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Autore: Arianne_96    07/03/2019    2 recensioni
[Il Paradiso delle Signore Daily +123]
Personaggi: Luciano Cattaneo, Clelia Calligaris
Dal testo:
Lei continuò ad osservarlo come se fosse un’utopia divenuta realtà, come se tutta la felicità scomparsa e tutte le avversità a cui ha dovuto far fronte si fossero annullate in quel preciso istante, donandole tutta l’armonia di cui aveva realmente bisogno.
Lui rispose sentendosi vivo per la prima volta, sentendosi come se la sopravvivenza ad una vita che lo stava spegnendo sempre di più, fosse divenuta futile… o che fosse servita per farlo sentire così presente, come se stesse nascendo per la prima volta, come se stesse percependo la vita vera, adesso, a soli quarantaquattro anni.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Luciano la strinse forte a sé, avvolgendole la vita con le braccia, percependo il calore che le mani fredde di Clelia gli trasmisero, non appena le poggiò sulle sue.
Il viso parzialmente coperto e cullato dalla morbidezza dei capelli di lei, la fronte corrugata e lo sguardo contratto in una morsa di sofferenza.
Chiuse gli occhi cercando una carezza nei suoi capelli, annusandoli per perdersi nel profumo che emanavano, imprimendo per bene, nella sua mente e nel suo cuore, la sensazione che stava vivendo.
«Mi serve ancora qualche giorno per organizzare la partenza. – iniziò a dire, con un tono quasi fermo che stava contraddicendo il dolore in cui era immerso il suo volto – Avremo modo di salutarci con calma.» concluse, cercando di convincere sia sé stessa che il ragioniere, avvertendo il suo scuotere la testa come un senso di disapprovazione: non poté accettarlo, non volle accettarlo.
«Io non ti lascio.» le sussurrò appena, facendo trasparire tutto il suo tormento.
 La strinse ancora di più, riconoscendo l’estrema necessità di averla al proprio fianco, ogni giorno, nei  piccoli attimi di quotidianità condivisi.
«È tutto il giorno che penso a come farò ad andare avanti senza di te. – le confessò, quasi come se fosse una colpa, quasi come se fosse un’amara verità con cui mai si sarebbe scontrato. – E sono giunto ad una conclusione. – La voce macchiata dall’ombra di un pianto che non sarebbe arrivato. – Io non ci riuscirei.» disse, infine, come se quella rivelazione fosse sempre stata lì, in attesa di essere professata per poter, finalmente, concretizzare quanto quel sentimento presente in lui fosse vivo e reale.
Luciano schiuse gli occhi, ritrovandosi a fissare un punto fisso nel vuoto.
La sua mente si ritrovò a pensare ad una frase detta qualche minuto prima dalla donna che stava tenendo in un abbraccio esigente, come se la sua sola presenza bastasse per colmare un vuoto che gli attanagliava l’animo da un tempo fin troppo lontano.
«Forse è un bene che io me ne vada adesso. Perché, quello che c’è fra noi… qualunque cosa sia – distolse lo sguardo –, non può andare avanti.»
Si ritrovò a ripensare al momento in cui gli aveva confidato del piccolo Carlo e a delle parole che mai avrebbe scordato.
«Lo sa, la vita, a volte, ci mette davanti ostacoli che ci sembrano difficili da scavalcare. E poi, però, ci fa incontrare persone come lei… per aiutarci a superarli.»
La sua mente si soffermò sull’immagine di quel sorriso mostratogli poco dopo: radioso, brillante, ma, soprattutto, sincero. I suoi occhi, inoltre, emanavano una totale ed assoluta gratitudine.
A quella veduta, il suo volto assunse un’espressione sorpresa e quasi incredula: gli occhi verdi si sgranarono, la bocca si socchiuse. Sentì il proprio cuore mentre veniva pervaso da un calore a cui non era più abituato.
Luciano sapeva cosa fosse quel “Qualunque cosa sia”. Lo sapeva bene. Benissimo.
«Io ti amo, Clelia.» e sussurrandole queste parole come se fossero una carezza, finalmente, si liberò.
Per troppo tempo aveva lasciato che restasse lo spettatore della sua stessa vita, adeguandosi, sì, a condurre un’esistenza dignitosa, a tratti colorata grazie alla presenza dei suoi figli ma sempre con quel velo d’infelicità che aveva oscurato il verde dei suoi occhi. Ed adesso? Adesso quel verde era tornato a brillare, a possedere quella speranza che aveva – sempre – reso unico quel colore. Da cinque mesi era ritornato a respirare. Aveva trovato il coraggio di rischiare. Di rischiare per essere nuovamente felice. Voleva amarla e voleva esprimere l’immensità del suo sentimento senza reprimerlo più ma vivendolo appieno, come se fosse la prima volta.
Immerse nuovamente il viso nei capelli di lei, in cerca dell’ennesimo gesto d’affetto, quando ad un tratto Clelia interruppe il contatto facendo incontrare i suoi occhi con quelli di Luciano.
Lo guardò stupefatta, certa di non essere sicura di aver appena sentito quelle due parole.
Tutta la fragilità mostrata fino a qualche attimo prima, lasciò il posto ad una precisa serietà trovando una forza che mai aveva visto sino ad ora.
«Parto con te.» la voce decisa ma vellutata, quasi soffiata.
L’idea di poterla perdere non fu contemplata. E quelle parole non furono la conseguenza di un impulso, dettato dall’impeto di un momento. Erano il risultato di una decisione su cui aveva ragionato per tutto il pomeriggio. Avrebbe affrontato le conseguenze che sarebbero sopraggiunte, erano il prezzo della sua felicità ritrovata. Era paradossalmente sereno in quel frangente, ed era pronto ad assumersi le sue responsabilità.
Clelia sbatté le palpebre un paio di volte. Distolse lo sguardo da quello di lui per un attimo, si sentì frastornata, disorientata. Era stupita.
E lo rimase ancora di più quando vide l’ardore che il verde dei suoi occhi le infusero.
Ti amo, Clelia. Parto con te.”, non lo aveva sognato, giusto?
Non ebbe il tempo di capirlo.
Quella frase le fece tremare l’anima.
Poggiò la mano sinistra sul collo niveo di Luciano azzerando, subito dopo, la distanza presente tra i loro volti.
Lo baciò. Lo baciò con un tale bisogno da tramutare quel gesto in bacio veemente, travolgente. La necessità di poter nuovamente perdersi tra le sue labbra rosee vinse sulla sua lucidità.
Il suo vissuto le impedì, per un tempo che le era parso infinito, di poter tornare a credere che anche a lei era concessa della sana e pura tranquillità. Ma, come poteva tornare a fidarsi degli uomini dopo le violenze subite? Come poteva evitare alla paura di dormire nel suo stesso letto e di accompagnarla in ogni passo percorso?
Eppure, la conoscenza del ragionier Cattaneo le aveva restituito quella fiducia di cui aveva bisogno. Il suo essere così solido, affidabile, onesto, le aveva restituito un sorriso appena accennato che, in quei pochi mesi, era diventato sempre più presente. E adesso, Luciano le aveva appena regalato quel futuro sereno che faticava ad apparirle anche in sogno.
Lui rispose con la stessa intensità, con lo stesso bisogno, con lo stesso desiderio di poter manifestare il loro amore anche attraverso un gesto così intimo e quasi scontato. Perché se per gli innamorati era una consuetudine scambiarsi delle effusioni come queste, per loro non lo era. Per loro, che non avevano mai avuto il coraggio d’identificare quel sentimento che li univa, quel legame che in un così breve tempo era divenuto indissolubile, significava toccare il cielo con un dito per poi ricadere bruscamente sul suolo.
Luciano percorse la schiena di lei tastandola con le sue mani, attraverso la stoffa nera del tailleur. Quel tocco, oltre a trasmetterle un leggero tremolio, la fece sentire al sicuro.
Clelia continuò a far perdere le sue dita nella cute di lui, passandole tra i capelli.
Indietreggiarono sempre di più, fino a scontrarsi con la scrivania.
Interruppero il loro terzo bacio per lasciarsi andare ad un piccolo risolino, l’uno sulle labbra dell’altro.
Ci fu un attimo di silenzio.
Fecero incrociare i loro sguardi.
Verde sul verde.
Due sfumature diverse, ma con l’esigenza di mescolarsi per darne forma ad una nuova.
Lei gli sorrise.
Gli mostrò un sorriso che lo disarmò.
Credette di aver visto il suo cuore pulsare dalla felicità, forse per la prima volta, dopo un tempo in cui tutto sembrava esserle scivolato via.
Se avesse potuto, avrebbe scattato una fotografia per poter rendere immortale quel momento, incurante del fatto che lo stesse già facendo attraverso i suoi occhi ed utilizzando la memoria del proprio cuore.
«Luciano – sussurrò il suo nome, accompagnato da quel sorriso a fior di labbra che aveva invaso tutto il suo volto – Ti amo anche io.» gli confidò, come se quella verità fosse ancora un segreto da tenere ben custodito – e protetto – dalla gente, dalla cattiveria di cui era sovrana. Ciò che li univa era talmente puro e sincero, che alle persone sarebbe risultato quasi impossibile da comprendere. Sarebbe stato più facile macchiarlo. Come può l’amore essere disonorato? E dov’è la colpa in due persone dalle anime spezzate se, dall’immenso dolore con cui condividono le giornate, sono riuscite a trarne fuori un sentimento che li ha riportati alla vita? La signorina Clelia Calligaris non vi trovò risposta, perché in quel frangente riuscì ad assaporare solamente, e per la prima volta, un amore a cui non era abituata, stupendosi come se fosse nuova, la sensazione che quell’uomo onesto le fece provare.
E in quel momento gli occhi del ragioniere assunsero una tonalità differente, il verde divenne più luminoso. Le labbra sottili si schiusero, lasciando intravedere quei denti perfettamente allineati. Da esse si poté udire un leggerissimo sospiro che inizialmente rimase bloccato all’interno della bocca, e inattesi gli angoli gli si piegarono in un sorriso spensierato.
Lei continuò ad osservarlo come se fosse un’utopia divenuta realtà, come se tutta la felicità scomparsa e tutte le avversità a cui ha dovuto far fronte si fossero annullate in quel preciso istante, donandole tutta l’armonia di cui aveva realmente bisogno.
Lui rispose sentendosi vivo per la prima volta, sentendosi come se la sopravvivenza ad una vita che lo stava spegnendo sempre di più, fosse divenuta futile… o che fosse servita per farlo sentire così presente, come se stesse nascendo per la prima volta, come se stesse percependo la vita vera, adesso, a soli quarantaquattro anni. E non vi è nulla di sbagliato in questo.
Quasi come se fosse un gesto involontario, cinse la vita esile di lei per far unire i loro corpi in un abbraccio. Clelia tenne le braccia piegate tra il suo petto e quello di Luciano, ed a questo gesto, egli la strinse sempre di più a sé, immergendo la mano destra nei suoi capelli castani vellutati, accarezzandoglieli dolcemente.
Sembrava che la stesse proteggendo dal mondo intero. E lo stava facendo per davvero.
 




*Angolo autrice*

Quando ho finito di vedere la 123, oltre ad essere andata in tilt, mi sono sentita come se quella scena avesse voluto continuare a vivere, ma non ha potuto perché è stata sfumata. Non interrotta bruscamente ma, sfumata dolcemente. Non so se ci avete fatto caso, ma hanno attenuato gradualmente l'immagine fino a farla diventare del tutto nera, aspettando che venisse riprodotta l'ultima nota della melodia per poter dare il via ai titoli di coda. Ecco, questo momento mi ha sorpresa molto.
Questo Missing Moment nasce – anche – da una considerazione che io ed una mia collega di teorie abbiamo elaborato. Ci siamo ritrovate a discutere del fatto che ad entrambe era parso che, nella scena della 124, Clelia avesse già detto "Ti amo" a Luciano.
Ora vi posto una domanda: non vi sembra strano il fatto che, dopo una rivelazione del genere, non ci abbiano mostrato una scena-flashback in cui Luciano pensa a quello che è successo la sera prima? Eppure, quando si sono scambiati il primo bacio, il flashback ce lo hanno mostrato due volte (nella 78 e nella 79), per non parlare della nuova inquadratura mostrata nell'episodio 91 (riguardante il secondo bacio) e l'episodio 94, in cui Luciano ripensa alle parole pronunciate da Clelia dopo il primo incontro con Oscar. Quindi, secondo me e questa mia collega, il flashback ce lo mostreranno venerdì 8 marzo, nel momento in cui Luciano si ritroverà ad organizzare la fuga di Clelia, ritrovandosi anche, a pensare alle parole che lei gli ha detto - sempre - nella 124.
Ricordiamoci che, all'inizio della scena, lui ha detto: "Quello che ci SIAMO detti.", ha parlato al plurale. E sì, potrebbe alludere al dialogo che ci hanno mostrato ma, ricordatevi che in questa soap niente è lasciato al caso.
Aggiornamento: abbiamo sbagliato le tempistiche ma, abbiamo questa sensazione che ci fa pensare che il flashback verrà mostrato o nella 139, ovvero la sera prima della partenza, o nella 140 stessa.
Spero di essere riuscita a descrivere bene la scena da cui mi sono agganciata per scrivere il continuo e di non aver reso Luciano e Clelia OOC, se dovesse essere così, per favore, ditemelo.
Spero che questo mio piccolo Missing Moment vi sia piaciuto! Ho, già, incominciato a scrivere una piccola One Shot che non vedo l'ora di pubblicare.
Sono tornata a respirare solo adesso, scrivendo.
Grazie, grazie di cuore.

Arianne.
  
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