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Autore: KatherineFreebatch    12/03/2019    4 recensioni
Dopo aver condiviso il camerino agli Oscar, i sentimenti tra Brian e Roger sono tornati ad ardere fino al punto di spingere i due a decidere di passare la notte insieme. (Seguito di A Millionaire Waltz)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In the quiet of the night

(Let our candle always burn)

 

Si erano dati appuntamento a casa di Brian per le due del mattino.
 

“Lasciami il tempo di mettere Anita sull’aereo e di farmi una doccia.” Aveva richiesto il chitarrista e Roger aveva acconsentito aggiungendo un:
“Guai a te se non ti ritrovo con lo smoking addosso, però.”
 

Brian aveva sorriso, si era portato il flûte alle labbra per sorseggiare lo champagne provveduto dall’Accademy al loro famigerato Governor’s Party e si era quasi strozzato con il prezioso Crystal quando il batterista aveva aggiunto: “E cerca di farti trovare sveglio.” per poi salutarlo con una sonora pacca a mano piena sul sedere.

Anita, che aveva visto la scena e che, soprattutto, non conosceva nulla dei trascorsi amorosi del marito con Roger, si era avvicinata ridendo, aveva accecato Brian con le migliaia di paillettes sul suo vestito ed lo aveva baciato sulla guancia sussurrandogli all’orecchio:
“Ad averlo saputo quando eravamo più giovani, mi sarei unità volentieri a voi.” Per poi accomiatarsi di nuovo dal compagno con un pizzicotto alla natica che lo fece arrossire.

Imbarazzato e quasi anche infastidito dalle prese in giro dei due, Brian se ne rimase solitario e taciturno per il resto della sera, accoccolato in un angolo del locale, il flûte mezzo pieno tra le dita ed una miriade di pensieri galoppanti a tenere in ostaggio la sua attenzione.

L’unica scossa che lo aveva riportato per qualche secondo con i piedi per terra e la mente al presente era stato quando Rami, impettito ed ubriaco, aveva fatto la sua entrata trionfale nel locale, puntando dritto verso Roger. Lo aveva afferrato per un polso strappandolo dalle attenzioni e dalla grinfie di Sarina, trascinandoselo dietro fino all’angolino in cui si era rifugiato Brian.
 

“Foto!” Aveva biascicato l’attore ridendo ed i due musicisti, fieri ed in vena di assecondare il loro pupillo, si erano messi in posa per la fotocamera.

 

Ed era andato tutto bene finché, per l’ultimo scatto, Rami non aveva girato il viso verso Brian, affondando il naso nella sua guancia e strofinando le labbra umide sulla sua pelle ancora liscia e morbida nonostante l’età. A quel punto le dita di Roger, gelose e possessive, erano scivolate, intrecciandosi per un attimo con quelle di Brian, proprio alla base dell’Oscar dove entrambi lo tenevano saldamente. A quel tocco Brian aveva sentito una scarica elettrica ed improvvisa attraversargli le dita, la mano ed il braccio per finire in una cascata di scintille che gli corsero giù lungo la schiena, facendolo rabbrividire.

Si separarono con un sorriso e Roger lo fissò dritto negli occhi ricordandogli: “Stasera”
 

Il chitarrista aveva annuito e si era sciolto in uno dei suoi proverbiali mezzi sorrisi.

Nell’auto di ritorno da LAX, Brian si era sorpreso, con le dita tra i capelli, ad aggiustarsi i ricci candidi come una ragazzina adolescente preoccupata per il suo primo appartamento. Aveva scosso la testa, portandosi le mani al grembo. Lì aveva intrecciato le dita tra di loro e si era costretto a guardare la luna, maestosa e luminosa, nel cielo tiepido della California.

A casa, sotto la doccia, mentre canticchiava Doris Gray, si ritrovò invece a pensare a quella notte passata sotto il cielo rovente di Ibiza, con miriadi di stelle a testimone della passione sua e di Roger mentre dall’Hotel Pikes arrivavano le risate sguaiate di Freddie e dei suoi ospiti per il suo 41esimo compleanno con la paura che Chrissy, Dominic od i bambini li scoprissero mentre facevano l’amore sulla spiaggia.

 

Per un istante il getto bollente della doccia gli ricordò il bruciore delle unghie di Roger che gli graffiavano la schiena e si chiese se quella sera avrebbe sentito di nuovo quella stessa sensazione, se lui ed il batterista sarebbero stati ancora in grado di ricreare quella passione travolgente che decenni prima aveva infuocato più di una notte.

Sbuffò, sconsolato, minuti più tardi quando, rivestendosi, dovette combattere uno sbadiglio . Volse lo sguardo allo specchio, quel famoso specchio usato per un selfie a petto nudo postato durante l’estate che aveva mandato in visibilio i suoi seguaci su Instagram, ed evitò accuratamente di soffermarsi sulla sua espressione stanca. Erano solo le due e mezza del mattino e lui non riusciva a smettere di sbadigliare.

Si abbottonò per metà la camicia, tralasciando la continental tie e preferendo un look più casual e sorrise ricordandosi di come Roger avesse l’abitudine di affondare il viso tra i due lembi di stoffa e morderlo tra i pettorali ogni qualvolta Brian decidesse di portare la camicia sbottonata. Una volta indossata la giacca in velluto si sdraiò sul letto. Giusto per allungare le gambe, pensò e fu così che Roger lo ritrovò solo mezz’ora più tardi: addormentato serenamente, una mano posata sul ventre ed i ricci bianchi sparpagliati sul cuscino azzurro che gli creavano un alone quasi divino attorno al viso.

Sussultò e si svegliò di colpo quando avvertì i polpastrelli di Roger sfiorargli una guancia e gli baciò il pollice quando questo prese a massaggiargli la labbra.

“Non ti avevo detto di aspettarmi sveglio?” Gli chiese il batterista e lui si strinse nelle spalle.
“Ci ho provato, scusa.” Rispose Brian mettendosi a sedere. Si passò una mano tra i capelli, cercando di ridare una forma ai ricci e aggiunse: “Dì la verità, sei stanco anche tu.”

Roger scoppiò a ridere. Si sedette sul bordo del letto accanto a lui e tentò di soffocare le risa nella spalla di Brian.

“Non sai quanto, dannazione.” Disse, imbronciandosi. Fissò per un attimo l’amico ed un luccichio birichino gli illumino gli occhi “Ma niente al mondo ci fermerà stasera.”

Restarono a guardarsi negli occhi per un minuto che parve interminabile in cui Brian sentì il proprio cuore accelerare ed un istante si ritrovò steso a labbra contro labbra con Roger sopra di lui. Gli passò una mano tra i capelli argentei, scompigliando l’acconciatura rigida. Nonostante l’impeto iniziale, il bacio restò delicato, languido e quasi casto per svariati attimi, finché Brian non sentì le dita dell’amico farsi strada nella scollatura della sua camicia. Gli concesse un ultimo bacio e si separò da lui con un delicato morso al labbro inferiore.

“Credo sia il caso di disfarci di tutta questa roba.” Indicando con gesti impazienti i loro vestiti.

Roger annuì, sorrise malizioso e gli fece scorrere la mano sulla spalle, facendogli scivolare via la giacca. Brian lo scacciò con un gesto impaziente.

“Quello che intendevo è che ognuno debba occuparsi dei propri vestiti. Si fa prima. ”

Roger sbuffò, si scostò e fece cadere a terra la giacca scrollandosela dalle spalle con un gesto secco.

“Gesù, Brian. Manca che tu mi dica di fare attenzione a non rompermi il femore e poi abbiamo esaurito tutti i cliché degli uomini vecchi e noiosi.” Si mise a slacciarsi la camicia con stizza, lasciando cadere anche quella a terra quando il silenzio di Brian lo fece riflettere un attimo. “Scusa, sono solo nervoso.”

Volse lo sguardo verso l’amico e lo trovo privo di ogni indumento tranne l’intimo, le braccia incrociate sul petto ed un’espressione al metà tra il furente e l’imbarazzato dipinta sul viso.

“Perché, pensi che io non sia nervoso?” Disse cercando di tirante in dentro la pancia, solo per sbuffare quando si accorse di cosa stava facendo. Lui che era da sempre conscio e fiero della sua immagine, lui che sapeva bene l’effetto che la sua silhouette aveva su chiunque fosse attratti dagli uomini, proprio lui che ogni mattina saltava in sella alla sua cyclette e sapeva di essere in forma come pochi uomini della sua età erano, lui stava cercando di fare bella impressione su Roger cercando di nascondere il ventre non perfettamente tonico e la vita non più così esile come quando aveva 30 anni.

“Non vedo perché tu debba essere nervoso, Brian.” Disse Roger con una sincerità tanto ears quanto apprezzata. “Sei così in forma, così bello...” aggiunse facendo scorrere lo sguardo dalle spalle al petto del chitarrista impreziosito da tante lentiggini per poi perdersi su quelle gambe chilometriche e toniche. Sorrise, poi, malizioso soffermandosi sull’intimo dell’amico. “E sei anche un gran maiale,
Bri. Le mutande in tinta con la giacca? Davvero?”

Bastò quella battuta a dissipare l’atmosfera pesante che si era venuta a creare ed entrambi scoppiarono a ridere come due ragazzini.

“Senti chi parla.” Rise Brian, cingendo la vita di Roger con le proprie braccia. Lo strinse a sé, gli baciò prima la fronte e poi il naso solo per poi dargli un morsetto scherzoso sulla zigomo. “Adesso fai il bravo e lasciami tentare di ricordare tutte le cose che ti piacciono.” Aggiunse, la voce un tono più bassa mentre strofinava sula sua guancia liscia sulla barba del batterista. Senza preavviso lo spinse sul letto e gli fu addosso con un movimento invidiabilmente rapido. Gli afferrò i polsi, portandoglieli sopra la testa soffiandogli contro le labbra:
“E non ti permettere più di chiamarmi vecchio o noioso.” E lo baciò come non aveva più baciato nessuno da decenni.

Roger si inarcò, cercando un maggiore contratto fisico mentre allo stesso tempo tentava di liberarsi i polsi, ma Brian era troppo forte e soprattutto lo conosceva troppo bene: lo tenne stretto, proprio dove e come volevano entrambi mentre si perdevano in un bacio che aspettavano da decenni e lo lasciò andare solo quando il bisogno di ossigeno, e soprattutto la stanchezza alle braccia si fece sentire. Il
Chitarrista si staccò da lui con un bacio a fior di labbra, dolce e casto: la perfetta antitesi di quello che erano stati i baci precedenti e si lasciò cadere su un fianco.

Roger rise e si passò le dita sulle guance arrossate. “Per un attimo ho temuto mi facessi venire un infarto, maledetto.” Disse puntando lo sguardo turchese sull’amico. “E mi dispiace offenderti, ma temo non abbiamo più l’età per cos’è troppo avventurose.”

Brian scosse la testa ed i ricci gli coprirono per un secondo gli occhi mentre scivolava sotto le coperte, seguito quasi istantaneamente da Roger.
“Siamo solo fuori allenamento, ma se stringo i denti, sono sicuro di farcela.” Disse tentando di sovrastare di nuovo il batterista, ma l’altro lo bloccò con una mano sulla spalla e lo obbligò a adagiarsi nuovamente su un fianco.

“No, questa volta facciamo come dico io, la prossima potrai dimostrarmi quanto sei ancora forte e prestante.” Mormorò Roger avvicinandosi al compagno. Si strinse a lui, ancorandosi all’amico con un braccio attorno alle sue spalle ed una gamba attorno ai sui fianchi. Si strinse a lui mentre riprendevano a baciarsi con rinnovato entusiasmo e passione.

Ben presto l’intimo di Brian ed i calzini di Roger furono spinti ai piedi del letto, e gli volle molto meno di quanto entrambi avevano immaginato per ritrovare il loro ritmo.

Roger si sentiva vibrare, sentiva l’amico maneggiarlo con cura e plasmarla con la delicatezza e la stessa fermezza che usava con la sua preziosa chitarra. E Brian, dal canto suo, sentiva la passione del batterista colpirlo con colpi secchi e decisi, completamente in sincrono con l’ondulare dei suoi fianchi.

Raggiunsero l’estasi insieme, con il fiatone ed i corpi madidi di sudore. Lo fecero in silenzio, troppo sorpresi da quel piacere che temevano ormai essere irraggiungibile dietro a troppi anni di lontananza. Si amarono occhi negli occhi, come sempre, con un torrente di emozioni che scorreva libero ed impetuoso tra di loro.

Non si scambiarono parole dolci, le espressioni d’amore erano sempre state inutili e ridondanti tra di loro, ma si strinsero forte. Roger fece finta di non sentire le lacrime calde dell’amico bagnargli il viso e Brian non commentò quando Roger pareva incapace di smettere di accarezzargli i capelli.

Si erano appena ritrovati dopo decenni e sapevano che quella volta non sia sarebbero mai più lasciati andare.

“Freddie sarebbe scoppiato d’orgoglio, stasera.” Borbottò Brian quando indue finalmente si stavano preparando ad addormentarsi.

“Fiero di cosa? Per gli Oscar vinti dal film? O per la nostra performance da Oscar?” Chiese Roger beccandosi uno scappellotto.
 

   
 
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