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Autore: _Turs_    14/03/2019    4 recensioni
Di come il sistema solare non è l'unica cosa di cui Sherlock è all'oscuro, o per meglio dire, di come un ex-medico militare lasci tanti fiori in diversi momenti della sua residenza a Baker Street e di come un consulente investigativo non sia davvero interessato al linguaggio dei fiori.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo, Campanule
 
La gratitudine, come certi fiori, non cresce in alta quota e riverdisce meglio nella terra buona dell'umiltà.
-Josè Martì
 
Se li era trovati davanti un giorno come tanti, non li aveva nemmeno notati quando, ben quattro ore prima, era entrato nell'appartamento in cui ora viveva, preferendo decisamente accomodarsi sulla sua poltrona così da poter catalogare al meglio nel suo palazzo mentale il caso appena concluso. Un quattro, causato da una serie di tradimenti di una donna di quarant'anni circa con evidenti problemi di alcolismo che gli stavano causando calcoli ai reni fin troppo dolorosi, evidente, almeno per lui, per i lavoratori di Scotland Yard a quanto pare era stato fin troppo complicato scorgere quei dettagli, e per evitare di essere distratto dallo sproloquiare di Anderson in merito al suo coinvolgimento nel caso, aveva preferito semplicemente allontanarsi e ritornare all'appartamento per restare un po' in solitudine. Cosa che non avvenne, dato che al suo ingresso aveva scorto la figura di John Watson al suo portatile, mentre cliccava con una lentezza inaudita i tasti che scricchiolavano leggermente sotto il suo tocco (quel portatile era fin troppo antiquato, avrebbe fatto meglio a comprarne uno decente il prima possibile, o Sherlock avrebbe avuto fin troppe noie mentre lo utilizzava in sua assenza). Ovvio che l'ex soldato si trovasse lì, d'altronde era il suo coinquilino, anche se Sherlock non si era ancora abituato all'idea di avere qualcuno che girava per l'appartamento in sua presenza, non che lo infastidisse, specialmente ora che lo aveva aiutato con il suo disturbo psicosomatico, almeno preparava un buon tè, mentre il compito di portare i biscotti era della Sig. Hudson, seppur ad essi seguissero sempre delle lamentele riguardanti il suo ruolo in quell'edificio, ben presto interrotte dallo sbattere della porta dello stesso consulente investigativo, che preferiva il silenzio alle chiacchiere. Per questo era entrato subito nel suo palazzo non appena arrivato, quasi nemmeno sentendo il saluto di John, che gli arrivò flebile alle orecchie, quasi fosse lo stesso sfruscio che la poltrona emetteva mentre si portava le mani sotto al mento e chiudeva gli occhi assorto. 
Alla fine ci si era perso in quello stesso palazzo e aveva finito per metterci molto più tempo di quanto avrebbe dovuto, tanto che si ritrovò con le gambe leggermente intorpidite dalla posizione scomoda e duratura. Aprì gli occhi flebilmente e fu allora che li scorse con la coda dell'occhio, facendolo voltare di scatto quasi fossero una qualche allucinazione, ma no, quelli rimasero lì immobili, in quel vaso di dubbio gusto. Perchè sì, non potevano che essere fiori quelli, campanule per essere precisi. Aggrottò le sopracciglia mentre gli occhi rimanevano sulle piante quasi stesse cercando di carpirne i segreti, cosa che bene o male fece, capendo ben presto come il vaso fosse della Sig. Hudson (il motivo violaceo che si espandeva dalla base, uguale a quello dei piatti che lasciava loro con i biscotti appena sfornati, quindi un pacchetto, un dono di nozze forse) ma che non fosse stata lei a posizionarli lì (erano vicini al laptop di John e il vaso non era troppo pulito, segno che la donna non lo teneva in mostra ma era stato sicuramente tolto fuori da delle scat-no, non delle scatole, uno sgabuzzino, magari dall'appartamento 221C che nessuno voleva mai). Potè presto capire che quei fiori erano quindi del suo coinquilino e ciò gli fece arcuare un sopracciglio interdetto, non che fosse uno dalle visioni ristrette, ma nei pochi giorni in cui aveva conosciuto l'ex medico militare non avrebbe mai detto che fosse uno "dal pollice verde", come si era soliti dire.
"Che ne pensi?" Lo riscosse una voce dietro di sè, proveniente dalla cucina, John si era alzato poco tempo prima che lui si svegliasse dalla sua trance e stava preparando il tè a quanto pare, lo si capiva dall'odore che ora gli riempiva le narici. Quindi come immaginava, quel pezzo dell'arredamento era opera sua. Era aspettativa quella che sentiva nella sua voce? Non ne era sicuro, troppi pochi dati.
"Sono...fiori..." Disse sbattendo le palpebre mentre le ciglia sfrigolavano delicatamente, gli occhi ancora fissi su quei fiori che tanto stonavano con il disordine che albergava su quel tavolo e nel loro appartamento (e anche nella sua vita, ma questo era un discorso che preferiva non aprire). Si morse la lingua nell'aver detto una cosa così ovvia, prima di voltarsi verso il suo coinquilino, che gli sorrideva leggermente appoggiato allo stipite della porta che divideva il soggiorno e il cucinino, le due tazze del tè in mano e un quasi sospiro sulle labbra. Gli occhi tradivano quel luccichio che Sherlock aveva ormai come catalogato come ammirazione, seppur non ne fosse così abituato, tanto che ogni qual volta intravedeva quella sensazione, gli si mozzava il fiato. (Ma questo lui non l'avrebbe mai ammesso)
"Mhmh, sono campanule." Annuì l'altro, sempre come se si stesse aspettando qualcosa.
"Lo so." Alla precisazione dell'altro lo interruppe con tono seccato, allontanando le mani che teneva ancora sotto il mento per rilasciarle sui poggiagomiti, le dita che stringevano la pelle sotto di esse, quasi in difensiva. "Dell'ordine delle Campanulales, famiglia delle Campanulaceae, sottofamiglia Campanuloideae, il primo ad aver dato questo nome fu Dodoens, anche se solo Von Linnè lo rese ufficiale per iscritto. Potrei stare l'intera serata a parlarne, ma dalla tua espressione allucinata direi che la tua conoscenza in materia sia relativa al nome del fiore e che non sei per niente interessato a scoprire altro a riguardo, quindi per una volta sarò magnanimo. Passiamo al punto, che ci fanno delle campanule sul tavolo del nostro appartamento?"
Un brivido lo scosse impercettibile nel pronunciare quel "nostro", una sensazione ancora di novità che lo accompagnava nel riconoscere che sì, era loro, insieme. John d'altro canto aveva dischiuso le labbra a quel lungo discorso, rimanendo in silenzio prima di leccarsi quello inferiore, il disagio che si faceva sentire sotto le membra, quasi come se si fosse sbagliato su qualcosa, come se quella non fosse la risposta che voleva sentire, e ciò non fece che irritare maggiormente il consulente, che aprì le braccia elegante in attesa di una qualche parola in merito. Non capiva proprio e ciò non faceva altro se non aumentare il suo fastidio, tanto che la tentazione di prendere la pistola e sparare al muro iniziava a farsi sentire sottopelle. O sarebbe stato meglio un cerotto alla nicotina? Il biondo sospirò sbattendo le palpebre più volte prima di parlare, quasi i suoi pensieri si stessero rischiarando velocemente, alla ricerca di un qualcosa da dire ora che il suo copione era stato strappato e buttato nella spazzatura.
"N-niente, pensavo dessero un po' di colore alla stanza, non credi?"
Sherlock lo fissò come se fosse impazzito in quell'istante, nemmeno gli avesse detto che Mycroft era riuscito a perdere i chili in eccesso che si portava dietro da una vita in una sola mattinata. Si notava lontano un miglio che non era quella la sua intenzione, sopratutto che quella era una menzogna tirata fuori sul momento.
"Ma se non ti piacciono nessun problema, li toglierò." Aggiunse immediatamente John, ma qualunque risposta del consulente fu bloccata da quel leggero fischiare che indicava la fine della bollitura del tè, al che l'ex soldato si voltò, smettendo di parlare e dirigendosi a riempire quelle due tazze che ancora teneva tra le dita, nascondendo il suo sguardo. Il consulente continuava a guardarlo con la coda dell'occhio, confuso riguardo quel comportamento, ma rimase anche lui in silenzio, prendendo il giornale e aprendolo tra le sue mani, prima di sentire i passi del coinquilino e allungarsi a prendere la sua tazza con una mano senza nemmeno voltarsi, mentre riguardava gli articoli alla ricerca di un qualcosa (qualunque cosa) di interessante. Un motivo per distrarsi magari.
"Come vuoi, i fiori non sono un problema." Gli sfuggì dalle labbra senza nemmeno accorgersene prima di bere un sorso, incrociando le gambe, gli occhi fissi sulla pagina. Potè quasi sentire il sorriso di John che riemergeva sul suo viso, il rumore che gli ricordava molto quello della carta. Aveva un che di rassicurante in tutto ciò, sapeva quasi di casa, ma questo pensiero il consulente investigativo l'avrebbe formulato solo molto dopo.
"Guarda che non per questo ti farò tenere le dita nel microonde." Scherzò l'altro, ridacchiando dietro la tazza che si stava portando alle labbra, gli occhi che brillavano.
"Ma Jooohn!" 
Da lì il discorso si chiuse, tra una risata e dei passi che correvano su per le scale, procurando un fracasso tremendo che finì con la Sig. Hudson che riprendeva animatamente Lestrade, minacciando di prendere la scopa e tirargliela in testa, prima che Sherlock si alzasse, già pronto ad uscire per il prossimo caso, seguito dall'ex soldato nemmeno un istante dopo, i fiori che rimasero su quel tavolo, dimenticati fino al loro ritorno.


















Angolo Autrice:
Benvenuti nel mio angolino di scrittrice a tempo perso, che scrive per la prima volta nel suo fandom preferito facendosi il segno della croce per aver appena rovinato la sua otp assoluta. Ho messo l'OOC per questo, John e Sherlock sono decisamente difficili da manovrare.
Comunque sarà una raccolta di circa 10 capitoli se non cambiano i programmi, ambientati in vari momenti dalla prima stagione al post stagione quattro, questo per esempio è ambientato qualche giorno dopo la 1x01. Per chi non lo sapesse, la campanula nel linguaggio dei fiori simboleggia la gratitudine, quella che John prova per Sherlock dopo che quest'ultimo l'ha aiutato con il suo "problemino" alla gamba.
Detto questo, ditemi che ne pensate con una recensione(positiva o negativa), spero davvero vi piaccia comunque, al prossimo capitolo.
   
 
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