente lucentezza dorata. Uno era decorato con degli strani dragoni, simili a serpenti, arrotolati l’uno sull’altro e con un portamento orgoglioso. L’altro mostrava dei falchi nell’atto di spiccare il volo. Mentre consegnava il braccialetto del drago ad Akane e quello del falco a Shampoo, il venditore riprese a parlare.

“Sono chiamati braccialetti dell’amicizia. Sicuramente è una traduzione libera del loro vero nome, ma forse comunque adatta. Si racconta che, molti anni fa, i capi di due paesi in guerra ebbero questi braccialetti in dono per mettere fine a quel conflitto insensato. Il giorno in cui se li scambiarono, la guerra finì e divennero amici per il resto della loro vita. Alcuni sostengono addirittura che l’affetto esistente tra i due sia stato instillato nei braccialetti e che se due persone sceglieranno volontariamente di scambiarseli diventeranno amiche per sempre.”

Quando l’uomo finì il racconto, le ragazze guardarono i braccialetti con aria scettica. 

“Ovviamente si tratta solo di una leggenda, ma non ho mai avuto l’occasione di accertarmene. Cosa ne dite? Se siete davvero intenzionate a fare un tentativo vi darò i braccialetti, ma ad una condizione. Dovrete scambiarveli, esattamente come fecero i re del passato.”

Le due giovani non sembravano convinte. I due oggetti erano sicuramente costosi e sfoggiarli sarebbe stato molto piacevole. Forse non avevano proprietà magiche, ma non si poteva mai dire. Dopo un momento tornarono a guardarsi considerando la situazione.

Questa volta fu Shampoo a sorprendere Akane quando porse la mano con il braccialetto. Akane rimase incerta per un secondo. “In fondo cosa ho da temere?” si chiese e, senza aggiungere niente, imitò il gesto.

Una volta completato lo scambio le ragazze, non sentendosi per nulla diverse, si girarono verso l’uomo.

“Era così difficile? Ovviamente no!”

L’uomo rise dopo essersi risposto.

“E’ sicuro che possiamo tenerli? Sembrano di grande valore.”

“Non hanno prezzo, ma sono vostri.”

“Sei molto generoso.”

Disse Shampoo con un sorriso.

“Non preoccupatevi. La mia ricompensa è stato poter vedere due persone porre fine ad una sfida inutile. Ora, c’è qualcos’altro in cui posso servirvi…?”

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Dopo poco tempo, le ragazze lasciarono il negozio di gioielli con l’umore decisamente migliorato e presero strade separate. Nessuno, né loro né i passanti, videro il negozio iniziare a scomparire, fino ad essere sostituito da uno spazio vuoto.

L’uomo rimase lì per un momento, complimentandosi con se stesso.

“Buona fortuna, ragazze. Avete una strada impervia di fronte a voi, ma penso che ne trarrete giovamento alla sua conclusione.”

“Beh, questo sarà da vedersi.”

L’ultima frase venne pronunciata da una misteriosa voce femminile dietro, a cui l’uomo annuì mentre anche lui si smaterializzava.

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Quella notte Akane decise di dormire con il braccialetto. Non sentiva nulla di strano rispetto a quella mattina ed era già pronta a dismettere l’intera leggenda come un racconto di fantasia. 

Io e Shampoo amiche… Figuriamoci. Torneremo a sfidarci nel giro di una settimana."

Sopraggiunge uno sbadiglio mentre formulava quel pensiero. Avvicinò la mano verso  l’interruttore della sua lampada per spegnerla. 

“Oh, vabbè…”

Mormorò lentamente mentre le oscurità l’avvolsero. Sprofondando nell’incoscienza, non riuscì a reprimere un moto di delusione.

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Dall’altra parte della città, Shampoo si era sentita ugualmente predisposta per addormentarsi con il braccialetto. Anche lei si chiese quanto ci fosse di reale nella leggenda, non sentendo alcun influsso mistico su se stessa. Rispetto a quando si era svegliata non avvertiva sentimenti diversi nei riguardi di Akane, perciò smise di pensarci.

Akane si intromette sempre nei miei progetti. Non potrebbe mai piacermi...”

Il suo cipiglio mentre formulava quel concetto venne, però, fu prontamente scalzato da una velata tristezza. 

…Ma sono stanca di dovermi confrontare con lei ogni volta. Potrebbe essere bello, per una volta… avere un’amica…

Ricordò come per lungo tempo si fosse sentita un’estranea in Giappone. 

Però Akane…

L’Amazzone scosse la testa e chiuse gli occhi, addormentandosi all’istante.

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A notte inoltrata le due ragazze dormivano profondamente. All’improvviso i braccialetti cominciarono a brillare debolmente in contemporanea. Il bagliore crebbe gradualmente di intensità, eppure nessuna delle ragazze vendere svegliate dalla luce. Al suo culmine il bagliore riempì le loro camere e in un lampo scomparvero.

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Circa dieci anni fa, Casa Tendo era consumata dal dolore. Erano passati solo pochi giorni dal funerale di Kimiko, ma il trascorrere del tempo sembrava fare molto poco per alleviare il dolore della perdita. Il capofamiglia Soun Tendo stava continuamente nella sua stanza, osservando una vecchia foto di Kimiko scattata in un momento assai più felice. Stava sorridendo ed il suo sorriso in altre circostanze avrebbe portato la pace nel suo cuore, ma da quando se ne era andata tutto quello a cui riusciva a pensare mentre la contemplava era che non avrebbe mai più potuto rivederne di nuovi. Nonostante i suoi tentativi, non riusciva a scrollarsi di dosso quella disperazione. Era cosciente di come le sue figlie avessero bisogno di lui, ma in quel momento non riusciva a trovare nemmeno la forza per rincuorare se stesso. Qualsiasi suo tentativo sembrava solo renderlo sempre più preda delle memorie del passato. Neanche le arti marziali, il suo ultimo rifugio, avevano migliorato la situazione, visto che  ogni volta che andava nel dojo per tenersi impegnato con gli allenamenti gli tornavano in mente tutto il tempo che aveva condiviso con Kimiko in quello stesso luogo. Era semplicemente un dolore troppo grande da sopportare.

Dopo aver riposto la foto in un cassetto cominciò a pensare.

Cosa devo fare, Kimiko? Credo di non essere in grado di andare avanti senza di te.

Fuori dalla stanza, Kasumi, Nabiki ed Akane si erano raccolte intorno al tavolo della stanza principale e sembravano essere in condizioni migliori di loro padre. Mentre Kasumi stava seduta a leggere il vecchio ricettario di suo madre rinvenuto proprio quella mattina, Akane e Nabiki restavano immobili ad osservare lo stagno. Il silenzio permeava ciascuna delle ragazzine, pensierose sulla direzione che avrebbe preso la loro vita da quel momento. 

Kasumi decise di spezzare quel silenzio soffocante.

“Dov’è nostro padre?"

“Nella sua stanza, credo…”

Nabiki rispose con un sospiro. La sorella maggiore non poté far altro che imitarla mentre la quiete tornava ad avvolgerle.

Un rumore alla porta spazzò via quello stato d’animo generale. Le tre ragazze si alzarono e Kasumi andò ad aprire. Sulla soglia apparve un uomo di mezza età elegantemente vestito e sorridente. Ad Akane parve di conoscerlo, ma non seppe dire come.

“Buongiorno, signorine. E’ la residenza della famiglia Tendo?”

“Si.”

Mentre Kasumi gli rispondeva, Soun scese le scale del piano superiore.

“Oh, ottimo. Kimiko Tendo è in casa?”

Le sorelle abbassarono lo sguardo a quella domande. L’uomo si volse verso il capofamiglia con un’espressione confusa.

“Mi dispiace. Kimiko è… era mia moglie. E’ morta una settimana fa.”

“Oh, cielo. Le faccio le mie scuse - l’uomo parve sinceramente rattristato - Avevamo cercato di contattarla diverse volte… ma sicuramente eravate occupati, non vi biasimo. Le mie condoglianze. Ritornerò…”

“Non si preoccupi. Non ha fatto niente di male - Soun rispose rapidamente, non volendo lasciarsi sfuggire quell’opportunità per distrarre la mente - Qual è la ragione della sua visita?”

“Beh, vostra moglie aveva partecipato ad un concorso di poesia un mese fa e il suo lavoro ha ottenuto il secondo premio.”

“Sul serio?”

Gli occhi di Nabiki si illuminarono, ma il padre la zittì con un gesto della mano. 

“Certamente. Ovviamente, in qualità di marito ha il diritto di accettare il premio al suo posto. Ma immagino non sia…”

“Non c’è problema. In cosa consiste il premio?"

“Una vacanza di una settimana a Hong Kong. Il biglietto è valido per l’intera famiglia - I Tendo furono sorpresi e le ragazze guardarono il loro padre, domandandosi come avrebbe risposto - Sfortunatamente l’offerta scadrà tra due giorni. Cercherò di farvi rimborsare il…”

“No - Soun intervenne deciso ed abbassò lo sguardo verso le figlie. Si osservarono a lungo e finalmente un sorriso stanco apparve sul suo volto - Accetterò il viaggio. E’ l’ultimo dono che Kimiko ha voluto fare alla sua famiglia e non c’è ragione di sprecarlo.”

L’uomo tornò a sorridere.

“Capisco. Allora cercherò di far organizzare immediatamente i preparativi.”

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Quel viaggio di una sola settimana a Hong Kong si trasformò subito in una piccola gita nella Cina confinante, che si evolse in un'escursione di nove anni per tutto l’Estremo Oriente. Così, quando un certo giovane artista marziale fece il suo arrivo a Nerima, trovò una situazione diversa da quanto si sarebbe aspettato.
 


Bibliografia


https://www.fanfiction.net/s/5432190/1/Most-Unlikely-of-Friends

https://jusenkyo.fandom.com/wiki/The_Altered_Destinies

https://www.fanfiction.net/u/6460847/The-Altered-Destinies

https://jusenkyo.fandom.com/wiki/Jim_Robert_Bader





 
  
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