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Autore: spacehoyden    12/03/2019    2 recensioni
«Vuoi– sposarti? È questo il punto? Quello che stai cercando di fare con mio fratello…?»
Joan sbuffò. «Sherlock, non voglio spo–»
«Se vuoi sposarti così tanto, ti sposerò io!»
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Ambientato durante la seconda stagione, quando era presente anche Mycroft, e la gelosia di Sherlock era alle stelle...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joan Watson, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Some unspoken thing
 
 
L’aria era inconfondibile. Sherlock non poteva crederci che fosse successo di nuovo. Letto in disordine, vestiti sparsi qua e là. Era successo ancora e lui non poteva farci niente, non poteva impedirlo in alcun modo.

«Sei andata a letto con Mycroft– un’altra volta!»

Joan si aggiustò la camicia. «Sherlock! Non sono affari tuoi! E la prossima volta bussa, per favore!»

Mycroft abbassò lo sguardo, poteva percepire la rabbia del fratello anche quando cercava di non manifestare le sue emozioni. Se fossero stati da soli Sherlock l’avrebbe sicuramente ucciso.

Ebbe l’imminente bisogno di uscire, forse sarebbe stato meglio lasciarli parlare.
“Vi lascio soli” erano state la parole di Mycroft prima di uscire dalla stanza.

Sherlock non aspettò neanche di sentire il rumore della porta che si chiudeva. La sua rabbia imperversava.
«Qual è il tuo problema, Watson?» le disse con asprezza.

Joan non sapeva cosa rispondere. Cosa voleva sentirsi dire Sherlock?

«Vuoi cercare stabilità? Se è questo quello che cerchi sarò lieto di dirti che mio fratello non è il partito più adatto. Vuoi avere i tuoi spazi? Mi ricordavo di avertene concessi! Vuoi creare una famiglia? Avere dei figli? Vuoi avere la vita che hanno tutti?»

Joan ebbe l’impulso di scattare. Quindi era Sherlock che le concedeva degli spazi? Non era lei che poteva prendersene da sola? Non aveva la libertà di fare ciò che voleva? Ma non era arrabbiata, né nervosa. Solo amareggiata che le conversazioni con Sherlock dovessero essere sempre così terribili, soprattutto quando si parlava di Mycroft.

«Vuoi– sposarti? È questo il punto? Quello che stai cercando di fare con mio fratello…?»

Joan sbuffò. «Sherlock, non voglio spo­–»

«Se vuoi sposarti così tanto, ti sposerò io!»

Se la sua espressione prima era di fastidio, adesso un turbine di emozioni si affacciavano sul viso di Joan. Era davvero serio? O era un altro esperimento come quello provato il primo giorno che si erano visti? Quando Sherlock le aveva confessato il colpo di fulmine che aveva provato, seppur fossero state solo parole scopiazzate da un film? Eppure adesso i sentimenti di Sherlock non sembravano poi così tanto pilotati.

Aprì la bocca per parlare, ma lui non glielo permise.
«Lascia stare. Fa’ finta che non abbia detto niente.»

Joan gli si avvicinò con irruenza. «Fare finta? Sherlock come puoi aspettarti che faccia finta di non aver sentito quello che hai detto?»

«E tu come puoi aspettarti che faccia finta che non me ne importi nulla se intraprendi una relazione fisica e sentimentale con mio fratello?»

Joan assunse uno sguardo di amarezza. Il suo solito sguardo, quello che Sherlock conosceva meglio di tutti gli altri. Quello che, non importa cosa lui provasse, le avrebbe fatto capire ogni sua emozione. E non era giusto, perché Sherlock non sempre sapeva decifrare gli sguardi e i gesti di Watson, ma lei d’altro canto, conosceva Sherlock meglio di chiunque altro, e lo capiva meglio di chiunque altro.

«Per un momento, ho sperato davvero fosse un transfert emotivo. Utilizzare le risorse di mio fratello per non pensare a me. Ma no! Non era così. Sei veramente innamorata di lui.»

«Sherlock– » cominciò lei cercando il suo sguardo. «Io non sono innamorata di tuo fratello.»

Lui alzò il viso, sperando di trovare negli occhi di Joan lo stesso sentimento che stava provando lui.

«Magari lo fossi. Sarebbe più– facile, per quanto difficile invece possa sembrare. Ma non potrei mai amare tuo fratello– non potrei mai

Ed erano sempre stati così. Holmes e Watson, faccia a faccia. Sherlock e Joan, l’uno a un passo dall’altra, sempre a debita distanza, forse per paura che il contatto dei loro corpi avrebbe potuto in qualche modo scottarli.

Ma adesso c’era qualcosa di diverso tra di loro. Quel qualcosa di non detto che c’era sempre stato, ma che era sempre rimasto scavato nel profondo, e adesso invece, stava tornando a galla.

Sherlock le prese la mano, un contatto che fece sobbalzare Joan. E fu in quell’istante che capì tutti i “ti amo” mai pronunciati, sempre nascosti dietro finte dichiarazioni, dietro una finta amicizia, dietro i  “resta, sono migliore con te”.
Sherlock e Joan non si erano mai guardati come in quel momento. E nessun loro contatto fisico, nessun abbraccio, né un qualsiasi bacio con una qualsiasi altra persona, era così intimo rispetto alle loro mani legate.

«Joan, io­–»
La frase di Sherlock fu bruscamente interrotta dall’arrivo del fratello, che con nonchalance aveva aperto la porta senza bussare.

«Vi ho interrotti?»

«No,» rispose Sherlock freddamente. «Eravamo pronti ad andare.»

Il contatto fu annullato, le mani sciolte, non la guardò neanche negli occhi, forse aveva paura di vedere il suo giudizio, di essere decifrato ancora di più. Ma Joan lo guardò mentre raggiungeva Mycroft.

Joan glielo lesse negli occhi. Non poteva pronunciarlo, il fratello era presente, e Sherlock non l’avrebbe detto comunque, mai, in nessun caso. Ma lei lo lesse lo stesso quel “ti amo...” amaro e ben nascosto fra uno sguardo sconsolato e un altro.

E fu dopo quell’istante che Joan capì che non ci sarebbe stato nessun altro oltre a lui. Nessun Mycroft, nessun qualsiasi altro ragazzo.
Solo Sherlock.
E per lui era pressappoco lo stesso. Per lui quel “non ho mai amato nessuno come amo te in questo momento”, all’epoca non era significato niente. Eppure, a distanza di mesi e mesi, si era reso conto che, nel fingere, aveva pronunciato la cosa più vera che avesse mai detto.

Note dell'autrice: Buonasera a tutti, buona notte o buon giorno - punti di vista. Ho già avuto in precedenza un account su EFP. Scrivevo poesie, poi ho smesso.  Scrivevo anche fan fiction e storie, ma non le ho mai pubblicate. Non so cosa sia cambiato oggi, ho avuto un lampo, un'ispirazione e ho scritto questa one shot. Non l'ho neanche riletta troppe volte, avevo paura che non mi sarebbe piaciuta più e sarei finita col non pubblicarla.
Ho creato un nuovo account perché avevo bisogno di un nuovo inizio, qualcosa che mi avrebbe ridato la carica di scrivere dopo tanto tempo (e ne sono passati di anni).
Quindi spero vi piaccia, criticatemi quanto volete ma non siate troppo severi, non mi alleno da anni!
edit: avevo detto che non avevo riletto questa fan fiction più di due volte, be', si vede, la sto modificando una volta no e settantasette sì!

 
   
 
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