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Autore: DezoPenguin    15/03/2019    1 recensioni
Elementary My Dear Natsuki parte quinta. Natsuki si avvicina alla verità sulla morte di sua madre, ma lo sguardo della Corte d'Ossidiana è caduto anche su di lei. Mentre Shizuru accetta di investigare sulla morte di un nobile straniero, ha il suo inizio un gioco di inganni con in palio il destino di entrambe.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Reito Kanzaki, Shizuru Fujino
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Elementary My Dear Natsuki'
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Mi ero già messa in guardia in attesa di qualche genere di attacco da parte di Hartwell, così l'unica cosa che mi colse di sorpresa fu l'assalto disordinato del segretario, invece di vederlo tirare fuori un'arma. Sollevai le mani in una posizione difensiva, spostando il peso per mettermi nella posizione migliore per contrastare la sua carica.

Non si arrivò a questo.

Per arrivare a me Hartwell doveva oltrepassare Shizuru, e quando lo fece lei tese le mani, afferrandolo per il polso e la spalla. Fece qualcosa anche con il piede, e nell'istante successivo la schiena di Hartwell impattò sul tappeto, mentre l'uomo si lasciava sfuggire un grido di dolore. Così mi fu ricordato che Shizuru era un'adepta dell'oscura arte marziale del baritsu e perfettamente capace di difendersi da sola. Lo fissò, il suo viso a pochi centimetri da quello di lui, mentre continuava ad esercitare pressione sul suo braccio.

"Non tentate mai più di fare del male a Natsuki," disse con voce bassa e inespressiva. Io avrei aggiunto "altrimenti…", ma lei non lo fece. D'altra parte, Hartwell non chiese. Si limitò ad annuire, e dopo un'altra pausa Shizuru lo lasciò andare. Hartwell si rimise in piedi con molta meno grazia, usando la scrivania per rialzarsi. In realtà la sua mano era un po’ troppo vicina ad un tagliacarte di bronzo per i miei gusti, ma sembrava che per il momento Shizuru gli avesse tolto dalla testa quel genere di idee.

"Io non tradirei mai il signor Merridew," per metà implorò, per metà piagnucolò, massaggiandosi la spalla.

"Non potrei mai…gli devo tutto, più di quanto potrei mai ripagare. Ero un uomo rovinato, senza lavoro, alla soglia della povertà, e lui mi ha accolto, mi ha dato questo lavoro, la sua fiducia, mi ha permesso di diventare un—"

Si interruppe, ovviamente era stato sul punto di menzionare la Corte d'Ossidiana.

"Un… un membro del suo club," si affrettò a correggersi. "Tra noi c'era un legame che non avrei mai spezzato!"

"E comunque vi rifiutate di cooperare per trovare il suo assassino?"

A quanto pareva le sue suppliche avevano avuto effetto su di lei; la voce di Shizuru era più dolce di quanto era stata in precedenza quando si era rivolta a lui, era quasi gentile.

"La polizia ha preso in mano il caso," disse lui. "Sono sicuro che il capo Ispettore risolverà il crimine—chiunque ne sia il resposabile."

Mi rivolse un'occhiataccia.

"Natsuki è già stata interrogata, e ha un solido alibi," disse Shizuru. "Comunque trovo interessante che voi sappiate di questo sospetto, di cui noi siamo state informate tramite la polizia."

Mi resi conto che Hartwell aveva praticamente appena detto a Shizuru che la Corte aveva dato a Kanzaki il mio nome – quello che avevo già dedotto riguardo la pressione che i suoi superiori stavano esercitando, ora lo stava deducendo anche lei.

"I vostri amici alla Corte d'Ossidiana non saranno contenti di sapere che avete ammesso il loro tentativo di indirizzare le indagini in una certa direzione. Mi chiedo se la supposizione di Natsuki riguardo il fatto che l'ordine sta eliminando i propri membri non sia corretta, anche se non siete stato voi lo strumento che hanno scelto."

"Non è possibile," sbottò lui. "Non so perché continuiate a insistere su questa…questa fantasia di una società segreta. Sembra una cosa uscita da un melodramma scadente."

"Come lo sono i vostri ripetuti rifiuti. Ora lasciateci. Se non potete aiutarci, allora dovremo basarci sulle prove."

"Non ho intenzione di stare a guardare e permettervi di frugare nei documenti privati del signor Merridew!"

Shizuru non rimase minimamente impressionata dalle sue proteste.

"Siamo qui con un permesso ufficiale. Voi non avete autorità in questa casa. Se insistete, vi farò buttare fuori e vi denuncerò per intralcio alla giustizia."

Emozioni diverse si avvicendarono sul suo viso mentre rifletteva se resistere ancora, poi il suo braccio destro, quello che Shizuru aveva attaccato prima, si contrasse mentre lui si ritraeva con malagrazia.

"Non dimenticherò tutto questo. Vedremo chi denuncerà chi, quando sarà tutto finito!"

Con uno sguardo pieno d'odio, uscì dallo studio e si allontanò lungo il corridoio.

"Potreste davvero farlo arrestare?" chiesi.

"Ne dubito molto. Non stiamo rappresentando la polizia, siamo qui solo perché ce l'hanno concesso. Potrei chiedere a uno degli agenti che si trovano in giardino di allontanarlo, e se facesse resistenza quella sarebbe un'offesa che ne garantirebbe l'arresto, o nel caso vi avesse attaccata di nuovo."

"Agenti?" guardai in direzione delle porte a vetri e vidi un poliziotto in uniforme che stava di sentinella in giardino.

"Oh, sì, Hartwell ha detto che Kanzaki ne ha lasciati un paio. Senz'altro non li lascerei eseguire 'l'allontanamento forzato'. Mi avete privata del piacere, non ho intenzione di permettere loro di fare lo stesso."

Shizuru ridacchiò.

"Natsuki è gelosa perché ha perso un'occasione per usare la violenza?"

"Contro un tipo che mi ha praticamente accusata di omicidio? Due volte? Oh, sì. Ma…uhm…grazie. Per esservi intromessa."

"Non potevo stare a guardare mentre vi attaccava," disse. "Anche se sono certa che lo avreste gestito facilmente."

"Cercate di non farvi male mentre lo fate."

"Questa è la mia indagine e voi siete mia ospite. Non potrei mai perdonarmi se restaste ferita mentre mi aiutate."

"Più che altro ci stiamo aiutando a vicenda, visto che Kanzaki mi stava accusando dell'omicidio ancor prima che sapessimo che Merridew era morto."

"Avete ragione. Natsuki chiaramente ha un legame con il caso e, proprio come Mr. Hartwell, rifiuta di discuterne."

"Ehi, almeno non vi sto mentendo; vi sto tacendo queste cose perché è un affare privato. Sono persone molto spietate e anch'io non voglio che restiate ferita per colpa mia." Sospirai profondamente. "Sentite, non discutiamo più di questo, va bene?"

Lei mi fissò per un lungo istante, poi annuì.

"Va bene, Natsuki."

"Allora cosa possiamo capirne? Chi doveva incontrare Merridew? E come ha fatto a convincere Merridew a farlo entrare in giardino? Se era così spaventato da stare alla larga dal suo club, non sarebbe stato disposto a stare da solo con qualcuno che non conosceva. Siete sicura che non fosse Hartwell? Mi piace la mia teoria del 'se n'è andato di soppiatto mentre tutti pensavano che fosse fuori'."

"Non lo escludo, di certo è una persona di cui Merridew si fidava, e il loro rapporto ci dà un ulteriore rosa di motivazioni che vanno oltre la loro connessione tramite la Corte d'Ossidiana. Il suo alibi è così così, e Reito ordinerà senz'altro ai suoi agenti e a Tate di investigare, non solo interrogando la fidanzata di Hartwell, ma anche chiunque possa averli visti, come il maitre'd' o i camerieri del ristorante dove hanno cenato."

"Avete intenzione di fargli fare il lavoro?"

Lei mi sorrise.

"A Natsuki dà sempre fastidio quando lascio questo genere di questioni alla forza officiale, anche se per il numero dei suoi uomini è più adatta a questo tipo di lavoro, non trovate?"

"Io non—" cominciai, poi mi accorsi che non stavo dicendo la verità.

"Il fatto è- voglio dire—" rinunciai e sospirai. "Non sto obbiettando, solo che non mi sembra giusto che la brillante analista privata faccia fare alla polizia tutto il lavoro."

"Natsuki pensa che io sia brillante?" chiese lei, cogliendo la palla al balzo quando sentì la mia infelice scelta di parole. Arrossii.

"Non c'è nesuna vergogna a constatare l'ovvio, vero?" ribattei, e questa volta fu lei ad arrossire un po'.

"In ogni caso, non c'è intelligenza—o analisi, per quel che vale—nel correre dietro a persone che non si nascondono e che non hanno alcuna ragione di mentire; è solo una questione di ore impiegate, e visto che loro hanno più agenti da usare possono fare il lavoro in modo molto più efficiente. Mentre io posso essere utile nel ragionare sui dati raccolti."

"Lo so, solo che non mi piace l'estetica di tutto questo; non si lega in modo fluido al filo della narrazione quando voi fate le deduzioni e poi lasciate che Kanzaki vada a cercare le prove e faccia gli arresti."

"Sarebbe utile sapere se lo spillo da cravatta di Merridew manchi come quello del Barone. Questo legherebbe il crimine alla Corte d'Ossidiana senza ombra di dubbio. Parlerò con il suo valletto per assicurarmi se lo stesse indossando, poi farò qualche domanda all'obitorio per vedere se è stato trovato tra i suoi effetti. Però penso scopriremo che manca."

"Perché è stato ucciso il giorno dopo Maupertuis?" chiesi guardando nei cassetti della scrivania.

"Questo sarebbe suggestivo, ma ho una ragione più solida per pensarlo."

"Quale?"

"Reito è consapevole del significato dello spillo mancante del Barone. Quando ha minacciato di arrestarvi, ha collegato i due casi e, se l'assassino avesse preso lo spillo, questo sarebbe il collegamento più ovvio."

"È vero—ehi, credo di avere la conferma della vostra teoria sull'incontro."

"Oh?"

Indicai il cassetto che avevo appena aperto. Shizuru mi raggiunse e guardò il revolver Webley calibro 38 posato su una pila di documenti.

"Teme per la sua vita, si è barricato in casa. Ha un'arma a portata di mano e non la porta con sé mentre è all'aperto, relativamente esposto. Il che è stupido, comunque, anche se venendo da me non sarebbe un'opinione valida—"

"La maggior parte del tempo avete un'arma da fuoco sulla vostra persona. Anche quando siamo andate a vedere Così Fan Tutte avevate la vostra derringer nella borsetta."

"Ho pensato che avrei potuto usarla per mettere fine alla mia miseria. Mozart era austriaco; avrebbe dovuto scrivere in tedesco! Almeno Wagner lo capisco. Comunque, visto che Merridew aveva un'automatica, credo non fosse abituato a usare una pistola, ma l'avrebbe portata con sé se avesse avuto paura di chi andava a incontrare. Invece ha fatto una tranquilla passeggiata verso la propria fine."

Shizuru annuì.

"Devo parlare con la servitù per sapere se ha chiuso la porta lui stesso. Se non l'ha fatto, allora probabilmente è stato l'assassino, proprio come nel caso Maupertuis, per poter assicurarsi la necessaria tranquillità mentre faceva qualcosa in questa stanza. Sfortunatamente, le azioni di Hartwell avranno cancellato le sue tracce."

"Kanzaki avrebbe dovuto mettere un agente anche qui," brontolai.

"Vorrei che lo avesse fatto, ma sospetto che non l'abbia fatto perché è stato in grado di esaminare la scena accuratamente da sé ieri notte. Il giardino è un'altra faccenda, visto che molti indizi possono passare inosservati a causa dell'oscurità, ma la luce artificiale qui è sufficiente. Non era certo interessato a preservare la scena per me nel modo in cui farebbe in un caso che dovrei aiutare a risolvere."

"Sì, capisco il vostro punto di vista, Shizuru, ma non mi piace comunque—oh, ehi, aspettate un secondo!"

"Oh? Natsuki ha un'idea?"

"Forse una parte. Guardate il caminetto. Hanno lasciato che si spegnesse, ma dev'esserci stato un fuoco acceso ieri o i domestici lo avrebbero pulito. E le ceneri..."

Shizuru annuì, e ci dirigemmo verso il caminetto. I tizzoni si erano spenti, e ci affrettammo ad esaminare con attenzione le ceneri.

"Avevate ragione," confermò quello che avevo visto. "Qualcuno ha bruciato della carta qui, solo che, a differenza di Trepoff nel caso Odessa, ha fatto un lavoro accurato."

C'erano solo dei minuscoli pezzettini di carta fra la cenere a provavare l'ipotesi; sarebbe stato impossibile ricostruire il documento di cui erano stati parte.

"La domanda è, è stato Merridew o il suo assassino a disporre di questi documenti? Non c'è modo di dirlo."

"Forse si trattava del messaggio che l'assassino ha mandato a Merridew, se ce n'è stato uno," suggerii.

"È assai probabile. Dovremo interrogare il domestico che ha portato la posta della sera per vedere se la corrispondenza che c'è qui è tutto quello che Merridew ha ricevuto, e anche se sono arrivati telegrammi o messaggi consegnati a mano."

"Bè, non stiamo ottenendo molte risposte," dissi in tono sarcastico, "ma almeno abbiamo trovato un bel po' di domande."

"Questi primi passi sono importanti. Ora, vediamo se in questi archivi ci rivelano qualcosa di significativo."

Ci accorgemmo in fretta che i documenti di Merridew riguardavano le sue transazioni d'affari. Molto probabilmente là dentro c'erano molti moventi per il suo omicidio, visti i maneggi sospetti e gli atti criminali in cui la Corte d'Ossidiana tendeva ad essere coinvolta, le vite rovinate dalle pratiche collusive in Borsa, ma ci sarebbero volute ore per esaminarli tutti, e un'esperienza finanziaria per dare loro un senso. Non c'erano dei documenti che fossero relativi al barone Maupertuis o alla Corte d'Ossidiana, come c'era da aspettarsi.

"Non c'è modo per noi di riuscire ad esaminare tutto questo," dissi, "o di capire cosa è rilevante, o se lo è."

"Sono d'accordo, è un lavoro per la polizia, anche se ci dà una risorsa per confrontare i sospetti, se riusciamo a trovarne." Sospirò e chiuse la porta. "Forse avremo miglior fortuna perquisendo il giardino."

Non accadde. Gli agenti accettarono di buon grado la lettera di Kanzaki e ci mostrarono il punto dove era stato trovato il corpo, accanto a una fontana circolare, ma i vialetti pavimentati di pietra non trattenevano impronte e non mostravano altre tracce. Il cancello era come Hartwell aveva descritto; anche se i muri avrebbero potuto essere scavalcati da una persona munita di scala o altri attrezzi del genere, non era probabile che una qualche terza persona fosse entrata con quei metodi. Non c'era nulla che suggerisse che le deduzioni di Shizuru fossero scorrette.

La servitù non fu in grado di aiutarci granchè. Il valletto che aveva portato la posta della sera non aveva fatto molto caso alle lettere quindi non poteva dirci se ne mancasse qualcuna fra quelle che c'erano sulla scrivania di Merridew. Non c'erano stati telegrammi o messaggi consegnati a mano, e anche se aveva fatto spedire un paio di lettere, il valletto non ricordava a chi fossero indirizzate. Inoltre confermò che lo spillo d'oro e ossidiana non era fra i gioielli di Merrydew e che il morto l'aveva indossato quella sera, ma nessuno sapeva dirci se l'aveva avuto o no dopo la sua morte.

"Quindi, in pratica," conclusi mentre ci preparavamo ad andarcene, "riguardo il caso Merridew siamo allo stesso punto in cui eravamo ieri a quest'ora. Siete stata in grado di dedurre com'è avvenuto il crimine ma non avete alcuna prova su chi sia stato o perché. Anche se scommetto che, quando controllerete all'obitorio, scoprirete che lo spillo da cravatta non c'è."

"Il che, se è così, ci lascia in una situazione sia migliore che peggiore di quella in cui eravamo dopo la morte del barone. Migliore, perché stabilirebbe che i due crimini sono collegati, visto che la prova si applica a entrambi. Peggiore, perché nel caso del Barone sapevamo che Mr. Merridew era una persona importante che probabilmente aveva una qualche idea di quello che stava succedendo. Qui abbiamo solo Hartwell, che chiaramente ha intenzione di essere il più inutile possibile."

Non mi guardò, e la sua espressione non lasciava trapelare nulla, ma mi sentii un po' in colpa comunque perché sapevo che lei stava pensando che anch'io non ero utile. Repressi quel sentimento con violenza. La vita di Shizuru era più importante della soluzione del caso, e sarebbe stato meglio per tutti se lei si fosse fatta da parte. E poi, io davvero non avevo informazioni che avrebbero potuto aiutarla. Sì, sapevo quello che mi aveva detto Porlock, e le cose che avevo scoperto io, ma non rispondevano agli interrogativi su chi avesse ucciso Maupertuis o Merridew. Al massimo avrebbero dato dei dettagli sul contesto del caso.

Il pensiero mi rallegrò. Dopo tutto, se davvero non potevo essere d'aiuto a Shizuru, allora non le stavo facendo un torto, giusto? Non stavo dividendo la mia lealtà. Quella consapevalezza mi fece sentire meglio mentre lasciavamo la casa di Merridew, anche se la frustrazione per non aver scoperto nulla di utile era ancora lì.

La carrozza che aveva attirato la mia attenzione prima era ancora al suo posto, ore dopo che eravamo arrivate, con il suo vetturino ancora imbaccucato nonostante la giornata si fosse fatta più calda mentre la mattina aveva ceduto il passo al mezzogiorno. Aggrottai la fronte, i miei sospetti erano stati confermati.

"Natsuki ha ancora voglia di sgranchirsi le gambe?" offrì scherzosamente Shizuru. Viste le circostanze rifletti se dire sì, ma poi compresi: non sapevo se la sentinella stava preparando una trappola. Al contrario, avrebbe potuto essere proprio una sentinella, con l'ordine di seguire i miei movimenti, o quelli di Shizuru, o di entrambe. E chiunque fosse, era qualcuno che era in possesso di informazioni: quali fossero i suoi ordini, e chi glieli aveva dati. Avrebbe potuto essere un altro degli uomini di Lautrec, ma anche così avrebbe potuto sapere dove potevo trovare Lautrec – e chissà? Forse invece di essere semplicemente un 'Orfano', avrebbe potuto rispondere direttamente all'Araldo del Principe?

Dopotutto, pensai, erano stati i membri della Corte, non degli assassini prezzolati, ad uccidere mia madre. Forse avevano deciso di farmi la stessa cortesia.

E anche se fosse stata una trappola, una trappola basata sulla sorpresa non sarebbe stata molto efficace quando le vittime designate sapevano bene che era una trappola e non sarebbero affatto rimaste stupite da qualsiasi tentativo di sviare le indagini.

"No," decisi, "Credo di essere stata in piedi a sufficienza mentre giravamo per la casa."

"Capisco. Molto bene, allora."

Shizuru alzò una mano e fece un cenno in direzione della carrozza. Il vetturino rispose subito, spronando i cavalli e venendo avanti. La carrozza cominciò ad avvicinarsi, ma invece di limitarsi a raggiungerci, continuò ad accelerare finchè mi resi conto che il cocchiere stava cercando di investirci!

Rimasi paralizzata per un attimo, colta di sorpresa dall'improvviso stravolgersi del mio piano, quindi rimasi a guardare come un uccellino ipnotizzato da un serpente, mentre la morte si dirigeva verso di me.

Poi sentii la mano di Shizuru sul mio braccio e l'incantesimo si ruppe. Ci gettammo di lato mentre la carrozza ci passava accanto, con gli zoccoli dei cavalli e le ruote che sferragliavano sul selciato di mattoni. Rotolai sulla schiena, affondando una mano nella giacca per afferrare il calcio della pistola, nel caso il tipo ci riprovasse, ma sembrava che il vetturino si fosse reso conto di aver perso l'occasione, perché la carrozza continuò ad allontanarsi, lasciandoci a fissarla dopo che ci aveva mancate.

Dissi qualcosa che non era adatto alle orecchie di Shizuru.

"Stava cercando di ucciderci," disse lei, "quindi non credo fosse un commento inappropriato."

Arrossi un po' a quel rimprovero riguardo il mio linguaggio.

"Di uccidere noi, o almeno una di noi." Mormorai. Quindi ora lo sapevo—non si trattava di un osservatore, o di una trappola, ma di un assassino che aspettava un'occasione. E ora mi chiedevo: sapevo di essere un bersaglio, ma lo era anche Shizuru?

Mi alzai in piedi, poi tesi una mano a Shizuru per aiutarla; ora il suo vestito era coperto dello sporco della strada, oltre a impacciarle i movimenti.

"Avete notato? Era la stessa carrozza che ci stava aspettando a Claremont Court ieri mattina, quella che stavate cercando di evitare."

"Cercando di– ah, allora non vi ho ingannata?"

"Non è stata la vostra prova migliore," disse dolcemente, risparmiandomi un commento su quanto fosse stata patetica la mia scusa del “Ho voglia di camminare”.

"Ma era la stessa carrozza? Come fate a saperlo?"

"La corporatura del vetturino, il suo cappotto e il suo cappello erano identici, e i cavalli sono gli stessi, fino alla balza bianca sulla zampa anteriore di uno di essi."

"E voi siete riuscita a vedere tutto questo in attimo dall'altra parte della strada e mentre stava cercando di investirci?"

"Bè, Natsuki sembrava determinata ad evitarlo, così ho pensato che valesse la pena di ricordare bene ogni particolare visibile. Ora, naturamente, la carrozza può essere rintracciata."

"Un vetturino pelle e ossa e un cavallo marrone con una balza bianca? Non è molto per trovare una singola carrozza fra tutte quelle che ci sono a Londra."

"Ara, in effetti è vero. Ma credo sia d'aiuto il fatto che ho notato il numero di targa mentre si allontanava; era la carrozza 1319. Questa è senz'altro una svolta per il caso."

"Avete intenzione di dare la caccia a quel cocchiere? Ha cercato di ucciderci!"

Mi guardò con aria perplessa.

"Credo sia proprio per questo che dobbiamo trovarlo."

"No, intendo—" Ah! Che cosa intendevo? Volevo che lei non cercasse il cocchiere perché era un assassino e avrebbe potuto riprovarci se lo avessimo trovato? E se non avesse tentato di uccidere solo me? E se anche Shizuru fosse diventata un bersaglio, perché aveva indagato troppo in profondità nelle case di Maupertuis e Merridew? Non significava forse che avrebbe dovuto risolvere il caso il più velocemente possibile? Quelle emozioni così conflittuali mi stavano facendo diventare pazza!

"Prima, però," continuò Shizuru, "dobbiamo andare a casa."                       

“Perché? Che dobbiamo fare a casa?"

Mi guardò, poi guardò se stessa.

"Cambiarci d’abito, Natsuki. Siamo sudicie."

 

  
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