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Autore: Lady Samhain    12/03/2019    2 recensioni
Wing!Fiction.
Le ali sono il marchio dell'amore più intenso della vita di una persona. Per Albus Silente e Gellert Grindelwald le ali iniziano a spuntare lo stesso giorno di un'estate lontana e li accompagnano per tutto il resto della loro vita, fino all'ultimo scontro.
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Let me be your wings'
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Let me be your wings

(Parte seconda)

***

Niente va come previsto.

Ed è tutta colpa di quell'idiota cavernicolo del fratello di Albus!

E la lite... c'era davvero bisogno di litigare per chi dovesse fare da balia ad una ritardata? E davvero Aberforth credeva che Albus avrebbe dovuto essere contento di badare a lei?

Che discussione idiota!

Ed Aberforth non avrebbe dovuto provocarlo a proposito del fatto che lui non avesse bacchetta, e quella squilibrata non avrebbe dovuto spaventarsi tanto.

Perché accidenti Gellert aveva accettato di andare a conoscerli? Era stato stupido!

Stupido ad acconsentire solo per fare un piacere ad Albus.

E adesso è dovuto scappare di nuovo, persino da casa di sua zia e dalle capre che si vedevano dalla finestra.

La cosa che più gli brucia è che le sue ali sono ancora piccole, e che non vedrà più quelle di Albus, e che forse non potrà mai Spiegare per lui.

***

Sono passati anni.

Troppi anni.

Le ali di Gellert Grindelwald sono uno dei pettegolezzi preferiti del mondo magico, perché pare che nei salotti sia molto affascinante l'idea romantica di un assassino, di un rinnegato, di un mago dal cuore maledetto che almeno una volta nella sua vita deve avere amato.

Il colore grigio acciaio è un colore mai visto, e la loro grandezza è impressionante.

Da chiuse arrivano sotto le ginocchia del mago, mentre da aperte... bè, nessuno lo sa.

Si dice che le ali di Grindelwald siano belle ma completamente immobili; mai un fremito, per nessuno.

Quello che tutti si chiedono è se Grindelwald le abbia mai Spiegate per qualcuno, ma nessuno, nemmeno tra i suoi più fedeli, ha mai osato chiederglielo direttamente.

***

Gellert sa perfettamente di non essere irrintracciabile ora che è tornato in Inghilterra, e sa che sono molte le persone che lo cercano: si tratta di aspiranti discepoli o di aspiranti Auror intenzionati ad arrestarlo.

Lui non si è mai nascosto né mai lo farà. Lo ha giurato a sé stesso.

Per questo Gellert non è sorpreso quando, tra la posta che gli viene consegnata in camera dall'elfo domestico della pensione dove alloggia, trova sempre parecchie buste.

A prima vista nessuna gli sembra particolare, ma scorrendole una di esse gli evoca qualcosa di indefinito e doloroso.

Albus.

Niente mittente, ma Gellert sa che quella lettera è sua.

In realtà sono due, una dentro l'altra.


“Devo vederti. Nell'altra busta troverai un'anello. È una passaporta che si attiverà la sera del solstizio d'estate alle sette. Ti porterà in un posto speciale. Io sarò lì ad aspettarti fino alle sette e mezza, se non sarai arrivato entro quell'ora lo considererò come un rifiuto. Sinceramente vorrei che tu accettassi. Pensaci.


Albus”


Il primo istinto è accartocciarla tra le mani. Il secondo è portarla alle labbra per baciarla.

Sulla sua schiena le ali si stirano per la prima volta dopo anni di immobilità.

***

Un tetto. Secondo Albus il “posto speciale” sono i tetti della cattedrale di Saint Paul.

La passaporta lo ha fatto arrivare dritto su uno dei camminamenti più alti, ed Albus è esattamente all'estremità opposta.

È cambiato negli anni, ma Gellert sa che è lui: glielo dice la vampata di magia che urla alle sue ali di Spiegarsi.

Albus è di spalle, e le sue, di ali, si aprono con grazia non appena percepisce la sua presenza.

Sono belle, si concede di pensare Gellert.

Sono rosso rame all'attaccatura di ogni piuma e poi virano verso il bronzo sulla punta, creando un continuo sovrapporsi di sprazzi di luce e riflesso metallico nella luce del tramonto.

In effetti sono bellissime.

Ed Albus le ha sviluppate per lui. Dunque lo ha amato. Le ali non mentono.

Gellert tuttavia non è intenzionato a farsi distrarre troppo.

-Posto azzardato, per uno che non vuole infrangere lo statuto di segretezza- gli urla.

Non è intenzionato ad avvicinarsi, non vuole dargli questa soddisfazione. E le sue maledette ali devono smetterla di contorcersi per salutarlo!

Albus si gira verso di lui e la sua espressione è affabile come se si fossero lasciati da amici solo il giorno prima.

-Non preoccuparti: siamo perfettamente schermati dai migliori incantesimi di disillusione. Nessuno farà caso a noi-

Si avvicina e più i suoi passi lo portano verso Gellert più le ali sulla sua schiena si Spiegano; quando arriva proprio di fronte a lui le ali sono completamente aperte ed Albus non fa nemmeno uno sforzo per dominarle.

Sempre così sincero. Sempre così... buono.

-Ciao, Gellert-

Lui finge di essere insensibile al suo viso, alle minuscole rughe agli angoli degli occhi che lo rendono ancora più attraente, ai suoi occhi azzurri che il tempo non ha appannato, alla mascella adesso coperta da una barba ordinata.

Lo scruta, divora ogni dettaglio, lo marchia a fuoco nella sua mente, ma Gellert non glielo farà capire facilmente.

-Che cosa vuoi da me?-

-Voglio sapere se posso salvarti-

-Da cosa?-

-Da te stesso-

-Non ho nessun bisogno di essere salvato. Io sono libero. Tu, piuttosto, quando ti libererai dall'ipocrisia che ti sei cucito addosso e riprenderai il tuo posto?-

-Il mio posto è ad Hogwarst-

-Il tuo posto è accanto a me, a combattere. Me lo avevi promesso, Albus!-

Stavolta le ali stanno per scattare.

Albus le guarda solo per una frazione di secondo prima di tornare a guardare lui negli occhi.

-Non manterrò una promessa che ti farà del male-

-Perché dovrebbe farmi del male? Non pensi che io possa farcela? Non ti ho dato abbastanza prove che io sono diverso dagli altri?-

-Gellert, lo so che sei diverso, ma sei sempre umano. Ti prego di non dimenticartelo-

In quel modo, rivolgendosi alle sue presunte fragilità, Albus lo fa solo arrabbiare di più.

Gellert scatta a cammianare avanti e indietro, stessa abitudine di quando erano ragazzi e lui si infiammava a parlare della rivoluzione.

-Ho imparato a controllare la magia senza bacchetta, sono padrone della bacchetta del destino, ho radunato un esercito... insomma, quale altro miracolo devo fare perché tu torni da me? Dimmelo, Albus, ed io lo farò. Lo sai che lo farò-

-Gellert, perché non capisci? Io non voglio imprese mirabolanti da te, voglio solo che tu ritrovi la tua umanità. Puoi farlo, Gellert?-

-Umanità- ripete lui sprezzante -Non capisco cosa tu intenda-

-Intendo la capacità di provare compassione. Renderti conto che stai facendo soffrire delle persone-

-Ah, ma io me ne rendo conto-

-E non basta a fermarti?-

-No. Non se qualcosa di più grande deve essere conquisato-

Albus sospira e si passa una mano sulla fronte. Indossa dei guanti di pelle, nota solo in quel momento Gellert.

Forse anche a lui fanno male le spalle per i muscoli contratti, ma anche lui è bravo a nasconderlo.

-Sono belle- Dice all'improvviso Albus accennando alle sue ali, e Gellert si concede un accenno di sorriso.

-Non sono spuntate per una persona qualsiasi-

-Nemmeno le mie-

Sciocco, ingenuo, meraviglioso Albus!

Le ali fremono per il bisogno disperato di Spiegarsi ed accarezzare le punte delle altre che ha di fronte. Deve essere bellissimo. Deve essere sollievo per quella tortura che gli sta facendo contrarre tutto il corpo nel tentativo di tenerle ferme.

Ma ha davvero importanza? Se anche le Spiegasse, che ci sarebbe di male? Albus lo ha fatto per lui, ed è stato solo naturale, inoltre Gellert è convinto che Albus sappia perfettamente che è lui che si trattiene dallo Spiegare, ma che il sentimento esiste ancora.

Lo Spiegamento è istintivo, è unico per ogni persona, non si può simulare ed è diverso dal semplice aprire e chiudere le ali per sgranchire i muscoli.

Le ali di Albus, ad esempio, sono due perfetti archi con le punte rivolte verso di lui, come a volerlo invitare in un abbraccio, e Gellert sa, sa quanta voglia ha di affondarci.

Alla fine sceglie la mezza misura.

-C'è un segreto, vuoi sapere qual'è?-

-Se tu vorrai dirmelo-

Con un cenno della bacchetta le ali di Gellert iniziano a cambiare colore.

Dalle punte il colore inizia a schiarire, poi su tutta l'ala il grigio scuro scompare e lascia il posto ad una meraviglia unica: le ali di Gellert sembrano fatte di cristallo.

Ogni piuma è traslucida, perlata, iridescente, riflette la luce in tutti i suoi colori al minimo movimento.

Le ali di Gellert sono fatte di pura bellezza.

-Ho provato a coprirle con ogni incantesimo che conosco, ma non riesco ad andare oltre il grigio. Capisci cosa mi hai fatto, Albus? Non è abbastanza per meritare che tu torni da me?-

Albus non può rispondergli perché è senza fiato. Non è affatto facile fare un effetto del genere ad Albus Silente, e Gellert non può fare a meno di esserne orgoglioso.

Guarda le sue ali come se davvero fossero un miracolo.

-Posso?-

Gellert fa un semplice cenno con la testa verso l'ala, ed Albus deve togliersi un guanto per toccarla.

Le ali sono sensibili, Gellert lo scopre nel momento in cui il calore della mano di Albus gli scorre dappertutto nel corpo.

È sollievo come tanti anni prima, quando le loro ali erano ancora sotto la pelle, e Gellert non può impedirsi di sospirare e quasi di gemere.

Il suo corpo si muove da solo: si aggrappa ad Albus ed affonda le mani nelle piume soffici sotto le sue ali.

Sono così belle, mordide, calde... è la stessa sensazione di pace di tanto tempo prima.

Gellert sente che potrebbe sprofondarci e che Albus non vorrebbe altro al mondo che poterlo tenere così.

Le sue ali sono Spiegate, adesso.

Tese verso l'alto ed all'indietro fino allo spasmo, con le piume aperte a ventaglio e le punte verso il cielo.

Fa male ai muscoli delle spalle, ma è così liberatorio Spiegare!

Ognuno ha il proprio modo di Spiegare: per Albus è un invito, per Gellert è un grido di tortura ed estasi.

Le loro ali si incastrano alla perfezione: quelle di Albus a circondarlo, quelle di Gellert pronte a spiccare il volo per entrambi.

Il profumo di Albus è l'unica cosa che percepisce, se ne lascia riempire ed inebriare come dal liquore migliore: sa di estate, di dolce, di lavanda e di pergamena. E di limone. E Gellert potrebbe annegarci, e l'unica cosa che vorrebbe è fare l'amore con lui anche se sono sul tetto della cattedrale.

-Sono qui, Gellert... sono qui...-

Albus lo bacia tra i capelli, sulle guance, e solo alla fine trova la sua bocca.

***

Sono ancora stretti, ancora sul tetto, ancora scossi da tremiti.

-Vieni con me, Gellert- sussurra Albus al suo orecchio -Permettimi di salvarti-

Gellert sospira.

Povero, sciocco, sentimentale Albus.

Si scioglie dall'abbraccio, le loro ali perdono l'armonia dell'incastro perfetto e basta quello come risposta.

-Perché vai via? Non sei stato felice, adesso?-

-Lo sono stato, Albus, più che in tutti questi anni. Ma la felicità è la trappola più subdola che esista, ed io non posso dimenticare che c'è qualcosa di più grande della mia felicità-

Albus gli rivolge un sorriso triste.

-Sei tu stesso il primo martire della tua causa, dunque-

-Non è così drammatico. Devo fare delle cose. Quando sarà tutto finito ci ritroveremo-

-E se finisse male?-

-Allora ricordami-

-Gellert!- Albus tende la mano e tenta di afferrarlo un'ultima volta ma lui è rapido a scansarsi.

-Devo andare adesso. Addio-

Si Smaterializza in fretta, prima di perdere la concentrazione e Spaccarsi.

Non sa che dietro di lui resta una piuma di cristallo e che Albus la raccoglie per conservarla.

***

Devono affrontarsi.

In fondo lo sapevano entrambi che non sarebbe potuta finire in altro modo.

Restano solo loro in piedi alla fine dello scontro, al centro dell'arena del Peré-Lachaise dove anni prima Gellert ha tenuto il suo discorso.

Posto curioso, un cimitero che è anche campo di battaglia, per lasciare Spiegare le proprie ali, ma Albus non pare preoccuparsene e non fa nulla per nascondere l'invito che ha sempre contraddistinto il suo Spiegamento.

-Gellert, non voglio farti del male. Non costringermi a combattere contro di te-

-Non sono io a costringerti, Albus. Se tornerai con me non ci sarà nessun bisogno di combatterci. Torna da me, Albus-

-Non posso-

-Non vuoi-

-Nemmeno tu vuoi. Le tue ali sono nere, adesso-

Gellert sorride a tanta ingenuità.

Lascia che le sue ali si Spieghino in tutta la loro forza, solo per Albus, e poi, con un cenno della bacchetta sfiora un'ala ed il nero pece scivola via per lasciare spazio al caleidoscopio di colori che da sempre sono le sue ali.

-Ho migliorato l'incantesimo che le copre, ma loro restano così-

Ancora una volta Albus è a bocca aperta.

-Gellert... dopo tutto questo tempo?-

-Sempre-

Ma la mano che stringe la bacchetta è già in tensione, pronta allo scontro.

***

Non doveva andare così.

Non con Albus in ginocchio a tossire sangue ai suoi piedi.

Ma insomma, come poteva pretendere di vincere contro chi aveva conquistato la bacchetta di Sambuco?

Gellert si inginocchia davanti a lui e gli accarezza il viso.

-Sai che non ti ucciderei mai. Adesso dimmi, vuoi venire con me? Se tu non sei stato in grado di battermi nessun altro potrà farlo, lo sai bene. Io vincerò, ma con te al mio fianco potrei porre fine a questa guerra molto più in fretta. Riflettici, Albus. Vuoi che muoiano altri Auror? Mettiamo fine alla guerra. Nessuno si metterà contro me e te assieme. Cosa rispondi?-

Albus lo guarda con gli occhi azzurri vacui come se non lo vedessero davvero.

Le sue ali, le sue bellissime ali di fuoco e metallo, giacciono nella polvere dove il suo corpo si è accasciato dopo l'ultima fattura, quella che ha decretato la sua sconfitta in duello.

Chiude un attimo gli occhi sotto le carezze di Gellert e poi, finalmente, quando lo guarda è di nuovo lui.

-Ah. La bacchetta del destino. Non ci credevo, sai? Credevo che avessi messo in giro una stupida storia per alimentare la tua fama-

Suo malgrado Gellert sorride.

-E invece no. Te l'avevo detto che l'avevo trovata-

-Sì, me lo avevi detto-

-Albus, non abbiamo molto tempo. Rispondi, vuoi venire con me, adesso?-

Invece di rispondere Albus sospira, un sospiro tremante, e poi gli dà una risposta molto strana.

-Io ti amo, Gellert, e non sai quanto mi dispiace farti questo-

Lui non capisce cosa sia “Questo” finché non sente la magia di Albus tendersi, avvilupparsi attorno alla mano con cui ancora regge la bacchetta, e poi un “crack”.

La consapevolezza lo gela all'improvviso.

La bacchetta di Sambuco, la stecca del destino, è spezzata.

L'ha spezzata a mani nude Albus, con l'ultima stilla di magia che ancora gli scorreva in corpo.

-Me lo hai insegnato tu, Gellert: c'è altro oltre le bacchette- gli sorride un'ultima volta e poi crolla svenuto nella polvere.

Non sa cosa vorrebbe fare.

Vorrebe disstruggere tutto ed allo stesso tempo si sente scoppiare di orgoglio per quello che Albus è riuscito a fare.

E poi vorrebbe spaccargli il cranio perché come ha potuto quell'idiota distruggre di proposito la bacchetta più potente del mondo?!

La magia ha leggi strane.

Può un uomo sconfitto essere il vincitore?

Tutto in Gellert rifiuta quella sconfitta assurda!

Prova a richiamare in mano i pezzi della bacchetta di Sambuco ma quella non risponde più alla sua volontà, nemmeno da spezzata.

La rabbia lo travolge con una forza cieca, gonfiandosi in ondate che polverizzano ogni cosa attorno a lui.

In astratto comprende che è quello che è successo a Credence: la magia nella sua forma più primitiva, pura, magnifica ma fuori controllo, che si scaglia contro qualunque cosa nelle vicinanze compreso...

“Albus”

Vorrebbe farlo a pezzi e vorrebbe baciarlo, e quando due volontà così forti si scontrano l'unico risultato è che la magia scagliata contro Albus e con altrettanta forza trattenuta si ritorce contro sé stessa e Gellert collassa, colpito dal suo stesso potere.

Cade privo di sensi accanto ad Albus, e quando gli Auror ed i medimaghi li trovano viene scattata un'unica foto, mai pubblicata, in cui l'ala destra di Gellert copre ancora quella sinistra di Albus.

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Nel Cerchio della Strega


Secondo capitolo.

Questo mi piace molto più del primo perché Albus e Gellert sono già adulti ed hanno scelto la loro strada.

Ho ancora il dubbio se si siano lasciati andare ad atti osceni in luogo pubblico (sui tetti della cattedrale), anche se propendo per il sì. Voi che ne pensate?

Inoltre il duello tra Gellert ed Albus mi ha creato un mucchio di problemi perché sapevo di volerlo inserire, ma non sapevo come fare a creare qualcosa di originale.

Alla fine me la sono cavata così e sono molto soddisfatta del risultato.

In attesa del vostro parere


Lady Samhain











  
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