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Autore: Cara93    15/03/2019    1 recensioni
[STORIA INTERATTIVA ISCRIZIONI CHIUSE]
La truffa è un'arte, anche nel Mondo Magico. Tre tra i migliori truffatori al mondo, che lavorano per il misterioso Master, lo sanno molto bene.
Ma cosa accadrebbe se alcune delle loro vittime decidessero di dar loro la caccia?
Genere: Azione, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
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Danae concluse la corsa con uno scatto, fermandosi poi alla fine della strada, piegata in due, le mani sulle ginocchia, inspirando ed espirando lentamente. I due ragazzi che aveva superato arrivarono giusto mentre lei stava finendo di fare stretching, prima di concludere quella sessione d'allenamento.
-Sono sicura che quest'anno gli facendo il culo, a quelli, con tu in squadra- disse Dasha, appena riuscì a riprendere fiato. Danae sorrise, amara. Non sapeva per quanto tempo si sarebbe fermata, ma sicuramente non abbastanza per entrare nella squadra di basket del quartiere.
-Vedremo, Dash- le rispose.
-Posso io accompagnare te?- propose Andrej, visibilmente speranzoso, arrossendo, quando sembrò loro fosse giunta l'ora di tornare. Danae annuì.

Arrivata finalmente nei pressi dello squallido appartamento che abitava da quando erano giunti a Minsk, Danae congedò il timido ragazzo, aprì il portone principale, salì le tre rampe di scale che la separavano dalla sua dimora, cercando di distrarsi da pensieri spiacevoli. Le piaceva quel posto, in fondo. Le piaceva lo squallore e il grigiore di quel quartiere di periferia. E le piaceva quel gruppetto di ragazzi, di età eterogenea, che si riunivano quasi ogni pomeriggio nel campetto scalcagnato poco lontano e che stavano cercando di arginare il degrado cittadino con iniziative di vario genere, dallo sport alle gite fuori porta ai corsi di lingue. Le piaceva persino l'inglese fortemente accentato, secco e sgrammaticato, chiaramente frutto di corsi fai da te che pubblicizzano gli inserti dei quotidiani, spesso di difficile comprensione, con cui parlavano.
"Forse mi sto preoccupando troppo" pensò. Sì, a Danae sarebbe davvero mancato quel posto. Mentre si stava togliendo i vestiti matidi di sudore, un ticchettio attirò la sua attenzione. Con un enorme sforzo di volontà, fece entrare il gufo reale di Archie, che, dopo averle porto un biglietto, volò via in fretta, senza degnarla di ulteriori attenzioni.
"Ok, è finita. Sempre avanti, senza rimpianti. Concentrata, per essere pronta a tutto."


-Come siamo sobrie...- commentò Danae, rivolta alla sua compagna, una volta raggiunto il punto d'incontro. Di solito, Archie propendeva per luoghi pubblici fuori mano o vecchi magazzini abbandonati, per quei briefing improvvisi. Ma non questa volta. Con finta contrizione, sistemando la pelliccia bianca dal collo viola acceso, Adrienne si chinò sulla lapide piuttosto vecchia, dalle lettere consunte, lasciando un mazzo di rose. Danae le si avvicinò ulteriormente, fingendo di pregare presso la tomba più vicina a quella a cui stava aspettando l'altra.
-Qualcuno deve pur portare un po' di colore in queste città dell'Est così meste e cupe. E di certo quel qualcuno non sei tu, chérie- commentò Adrienne, con indifferenza, dopo aver lanciato uno sguardo eloquente alla ragazza, che, non solo portava una tuta nera che si intravedeva sotto un bomber dello stesso colore, ma aveva nascosto i capelli rossi sotto uno stazzonato berretto grigio.
-Sai com'è, dovremmo tenere un profilo basso- rispose, facendo un cenno discreto alla mise dell'altra. Oltre alla pelliccia bicolore, Adrienne era truccata pesantemente, il rossetto color porpora che spiccava con violenza sul viso bianco e che faceva a pugni con l'ombretto blu elettrico sulle palpebre. Calzava stivali al ginocchio bianchi, un vestito che non si intravedeva da quanto era corto e pesanti calze color borgogna.Non era difficile notarla, in quel cimitero completamente privo di colore, simbolo della pesante industrializzazione di quelle zone. Su una donna normale, un simile accostamento di colori e capi sarebbe risultato pacchiano, per non dire volgare. Invece, per uno strano scherzo del destino, Adrienne riusciva ad apparire eccentrica ed elegante allo stesso tempo. Danae non riusciva a capire come facesse e con quella naturalezza, poi.
-Ah, chérie, quando imparerai che il miglior modo di nascondersi è proprio quello di non nascondersi affatto?- dal tono affettato e leggero con cui pose la domanda, Danae capì che non si aspettava affatto una risposta. Sembrava passato un secolo, dalla prima volta che l'aveva incontrata, ormai più di cinque anni prima. In cinque anni, non era cambiata neppure di una virgola. Anzi, forse era pure peggiorata.

- Io con quella non ci lavoro!- esclamò a denti stretti, furibonda. Quando Archer aveva avanzato la proposta di lavorare per il Master, che avrebbe fornito loro protezione e il capitale iniziale, si era dimenticato di riferirle che non sarebbero stati solo loro due.
-Un lavoro soltanto, Dany. Se va male, non ne riparleremo più, te lo prometto- rispose lui, con calma, impostando la sua voce profonda nel tentativo di renderla più rassicurante possibile.
-Giura!-
-Te lo giuro, croce sul cuore, potessi morire- rispose lui. Faceva sempre una certa impressione vedere un uomo ormai non più nel fiore degli anni, incrociare le dita sul petto, come avrebbe fatto un ragazzino.
-Tutta questa ingenuità, questa tenerezza sono così... stucchevoli- commentò la loro nuova partner, con il suo spiccato accento francese, distaccata. Adrienne De Foix parlava sempre con distacco, come se niente la potesse toccare. Era in grado di parlare di temi importanti come se stesse parlando del tempo.
-Mi fido di Archie- sentenziò Danae, duramente.
-Come credi, sono affari tuoi- scacciò quelle parole con un gesto lezioso della mano, come se tutta quella conversazione fosse tremendamente noiosa.
-Siamo d'accordo, allora? Un lavoro prima della decisione definitiva?- intervenne Archer. Danae annuì.
-Oh, ma belle, dammi solo qualche giorno e ti chiederai come tu sia riuscita a sopravvivere finora con quei quattro trucchetti pacchiani del tuo repertorio- concluse Adrienne.
-Sì, certo- sbuffò la ragazza, le braccia incrociate sul petto, grondando sarcasmo.
 -Vedrai. Non potrai più fare a meno di me. Creo dipendenza-  e con un gesto seducente ed elegante al contempo la donna si lisciò l'elegante tailleur pantalone che indossava, prima di sedersi in punta della seduta del lercio divano nell'appartamento di Archie, il loro quartier generale. 

-Potremmo chiedere ad Archér- propose Adrienne, a mezza voce.
-Sono sicura che la pensa come me. L'ha sempre detto, che l'anonimato è nostro alleato-
-Certo, chérie. Anche se credo che il tuo concetto di anonimato non sia lo stesso del nostro amico- commentò, indicando pigramente verso una figura che era appena comparsa ai margini del cimitero. Una sagoma maschile, alta e robusta. Con un cappello a lesa larga scuro, come quello dei cattivi nei film noir, un bastone da passaggio e una sciarpa scarlatta. Danae gemette piano.
-Vai prima tu, chérie. Inutile infierire- concesse Adrienne, con finta magnanimità, lasciando trasparire la soddisfazione dal tono di voce. 


Archer si era diretto verso la zona più antica del cimitero, dove si trovavano le lapidi più antiche e ricercate. Aveva scelto quel cimitero non solo per una questione di riservatezza, ma anche perché ne apprezzava l'atmosfera e il senso di calma che vi regnava. Amava i cimiteri proprio per quell'aspetto, soprattutto i cimiteri babbani. Lo scricchiolare della ghiaia lo avvertì dell'arrivo di una delle sue socie, Danae, a giudicare dall'attenzione con cui cercava di fare meno rumore possibile.
-Sai, mi sono sempre piaciuti gli epitaffi. Li trovo poetici- parlò per primo, la voce profonda bassa e pacata.
-Sai cosa c'è scritto?- Danae. Aveva ragione.
-No, purtroppo. Mi piacerebbe, però-
Rimasero in silenzio per qualche piacevole istante.
-Mi dispiacerà lasciare questo posto. Mi sono anche fatta degli amici, pensa-
-Sei sempre stata una giovane molto socievole. Specie con i babbani, mi par di ricordare- commentò. Si guardarono sorridendo.


 -Mmm, cappotto blu, a circa due metri alla tua destra. Quello che sta entrando in quel negozio-
Erano seduti ad un tavolino esterno di un locale, a Diagon Alley. Era il finesettimana prima del ritorno ad Hogwarts, la folla era considerevole, orde di genitori accompagnati dai propri figli si apprestavano a fare le ultime compere prima dell'inizio delle lezioni. Avevano scelto quel momento con cura. La ragazza, che appariva molto più giovane dei suoi vent'anni,  si arrotolava una ciocca di capelli scuri su un dito dalla pelle ambrata. Potevano tranquillamente passare per un padre e una figlia, mentre si godevano una pausa nella frenesia dello shopping. Archer ancora non si capacitava della sua fortuna. Era raro trovare un metamorfo in grado di cambiare così drasticamente il proprio aspetto e con la naturalezza con cui lo faceva Danae.
-Facile. Rendo invisibile quello che voglio rubare e lo appello. Due Incantesimi non verbali ed è fatta- gli espose il suo piano. Era un pigro pomeriggio estivo, faceva caldo e nessuno prestava loro particolare attenzione. Era il momento perfetto per un esercizio.
-Non credi che qualcuno potrebbe accorgersene? Siamo circondati da maghi e streghe, dopotutto-
-E allora cosa proponi?-
-Un borseggio alla babbana-
Danae alzò un soppracciglio, scettica. Per esperienza personale, sapeva che dai babbani non poteva provenire nulla di buono.
-Anche noi siamo maghi. Abbiamo una bacchetta. E siamo piuttosto bravi a maneggiarla- protestò, parlando come se si trovasse di fronte un bambino. Archer sospirò, appoggiò i gomiti al tavolino, le mani sotto il mento con i polpastrelli che si toccavano. Danae la chiamava "la sua posa concentrata".
-Ci sono almeno due vantaggi, nel borseggio alla babbana. Primo: come dicevo, siamo circondati da maghi. Non se lo aspettano. Ricordati, Dany, che la maggior parte dei nostri clienti fa parte di quella fetta di aristocrazia Purosangue snob e con ogni probabilità completamente estranea alle tecniche babbane. Credono di essere al sicuro da tutto, non si aspettano sorprese, specie da quella che considerano una razza inferiore. Secondo: sono tecniche e abilità che vale la pena conoscere, non si può mai sapere. Potresti rimanere senza bacchetta per qualsiasi ragione e, se non ti sai muovere, potresti trovarti nei guai-
Al mago più anziano non servì usare la legilimanzia, per capire che il suo discorso non aveva fatto effetto. Si leggeva chiaramente sul viso della sua interlocutrice.
-D'accordo, qui ci vuole una dimostrazione- sospirò. -Giacca a righe di fronte a noi, a circa mezzo metro, pieno di pacchi. Gli prenderò l'orologio da polso senza usare la bacchetta e senza che se ne accorga. Ci vediamo all'incrocio con Nocturn Alley tra dieci minuti-
Detto ciò si alzò. Finse di guardare il proprio orologio e, con decisione, si diresse verso la vittima designata. Con studiata casualità, gli passò vicino, facendogli cadere un pacchetto.
-Sono mortificato, mi scusi- fingendo un imbarazzo che non provava, si piegò per raccogliere il pacco caduto, continuando a scusarsi e a fingersi contrito. Al momento della restituzione, con un gesto fluido e delicato, sfilò l'orologio dal polso del malcapitato continuando a scusarsi come se avesse compiuto un'azione terribile, facendo irritare l'altro, tanto che, ad un certo punto, questo si congedò sgarbatamente. Archer si allontanò con un pigro sorriso.

-Ok, avevi ragione. Il borseggio alla babbana non è poi così male- gli  concesse, laconica, quando Archer le sventolò davanti l'orologio d'oro. Archer sapeva che sotto quell'apparenza così fredda, la ragazza fremeva di entusiasmo e  che moriva dalla voglia di sapere come ci fosse riuscito. La sua mente glielo urlava, da quanto lo desiderava.
-Se vuoi, posso insegnarti a farlo-
Danae sorrise, le guance rosse e gli occhi lucidi per l'eccitazione.
-Allora, quando si comincia?- 

-Vediamo di sbrigarci, la mia sfolgorante bellezza e il mio carisma innato hanno bisogno di essere circondati da persone, per dare il loro meglio. Un po' come i girasoli necessitano del sole, ?-
Archer alzò gli occhi al cielo. Nonostante il tono volutamente civettuolo, sentiva che Adrienne, che nel frattempo li aveva raggiunti, era veramente irritata. Non le piaceva nulla di quella città e non vedeva l'ora di ricevere quel lavoro, di qualunque cosa si trattasse, solo per potersene andare.
-Tecnicamente...- cominciò, non era nella sua natura punzecchiare o irritare le persone, ma con Adrienne non poteva farne a meno e sapeva che la stessa cosa succedeva a Danae. Quella ragazza cominciava ad assomigliargli, forse un po' troppo, per i suoi gusti.
-Persone vive, Archér. Non credevo ci fosse bisogno di specificare- sospirò Adrienne, con fare teatrale -dimmi che questa volta andremo in un posto caldo, ti prego- 
-Spiacente di deluderti- disse, distribuendo le cartelline che il Master gli aveva fatto avere. Lui ne conosceva già il contenuto.
-A mio parere, un "mantide religiosa" standard. La modalità lo sapete, aprirete le buste contenenti le vostre nuove identità con il solito modo, dopodiché avremo tre settimane per studiare l'obbiettivo e per accordarci sul da farsi. Se non ci sono obiezioni, Dany avrai circa quattro mesi di tempo per agganciarlo, due per convincerlo a sposarti. Fa in modo di farlo con il nuovo rito, non possiamo permetterci un'altro contrattempo come con Rosier, non a così breve distanza. Usa qualsiasi mezzo. Se avete delle idee migliori o qualcosa non vi convince, mandatemi i vostri Patroni prima della scadenza delle tre settimane e vedremo di inventarci qualcosa, d'accordo?-
-Sembra quel che appare. Non come quel bastardo di Rosier- commentò Dany, critica, mentre scorreva il file. Arrivata a metà, che di solito conteneva informazioni utili all'aggancio, si bloccò, l'inizio di una frase le morì sulle labbra. Se ne accorse solo Archer, che finse di non vedere e non sapere cosa la turbasse.
-Non vedo perché non possa agganciarlo io, non sembra abbia particolari... esigenze estetiche-
-Prima di muovere qualche obiezione, dovresti prima finire di leggere, Addie- la canzonò Archer.
La donna non si prese neppure la briga di rispondere e questo cominciò a preoccuparlo. Un po'. Preoccupazione che cominciò ad aumentare quando si accorse che Adrienne aveva cominciato a schermare i suoi pensieri.
-Oh, capisco- Anche Adrienne si irrigidì e, con una dolcezza che sorprese sia Archer che Danae, posò una mano su una spalla della ragazza, comprensiva -sei sicura di voler continuare, chérie?-
-Va tutto bene. Sto bene- cercò di contenere la voce, sapendo benissimo che sia Archer che Adrienne si sarebbero preoccupati, se avesse mostrato il suo reale turbamento.
-Allora, continuiamo- Archer cercò di riprendere il controllo della riunione, ma un cenno di Adrienne lo fece tacere.
-Ti assicuro, chérie, che quando avremo finito con quest'uomo, non gli resterà neppure un cappello per la questua- affermò, lapidaria e decisa.
-Ma il Master..-
-Niente "ma", Achér. O così o non se ne fa niente, è una questione di principio. Spero tu capisca-
Ad Archer non restò altro da fare se non tacere. Senza sapere esattamente a cosa stesse pensando Adrienne e senza poter fare appello a Danae, i cui pensieri al momento erano troppo confusi per poterne dare un'interpretazione, aveva capito che non poteva fare altro che assecondarle.
-E tabula rasa sia. Signore, ci vediamo nel gioco- concluse, toccandosi la tesa del cappello a mo' di saluto. Davanti a lui si presentava un problema complesso, potenzialmente letale. Avvertire il Master della novità e convincerlo che la modalità tabula rasa fosse una buona idea, sperando per il meglio e scervellarsi nel tentativo di fregare le sue socie, nel caso contrario. Non credeva di essere abbastanza furbo per provarci con il Master. Oltre al non trascurabile dettaglio che aveva cara la pelle.
"Merda, merda, merda" pensò. Se le sue compagne avessero potuto leggergli nella mente, si sarebbero sorprese, nel sentigli usare, anzi, pensare, un tale linguaggio.
-Ci vediamo nel gioco-
-Rendez-vous dans le jeu-   




Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti, di nuovo.
Altro prologo non programmato, che ho voluto scrivere come una sorta di "scusa". Infatti, mi sono accorta di aver deciso di pubblicare quest'interattiva in un periodo un po' complicato, non solo per me. Per questo, dato che probabilmente non sarei riuscita a presentarvi un capitolo con la selezione degli OC in tempi brevi, oltre a questo nuovo prologo, probabilmente troppo lungo, in cui ho cercato di farvi capire il rapporto che lega i truffatori, almeno un po', vi annuncio che ho "prorogato" la scadenza di iscrizioni e consegna delle schede al 22/03.
Grazie a chi mi ha già inviato le schede.
P.s. I miei ricordi di francese sono abbastanza fumosi, se doveste notare degli errori, fatemelo pure sapere
A presto!


 
   
 
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