66
Studiare
Rientrando
a casa alcune ore dopo il tramonto, Keros sorrise nel vedere Ary alle
prese con
i compiti. I piccoli demoni, grazie a Tabihira, imparavano la lingua e
la
scrittura degli Inferi. Il mortale partecipava volentieri alle lezioni,
imparando a sua volta.
“State
facendo i compiti?” salutò il mezzosangue.
Ary
annuì
e notò dietro a Keros quattro bambini.
“Potete
mostrarvi per quel che siete adesso" mormorò il principe, ed
i piccoli svelarono
ali, code ed altri tratti demoniaci.
“Altri
piccoli sperduti?” domandò il padrone di casa.
“No.
Volevo presentarteli. Questi sono i miei figli".
Il
mortale rimase senza parole, per qualche istante. I quattro cuccioli,
abbigliati come dei normalissimi esseri umani, si guardarono attorno.
Con ali e
code celate, li si poteva scambiare per dei bambini qualsiasi.
“Piacere
di conoscervi" salutò Ary.
Nasfer
fu
il primo a muoversi, allungando la mano verso il padrone di casa e
stringendogliela.
“Io
sono
Nasfer" si presentò, con educazione, il bambino.
Ary
notò
nel bimbo lo stesso sguardo ambrato di Keros, anche se in parte celato
dietro
un ciuffo di capelli scuri.
“Tu
devi
essere Carmilla" ipotizzò l'umano, indicando la piccola dai
capelli rossi.
L'unica
del gruppo senza ali, lei annuì e distolse lo sguardo viola.
“E
loro
sono Vixa e Kaya” concluse Keros, indicando due bambine
identiche.
Le
principesse si inchinarono. Non vi era alcuna differenza fra loro.
Stessi
capelli verde scuro, stessi occhi violetti, stessa fisionomia.
“Resteranno
con noi?” si incuriosì Tabihira.
“Vedremo…”
ammise Keros, dubbioso “Per stanotte
sì…”.
Il
mezzodemone prese gli zainetti che i bambini portavano con loro e li
sistemò
all'ingresso, mentre i piccoli esploravano la casa.
“Grazie.
Significa molto per me conoscerli” esclamò Ary.
Nasfer
si
unì agli altri cuccioli, approfittandone per fare qualche
esercizio di
scrittura, mentre il mortale osservava i comportamenti degli ultimi
quattro
arrivati. Vixa e Kaya erano visibilmente curiose, coinvolte dalla
situazione, e
facevano mille domande a tutti. Chiedevano nomi, provenienza,
età e molte altre
cose come ad esempio cos'erano determinati oggetti ed a cosa
servissero.
Carmilla era invece molto più interessata ad Ary e voleva
parlarci, per
conoscerlo meglio. Nasfer ignorava tutto e tutti e continuava a
scrivere su un
quadernetto, in silenzio. Ad Ary sembravano troppo piccoli per
andarsene in
giro per il mondo, lontani dai genitori, ma pareva che per i demoni
fosse
normale.
“Che
ne
dite se prepariamo un dolce?” propose Keros, scatenando
immediatamente l'entusiasmo
di molti bimbi.
Carmilla
si mostrò subito molto interessata e si avvicinò
al padre per aiutare. Le
gemelle invece iniziarono a giocare fra loro, assieme a qualche altro
cucciolo,
correndo e ridendo. Dividendosi i compiti, si iniziò a fare
l'impasto, con
uova, latte, farina e tutto il necessario. Non seguendo una ricetta,
Keros
improvvisava con quel che c'era in casa. Quasi tutti i compiti sul
tavolo
sparirono, per lasciare spazio a zucchero e teglie. Nasfer
sospirò, senza però
smettere di scrivere.
“Vieni"
lo invitò Ary, chinandosi sul bambino “Ti serve un
posto più tranquillo,
giusto?”.
Il
cucciolo era dubbioso, ma alla fine seguì il mortale nello
studio. Il padrone
di casa fece un po' di spazio, liberando un angolo della scrivania, ed
invitò
il principino a prendere posto. Lì tutto era più
calmo, silenzioso, e quindi
più adatto a fare i compiti.
“Sei
molto bravo" si complimentò Ary “Scrivi molto
bene".
“Grazie…”.
“Non
ti
piace l'idea di preparare una torta con tuo padre?”.
“No.
Non
è una cosa da demone".
L'umano
si stupì. Nasfer era già di nuovo chino sul suo
quaderno, concentrato.
“Perché
non è una cosa da demone?”.
“Perché
dovrebbe esserlo?”.
“Non
lo
so. Ma secondo te cos'è una cosa da demone?”.
“Tu
sei
un umano. Non puoi capire…”.
“Vuoi
sapere come la penso io?”.
“Come
vuoi… questa è casa tua, comandi tu".
“Secondo
me essere un demone significa fare quello che si vuole. Ragionaci un
attimo:
gli angeli non possono agire in determinati modi, perché
altrimenti cadono e
vengono puniti. Gli umani, allo stesso modo, vengono mandati
all'Inferno. I
demoni invece possono fare quel che vogliono. Fare il demone
perciò, per me, è
agire come si vuole e quando si vuole".
Nasfer
arricciò la coda, sollevando la penna e la testa. Poi
sorrise, finalmente.
“Forse
hai
ragione" ammise “Allora diciamo che ora preferisco fare
esercizi di
scrittura. Però poi la torta vengo a mangiarla".
“Ottimo!
Ora ti lascio tranquillo a studiare. Chiudo la porta?”.
“Grazie".
Finito
il
dolce, Keros decise di portare a caccia i piccoli che lo desideravano.
Rimasero
in casa solo i privi di tratti da vampiro, come Vixa e Kaya, ed Ary li
aiutò a
prepararsi per andare a letto. Una volta spente tutte le luci,
l’umano uscì per
concedersi una sigaretta. Amava il silenzio della notte, la calma e le
ombre
inquietanti che creava la foresta. Girò lo sguardo verso gli
alberi, percependo
qualcosa che non riusciva ad interpretare. Udì un fruscio
lieve e preferì
gettare la sigaretta, concentrandosi su quel che lo circondava.
“Mi
vedi?” domandò una voce che pareva provenire da
ogni luogo.
Girando
il viso, Ary si fermò, rivolto verso un punto preciso.
“Sì”
ammise “Ora sì. Buonasera, Alukah".
Il
vampiro si avvicinò e raggiunse il mortale, con un ghigno
soddisfatto. Nel buio
totale, non era molto normale che un umano vedesse qualcosa.
“Giochiamo
un po'?” propose il vampiro “Vediamo di svegliare
il tuo sangue".
Ary
accettò, anche se non sapeva bene cosa intendesse Alulah per
“giocare". Lo
seguì fra gli alberi ed attese. Il vampiro sfidava il
mortale ad individuarlo
nel buio, tentando di utilizzare al massimo i sensi. Era un ottimo
esercizio ed
Ary si accorse di poter migliorare velocemente. Dall'occhio sinistro,
nell'oscurità, vedeva molto meglio. Conosceva bene i rumori
usuali della
foresta, perciò fu relativamente facile per lui individuare
suoni strani o
insoliti. Lui ed Alukah si inseguirono per un po', fino a quando
l'umano non
mostrò una certa stanchezza.
“Non
esageriamo" si fermò il vampiro “Inutile fare
sforzi inutili. Ad ogni
modo… non puoi considerarti del tutto un semplice mortale.
Vedi e percepisci in
modo diverso, te ne sei accorto?”.
“Sì…”
annuì
Ary, continuando a guardarsi attorno, stupendosi della propria vista.
“E
stai
diventando più veloce. Secondo me, con un esercizio
quotidiano, diventeresti
molto più bravo. Te la senti?”.
“Io
sì.
Ma Keros…”.
“Keros
è
un tantinello iperprotettivo. Ma se migliori non potrai che
dimostrargli che
non deve temere nulla!”.
“Forse…”.
“Sei
un
adulto, no? E poi non ha motivo alcuno di rompere. Lui, piuttosto,
dovrebbe
pensare a terminare il proprio percorso di studi…”.
Ary
non
ribatté. Si sentiva un po' in colpa per quel fatto,
consapevole di essere lui
l'anima speciale che Keros doveva condurre all'Inferno. Ammettendo di
essere
stanco, si congedò da Alukah e rientrò in casa.
“Io
non
sono iperprotettivo” sibilò Keros, nell'ombra
della cucina lasciata a luci
spente.
“Vuoi
farmi morire d'infarto?!” sobbalzò Ary, chiudendo
la porta d'ingresso e
togliendo la giacca “Da quando sei rientrato?”.
“Da
una
mezz'ora. Vi stavo spiando".
“Ah…
Buona caccia?”.
“Abbastanza
da riempire i pancini, sì. Tu ti sei divertito?”.
“Sì
ma ora
ho proprio bisogno di dormire. Se c'è posto a
letto… stiamo un po'
stretti".
“È
una
situazione temporanea".
“Lo
so.
Ma pensavo che, volendo, potremmo vendere questa casa e quella al mare
che ci
ha regalato Lucifero. E comprarne una più grande dove ci
stiamo tutti. E così
potrai tenere i tuoi figli con te…”.
“Io
non
posso far loro da insegnante. Non finché non avrò
passato l'esame finale.
Perciò presto dovrò affidarli di nuovo ai loro
maestri. Ma ho visto che la
mansarda piace ai nostri piccoli ospiti. L'hanno trasformata nel loro
regno
segreto".
Il
padrone di casa rise, salendo le scale e raggiungendo la camera da
letto nel
buio.
“Non
dormi?” mormorò Keros.
Aprendo
gli occhi, aveva notato che colui che aveva accanto non stava affatto
riposando.
“Non
ci
riesco” ammise Ary.
“Che
succede?” si tirò su a sedere il mezzodemone,
sbadigliando “Brutti sogni?”.
“No.
È
che… è tutto così strano!”.
“Che
cosa
è strano?”.
“Mi
sembra che sia tutto più luminoso. E tutto più
rumoroso!”.
“Sono
i
tuoi sensi di demone che si acuiscono. Ti ci dovrai abituare,
temo”.
“Ma
è
terribile!”.
“Prova
con dei tappi per le orecchie. Purtroppo non so che altro
suggerirti…”.
Ary
si
rigirò nel letto, nascondendo la testa nel cuscino. Keros
uscì silenziosamente
da sotto le lenzuola e raggiunse la cucina. Tentando di fare meno
rumore
possibile, preparò un infuso con varie erbe che aveva messo
ad essiccare. Con
estrema cautela, risalì di nuovo le scale e
rientrò in camera. Cercò di capire
se Ary fosse riuscito ad addormentarsi. Poggiò la tazza sul
comodino,
producendo solo un lieve tintinnio. A quel suono, il padrone di casa
reagì e
saltò, atterrando il mezzodemone per terra. Keros rise.
“Cos'è?
Un nuovo gioco?” ridacchiò il principe, poi
notando lo strano sguardo di chi lo
attaccava “Sono io!”.
Di
risposta, ebbe solo un ringhio sommesso.
“Ary!
Calmati. Va tutto bene!”.
Keros
si
divincolò, tentando di sfuggire a quella presa. Ma il suo
temporaneo avversario
era molto più grosso e pensante di lui, e non riusciva
proprio a liberarsi.
Tentò di farlo ragionare ancora per un po' e poi
usò metodi molto meno
delicati.
“Finiscila!”
sbottò, spingendo Ary contro il muro.
Subito
però venne attaccato di nuovo e fu costretto a difendersi.
Doveva ammetterlo:
era molto più veloce e forte di un umano! Non era
più un umano! E lo aggrediva
con sempre maggior furia, con quell'unico occhio tinto di rosso. Con un
ulteriore scatto, Keros si sentì mordere sul collo. Erano
denti acuminati, di
chi provava urgenza di nutrirsi e desiderava sangue caldo.
“Ah!
Avevi fame!” sorrise Keros “Potevi
dirmelo…”.
Ary
gradatamente si stava calmando, ad ogni sorso, allentando la presa e
rilassandosi. Quando fu soddisfatto, si leccò le labbra e
rimase qualche
istante ad osservare Keros, che aveva costretto a stendersi a letto.
L'occhio sinistro
demoniaco era ancora leggermente iniettato di sangue, mentre il destro
pareva
molto spaventato. Il mezzodemone sorrise, rassicurando il suo compagno
con un
bacio. Lo sguardo del padrone di casa era smarrito, confuso, come se
non
capisse quel che stava succedendo. Poi Ary sogghignò, con un
guizzo demoniaco
in una delle iridi. Keros inclinò la testa, invitandolo a
bere altro sangue. Ma
non ricevette un morso, bensì un bacio: un caldo bacio
appassionato. Disteso,
si lasciò sottomettere senza opporre alcuna resistenza.
Ricordava le prime
volte in cui l'estasi del sangue aveva preso il sopravvento, in cui i
suoi
sensi si erano appannati e si erano interamente concentrati sul
desiderio e
sulla lussuria. Ricordava quella volta… quel bacio dato a
Nasfer, ormai più di
mezzo millennio prima. Ricordava il profumo di quel bacio ed ora quel
profumo
lo percepiva di nuovo.
Già
non
molto coperto, lasciò che Ary lo svestisse, con una certa
foga. Lo strinse
forte a sé e sorrise. Era diverso, era tutto diverso.
Più selvaggio, più
violento… più demoniaco! Sapeva che era il sangue
a provocare una simile
voglia, un così incontrollabile vigore, e lasciò
libero sfogo all'erede di
Alukah. Probabilmente stavano facendo un po' troppo rumore, fra il
cigolio del
letto e le varie esclamazioni di piacere, ma a nessuno dei due
importava più di
tanto. Ary di colpo inarcò la schiena, con un lieve ringhio,
e poi affondò di
nuovo i denti nel collo di Keros. Quel gesto, unito al poderoso e
deciso
movimento del bacino, lasciò il mezzodemone senza fiato per
qualche istante.
Poi non riuscì più a trattenersi e
lanciò un gemito di piacere, raggiungendo
l'orgasmo. Anche l'amante gemette, ma in modo diverso. Il suo fu
più un grido,
di piacere ma anche di dolore. Si portò la mano alla testa,
non capendo perché
ci vedesse del sangue, e si udì un rumore sordo, mentre
alcune cose caddero
dalle mensole.
“Oh,
mio
demone!” sorrise Keros, ancora affannato.
Lui
le
vedeva. Keros vedeva le ali che si erano spalancate sulla schiena di
Ary! Così
come intravedeva quell'accenno di corna che tanto infastidivano il
padrone di
casa.
“Andrà
tutto
bene" mormorò, stringendo l'ormai non più umano
fra le braccia “Ora dormi
accanto a me, mio meraviglioso amore".
Le
parole
del principe parvero calmare Ary, che si rilassò
completamente ed in breve
tempo si addormentò. Il sanguemisto sorrise di nuovo.
Com'era felice in quel
momento! Ary, il suo Ary, non era più un semplice mortale!
“Non
ti
perderò” sussurrò piano
“Rimarrai per sempre accanto a me!”.
Nei
giorni successivi, Ary tentò di abituarsi gradatamente alle
novità. Il suo
corpo cambiava, così come il suo modo di percepire le cose.
All'inizio si era
chiesto se fosse colpa degli incidenti di Keros con la lavatrice, ma
poi aveva
dovuto arrendersi all'evidenza: le camicie gli stavano tutte piccole
non perché
si fossero ristrette con il lavaggio sbagliato, ma perché
lui era diventato più
grosso! Si nutriva esclusivamente del sangue del mezzodemone, non
sentendosi
ancora pronto ad affrontare l'assassinio, e così attendeva
in casa da solo
durante le battute di caccia del vampiro. Una di quelle notti,
percependo un
rumore, si ritrovò davanti un paio di fin troppo sensuali
occhi viola.
“Buonasera,
signorina" salutò educatamente, aprendo la porta d'ingresso.
“Da
cosa
intuiresti che io sono una signorina?” si sentì
rispondere, con tono leggermente
infastidito.
“Non
so…”
ammise Ary, in imbarazzo “È che mi sembrate
piuttosto giovane".
“Ti
ringrazio. Ad ogni modo… dov'è Keros?”.
“Keros
è
fuori adesso. Ma potete aspettarlo in casa, se volete”.
“Sono
qui
per riprendermi i miei figli. Non li avrà mica lasciati soli
con te, vero?!”.
“Sì. Cioè…
non tutti…”.
“Non
tutti?!”.
“È
fuori
a caccia. Ha lasciato a casa Vixa e Kaya".
“E
perché?!”.
“Perché…
loro non sono demoni vampiro…”.
Il
padrone di casa, sentendosi inspiegabilmente aggredito, si
accigliò con aria
perplessa. La donna, che camminava lungo il corridoio d'ingresso, si
guardava
attorno. Si chiedeva come potesse un principe, abituato agli sfarzi del
palazzo
reale, vivere in luogo così… umano! Storse il
naso, probabilmente disgustata.
Ary notò quell'espressione ed iniziò ad
innervosirsi. Ma qualcosa gli impediva
di essere aggressivo con quella femmina… Lei si
accomodò in cucina,
accavallando le gambe su una sedia e fissando l'orologio appeso al
muro. Con
una mano allungata sullo stivale che le arrivava oltre al ginocchio,
decise di
attendere lì il padre dei suoi figli. Non dovette attendere
molto, con sommo
sollievo di Ary che non sopportava quel silenzio. Keros
entrò in casa, usando
le chiavi, con davanti a sé i cuccioli vampiri della casa.
Davanti a tutti
stava Nasfer, che notò la madre e si lasciò
sfuggire un’espressione mista fra
la preoccupazione e la rassegnazione. Carmilla salutò con la
mano. Gli altri
piccoli si avviarono lungo le scale, pronti a dormire con il pancino
pieno.
“Keros!”
sbottò la donna, alzandosi.
“Lilien…”
si limitò a rispondere lui, con calma, togliendosi la giacca.
“Che
cosa
pensi di fare? Perché i miei figli non sono con i loro
maestri?”.
“Rilassati…
È una situazione temporanea!”.
“E
con
quale diritto li hai sottratti dagli addestramenti?!”.
“Sono
i
miei figli!”.
“Ed
anche
i miei!”.
Ary,
intuendo che la situazione sarebbe stata poco piacevole per i bambini,
li prese
con sé e li accompagnò in salotto. Accese la
radio, coprendo la voce dei
genitori che litigavano, e tentò di distrarli con dei
disegni.
“Non
coinvolgere i miei figli nella tua stramba vita mezza umana!”
ringhiò Lilien.
“Qui
di
umano non c'è praticamente più nulla. E comunque
sono affari miei. Sono anche i
miei piccoli, e voglio passare del tempo con loro”
ribatté Keros, chiudendo la
porta della cucina.
“E
perché?!”.
“Perché
sono i miei cuccioli! Ed a loro non dispiace stare con me".
“Ma
tu
non puoi addestrarli! Non hai passato l'esame finale!”.
“Lo
so…”.
Lilien
sospirò. Si era un po' calmata, passandosi la mano fra i
capelli e
mordicchiandosi le labbra.
“Senti
ma… è vero?” mormorò poi.
“Cosa?
Che sono mezzo angelo?”.
“Sì…”.
“È
vero".
“Ed
è per
questo che ho partorito una creatura bionda e per nulla
demoniaca?”.
“Sophia?
Sì, è probabile. Anche se suppongo conti anche il
fatto che Azazel era biondo
da angelo…”.
“E…
potresti dirmi come è finita?”.
“Finita?”.
Il
principe
non comprese subito di cosa si stesse parlando. La demone non era
più
aggressiva. Sembrava confusa, stordita. La sua voce, fino a quel
momento decisa
e rancorosa, si era fatta lieve e titubante.
“L'hai
uccisa, giusto?” mormorò
“Come?”.
“No,
non
l'ho fatto… scusami…”.
“Tu
non…?”.
Keros
scosse la testa e Lilien cambiò espressione. Gli occhi,
prima colmi di collera,
ora si erano fatti grandi e leggermente impauriti.
“La
mia
bambina è viva?” chiese conferma.
“Sì.
È
con mio… padre".
“Tuo
padre? Il tuo vero padre? Intendi dire…”.
“Mihael.
È in Cielo, assieme a tutti gli altri angeli”.
“E…
sta
bene? È felice?”.
“Felicissima”.
Keros
non
si aspettava di ricevere un abbraccio. Era la prima volta che Lilien
mostrava
quel lato vulnerabile, il lato di madre che riceve una notizia che le
alleggerisce il cuore.
“Perché
non superi l'esame finale?” sussurrò lei, ancora
stretta in quell’abbraccio.
“E
come
potrei? Non posso rubare l'anima all'uomo che
amo…”.
“Ma
perché dovresti rubargliela?!”. La messaggera si
scostò, per guardare negli
occhi il principe. “Perché rubargli l'anima? Non
è necessario!”.
“Certo
che lo è! È quel che prevede l'esame! Bisogna
consegnare l'anima finale agli
Inferi!”.
“Ma
lui è
un demone adesso, no? Quindi tecnicamente appartiene all'Inferno. O no?
In un
certo senso, hai consegnato l'anima agli Inferi".
“Io…
non
ci avevo pensato…”.
“Penso
valga come cosa, suppongo”.
“Ma
è
un'idea magnifica!”.
Questa
volta fu Keros ad abbracciare Lilien, poi staccandosi ed agitando le
mani in
modo sconnesso.
“Devo
subito andare a parlare con mio padre!” commentò
il principe “Quello demoniaco,
ovviamente…”.
“Sì,
ok…
poi…”.
“Poi
potrò essere il maestro dei miei figli!”.
“L'idea
mi piace. Però…”.
“Però?
Che problema c'è adesso?!”.
“Niente…
è che girano strane voci nel regno dei demoni. Voci di
guerra… Purtroppo non so
molto di più, perché quel tipo di messaggi
vengono affidati solo ad
Azazel".
“Motivo
in più per cui è il caso che vada a parlarci
immediatamente!”.
Ary,
nel
buio e seduto a terra davanti al camino, leggeva un libro.
L’occhio demoniaco
brillava ad ogni parola, scorrendo rapido, mentre il fuoco acceso lo
faceva
scintillare intensamente. Le corna sulla testa gli si notavano appena,
ma non
gli provocavano più alcun dolore. Le ali invece erano chiuse
e nascoste.
Sul
divano alle sue spalle, avvolti dalle coperte, Carmilla e Nasfer
dormivano uno
accanto all'altro. Si stupì molto nel veder entrare Lilien,
da sola, dalla
porta. Alzò lo sguardo, senza muoversi dal tappeto,
aspettandosi un'altra
predica, ma lei sorrise.
“Perdonami"
parlò piano lei, per non svegliare i piccoli
“Siamo partiti nel modo sbagliato.
Spero di non averti fatto incazzare troppo…”.
“No…
Io…
Posso capire la situazione. Credo…”.
“Ad
ogni
modo… io sono Lilien".
Ary
depose il libro ed allungo la mano verso la donna, presentandosi a sua
volta.
Lo sapeva chi era, Keros ne aveva parlato a volte, ed a quanto pare
anche per
lei era lo stesso.
“Sei
carino" strizzò l'occhio la messaggera “Capisco
perché piaci tanto a
Keros".
“Grazie.
Anche lei è molto carina”.
“Lei
chi?
Dammi del tu…”.
Lilien
sedette in terra accanto ad Ary e sbirciò quel che leggeva,
non capendo un
granché della scrittura umana.
“Sei
bravo con i bambini” proseguì lei, notando i
cuccioli addormentati “Quanti
figli hai?”.
“Non
ne
ho…”.
“E
allora
tutti i bambini della casa? Non dirmi che sono di
Keros…”.
“No.
Ma
credo che lui possa piegarti meglio. Lui è il tuo compagno,
no?”.
“No,
non
lo è. È il TUO compagno. Io con lui ci ho solo
scopato. Ma con te è diverso.
Lui ti ama. E comunque ora è da re Lucifero. Ed è
meglio che me ne torni pure
io a casa".
“Porti
con te i tuoi figli?”.
“No.
Per
ora no…”.
La
demone
si alzò, molto lentamente. Si sistemò la gonna,
corta quel che bastava per non
dare spazio all'immaginazione, e lanciò un ultimo sguardo ai
propri cuccioli.
“Ci
vediamo presto" salutò poi, lasciando la casa dal portale.
Ary,
una
volta rimasto solo, si scosse. Si era svegliato da una specie di
torpore,
provocato dalla vicinanza di quella demone. Doveva assolutamente
parlarne con
Keros… ma per adesso era meglio andarsene a dormire!
Salve
a tutti! Finalmente ho aggiornato! Ci ho
messo un po’, ma alla fine ci sono riuscita. Per farmi
perdonare, ho scritto un
bel capitolo lungo e “corposo” :3 Devono accadere
ancora alcune cose… alla
prossima!