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Autore: Natsumi Raimon    13/03/2019    3 recensioni
Storia partecipante all’Iniziativa “Red as your lips 2019“ indetta dal gruppo facebook LongLiveToTheFemslash (https://www.facebook.com/groups/797847460375554/)
Seguito di Frosted Tongue https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3730310
Prompt: Zip me? :"Puoi aiutarmi con questa zip?"
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-Puoi aiutarmi con questa zip?- Laurel le rivolse un sorriso, girandosi poi verso lo specchio, i capelli castani spettinati, il tubino nero che aveva indossato quella sera, al ristorante, con la cerniera bloccata alla vita.
Caitlin non sapeva ancora spiegarsi come fossero arrivate a quel punto; nei recessi della sua mente le sembrava che fosse accaduto tutto secoli prima.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Black Siren, Caitlin Snow, Killer Frost
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beta: Sua Sfiga
Fandom: The Flash
Coppia: Crack!ship Earth-2 Laurel Lance/Caitlin Snow
Rating: verde
 
Storia partecipante all’Iniziativa “Red as your lips 2019“ indetta dal gruppo facebook LongLiveToTheFemslash (https://www.facebook.com/groups/797847460375554/)
 
 
Prompt: Zip me? :"Puoi aiutarmi con questa zip?"
 



 
**


 


 
-Puoi aiutarmi con questa zip?- Laurel le rivolse un sorriso, girandosi poi verso lo specchio, i capelli castani spettinati, il tubino nero che aveva indossato quella sera, al ristorante, con la cerniera bloccata alla vita.



 
Caitlin non sapeva ancora spiegarsi come fossero arrivate a quel punto; nei recessi della sua mente le sembrava che fosse accaduto tutto secoli prima.
Ricordava parole sarcastiche, poi gentili, e la bizzarra proposta di una rapina al museo. 
Ricordava come le sue gambe le avessero guidate al suo appartamento, come si fossero avvolte attorno alla vita di Laurel e come fossero rimaste lì, ad ancorarla a lei, mentre crollavano sul tappeto del suo salotto. 
Era successo una vita fa, quando lei ancora desiderava annullare parte di sé, quando considerava ancora Killer Frost un'aliena, un parassita che tentava di vivere la sua vita, di portargliela via. 
Killer Frost, poi, se ne era andata, e Caitlin aveva scoperto di sentirsi sola, e aveva compreso, finalmente, come ci si sentiva ad essere parassiti e alieni nel proprio corpo. Si era sentita annegare e la parte che restava di lei, che non era né forte né  giusta, aveva scelto di attutire il dolore, di ottenebrarlo un bicchiere alla volta. 
Il telefono aveva squillato, una sera, e il trillo della suoneria le era sembrato un martello pneumatico nel cranio, attraverso la fitta nebbia dell’alcol.
 
Dove diamine ti ho messo?
 
Aveva pensato, mentre gettava a terra le riviste scientifiche che occupavano il tavolino di vetro del salotto, e le si era rivoltato lo stomaco quando aveva compreso che non avrebbe sentito più la voce di Frost riecheggiarle nella testa, grondante di sarcasmo. 
 
Come fanno gli altri? Come posso sopravvivere senza la tua voce?
 
-Pronto?- aveva mugugnato con la bocca impastata, rabbrividendo per quanto la sua voce le era sembrata estranea. 
 
La mia voce, la mia testa, il mio corpo...non sono miei. Di chi sono?
 
-Ciao, sono io...ho saputo cosa è successo- era lei. Era Laurel.


 
Il cuore le era rimbalzato in gola al ricordo del loro ultimo incontro; Frost, in particolare, dalla notte che avevano passato insieme, aveva deciso di impiegare le sue energie, e milioni di post-it, nel tentativo di convincerla a richiamarla. Ogni mattina, tra i messaggi che le raccontavano delle serate di Frost, dei suoi pensieri, della sua vita, aveva trovato qualche riferimento a Laurel Lance.
 
"Avanti, Caity, è piaciuto a te tanto quanto è piaciuto a me!"
 
"Non ti andrebbe di uscire stasera, magari con qualcuno di nostra conoscenza?"
 
"Ciao, Caity, ieri sera ho scritto alla nostra Sirenetta...e no, le ho scritto a nome mio, però, tesoro, ti farebbe bene un po' di sano sesso!"
 
"Oh, andiamo Caity...se non la chiami tu ci penserò io"


 
-Laurel...ciao.- È passato tanto tempo, lo so. Ma vorrei vederti, senza Frost a tenermi compagnia, mi sembra di annegare e vorrei parlarti. Avrebbe voluto dirle questo, ma dalla bocca impastata le era uscito solo un flebile: -si…Frost se ne è andata.- 
 
Caitlin aveva sentito Laurel sospirare e, con imbarazzo, aveva ricordato in un istante l'aria gelida che si condensava attorno a quelle labbra turgide e rosse -Caitlin, sono in città per affari e sono passata per vedere come stavi. Se te la senti, aprimi. 
Sono dietro la tua porta.-
 
Non appena le parole di Laurel furono metabolizzate dalla sua mente appannata, Caitlin tremò, il telefono le cadde a terra con un tonfo, ma lei era già in piedi. 
Corse alla porta e strinse le dita attorno alla maniglia d’acciaio, il sangue le rombava nelle orecchie e le girava la testa, sulla lingua sentiva il sapore denso e forte del rum. 
Sentì lo scatto della serratura e il sospiro di Laurel davanti alla porta che si apriva.
 
-Ciao.-
-Ciao.- 
Laurel scivolò rapidamente dentro l’appartamento, chiuse la porta alle sue spalle e avvolse le lunghe braccia muscolose attorno all'esile donna che tremava davanti a lei. 
Le mani di Caitlin superarono il morbido cappotto di camoscio e trovarono la pelle calda del suo collo, le dita si strinsero attorno alleseriche ciocche dei suoi capelli, si alzò sulle punte dei piedi superando i centimetri di tacco che Laurel indossava e accostò le labbra alle sue, bagnandole il viso con le sue lacrime. 

 
-Sono qui.- le bisbigliò Laurel, stringendola a sé -la ritroverai, Caitlin. Tornerà da te.-
L'aveva presa in braccio e l'aveva cullata, adagiandola nel suo letto e coricandosi accanto a lei.  Aveva lasciato che Caitlin le parlasse di Frost, di come avessero trovato un modo per funzionare insieme, di come il solo pensiero di aver desiderato, un tempo, di eliminarla, di cancellare la sua presenza, le sembrasse assurdo, barbarico, crudele.
 
-Era come se volessi cancellare me. Non esisto senza Frost, Laurel. Non esisto senza di lei.-
 
-Tornerà. Neanche lei esiste senza di te, Caitlin. Tornerà da te.-
Laurel non l'aveva lasciata, non finché non era stata certa di sentire il suo respiro cadenzato, segno che il sonno l'aveva raggiunta  e messa al riparo dal dolore dell'assenza di parte di lei, almeno per quella notte.

 
 
 
 
E Laurel aveva ragione, Frost era finalmente tornata. Avevano trovato un nuovo ritmo, prima aiutandosi con il celebral inhibitor, costruito da Wells, che Caitlin si applicava sulla fronte e da cui non si separava per giornate intere, poi tornando a lasciarsi messaggi su post-it sgargianti che apparivano dovunque, sullo schermo del computer della Star Labs, sul suo frigo, sul suo comodino, e che erano stati riaccolti con gioia dai suoi amici. 
Proprio su uno di quei post-it, attaccato alla sua scrivania, Caitlin aveva letto "non mi avevi detto di aver accettato il mio consiglio, Caity. Era ora.” Il sangue le era affluito alle guance e aveva subito infilato la mano nelle profonde tasche del camice bianco, tirando fuori il cellulare e controllando gli ultimi messaggi. Il nome di Laurel spiccava tra i messaggi recenti e il rossore sulle guance di Caitlin si diffuse fino alla punta delle orecchie, mentre leggeva la conversazione che Killer Frost aveva avuto con una Sirena di loro conoscenza.
 
"Ci vediamo stasera, allora?"
"A quanto pare...indosserai qualcosa di carino per me?"
"Ah Frostie, chi non muore si rivede?"
"A quanto sembra...Da quando vi sentite tu e Caity?"
"Abbastanza, sei gelosa?"
"Ah, come no. Come hai capito che ero io, troppo diretta?"
"Non abbastanza, non sottovalutare la dottoressa Snow, tesoro."
 
-Caitlin? Tutto bene?- la voce di Cisco la fece sobbalzare, posò il telefono sul tavolo e sorrise. -Certo, tutto a posto, è che col camice sento caldo.-
Aveva accartocciato il post-it, salutato tutti ed era corsa da lei. 
 

 
 
Laurel sbuffò  -Caity?- 
La donna sobbalzò, strappata dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo verso Laurel, borbottando -scusa, mi ero distratta…dicevi?-
-Puoi aiutarmi con questa zip?-
-Si...- sussurrò lei, poggiando le labbra schiuse sulla schiena abbronzata della donna, mentre le dita correvano ad abbassare la cerniera del tubino, strattonandolo.
-Ah, dottoressa Snow, ti ricordo che ho un treno da prendere...Oliver potrebbe insospettirsi di queste assenze prolungate...- ridacchiò.
-Inventati qualche affare legale, allora. Sei più che in grado di improvvisare…procuratore Lance.- le sillabò sulla spalla, disegnando una scia di baci fino al lobo dell'orecchio che afferrò tra le labbra, mordendolo. 
Laurel si girò fra le sue braccia, il tessuto del tubino raccolto attorno alla vita, il seno sodo e pieno imprigionato in un reggiseno di pizzo nero -uhm…effettivamente sono un’ottima bugiarda. - sussurrò, le labbra rosse e turgide a pochi centimetri dalle sue -pronta per il secondo round, Snow?-










 
   
 
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