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Autore: Ghostclimber    14/03/2019    2 recensioni
Una vecchia superstizione narra che si possa esprimere un desiderio mangiando la prima fragolina di bosco della stagione.
Kaede Rukawa ne sta disperatamente cercando una.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonsalve a tutti.

Il testo che segue sarebbe definito “estvemamente fvocio” dal mio amico Jimmy, se lo leggesse (è il termine che usa per definire qualcosa di sentimentale e un altro gazilione di cose, a volte lo usa anche come complimento, dipende dal contesto).

Per fortuna non capiterà, ho una reputazione da mantenere.

È che è stata una giornata un tantinello stressante, ho dovuto salutare il mio collega preferito e il mio partner d'arrampicata preferito e ho avuto il terrore di dover salutare anche un'altra delle persone che preferisco per un posto ben più lontano di Saronno o della Francia.

Ma per fortuna ho ricevuto una foto che testimonia che ce l'ha fatta, ancora una volta.

E, Darling, un giorno mi spiegherai come fai ad essere così bella anche in quella foto.

 

 

Sapete che vi dico?

Se questi due arrivederci sono il prezzo da pagare per tenermi lei, mi sta anche bene.

 

 

 

 

 

La vecchina dai capelli color ferro si chinò, sollevando un poco la gonna del sobrio abito marrone che indossava; raccolse una fragolina di bosco, prelevandola dallo stelo curvo con dita forti e coperte di pelle coriacea, vi soffiò sopra e la porse al bambino che la guardava curiosa.

Un bimbo bellissimo, quasi un bambolotto, con la pelle chiara e le labbra gonfie sotto ad una chioma di capelli neri così lisci da far sospettare che ci fosse di mezzo qualche artifizio.

-Mangiala, Kaede, senti com'è buona.- disse l'anziana signora, senza inclinare di un millimetro la bocca sottile e circondata da rughe profonde. Un lieve accenno di peluria le oscurava il labbro superiore, ma non per questo era meno bella agli occhi di Kaede, che la adorava anche se non sempre riusciva ad andarci d'accordo e non era mai riuscito a dirle quanto le volesse bene.

Il piccolo allungò la mano, si sfregò la fragola sulla canottiera per pulirla un po' meglio e fece per addentarla.

-Aspetta,- disse la nonna, -Questa è la tua prima fragolina di bosco dell'estate, devi esprimere un desiderio!- Kaede rimase ad occhi aperti. La nonna era sempre molto scettica, sbuffava a sentir parlare di miracoli e fenomeni sovrannaturali, e ora quella stessa persona lo stava incitando ad esprimere un desiderio!

Doveva essere per forza vero.

Kaede desiderò di diventare alto, così nessuno l'avrebbe più preso in giro e sarebbe finalmente stato ammesso nella squadra di basket, l'anno prossimo, quando avrebbe cominciato le medie.

Con questo e null'altro in mente, assaporò la fragolina.

Sublime.

 

Il ragazzo alto dai capelli neri come l'ala di un corvo si fece strada nella boscaglia, mormorando un fiume di parolacce. In memoria della cara nonna ormai scomparsa, quando un sasso gli escoriò una caviglia si esibì con la migliore imprecazione del repertorio della vecchina: -Sacripante!

Colpì un paio di sassi con il bastone che si era portato dietro per spaventare le vipere, poi finalmente le vide.

Fragoline di bosco.

Corse in avanti, picchiando il bastone alla rinfusa, e si lasciò cadere in ginocchio nel sottobosco, incurante delle spine di rovo che gli trapassavano la pelle e delle more schiacciate che gli macchiavano i pantaloni.

-Stelo curvo, non diritto. Una brava signorina tiene gli occhi bassi.- ripeté tra sé e sé, ricordando il trucchetto che la nonna gli aveva insegnato per ricordarsi quali fragoline erano quelle matte e quali quelle mangerecce.

Sorprendentemente sessista per una donna forte come lei, che aveva cresciuto due figli da sola, seppellito un marito e tre su quattro fratelli e aveva lavorato fino ad un mese dalla morte.

Kaede Rukawa raccolse una fragolina di bosco dallo stelo curvo e vi soffiò sopra, poi se la strofinò contro la maglietta per pulirla meglio.

Aveva sempre adorato le fragoline di bosco.

Ma soprattutto, quell'anno ancora non ne aveva mangiate.

E aveva un immenso bisogno del desiderio.

 

Cosa potrebbe mai desiderare uno come Kaede Rukawa?

Non la fama. Era già apparso sui giornali sportivi, non solo quelli di Kanagawa, e la faccenda non gli ha fatto né caldo né freddo.

Non la stima altrui. Sapeva di essere bravo, e molti tra i suoi senpai lo tributavano di un rispetto che potrebbe sembrare assurdo, visto che lui era solo una matricola.

Non la gloria. Era solo al primo anno di liceo ed era uno dei giocatori più ammirati della prefettura, eletto come uno dei cinque migliori giocatori del torneo interscolastico e addirittura Best Rookie.

Non l'America. Anzai gli aveva promesso che gli avrebbe insegnato tutto, e lui era certo di poter diventare grande abbastanza con le proprie forze per potercela fare da solo.

E se non fosse successo, avrebbe lavorato ancora di più, e avrebbe biasimato solo se stesso.

Lui, e lui solo, voleva essere l'artefice del proprio destino.

 

Kaede Rukawa si leccò le labbra, pregustando il sapore dolce della fragolina di bosco.

Alzò gli occhi al cielo, deglutì un groppo di lacrime che non intendeva versare e si rivolse al dio delle prime fragoline di bosco, o a chiunque fosse incaricato di ascoltare questo tipo di desideri.

Affondò delicatamente i denti perfetti nel piccolo frutto, con riverenza: la vecchia superstizione della nonna l'aveva contagiato a tal punto da farlo sentire come se fosse in procinto di compiere un rituale mistico, un atto sacro e inesplicabile.

Mentre un piccolo boccone si staccava dalla corolla, Kaede Rukawa pensò: -Fa' che vada tutto bene.-. Una piccola lacrima scese a suggellare quel gesto sacro, e il lontano fantasma di una risata echeggiò tra gli alberi.

 

-Ah, Rukawa, eccoti. Sei in ritardo.- disse Ayako, nel solito tono un po' curioso e un po' materno.

-Chiedo scusa, senpai, avevo un impegno importante.- rispose Rukawa a bassa voce.

C'era una strana atmosfera in palestra. Mancavano le urla sguaiate dell'autoproclamatosi Genio del Basket, che in seguito all'infortunio riportato contro il Sannoh aveva dovuto sottoporsi ad un intervento per curare i nervi lesionati della schiena; se tutto fosse andato per il meglio, dopo una lunga riabilitazione sarebbe potuto tornare a giocare.

-Ragazzi!- esclamò Miyagi, uscendo di corsa dall'ufficio di Anzai, -Ho chiamato l'ospedale, Hanamichi si è svegliato da poco... sta bene!- Rukawa, ricordando la fiera freddezza della nonna, non si mosse, non commentò, non sorrise.

Ma dentro di sé ringraziò una fragolina di bosco.

 

 

 

 

I wished he'd return
and I was right:
wishes can come true
when you wish with all you might...
-Blackmore's Night, Peasant's Promise

(Ho desiderato che lui tornasse
e avevo ragione:
i desideri possono realizzarsi
quando desideri con tutta la tua forza...)


 

...per la cronaca, io ho sprecato la prima fragola dell'anno sbafandomela come se non ci fosse un domani, per poi farmi venire i sensi di colpa. Ho seri problemi con le fragole, per me sono come l'eroina. Conta il pensiero, Piccola?

   
 
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