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Autore: tixit    13/03/2019    12 recensioni
Un uomo in fuga, saluta qualcuno che gli era molto caro.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Victor Clemente Girodelle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fughe, inizi, fini, saluti e rose


L'uomo portava uno zaino di cuoio appoggiato negligentemente su una spalla. I lunghi capelli gonfiati dal vento, lasciavano intravedere il volto affilato e pallido, di chi per tanto tempo non aveva potuto vedere il sole.

"Ti aspetto qui," disse l'altro, vestito da marinaio, "ricordati che hai solo un'ora, fino alla montata della marea, poi dobbiamo andarcene in fretta."

"Posso arrangiarmi da solo." la voce era scontrosa, ma l'altro si limitò ad alzare le spalle - "Ricordami, una volta a casa, di tirarti un pugno." rispose, divertito.

"Casa?" il sarcasmo era palese. "Quale casa?"

"Casa." ribadì il marinaio con voce decisa. I due si guardarono a lungo, poi il marinaio aggiunse, distogliendo lo sguardo "Con te le domande semplici hanno sempre bisogno di risposte complicate. Scemo fin da piccolo. Casa non è solo dove sei cresciuto, è pure con chi, che ti credi?"

L'uomo più alto non disse niente, poi mise la mano sulla spalla dell'altro, in silenzio, un gesto impacciato, cercando un contatto solo con la punta delle dita.
Fu a quel punto che il marinaio lo attirò contro di sé, in un abbraccio silenzioso, che non lasciava la presa.

"Sei mio fratello, coglione, dai va a salutare, se proprio devi. Ma dopo tutto quello che c'è voluto per salvarti il collo, evita, per piacere, proprio sul più bello, di ficcarci nei guai."
 

Con passi lunghi e lenti l'uomo si inerpicò per la scogliera fino a che non trovò cosa stava cercando.

"A volte mi capita di cercarVi, sapete?" disse con leggero imbarazzo, guardando in terra. "Se vedo un cavallo bianco e un poco di blu, a volte solo qualcosa di biondo in una taverna, basta quello... se sento un pugno battuto su un tavolo istintivamente mi volto per guardare, con la speranza assurda che lì ci siate proprio Voi."

Trasse da sotto il mantello un involto che svolse con gesti delicati, poi, con un coltellino a serramanico, lentamente cominciò a scavare.

"Vi ho cercata dietro Notre Dame, su un ponte di Parigi, in un palco a teatro. Mi sembrava di averVi vista dove abbiamo avuto il nostro primo duello, ma era solo il passato che mi parlava." distrattamente si passò una mano sul volto. 
"Ho visitato casa Vostra oramai abbandonata, Vi ho cercato tra le tazzine da cioccolata e i libri sul Vostro comodino - le cose di Voi che sapevo e quelle che avrei tanto voluto sapere.
Ho cercato il Vostro odore in un vecchia divisa."

Sistemò con gesti precisi la radice dentro al terreno, stando bene attento che avesse l'inclinazione giusta.

"Rose bianche," mormorò, "Tutti pensano ad un fiore delicato, ma non è così - le rose, sotto la fragilità dei loro petali, hanno una forza insospettata. Sono le rose di Vostra madre, sapete? Ho pensato che un pezzetto di casa..." la voce gli morì in gola.

Poi riprese "Ad un certo punto Vi ho cercato pure tra le stelle, lo sapete? pensando che forse i preti avevano ragione."

Livellò il terreno con la punta dello stivale stando bene attento a non urtare la piantina. 

"Vi ho cercata. Vi ho cercata tanto. Ma non c'eravate." sospirò, "Soprattutto non c'era niente che potesse prendere il Vostro posto. Niente che nemmeno lontanamente mi faccia battere il cuore allo stesso modo - e per un uomo, credetemi, ammetterlo è dura." fece una risata leggera.
"Forse qui dovrei dire una preghiera, ma in mente adesso ho solo due parole, che non ho avuto mai il coraggio di dirVi: mi manchi."

Lentamente discese, lasciando dietro di se due croci, che guardavano il mare. 
   
 
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