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Autore: ONLYKORINE    07/03/2019    1 recensioni
Oneshot veloce quanto il punto vincente di una partita di pallavolo.
Genere: Generale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La squadra

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Non sono io a essere una pallavolista, siamo noi che siamo una squadra

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Locali       Ospiti

26      26

Set vinti

2      2

 

L'arbitro fischia. Tocca a me battere. Faccio rimbalzare la palla tre volte all'incrocio delle linee del campo da basket, quasi in fondo alla palestra, fuori dal mio, di campo. La faccio rimbalzare tre volte, perché mi porta fortuna e ora di fortuna ne ho bisogno come l'aria.

È l'ultimo set. Il quinto. Finito questo è finita la partita. Ultimi due punti. Mancano due punti e sarà una vittoria. O per noi o per loro. Ghigno. Per noi, deve essere per forza per noi.

Guardo le mie avversarie con la divisa azzurra. La 11 ha una coda di capelli verdi sulla sommità della testa. È quella che ha sbagliato più ricezioni. Ne abbiamo parlato durante l'ultimo intervallo, io e le ragazze. Cercherò di mirarla.

Ho il fiatone e sento delle goccioline di sudore scendere lungo la schiena. Faccio un respiro profondo, alzo la palla con la mano sinistra e mi preparo a colpirla con il palmo della destra. Quando ci tocchiamo, io e la palla, capisco che l'ho colpita male. Il tiro è forte, ma troppo basso. Dopo due ore di partita mi fa male la spalla e faccio fatica a controllare la palla del tutto. Cavolo, ho male dappertutto, non solo alla spalla.

Ho già fatto uno dei passi che mi separano dal campo quando la palla colpisce la rete e io impreco mentalmente. Se lo facessi ad alta voce e mi sentisse l'arbitro potrei venire ammonita, così ho imparato a farlo silenziosamente. Faccio un altro passo e mi affianco a Giulia, il nostro libero.

Anche lei sta osservando la palla che, dopo aver colpito la rete, si arcua velocemente e cambia direzione. Sento che sto sorridendo. Quando capita, la palla va dove vuole e di solito non dove sei tu. Vedo la 11, che si era spostata in avanti, sorprendersi e cercare di arretrare, senza riuscirci.

La palla cade nel loro campo. Sì!!!! Primo punto fatto! 


27    26





Ci raggruppiamo a cerchio nel centro campo per esultare del punto. Perfetto, ne manca solo uno e poi andremo a casa. O in pizzeria. Sì, potremmo andare in pizzeria effettivamente. In fin dei conti è sabato e domani non c'è scuola.

Aspetto che mi lancino la palla e torno fuori dal campo per la mia battuta. Prima che l'arbitro fischi, l'allenatore avversario mette il palmo di una mano sulle dita dell'altra e chiede un time out. Stavolta non sono sicura di imprecare solo mentalmente. L'ha fatto apposta. Coccio, il nostro allenatore, dice che qualcuno lo usa come tattica per distrarre i giocatori.

Appoggio la palla per terra e raggiungo le ragazze intorno a Coccio. Almeno potrò bere. Rachele mi allunga la mia bottiglia con un sorriso stanco. Lei è un centrale ed è in panchina, in attesa di cambiarsi di posto con il libero. Bevo come se non lo facessi da una settimana e Rachele mi riprende la bottiglia. Non sono sicura di cosa abbia detto Coccio stavolta, ma annuisco, pensando solamente che devo tornare in campo e fare punto.

Dopo un minuto, l'arbitro fischia di nuovo e ci permette di tornare in campo. Hanno ragione, di concentrazione ce n'è molto meno.

Torno verso la palla, la prendo in mano per prepararmi a battere e faccio qualche passo in più del solito. Voglio partire da più lontano. Voglio prendere una bella rincorsa. Mentre mi avvicino al muro faccio rimbalzare la palla tre volte nel punto giusto e volto le spalle vicinissimo al muro.

Faccio rimbalzare ancora una volta la palla, mi carico, guardo il campo, guardo la rete, guardo le mie ragazze. Sotto rete ci sono Nadia e Cristina. Nadia è la nostra palleggiatrice, la mia miglior amica, quando è lei che mi alza la palla siamo invincibili, perché ci capiamo sempre al volo e sa perfettamente di cosa ho bisogno in quel momento. Cristina invece è riservata e sta un po' sulle sue, fuori di qui ci salutiamo a malapena, ma quando siamo in campo, esiste solo la squadra.

Prendo la rincorsa, due passi lunghi e salto colpendo la palla proprio al centro della mano, con tutta la mia forza, tenendo il palmo rigido, come mi riesce meglio. La palla è velocissima e potente, fila diritta nell'altro campo e viene presa dalla biondina che ha il numero 14.

È il mio alter ego. Io ho il numero 14. Fino a l'anno scorso avevo il 4, il mio numero preferito, ce l'avevo da quando avevo dieci anni. Poi l'anno scorso ho promesso ad Angela, quando sono andata a trovarla in ospedale e averle accarezzato la testa rasata, che se fosse tornata a giocare le avrei lasciato il mio numero, che a lei è sempre piaciuto.

La biondina riceve male, ma la loro palleggiatrice, tale numero 6, è molto in gamba e riesce a salvarla in una maniera fantastica. Tutte noi seguiamo il gioco e ci disponiamo per ricevere la schiacciata. Tutto succede velocemente, come al solito. Cristina e Daria saltano facendo muro insieme alla 5 azzurrina, che esegue un pallonetto invece di una schiacciata e mi accorgo di Giulia che si fionda sotto la palla con uno dei suoi migliori bagher.

Nadia corre per alzare la palla e Angela salta come non l'ho mai vista: ha le gambe piegate indietro e una determinazione in volto che le ho visto poche volte, ma che so che funziona. Il 4 le dona proprio.

Le cinque azzurrine più il libero con la maglietta rossa, neanche la vedono arrivare: la palla colpisce il pavimento, rimbalza con un colpo sordo e vibra mentre vola verso le panchine.

Sento la tribuna esultare. Sento la mia squadra esultare. Sto esultando anch'io.

Abbiamo vinto! Ci raduniamo al centro per festeggiare e si uniscono a noi anche le riserve, Rachele e Coccio. Urliamo al cielo il nostro grido di battaglia e scoppiamo a ridere abbracciandoci in gruppo.

Ora possiamo andare in pizzeria.

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 ***E poi ci sono delle partite così noiose a cui assistere, che non puoi fare altro che immaginarti in campo e pensare ad una oneshot...  😊 Spero vi sia piaciuta.

   
 
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