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Autore: ArrowVI    15/03/2019    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 5-4: Uno di noi [2-2]

 

Non appena lasciò le sue stanze, Lucifer arrivò a una grossa scala a chiocciola accompagnato da Astarte, la quale non tolse neanche per un istante il suo sguardo ammaliato dal suo padrone.
Ogni tanto Lucifer poté sentirla borbottare da sola quanto fosse "affamata", ma non fece caso a quali fossero le esatte parole che stesse dicendo.

Dopotutto, Astarte era conosciuta per essere un pozzo senza fondo: la sua fame era insaziabile, e spesso cibi prelibati non erano ciò che bastava a saziare il suo palato.

Il demone, però, aveva ben altro in mente.
Qualcuno stava prendendo decisioni senza il suo consenso, ignorando completamente quale fosse la sua autorità: non poteva accettare un simile comportamento.

Lui era il comandante dei Dodici Generali Demoniaci, ed era tempo di ricordare ai suoi sottoposti quale fosse il loro posto.


I due demoni raggiunsero ben presto le catacombe che si trovavano al di sotto del palazzo.
Erano gigantesche e si disperdevano a vista d'occhio.

Un labirinto in mattoni chiari, con una miriade di disegni e figure antropomorfe scolpiti in essi, di animali e strane figure umanoidi.
Nonostante la vastità di quel posto sotterraneo, era completamente desertico e illuminato da torce alimentate da magia che non si sarebbero mai spente.


Più Lucifer e Astarte si addentrarono in quel lugubre posto, più la luce che lo illuminava si fece sempre più fiaca.
Man mano che andarono avanti, delle grosse ragnatele cominciarono ad adornare muri e soffitti, diventando man mano sempre più mastodontiche e fitte.

Ad un certo punto divennero talmente imponenti, che, dopo appena pochi minuti, divenne ormai impossibile riconoscere dove si trovassero: le catacombe erano completamente scomparse.

Al loro posto, vi erano muraglie fatte interamente di seta bianca.


Anansi! *
Non appena Lucifer urlò quel nome, cadde un profondo silenzio.
I due demoni rimasero immobili a fissare un gigantesco buco in quel muro di seta, fino a quando una lunga zampa rossa uscì fuori dall'oscurità.

Lentamente, altre sette zampe seguirono la prima, facendosi strada una ad una tra le ragnatele che lei stessa aveva creato, bloccandosi di colpo non appena lasciò completamente la sua dimora.

Era un gigantesco aracnide di colore nero, grande quanto una stanza di media grandezza.
Aveva sei occhi grigi con i quali rimase a fissare i due demoni davanti a se: due erano molto grandi, mentre i restanti quattro, più piccoli, si trovavano al di sotto di quelli più grandi.
Non appena riconobbe quelle due figure, Anansi cominciò a muovere rapidamente le sue mandibole rosse, facendo riecheggiare uno strano e spiacevole ticchettio intorno ai presenti.

La parte più strana e agghiacciante del suo corpo era, però, il suo addome.
Aveva due grosse facce umane, una per lato, disegnate su esso.

Una aveva fattezze femminili, l'altra maschile.
Avevano espressioni agonizzanti disegnate nei loro volti.


<< E'-E'-E' passato tanto t-t-tempo, L-L-Lord L-Lucifer, dall'ultima v-v-volta che mi ha f-fatto v-v-visita... >>
Sussurrò una voce spettrale, femminile, che sembrò quasi provenire dall'oltretomba.

* Sono venuto oggi per farti una domanda, Anansi, se non ti dispiace. *
Rispose Lucifer a quella voce.

Il gigantesco ragno piegò rapidamente la sua testa di lato, posando i suoi occhi su Astarte, la quale, nel mentre, cominciò a leccarsi le labbra con uno sguardo bramoso, rossa in volto.

Lucifer notò rapidamente l'espressione della donna.

* Astarte, controllati. *
Le disse, con un tono rimproverante.

La donna-demone si toccò rapidamente il volto con una mano.

<< Mi perdoni, Lord Lucifer... E' solo che ho così tanta fame... >>
Sussurrò la donna, posando poi quel suo sguardo desideroso sulla creatura davanti a lei.

<< ... E non ho ancora mai provato la carne di un demone di questo tipo... >>
Continuò.

A Lucifer non piacquero quelle parole.

* Non farmi pentire di averti portato con me, Astarte. *
Le disse, con tono infastidito.

Quelle parole furono abbastanza per terrorizzare la donna, la quale cominciò istericamente a chiedergli perdono.


<< C-C-Come posso a-a-assisterla, L-L-Lord Lucifer? >>
Domandò ancora una volta quella voce spettrale, posando il suo sguardo su Lucifer.

Ho avuto notizie che uno dei tuoi figli è stato ritrovato a pattugliare i confini di Magnus, Anansi. Sapresti dirmi il motivo? *
Le rispose il comandante.

Per qualche istante cadde un profondo silenzio, in quella stanza.
Anansi rimase in silenzio a fissare quelle due figure davanti a se, per poi avvicinarsi lentamente verso di loro.

<< Q-Qualche g-g-giorno fa, Lord B-B-Belzebub mi ha chiesto u-uno dei miei f-f-figli. Ha d-d-detto che fosse un s-s-suo diretto ordine, Lord L-Lucifer, quindi non ho fatto d-d-domande. >>
Stavolta Anansi rispose con una voce maschile, non meno spettrale di prima.


Una espressione infastidita apparve rapidamente sul volto di Lucifer.
I suoi dubbi avevano, ormai, ricevuto conferma. Non poteva accettare un simile comportamento: se l'avesse lasciato passare impunito, avrebbe sicuramente ostacolato i suoi piani.

Era tempo di ricordare ai Dodici Generali chi fosse il leader, e chi i sottoposti.


<< S-Suppongo fosse una b-b-bugia. >>
Disse Anansi, sempre con quella voce maschile.

<< Ho f-f-fatto qualcosa di s-sbagliato, L-L-Lord L-L-Lucifer? Sono nei g-guai anche i-i-io? >>
Continuò, stavolta parlando di nuovo con la voce femminile.

* No, Anansi. Non temere, non hai colpe. Non potevi sapere che Belzebub ti stesse mentendo. Ti ringrazio del tempo che mi hai dedicato, se ti serve qualcosa non esitare a chiedermelo. *
Le rispose Lucifer, facendo poi un breve inchino davanti a lei.

<< N-Non serve sia c-c-così f-formale con m-me, mio s-s-signore.  >>
Gli rispose Anansi.

<< Non m-mi servirà n-n-nulla, L-Lord Lucifer. Il s-s-silenzio e l'oscurità di q-q-questo posto è g-già tutto quello di cui h-h-ho b-bisogno. >>
Continuò, parlando di nuovo con una voce maschile.

Subito dopo aver detto quelle parole, Lucifer le diede le spalle, deciso a lasciare quel posto.
Era furioso: non riuscì a credere che Belzebub non solo avesse agito di sua spontanea volontà, lasciandolo all'oscuro dei suoi piani, ma avesse perfino coinvolto i suoi subordinati, usando il suo stesso nome per agevolarsi il lavoro.


<< L-Lord L-Lucifer. >>
Lo chiamò, Anansi, prima che potesse allontanarsi troppo.

Il demone si voltò lentamente verso di lei, posando il suo sguardo su di lei.

* Si, Anansi? *
Le domandò, con tono incuriosito.

<< C-C-Cosa è successo al m-mio f-f-figlio? Ho p-p-perso i contatti con lui non m-m-molto t-tempo fa. >>
Gli domandò.

* E' stato eliminato dagli umani a causa del compito che Belzebub ha dato lui, Anansi. *
La risposta di Lucifer fu tempestiva.
Non appena disse quelle parole, diede di nuovo le spalle al demone-ragno, dirigendosi verso l'uscita delle catacombe.

Anansi non gli rispose.
Abbassò lo sguardo, per poi dirigersi lentamente all'interno della sua tana.



Anansi fu uno dei primi demoni che giurò fedeltà a Bael. 
Non è una creatura molto socievole; odia la luce del sole e i posti aperti. Motivo per cui, non appena venne a scoprire dell'esistenza di quelle catacombe, le scelse immediatamente come sua dimora.

Anansi è piuttosto differente dagli altri demoni che vennero scelti come membri dei Dodici Generali.
Infatti, a differenza del suo aspetto, lei non è un demone violento: è, anzi, piuttosto docile e fragile.

Potrebbe facilmente venir abbattuta da un piccolo gruppo di soldati ben addestrati, motivo per cui preferì isolarsi nell'oscurità, piuttosto che scendere in prima persona sul campo di battaglia.
Nonostante la sua scarsa forza fisica, se paragonata a quella di altri demoni del suo stesso rango come Nergal, Anansi trovò ben presto il modo in cui aiutare il suo comandante.

La sua capacità di poter dare alla luce dei figli senza necessità di un compagno, le permise di offrire a Bael un'infinita fonte di piccoli e rapidi ricognitori che poteva usare per spiare bersagli, o tenere sotto controllo delle specifiche aree senza venir scoperti.
Infatti, Anansi era connessa ai suoi figli tramite una connessione mentale, simile alla telepatia.

Perderli, però, era qualcosa che la feriva più di qualunque altra cosa.




Qualche minuto dopo aver parlato con Anansi, Lucifer raggiunse finalmente la stanza del trono.
Aprì con forza la porta che dava su quella stanza, trovandosi davanti tutti i membri dei Dodici Generali che si trovavano nel palazzo, esattamente come sperava.

Tutti tranne le Tre Bestie, i fratelli di Amon, i quali erano troppo grandi per starci, e Iris, la quale non si trovava nel palazzo.

La sua entrata e la sua espressione colsero i demoni di sorpresa: era insolito vedere Lucifer infastidito, dopotutto.


Un grosso tappeto rosso portava dall'entrata fino al trono, sul quale Bael era solito sedersi.
La stanza era completamente vuota: vi era una piccola scalinata, su cui, nella cima, sorgeva il trono in pietra, e alle sue spalle vi era una gigantesca vetrata a mosaico dipinta di vari colori accesi.


<< Quale sarebbe il motivo dietro questa riunione, Lord Lucifer? >>
Domandò Amon al suo comandante.
Era appoggiato di spalle ad una colonna in pietra, con le braccia conserte.

* Lo saprai presto, Amon. *
La risposta di Lucifer non si fece attendere.

In quell'istante il demone posò il suo sguardo su Belzebub, il quale ricambiò rapidamente il gesto.

* C'è qualcosa che vorresti dirmi, Belzebub? *
Domandò al suo subordinato.

<< In realtà si, Lord Lucifer. >>
La sua risposta fu tempestiva.

Belzebub si incamminò lentamente fino ad arrivare al centro della stanza, fermandosi a qualche metro dal suo superiore, con un braccio piegato dietro la schiena e con una espressione soddisfatta stampata in volto.

<< Considerando che il suo piano è fallito... >>
Disse, con un tono di scherno.

<< ... Credo che sarebbe ora di dare finalmente il compito a qualcuno che è in grado di portarlo a termine. >>
Non appena disse quelle parole, posò il suo sguardo su Asteroth e Abraxas.

Un sorriso divertito apparve nel suo volto.

<< Chi se lo sarebbe mai immaginato che dare un compito a degli incapaci avrebbe dato questi risultati. >>
Ridacchiò, con tono ironico.

Sentendo quelle parole, Asteroth si mosse minacciosamente in avanti, ringhiando e stringendo i pugni.

<< Li avrei distrutti quei ragazzini, se non fosse stato per quella donna! >>
Esclamò il demone.
Le vene in tutto il suo corpo cominciarono a pulsare istericamente, all'impazzata, dalla rabbia.

<< Oh, e guarda come è finita. >>
Gli rispose Belzebub, ridacchiando.

<< Tu sei tornato con la coda fra le gambe, e quel fallimento di tuo fratello con un braccio in meno. Avevate di certo la situazione sotto controllo. >>
Continuò.


Asteroth lanciò un urlo furioso, preparandosi a scagliarsi contro il demone, ma venne bloccato prima che potesse farlo.


* Silenzio! *
L'urlo di Lucifer riecheggiò per tutta la stanza, bloccando Asteroth dal scagliarsi contro Belzebub e attirando l'attenzione dei presenti.

Era furioso.

Asteroth fece qualche passo all'indietro, fissando il suo comandante con uno sguardo terrorizzato.
Belzebub, invece, riuscì a trattenere la sua preoccupazione.

* Puoi vedere quanto sono infastidito, al momento. E, nonostante questo, vuoi davvero continuare a fare finta di nulla, Belzebub? *
Disse subito dopo.

Belzebub posò il suo sguardo cupo su Lucifer per qualche istante, deglutendo e respirando affannosamente.


Dopo qualche secondo di silenzio, il demone prese un profondo sospiro.

<< Ho fatto ciò che dovevo. >>
Gli rispose.

Lucifer spalancò le palpebre, sentendo quelle parole.

* Hai fatto ciò che dovevi, è così? *
Ripeté Lucifer, incamminandosi con passo lento e minaccioso verso il suo subordinato.

* E quale parte di ignorare la mia autorità e usare il mio nome senza il mio consenso, per operare alle mie spalle, è stato "fare ciò che dovevi"? *
Gli domandò, fermandosi poco davanti a lui.

<< Sono trascorsi diciassette anni da quando Bael è stato rinchiuso dagli umani. Diciassette anni durante i quali noi ci siamo indeboliti e gli umani sono diventati più forti. Più aspettiamo, più la situazione giocherà a loro vantaggio: alcuni di noi sono a malapena minacce, ormai, per i loro soldati migliori! >>
Esclamò il demone, rispondendo al suo comandante con un tono deciso e uno sguardo innervosito.

<< Diciassette anni durante i quali lei non ha fatto nulla, Lord Lucifer, per aiutarci a trovare un modo per liberare Bael dalla sua prigionia! >>
Continuò.

<< Io, invece, ho pensato ad un piano che ci avrebbe potuto dare le informazioni che ci servivano! E, se non fosse stato per quell'incompetente, ora avremmo tutto quello che ci serviva. >>
Aggiunse subito dopo, indicando Asteroth con un dito.

* E di chi è la colpa? Di colui che ha fallito la missione, o di chi ha mandato quell'incapace a svolgerla? *
Fu la risposta di Lucifer.

Belzebub digrignò i denti.

* Che bel piano che era, Belzebub. Davvero ben pensato, ti faccio i miei complimenti. Peccato che ci fosse un piccolo problema di fondo. *
Continuò Lucifer.

Belzebub fissò il suo comandante con uno sguardo confuso, non riuscendo a capire cosa volesse dire con quelle parole.


"Problema di fondo?"
Si domandò.
"Non c'era alcun problema di fondo! Ho preso tutte le precauzioni del caso, se il piano è fallito è a causa di quell'idiota!"
Continuò.


* Non avrebbe mai funzionato, perché la magia che ha intrappolato Bael non era un incantesimo umano! *
Non appena Lucifer disse quelle parole, Belzebub rimase quasi come pietrificato.
Rimase a fissare il suo comandante in silenzio, senza riuscire neanche a muovere un muscolo.

Per qualche istante non riuscì neanche ad aprire bocca.


<< E' una bugia! Non può essere così! >>
Esclamò, incredulo davanti a quella rivelazione.

* Lo sto facendo, Belzebub? Pensi io stia davvero mentendo? *
Domandò, il demone, al suo subordinato.
Belzebub abbassò lo sguardo e strinse i pugni.

Era frustrato.
Sapeva che Lucifer non poteva mentire, era la sua maledizione.
Ogni demone ne aveva una, e quella di Lucifer gli impediva di mentire.


Quelle parole colsero tutti i presenti alla sprovvista.


<< N-Non era un incantesimo umano? E' uno scherzo? >>
Balbettò Amon, incredulo davanti a quelle parole.

No, e stavo cercando un modo per rompere in sicurezza quel sigillo. Sfortunatamente, l'unico modo per ottenere abbastanza energia per fare una cosa del genere, è attraverso una Pietra Filosofale. *
Disse Lucifer al suo subordinato.

*E chi era colui che creò l'ultima Pietra Filosofale per Bael? *
Chiese subito dopo a Belzebub, voltandosi verso di lui.

<< M... Mephist... >>
Rispose il demone, evitando lo sguardo del suo superiore.
Stava tremando dalla rabbia.
Aveva già capito, ormai, dove Lucifer volesse arrivare, e quelle sue parole non fecero altro che farlo innervosire sempre di più.

* E dove si trova Mephist, al momento? *
Domandò di nuovo Lucifer.


Nessuno rispose a quella domanda.
Dopotutto, nessuno sapeva quale fosse l'ubicazione di Mephist, a quel tempo.

Mephist Feles era uno dei due fratelli di Bael, un demone che trascorse gran parte della sua vita a studiare gli umani, reputandoli "interessanti e degni del suo tempo".

Era riuscito a scoprire il modo per creare le Pietre Filosofali, per poi donarne una al suo fratello.
L'unico demone che conosceva la sua attuale posizione, era Bael.

Sfortunatamente per loro, però, non potevano fargli quella domanda in alcun modo.


* E ora usa il tuo cervello per questo, Belzebub. Chi è l'altra persona, in questo maledetto continente, che conosce il modo per creare una Pietra Filosofale? *
Domandò Lucifer, voltandosi di nuovo verso Belzebub, il quale evitò in tutti i modi lo sguardo del suo comandante.
Digrignava i denti dalla rabbia.

<< Q... Quella donna, Eh- >>
Belzebub non fece in tempo a finire la frase.

* Ehra, esatto. *
Lo bloccò Lucifer.

* La donna che ha aiutato la famiglia dei Pendragon a creare il Grail. La donna che, con il tuo stupido piano, hai messo in guardia. *
Continuò subito dopo.



* Vedi, Belzebub... *
Continuò Lucifer, avvicinandosi lentamente verso il suo subordinato.
Lo fissò dall'alto verso il basso, con uno sguardo cupo, incolpandolo con il suo semplice sguardo per ciò che era successo.

* ...Se tu mi avessi parlato, invece di prendere la situazione "nelle tue stesse mani", tutto questo non sarebbe successo.*
Aggiunse subito dopo.

Belzebub sollevò in quell'istante il suo sguardo verso il suo leader, mostrandogli una espressione furiosa.
Non riuscì a credere alle sue parole.

Come osava Lucifer parlargli in quel modo?
Non era assolutamente colpa sua, se il piano era fallito:

Aveva dato a quell'incompetente tutto il necessario per riuscire nel suo compito, eppure aveva fallito a causa della sua stessa incompetenza.

<< Avresti dovuto dirci di questo "dettaglio", Lucifer! Come hai potuto tenerci all'oscuro di una cosa tanto importante?! >>
Urlò, mostrando uno sguardo feroce al suo comandante, indicandolo poi con un dito.

* Non mi piace il tono che stai usando con me, Belzebub. *
Fu la risposta di Lucifer.

<< E a me non piace il fatto che stai boicottando i tuoi compagni, Lucifer! >>
Controbatté il demone.

In quel preciso istante, Belzebub creò una sfera di energia nera come la pece sul palmo della sua mano.

<< Ne ho avuto abbastanza! Non ho intenzione di seguire gli ordini di un pazzo che farà crollare ciò che Bael ha creato, quantomeno voglio obbedire a qualcuno che ormai non sembra neanche avere intenzione di liberare suo fratello dalla sua prigionia! >>
Esclamò, furioso.

<< Non sei degno di essere il comandante dei Dodici Generali! >>
Subito dopo aver detto quelle parole, Belzebub scagliò con forza la sfera di energia contro il suo comandante.


Erano passati più di trecento anni dall'ultima volta che Lucifer si scontrò con qualcuno.
L'ultimo fu Amon, quando provò a sottrargli il titolo di numero uno tra le fila dei Dodici Generali, e che fallì nel suo intento.

Da allora, nessuno lo vide più neanche mostrare i suoi poteri.
Alcuni, incluso Belzebub, cominciarono a pensare che ormai li avesse persi.


A Lucifer bastò una mano per bloccare l'attacco di Belzebub.
Subito dopo aver bloccato la sfera di energia, la strinse con forza fino a distruggerla completamente senza neanche lasciarne traccia.
Belzebub rimase in silenzio a fissare quella scena con occhi e bocca spalancati, non riuscendo a credere a ciò a cui aveva appena assistito.


Lucifer non aveva assolutamente perso i suoi poteri.


Suppongo che con questo i tuoi dubbi siano stati soddisfatti, Belzebub. Pensi ancora io abbia perso i miei poteri? *
Domandò al suo subordinato.

Un tale gesto non poteva passare impunito.
Belzebub avrebbe imparato nel peggiore dei modi quali fossero le conseguenze delle sue azioni.


In un battito di ciglia, Lucifer si mosse verso Belzebub, staccandogli di netto un braccio prima che il suo subordinato potesse anche solo rendersi conto di cosa fosse appena accaduto.
Sotto gli sguardi scioccati di tutti i presenti, Belzebub lanciò un urlo agonizzante, per poi accasciarsi nel suolo, portandosi una mano nella spalla in un disperato tentativo di fermare l'emorragia.

Il suo volto divenne rapidamente più pallido, e ben presto il demone non riuscì neanche più ad urlare dal dolore.

Lucifer mosse lentamente nella sua direzione, inginocchiandosi davanti a lui e sollevandogli il mento con due dita.

* Prima di tutto: non hai il permesso di darmi del "tu". Chiaro? *
Gli disse.

* Seconda cosa: visto che ti reputi superiore ai tuoi compagni, e a me, perché non porti a termine il compito che ho affidato ad Abraxas? Hai carta bianca, fai pure ciò che più ti aggrada. *
Continuò.

Belzebub non riuscì neanche a rispondergli.
Rimase in silenzio a fissare il suo comandante con una espressione agonizzante, perdendo sangue perfino dalla bocca.

* Ma lascia che ti avverta: se tu dovessi fallire, non disturbarti a tornare indietro. La prossima volta, non sarò così clemente nei tuoi riguardi, Belzebub. *
Concluse.

Subito dopo aver detto quelle parole Lucifer si alzò dal terreno, afferrando poi il braccio che aveva strappato al suo sottoposto, tirandolo poi nella direzione di Astarte.

La donna fissò con uno sguardo incuriosito ciò che fino a pochi istanti fa era un pezzo di uno dei suoi compagni, per poi diventare rossa in volto.
Un grosso e affamato sorriso apparve nel suo volto.

<< Buon appetito! >>
Esclamò la donna, sollevando da terra quel pezzo di carne sanguinante, per poi mostrare anche ai suoi compagni la terribile scena che seguì.
Quella fu la prima volta che videro il motivo per cui Astarte venne soprannominata "La Golosa", e quel titolo tenne perfettamente fede alla realtà.

Astarte spalancò la sua bocca, la quale era ricoperta da una miriade di denti aguzzi, ingoiando in un sol boccone l'arto di Belzebub.


Subito dopo si leccò le labbra con la lingua, mentre delle gocce di sangue colarono lentamente dalla sua bocca.
Il suo desiderio si era avverato: finalmente sapeva quale fosse il sapore della carne di un demone.


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Fine del capitolo 5-4, grazie di avermi seguito e alla prossima!

 

   
 
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