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Autore: VenoM_S    08/03/2019    1 recensioni
Una mattina tranquilla, in una città tranquilla. Finché ad una gatta non viene lanciata una succulenta sardina.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al “COWT” di Lande di Fandom
Settimana: quarta
Missione: M2
Prompt: Litigare e poi fare pace
N° parole: 1027

 

La sardina della discordia

 

Quel giorno, nella cittadina di mare, era iniziato come qualunque altro. Le macchine invadevano le strade, le persone camminavano lungo il marciapiede che costeggiava la spiaggia, alcune dirette al lavoro, altre solo per passeggiare e sgranchirsi un po’ le gambe. L’estate in arrivo si faceva sentire sempre di più, mitigando il clima e lasciando sempre più spesso il cielo sgombro dalle nuvole, solcato solo da piccoli gruppi di gabbiani che sfruttavano le correnti per spostarsi velocemente e senza troppa fatica dalle lunghe ed ancora vuote spiagge fino alle scogliere che delimitavano il porto.
Ed anche al porto sembrava che tutto fosse tranquillo come sempre, la sua lunga banchina pedonale era pressoché vuota e le due file di scogli ammassati uno sull'altro, in un incastro quasi perfetto per far da scudo alle onde e le maree, risplendevano al sole.
Tra quei grandi massi però, osservando bene, si poteva distinguere del movimento, veloci macchie di colore che saltavano da un lato all'altro. Nascosta in quella zona poco trafficata sotto le strutture posizionate dall’uomo, infatti, si estendeva una specie di città in miniatura composta da cunicoli ed anfratti, abitata da un vasto gruppo di felini.

La colonia del porto era tutto sommato ben organizzata: non vi erano precise regole di spazi o gerarchie per il cibo, tranne nei confronti del grosso gatto bianco e grigio che in breve tempo dopo il suo arrivo si era auto proclamato signore della zona. Il suo corpo tozzo e forte, le zampe possenti, il muso largo e leggermente schiacciato con grandi occhi verde brillante. Aveva un orecchio mozzo, forse perso durante qualche combattimento, alcuni dicevano che fosse stato mangiato da un cane durante una lotta senza quartiere che alla fine aveva addirittura visto il grosso gatto vincitore nonostante la menomazione. La sua presenza incuteva timore e rispetto negli altri felini, che gli lasciavano sempre il primo boccone del cibo lasciato dalla vecchia signora che ogni sera si prodigava a sfamarli, o di quello lasciato dai passanti durante la giornata.

Ma quando lui non c'era, tutto diventava di tutti. O meglio, del primo che riusciva ad aggiudicarselo.

Ed era proprio questo quello a cui stava sicuramente pensando la giovane gatta color cappuccino, arrivata nella colonia da poco più di due settimane. Il suo corpo snello tradiva ancora una certa magrezza nonostante il buon cibo fornito dall’anziana signora, ed il muso corto e sottile era sovrastato da due meravigliosi occhi azzurri che, con il sole del mattino, apparivano brillanti come uno specchio d'acqua. Si trovava in piedi su uno scoglio piatto, di quelli che costeggiavano la banchina, e tra le sue zampe morbide e chiare era stata appena lanciata una lucente sardina da uno dei pescatori di rientro dalla nottata di lavoro. Il forte odore del pesce appena pescato le aveva subito riempito le narici, e mentre contemplava la sua inaspettata colazione per qualche istante si passò lentamente la lingua sul labbro superiore, arrivando a toccarsi il piccolo naso nero e umido.
Il suo breve momento di pace fu però interrotto da un ringhio sommesso proveniente da dietro la sua coda. La gatta si voltò di scatto, giusto in tempo per veder spuntare da sotto lo scoglio un gatto arancione tigrato, più grande di lei di stazza e sicuramente d’età, che normalmente trovava la sua occupazione principale nel prendere il sole e dormire. Quella mattina invece, a quanto pare, il fatto che una novellina della zona avesse accesso al pesce fresco prima di lui ne aveva risvegliato l’istinto da attaccabrighe.

Lei però non sembrava affatto intimorita, ed avanzò di un passo fronteggiando il nuovo rivale con la schiena inarcata e gonfiando il pelo, cercando di apparire più grossa di quel che era in realtà. Lo sfidante, dal canto suo, non si fece pregare due volte, e gonfiandosi a sua volta le rivolse un miagolio profondo ed aggressivo come a dirle di farsi da parte. I due si fissarono negli occhi per qualche secondo, di certo non era intenzione di nessuno concedere all’altro il privilegio del primo morso, ed in un coro di miagolii striduli, ringhi e soffi i due si avvicinarono sempre di più, fin quasi ad arrivare a toccarsi.
Tutta quella serie di rituali vocali però non sembrava sortire l’effetto sperato, perché entrambi non accennavano ad indietreggiare nemmeno di un passo. Così, la piccola femmina decise che la cosa migliore per lei fosse sfruttare la sua agilità e colpire inaspettatamente per prima, e lanciando un miagolio più alto degli altri saettò la sua zampa anteriore destra proprio sul naso del grosso gatto arancione, che soffiando per la sorpresa cercò di colpirla a sua volta. Ne nacque una piccola zuffa che in pochi secondi portò i due sfidanti ad aggrovigliarsi tra loro nel tentativo di colpirsi in qualche modo, che fosse con le zampe o con i morsi.

Notando che il suo gesto aveva generato un certo scompiglio, il pescatore decise con un sospiro che fosse il caso di sedare il litigio e per farlo lanciò una seconda sardina al lato dei due gatti, che si separarono con un sobbalzo per osservarla, sorpresi dall’improvvisa comparsa di un secondo pasto mattutino.
Come prevedibile, data la natura dei gatti ad essere più inclini ad una pacifica convivenza piuttosto che allo scontro diretto, i due si divisero quasi all’istante, sgonfiando le pellicce. La gatta color cappuccino, tornata davanti alla prima sardina, decise di darsi una lunga stiracchiata allungando in avanti le zampe anteriori, per poi accucciarsi con il pesce tra le zampe ed iniziare il suo pasto. L’altro, invece, dopo aver rapidamente annusato il secondo inaspettato regalo, lo consumò velocemente e con avidità, per poi stendersi sulla superficie piatta e liscia dello scoglio, rotolando sulla schiena, per tornare alla sua normale occupazione di elioterapia e darsi contemporaneamente una pulita al pelo.

Dopo un po’ la gatta, anch’essa sazia e che in realtà non nutriva antipatia per il suo compare, gli si posizionò accanto, leccandogli un paio di volte il muso proprio dove pochi minuti prima aveva cercato di graffiarlo e fermandosi per un po’ a godere del caldo in compagnia mentre digeriva.
La pace era stata fatta, a quanto pareva, e la giornata al porto poteva continuare in tranquillità.

 
  
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