Videogiochi > Assassin's Creed
Ricorda la storia  |      
Autore: ShunLi    11/03/2019    0 recensioni
Non è compito facile per Malik insegnare a suo fratello Altair a nuotare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Malik Al-Sayf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Per favore Malik… Lo sai che sono terrorizzato dall'acqua.”
“Non devi far altro che abbandonarti, ci sono io a sorreggerti.”
“Bastardo come sei sono sicuro che mollerai la presa appena cerco di galleggiare.”
“Novizio. Devi imparare. O così o niente.”

Altair si zittì. Si lasciò cullare dall'acqua, nel piccolo fiumiciattolo appena fuori Gerusalemme. Il sole brillava e rendeva il fiume uno paradiso di riverberi dorati e celesti. Malik reggeva saldamente Altair sotto l'ascella, mentre con l'altra lo guidava verso un punto dove non si toccava. Ad ogni passo Altair si irrigidiva e Malik stringeva di più la presa.
“Ci siamo quasi.” Avvertì Malik, ma Altair non ne volle più sapere.
“Torniamo indietro.”
“Col cavolo!  Imparerai a nuotare, qui e subito.”
“Te ne prego Malik, torniamo indietro…” Disse Altair, quasi con il groppo in gola. Era inusuale sentirlo con quella voce oscurata dalle lacrime.
“Si può sapere cosa ti prende?” Domandò Malik, ma non ottenne nessuna risposta, Altair sudava freddo, Malik sentiva il cuore battere contro la sua mano, avendola sotto l'ascella dell'Assassino.
“Sorreggimi.” Disse soltanto.
Sembrava più una richiesta d'aiuto. Erano a tanto così dal punto più profondo di quel fiume. Malik cercò di decifrare l'espressione di Altair. Non ci riuscì. Non aveva la più vaga idea di cosa stesse accadendo.  L'acqua li accarezzava dolcemente, la brezza era stranamente piacevole e il cuore di Altair era ancora fin troppo rumoroso. Quella situazione non garbava affatto a Malik. Doveva fare qualcosa, ma, appena le dita cominciavano ad allentare la presa, Altair sembrava una piovra pronta all'attacco. La sua reazione era di una totale disperazione che Malik si prese di pena. L'Assassino non poteva subire un altro shock come quello, altrimenti, non si sarebbe neanche più lavato. Pian piano procedettero a ritrovo verso la riva. Poi Altair si fermò.
“Cosa c'è?” Malik era pronto ad un altra crisi.
“Grazie.” Disse, sempre con la voce pronta a rompersi in pianto.

Malik sistemò i suoi calzoni sopra il ramo di un albero, facendoli penzolare affinchè l'acqua si sarebbe asciugata. Il fuoco scoppiettava accanto ad Altair, che non si era voluto svestire. Sedeva ancora con le ginocchia al petto, lo sguardo concentrato ed iperterrito verso qualcosa che Malik non vedeva, nè comprendeva. Oggi quel suo fratello ed amico non riusciva proprio a capirlo. L'aveva sorretto e aveva cercato di fare qualcosa per poter affrontare insieme a lui la sua paura, ma adesso si chiedeva se fosse stato giusto o se l'aveva sorretto abbastanza.
Mise a far cuocere qualcosa da mangiare e domandò ad Altair se aveva fame. Rispose negativamente con un accenno della testa.
Nel frattempo che mangiava, Malik pensò a cosa aveva causato l'idrofobia del suo caro fratello. Ricordava bene che ce l'aveva sempre avuta. Fin da quando erano piccini, Malik ricordava bene a come Altair stava aggrappato alla tunica di Al Mualim, piangendo e pregando di non entrare nel fiume. A quel tempo ciò gli procurava un senso di disagio e voleva aiutarlo, ma Al Mualim non glielo permetteva mai e ancora oggi, Altair si ritrovava con una lacuna che per lui era abissale. Evitare i nemici via acqua era di certo un gran vantaggio, ma Altair peccava di questa mancanza.
“Ho freddo.” Annunciò Altair, interrompendo il groviglio di pensieri di Malik.
“Ti devi togliere i vestiti, altrimenti prenderai un malanno.” Lo rimbrottò il ragazzo. Altair sembrava non ascoltare.
“Ma avrò freddo comunque.”
Malik sbuffò “Il tuo ragionamento è inutile. Dai spogliati.” Si alzò e gli andò vicino, e Altair si ritrasse.
“Sono stanco delle tue bambinate. Prima nel fiume e lì avrei anche potuto capirlo, ma qui non mi sta bene. Spogliati o sarò costretto a farlo io.” La sua voce era irritata, e come se lo era. Aveva sprecato una giornata preziosa, magari altri suoi fratelli avevano portato a termine missioni più importanti. Altair stavolta non si ritrasse quando Malik gli mise le mani sulle spalle e si lasciò svestire. Prima gli abbassò il cappuccio fradicio, scoprendo il viso attonito dell'Aquila. Facendo finta di nulla, Malik sganciò la piccola cintola al di sopra del petto, facendo cadere la daga in terra. Poi si occupò della cintura e del drappo rosso. Lì Malik sentì una grande tensione scuotergli le budella. Non era tanto quanto il gesto che lo tratteneva dal fare altro, ma il fatto che Altair non reagisse. Il drappo scivolò sensualmente sui suoi fianchi. I vestiti erano zuppi e aderiti perfettamente al suo corpo maledettamente scolpito. Malik distolse lo sguardo, e si allontanò per appendere quel drappo là dove aveva lasciato i suoi calzoni. Rimase lì fermo con il tessuto in mano, come se ne studiasse la texture,  e Altair lo sorprese alle spalle.
“Cosa fai?”
“Ringraziarti.”
“Di cosa?”
“Mi hai sorretto.”
“Te l'avevo detto che l'avrei fatto. Sei mio fratello.”
“Non l'hai fatto con quello scopo.”
“Avrei dovuto lasciarti allora? Ma cosa ti passa per la testa?” Malik si sentiva esasperato. Lasciò cadere il drappo rosso e abbracciò Altair. Pensò ancora che forse non aveva sorretto solo l'Aquila, ma anche se stesso. Essere Assassini ti lascia dentro qualcosa, ti insegna e ti toglie qualcos'altro.  Potevano essere persi o impazzire, per quanto ne sapevano, senza quel Credo. “Nulla è reale, tutto è lecito” ma fin dove tutto poteva sembrare reale e cosa era lecito nella vita di un Assassino?
Altair si strinse a quel fratello tanto paziente. Malik era davvero un amico prezioso. A volte non aveva altre definizioni per descrivere la loro amicizia. Ricordava solo che era una cosa che si era protratta fin da quando si erano conosciuti, e da allora, il mondo di Altair era cambiato.
Erano cambiati e cresciuti insieme.
“Non mi fare prendere più spaventi del genere.” Alitò Malik sul suo collo.
Altair annuì. Si avvicinarono al fuoco e la notte li circondò,  proteggendo il loro sonno.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: ShunLi