Ecco, così ti ho anche copiato! Voglio provare anch'io a
metterla in questo modo. Certo che, come la metti la metti, sono le
parole che contano... che sfiga però eh T.T
“Nali?!,
smetti di fare tutto quel che stavi facendo, metti giù tutto
quello che hai in mano e non pensare a niente: pausa. Prenditi un
caffè che te lo meriti.”
I luoghi e i personaggi non mi appartengono, e non c'è lucro.
La canzone stona con i miei gusti, ma prende in pieno l'atmosfera che volevo per questa shot.
(Triste e malinconica come piace a te...)
Il letto matrimoniale cigola sotto il suo peso, sotto la sua
grazia; le lenzuola fresche si increspano dove appoggia il ginocchio,
uno dei cuscini cade di lato, ma lui non se ne cura e si allunga sul
morbido. Piega il gomito e lo lascia sotto un fianco per poi rotolare
supino, sospira. Sono le nove e ventitré.
Si spinge vicino
al bordo senza curarsi di far rimanere il letto intonso. Si allunga
ancora un po' e, sottosopra, prende il telecomando della televisione,
la accende a caso, un canale musicale è perfetto e verrà
perfettamente ignorato. Dopo aver premuto l'unico tasto utile, tira
l'oggetto in un angolo, le pile escono e si sarebbero spinte fino in
mezzo alla stanza se non fosse per il macello che vige sempre in casa
sua.
La testa gli penzola oltre il bordo mentre la VJ parla, lui
non sa nemmeno se lo sta facendo nella sua stessa lingua. Assente si
sfrega le mani sul viso, ha gli occhi umidi e rossi da giorni: non ha
pianto, sono rossi perché non lo ha ancora fatto. Si trattiene
da settimane in realtà, perché è da settimane
che ha ricevuto la bella notizia.
Farei di tutto - Per dimenticare
di slice
Il cellulare suona, forse da ore, ma lo sente solo in quel
momento. Fortunatamente non è lontano e con pochi movimenti lo
scocciatore trillante è nelle sue mani. Risponde sbuffando: è
Kiba, ancora.
“Che vuoi?” ringhia, e la sua voce
strascicata gli torna indietro, non si sa perché, ma Kiba
riesce sempre a trovarsi in posti dove i cellulari non prendono mai
in maniera accettabile. Ci sono degli schiamazzi e della musica,
dietro la voce del suo interlocutore, e qualcosa gracchia sul fondo
della conversazione.
“Accidenti! Che bello sentirti!”
ulula l'altro schifosamente sarcastico.
“Ho da fare Kiba,
non hai una vita tua?” Si preme le dita della mano libera su un
occhio, fino a vedere delle macchioline verdastre, lo stropiccia un
po'; prude, brucia e deve aver appena perso qualche
diottria.
“Eddaii, cazzo, smettila di fare lo scocciato.”
biascica l'amico risentito. Naruto si tira su appoggiando il peso sul
gomito, con il braccio che forma un angolo retto, corruga la fronte
irritato.
“Io lo sono, non ho bisogno di fingere.”
sbotta poco carino e poco incline anche solo a sembrarlo.
“Ok
ok, come non detto. Senti Naruto, noi siamo qui,” bercia Kiba
in un momentaneo cambio d'intensità del frastuono alle sue
spalle, “tu sai benissimo dov'è qui e a cosa mi
riferisco, io non so che altro fare amico mio.” Naruto lo sente
sospirare, probabilmente si sta passando la mano nei capelli castani
e si guarda intorno alla ricerca di aiuto.
Aiuto. Davvero esiste
una cosa del genere? Sembra così lontana ora.
“Potresti
riattaccare.” Mormora allora stanco e di nuovo ciondolante per
semplificare le cose ad entrambi.
“Questa volta hai vinto
Uzumaki, ma non credere che ti lascerò in pace a lungo!”
ruggisce Kiba irruento anche al telefono, ma udibilmente
sconfitto.
Naruto sorride appena - che amici appiccicosi - ma è
un sorriso amaro, fa quasi vomitare da quanto è amaro. Chiude
la chiamata e lascia scivolare il telefono sulle coperte, lontano da
lui.
La VJ sta finendo di ciarlare, lo deduce dal suo gesticolare
verso un grosso schermo piatto, poi pensa distrattamente che quella è
già due minuti che sorride ininterrottamente. Quanta voglia di
lanciarle un qualsiasi oggetto contundente. Si trattiene, la
televisione non costa come un telecomando.
Sono le nove e
venticinque.
Si preme le mani sulle tempie. Perché vuoi
essere triste?, gli
chiede una vocina nella sua testa che poi è la stessa che
risponde, perché lo sono e a volte mi stufo di pretendere
il contrario, di fingere che vada tutto bene.
C'è la
pubblicità e dopo verrà il pezzo scelto, per un momento
spera che sia una canzone rock americana, anni settanta
possibilmente, e invece è una merda italiana tradotta in
diciotto lingue tra cui la sua, di quelle merde che fanno strappare i
capelli alle ragazzine. Di quelle merde che ti accorgi di che parlano
solo quando ti trovi nella situazione descritta.
Almeno il ritmo è
abbastanza veloce, pensa affranto.
Allora quindi è vero
È
vero che ti sposerai
Ti faccio tanti, tanti cari auguri
E se
non vengo capirai
Oh sì che capirà. Se lo ricorda bene Sai col fiatone
sul portone di casa sua che si dice dispiaciuto e lui che non sa di
cosa stia parlando, “Naruto cacchio, ma non leggi la posta?”,
no, non la legge mai e a vederla fino in fondo fa anche bene se poi
quelle sono le notizie che ne escono.
La sua Sakura-chan. Si
sposa.
E se la scelta è questa
È
giusta lo sai solo tu
È lui l'uomo perfetto che volevi
E
che non vuoi cambiare più
Lo sposo, neanche a dirlo, non è lui. Lo stronzo fortunato
è il suo migliore amico, ma non è adatto a lei: la fa
piangere, crede che il suo colore preferito sia il rosa e non la
aspetta quando va in un bagno pubblico. Se solo Sasuke l'avesse mai
guardata almeno la metà di quanto l'ha guardata lui in tutti
quegli anni, saprebbe che i suoi occhi brillano come quelli di una
bambina quando si incanta a guardare la giostra di cavallini, quella
che c'è nel parco in centro, saprebbe che è nervosa
quando arriccia il naso ed è preoccupata quando si mordicchia
il labbro inferiore, e non il contrario, saprebbe che dopo aver
starnutito scuote leggermente la testa, come fanno i gatti, e che ha
un tic nervoso all'occhio destro tutte le volte che incontra Karin.
Saprebbe che il suo colore preferito è il rosso.
Un altro
sorriso che sa di vomito. Sono le nove e ventisei.
Ti senti pronta a cambiare vita
A
cambiare casa
A fare la spesa e fare i conti a fine mese
Alla
casa al mare
Ad avere un figlio e un cane
Ed
affrontare
Suocera, cognato, nipoti, parenti
Tombole a
Natale
Mal di testa ricorrenti
E tutto questo per amore
Io
forse partirò
Per dimenticare
Per dimenticarti
Io
forse partirò
Per dimenticare
Per dimenticarmi di te...
di te… di te…
Dio quante cose.
Aah Sasuke non ha parenti, forse se lo è
scelto per quello. La famiglia dello stronzo... eeh dello sposo è
deceduta in blocco precipitando da una altezza di settemila metri con
un aereo di linea della Uchiha corporation mentre si spostavano in
una di quelle chilometriche magioni sparse per l'Europa. Unico
sopravvissuto e per questo anche primo indiziato: Itachi Uchiha, suo
fratello maggiore, che secondo le autorità avrebbe pestato a
morte suo cugino Shisui per avere il suo paracadute, sembra inoltre
fosse l'unico dal momento che non ne sono stati ritrovati altri,
neanche sulla traiettoria di volo. Lo psicopatico si nasconde
attualmente in Perù a spese dei parenti morti e si è
creato là un suo impero. Perù o Cile, Naruto non
ricorda, ma ha lo stesso un maestoso mal di testa e un giramento di
coglioni da record.
E grazie per l'invito
Ma proprio
non ce la farò
Ho proprio tanti, tanti troppi impegni
E
credo forse partirò
A nascondermi in Tanzania, pensa Naruto mentre anche lui ringrazia
i quasi sposi per il caro pensiero; Sasuke poteva metterglielo nel
culo, gli avrebbe fatto meno male che ad inviargli quel maledetto
biglietto rosa e blu, nemmeno fossero alle elementari.
Volta la
testa di lato e là, sul comodino, ci sono loro tre in un
adolescenziale scatto sbiadito.
Il solito triangolo del cazzo.
Nemmeno un briciolo di originalità.
Se avessi più coraggio
Quello
che io ti direi
Che quell'uomo perfetto che volevi
Tu non l'hai
capito mai
Uh se glielo aveva detto, non faceva
altro dalla prima elementare. Aveva però smesso poi, perché
Sasuke le faceva illuminare il viso e, per quanto fosse una pugnalata
sapere di non essere lui a farle quell'effetto, ci teneva affinché
l'evento si verificasse il più possibile. Era così
bella con le guanciotte rosse, gli occhi bassi, mentre si tormentava
le dita, e con le iridi verdi che sembravano avere luce propria. Così
bella e così poco sua. Se avesse più coraggio ci
andrebbe Naruto a dirle che la ama tanto che a volte a paura che il
cuore gli scoppi, che respira solo quando lei sorride, che la
vorrebbe abbracciarla per almeno una settimana consecutiva, che adora
il suo nasino all'insu così come adora le sue mani dalle dita
lunghe, affusolate. Glielo direbbe se avesse coraggio, le direbbe che
nessuno potrà mai amarla come la ama lui.
Che
presuntuoso del cazzo, direbbe invece Sas'ke.
Io sarei pronto a cambiare vita
A
cambiare casa
A fare la spesa e fare i conti a fine mese
Alla
casa al mare
Ad avere un figlio e un cane
Ed
affrontare
Suocera, cognato, nipoti, parenti
Tombole a
Natale
Mal di testa ricorrenti
E tutto questo per amore
Io
forse partirò
Per dimenticare
Per dimenticarti
Io
forse partirò
Per dimenticare
Per dimenticarmi di te...
di te… di te…
Lo farebbe, sarebbe pronto, ma è facile dirlo ora che sa
che l'onere - o privilegio - spetta a qualcun altro, troppo facile.
Vorrebbe esserci lui là, al posto di Mr. Boria, per farle
vedere che è tutto vero, che lo pensa, che lo farebbe, che per
la felicità di quella ragazza che idolatra rinuncerebbe alla
sua. Ecco uno dei motivi per cui a tre minuti dall'inizio delle nozze
dei suoi due migliori amici è spalmato sul letto, e ascolta
una canzone di merda con le orecchie sottosopra e non è in
chiesa per evitarsi minchiate che la sua Sakura-chan non gli
perdonerebbe mai, nel suo giorno.
Sospira. Sono le nove e
ventisette.
Per dimenticare
Per dimenticarmi di te... di te… di
te…
Si può? È possibile dimenticare la persona che si
ama? Fa male. Quanto dura?
Sorride ancora, sentendo lo stomaco
torcersi davvero 'sta volta, un sapore di completa sconfitta in
bocca. Di una cosa è sicuro: in fondo in fondo Sakura sarà
sempre un po' sua.
Non è umanamente possibile amare tanto
qualcuno senza averne mai neanche un pezzetto. Fa male. E dura per
sempre.
Il cellulare suona.
Alza la testa dal letto e nel voltarsi si
spalma un po' di saliva sulla guancia. Si è addormentato. Che
coglione. Si allunga, di nuovo, tra lo stiracchiamento e la voglia di
far cessare quel trapanante trillo, afferra l'arnese nel momento in
cui torna il silenzio.
Dannata bestia puttana ladra infame di
merDA.
Sbuffa forte contrariato, crucciato, esausto. Appoggia il
mento sulla superficie morbida e si porta il cellulare davanti agli
occhi. Tutto a posto, erano solo Kiba, Sai, Shikamaru, Chouji, Ino,
Tenten, Rock Lee, Neji e persino Gaara, per un totale di trentotto
chiamate.
Esausto, è esausto.
Richiude il telefonino e
sullo schermo più piccolo che sta davanti appare l'orario in
arancione. Che schifo l'arancione. Sono le dieci e trentasette.
Sakura ha preso il cognome di un altro e lui ha perso la speranza.
Credeva di aver dormito per giorni e invece è ancora lì.
Che schifo.
Il cellulare squilla ancora e quasi in contemporanea
bussano alla porta. Ora lo strozzo, pensa Naruto mentre legge
il nome dell'Inuzuka sul display.
“Arrivo! Cazzo Kiba
deciditi, vuoi che ti risponda al telefono o che ti apra alla porta?”
Ma in realtà la domanda è retorica perché
risponde al telefono proprio mentre apre il portone che da sul
pianerottolo di un anonimo palazzo della periferia. Ad un ora di
macchina dalla chiesa scelta.
“Testa di legno sono ore che
ti chiamo, no! che ti chiamiamo! Sakura è scappata, hai capito
minchione? Sakura non si è sposata: ha percorso mezza navata,
ha mimato un “mi dispiace” con le labbra a Sasuke
stoccafisso Uchiha ed è corsa via con la macchina di Ino. Oh?!
Ci sei pezzo di cretino?” ringhia a scatti l'Inuzuka perché
è probabilmente in galleria, l'unica di tutta la città.
“Sì,
Kiba.” mormora, prima di chiudere la chiamata e lanciare il
telefono dalla finestra con una nochalance che fa ridere Sakura, che
ha le guance bagnate ed è in piedi davanti a lui, bella come
il sole e vestita di bianco come la mattina di Natale. Naruto fa un
paio di passi avanti, in trance, poi le prende il viso tra le mani e
la bacia sentendo il cuore correre all'impazzata, sentendo le lacrime
solcargli finalmente il viso.
Quanti cieli si possono toccare con un dito?
Owari
(...ma col lieto fine come piace a me. XP)
WAAAAAAAAH lo voglio anch'io il mio Naruto cacchio è tutta la vita che lo aspetto... dove sei amore mio?
Sono arrabbiata con me stessa, triste e più stupida del normale - non credevo neanche fosse possibile - sono anche inciampata per quelle merdose scale in legno e per non spaccare tutto sono tornata su, ho preso un cuscino e ho preso le scale a cuscinate per mezz'ora; e questo è quello che ne è uscito, devo smettere di scrivere in questi funesti attimi oppure dovrei farmeli venire più spesso??
Piccolo appunto: Naruto sclera, dice un sacco di parole alla rinfusa come 'miseria ladra infame... etc etc' con un tono pseudo calmo ed in fondo le ultime due lettere dell'ultima parola sono urlate; è voluto, io lo faccio spesso e ci stava bene. (lo so!, sono una pazza.)
Questa favola della buona notte è dedicata a Urdi. E alla sua scrivania, che ne vede sempre delle belle. (Yenzo ringrazia!)
Nali ti voglio bene e spero che questo piccolo pensiero ti possa far sorridere. Ps: prima o poi vengo da te all'uni e li meno tutti, a sangue. (Immagina il giornale del giorno dopo: professore d'architettura ucciso dal suo libro di testo... uahahahah!)
Urdi è una persona sana ed equilibrata come raramente se ne vedono in giro, ha la sua parte nevrotica, ma - al contrario di me - se la gestisce bene o almeno ne da l'idea. Forse è un tantino lunatica, ma si sopporta volentieri perché scrive divinamente: ti trascina dentro a ciò che scrive e ti fa vivere tutto con reali forme e colori, come se fossi lì, coi personaggi che muove. Conosce e ricrea bene la giusta profondità delle cose, disegna luoghi ed emozioni con una simpatica chiarezza che rende il tutto molto scorrevole ed è fissata con Kakashi e Tenzo che scopano ovunque come ricci. Ma si ama anche per questo. Nali adora i baci: vederli, leggerli, scriverli, darli e riceverli; e questo dovrebbe rendere abbastanza chiaro quanto è dolce quella ragazza. È una persona allegra, spigliata e altruista - leggersi da volta stomaco - ed è anche colta. Nonostante sia una persona dotata di intelligenza persiste a non mandare a fanculo chi se lo merita e quindi a perdere giornate intere dietro a grandissime teste di cazzo, spesso si intenerisce ed è troppo buona; detto questo, sappiate comunque che l'inner Nali fa paura come solo una ChiyoXchiunque può fare. Ffffffff... che caldo. Urdi, oltre che realmente simpatica e totalmente incapace di evitare di illuminarsi quando sorride, è anche testarda e mielosa (e adora l'angst) e questo spiega perché per lei è necessario che Sakura si renda conto che Sasuke è tanto bello quanto psicolabile e che Naruto non aspetta altro di poterla ricoprire di attenzioni - il sogno di ogni ragazza insomma; ed ecco anche perché ho scritto questa cosa. Vado a consolare Hinata.
La canzone che ho usato è 'Per dimenticare' degli 'Zero assoluto'.
W il NaruHina!