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Autore: unika    16/03/2019    0 recensioni
Corinna, come moltissime altre persone, ha una situazione familiare non esattamente idilliaca con cui ha imparato a convivere da tempo.
I dubbi e problemi però incominciano di pari passo con l'avverarsi del suo sogno; entrare nel corpo di ballo della sua boy band giapponese preferita, i Rebel Soul, per il loro tour mondiale.
Poter ballare fianco a fianco con il suo gruppo preferito, specialmente con il leader, Hayato Fukuda, le sembra un sogno.
Un sogno che nemmeno la consapevolezza del patto fatto con il padre è l'atteggiamento distaccato del bel cantante riescono a oscurare, fino a quando il suo cuore non incomincia a battere non solo per la musica e la danza...
E il cuore di qualcun altro inizia a battere insieme al suo.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 3

La città di Nagoya non stava affascinando soltanto Corinna, che con i suoi occhi pronti a memorizzare ogni istante e cosa scattava anche foto che l'avrebbero aiutata a ricordarsi di quel viaggio quando sarebbe tornata in Italia finita la tournée. Altea se ne stava a braccetto insieme ad Estella parlottando fra di loro ed indicando di tanto in tanto negozi, palazzi e persone. Tommaso invece si chiedeva dove fossero finiti, non era abituato a vedere ragazze vestite con dei vestitini dallo stile simile alla moda europea ottocentesca, ma adattati ad abiti corti, con svariati colori dal pastello a nero pece. Non erano poi così tante, ma bastava quelle due tre che gli avevano fatto venire il dubbio sulla sanità mentale di quel posto. -Corin... come hai detto che si chiamano quelle ragazze mezze bambole viventi?- le picchiettò sulla spalla indicandone un'altra che stava passando dall'altra parte della strada. -Ma... che cavolo quello è un ragazzo!- esclamò completamente sconvolto. ormai era sempre più convinto che quel posto fosse strano. -È il Lolita style, anche alcuni ragazzi lo adottano in effetti- sistemò la macchina fotografica nella borsa e scorgendo un negozio di abiti Lolita lo indicò a Tommaso. -Ci sono proprio negozi a tema e ne esistono di vari tipi: dal Punk, lo Sweet, il Casual, Wa, Qi, Shiro & Kuro... parecchi nonostante siano solo tre o quattro gli stili principali fra cui il Gothic- Estella incuriosita si avvicinò a loro.
Corinna studiò attentamente la vetrina e riconobbe lo stile Classical Lolita; di tutti era quello che più le piaceva, che più si avvicinava al suo stile personale anche. Quel modo di vestire in se l'aveva sempre affascinata ed incuriosita, nonostante non la rappresentasse affatto.  L'anno precedente aveva convinto Altea ad accompagnarla a fare un giro per il Lucca Comix e nonostante avesse avuto la tentazione, non si era travestita da nulla, non ne aveva avuto il coraggio.
-Chi l'avrebbe mai detto che il... come lo abbiamo chiamato Altea?- Estella si stava picchiettando un indice sul mento pensierosa rivolgendosi alla ragazza che le aveva appena raggiunte, poi schioccò le dita con un gran sorriso. -A si, chi l'avrebbe mai detto che anche al Panda piace vestire Lolita- non trattene il sorriso sulle labbra troppo divertita, e notando che nessuno l'avesse appena capita fece cenno col capo di guardare meglio dentro al negozio. Tutti quanti aguzzarono la vista ed a Corinna per poco non venne un colpo. -Ho ricordato bene il suo nome ragazzi! ma quando ricapita più- ignorando l'espressione sorpresa di Corinna e quelle perplesse di Altea e Tommaso Estella si baciò le dita per poi portarsele alla guancia, come a baciarsela da sola. -Sicura che sia lui?- mormorò Tommaso al suo fianco. Corinna annuì ancora sorpresa poi capì il vero motivo per cui il leader del gruppo fosse in quel tipo di negozio.  Una ragazza poco più bassa del ragazzo gli si avvicinò con un ampio sorriso incorniciato dalle sottili labbra tinte di rosso, come se macchiate dal dolce succo di una fragola, pensò Corinna incuriosita. La ragazza che si era stretta al braccio di Hayato era perfettamente in coordinato con lo stile di quel negozio e ciò fece capire subito a tutti che la borsa fra le mani del ragazzo non fosse certo per lui. Il vestito beige con piccoli bottoni marroni in tinta col cappellino, che aveva solo puro scopo ornamentale visto quando fosse piccolo, facevano risaltare ancora di più i capelli rosso lampone. -chi è quella li?- il sussurrò di Altea fu talmente basso che nemmeno Tommaso al suo fianco l'aveva sentita; tutti però si stavano facendo la stessa domanda, Corinna compresa.
All'uscita del negozio di vestiti comparvero improvvisamente Kawanari e Kenji con tanto di mascherine  a coprirgli la bocca ed il naso. Uno dei due però notò Corinna, Altea, Tommaso ed Estella in lontananza e alzando un braccio verso di loro li salutò ed invitò a raggiungerli. Da come i suoi occhi avevano formato delle piccole rughette attorno ad essi fu semplice, per loro, capire anche che sotto quella mascherina il ragazzo fece uno dei suoi ampi sorrisi, che gli avevano già visto fare ripetutamente solo il giorno prima quando si erano conosciuti a colazione. Altea fu la prima a riscuotersi ed ad avviarsi verso i ragazzi abbozzando un sorriso. Anche gli altri si riscossero in breve tempo e la seguirono incuriositi di sapere come mai fossero stati invitati a raggiungerli. Erano ben consapevoli che l'averli potuti conoscere in modo privato era stato un vero e proprio lusso, non si aspettavano certo di averci anche a che fare al di fuori dalla palestra ed i concerti.
-Cosa ne dite di questa città?  Vi piace o preferite l'Italia da buoni patriottici- a quella domanda espressa da Kawanari Corinna fece subito un ampio sorriso al solo pensiero di quel che avevano già visto e di quello che ancora li avrebbe attesi. -Per quanto non ami le grandi città, è carino qui- ammise Altea che dentro si sentiva ancora come la bambina di dieci anni che d'estate faceva il bagno nel fiume vicino a casa sua in mezzo alle colline. Dei quattro ballerini lei era la più amante della natura, gli altri chi più chi meno, aveva preferito la comoda, caotica ed inquinata città, grande o piccola che fosse. -qui è una realtà completamente diversa da quella a cui siamo abituati... da noi in Italia usa magari tenersi la porta aperta in bar, negozi, treni o altro anche fra sconosciuti come segno di cortesia o comunque educazione. Mi è capitato di farlo in un bar e due ragazze mi hanno guardato malissimo- confessò Tommaso un po' perplesso. Lui e le ragazze erano cresciuti in una realtà dove era maleducazione se lasciavi sbattere la porta in faccia a qualcuno che veniva subito dietro di te e ora si erano ritrovati a guadagnare occhiate diffidenti per quel gesto tanto innocuo e naturale. Kenji scoppiò a ridere, due secondi dopo però la sua attenzione fu catturata da qualcos'altro dietro ai ragazzi vicino a loro. Corinna incuriosita seguì il suo sguardo e notò che Hayato con la ragazza sempre a braccetto gli stavano venendo incontro.
-Onichan*, grazie per il vestito nuovo!- quelle poche parole fecero subito tirare un sospiro di sollievo a Corinna. Non aveva mai visto quella ragazza in nessuna foto che il cantante avesse pubblicato, ma l'aveva già sentita nominare. Lui l'aveva spesso nominata in molte interviste, tanto che veniva menzionata in modo abbastanza approfondito nella pagina privata del cantante nella nota enciclopedia informatica. La ragazza dai lunghi capelli rossi spostò lo sguardo verso di loro, notando all'istante la presenza dei quattro volti mai visti e tanto diversi da quelli che li circondavano. Mantenne lo sguardo su di loro per pochissimi istanti, giusto il tempo di squadrarli bene da capo a piedi, che spostò la sua attenzione ai due ragazzi che già conosceva. -Ciao Tanaka, ciao Inoue! Dovrei essere arrabbiata con voi visto che non siete venuti al mio compleanno, c'era solo Hayato che le mie amiche già conoscono. Loro vogliono conoscere anche voi due!- si lamentò imbronciandosi e sporgendo un pò il labbro inferiore, proprio come quando un bimbo piccolo si metteva a fare un capriccio e voleva averla vinta. Altea prese il polso di Corinna per attirare la sua attenzione che si era concentrata sul piccolo roteare degli occhi di Hayato nell'aver udito le parole della sorella minore. -Ehi... che sta succedendo? Sta qua ci ha squadrati come se fossimo spazzatura- le chiese corrucciata, non le faceva certo piacere ricevere occhiate simili da qualcuno he manco la conosceva. -È la sorella di Hayato, e si sta lamento che gli altri due non sono andati al suo compleanno per metterli in mostra con le amiche... a quanto pare non le basta avere il fratello famoso- spiegò rapidamente notando che Kenji si stava voltando proprio in quel momento verso di loro parlando non più in giapponese ma in inglese. -Loro sono i ballerini italiani che si sono aggiunti al corpo di ballo e si chiamano Alta, Estela, Tomaso e Corina... li ho detti giusti ragazzi?- chiese con un sorriso un po' mortificato, consapevole che qualcosa lo avesse sbagliato di sicuro. -Giusto qualche doppia ed "e" dimenticata- lo corresse Hayato con tono da saputello. -Non importa, capita- minimizzò subito Corinna, d'altronde i nomi non erano stati storpiati in modo orrendo come le era capitato con un cantante tedesco che l'aveva chiamata "Cartina" più volte. Gli occhi della sorella di Hayato si posarono subito sorpresi su di lei. -Sai il giapponese- no fu una domanda, ma bensì una semplice constatazione.
Kenji che era proprio il più chiacchierone si stampò un sorriso in faccia e mise una mano sulla spalla a Corinna -Forte vero, non ce lo aspettavamo nemmeno noi! Ma a proposito, stavate andando da qualche parte in particolare?- fra i quattro ballerini Tommaso fu il più veloce e tirando fuori un foglietto con su scritto il posto che volevano visitare glie lo mostrò. -L'acquario di Nagoya, non ci sono mai stato- Kenji si rivolse a Kawanari e Hayato con un mezzo sorrisetto. L'ultimo capito cosa gli stava passando per la testa si irrigidì di colpo e scosse il capo. -Scordatelo, ho promesso a Nyoko di accompagnarla al bar dei gatti oggi- a quelle parole il sorriso della ragazza assunse un cenno come di vittoria, che sparì ben presto quando notò che l'espressione dell'unico componente della band ancora rimasto in silenzio. -Tanaka, vieni anche tu con noi?- Nyoko si esibì in quella che Corinna definiva la faccia da cucciolo. La stessa faccia che lei fece quando confessò alla madre per la prima volta che sarebbe andata in Giappone per convincerla che sarebbe andato tutto bene.
I secondi che seguirono quel momento furono lenti ma pieni di soddisfazioni per Altea che, seppur non aveva capito le parole lella piccola giapponese, aveva capito il suo intento. Kawanari aveva gonfiato le guance in modo un po' eccessivo per poi buttare fuori l'aria ed appoggiarsi alla spalla dell'amico per sostenere la sua idea. -Anche io non sono mai stato all'acquario e mi piacerebbe visitarlo... e se al bar coi gatti ci andassimo poi tutti insieme dopo?- propose non sbilanciandosi troppo, aveva dato la sua preferenza ma era anche corso ai ripari cercando di fare metà e metà per accontentate entrambe le richieste.
Con piccoli chiarimenti per anche i ragazzi, che non sapendo il giapponese si erano persi alcune parti dove erano riusciti a convincere anche Hayato e la sorella Nyoko. Formarono un gruppo, tutti ed otto avevano incominciato a passeggiare per le strade sino alla fermata dell'autobus più vicina, che li avrebbe portati all'acquario. Kenji continuava a dimostrare di essere il più estroverso con la sua parlantina, era addirittura riuscito ad attaccar bottone con Tommaso riguardo al Kendo, con stupore delle tre ragazze il loro amico aveva nascosto di essere un appassionato di quell'antica arte. Corinna a braccetto con Estella stava osservando attentamente come Altea in modo apparentemente "casuale" si fosse avvicinata a Kawanari e da brava turisti di tanto in tanto gli chiedeva qualche delucidazione su le cose che più l'attiravano. Estella oservandola ridacchiava e in questo modo si era guadagnata unocchiataccia da parte della sorella di Hayato, convinta che le risate fossere per lei. Corinna in vece scuoteva la testa sconsolata e con un sorriso sulle labbra si godeva quello strano scenario surrele. Ballerini e cantanti in un unico gruppetto che chi più e chi meno socializzava, oltre ogni aspettativa.
-Onichan... ma perché dobbiamo proprio stare con loro? Non mi piacciono- aveva borbottato imbronciata intanto che il fratello si stava accingendo a pagare i loro biglietti di ingresso, non sfuggendo all'orecchio di Corinna poco distante. -Specialmente quella che sa il giapponese, ha qualcosa che non mi piace...- -la più innocua di tutte e tre ti vai a far stare antipatica, sembra un gattino nel paese dei balocchi- la interruppe con tono canzonatorio.
-Sbrighiamoci! Voglio visitarlo tutto, senza tralasciare nulla vi avviso- esclamò Kenji con un'occhiata d'intesa rivolta verso Hayato.
 
Corinna affiancata da Tommaso seguiva i ragazzi e le ragazze che stavano qualche passo avanti rispetto loro. Non le dispiaceva quel lieve distacco del gruppo, visto i continui squittii di paura o esaltazione di Nyoko. Le sembrava sempre di più una ragazzina viziata è sempre in cerca della compagnia del fratello. Se a lei aveva riservato occhiatacce evidenti a Kawanari e Kenji invece mostrava la faccia buona, ma in continua cerca di Hayato, come se fosse un protettore da chissà quali mali.
-Ma riesci a vedere i pesci da lì?-Kenji si era fermato di colpo guardando perplesso Corinna che se ne stava perfettamente al centro del grande corridoio, circondato sia a destra che a sinistra dalle ampie vetrate piene d'acqua.
Presa contro piede Corinna si irrigidì di colpo e si bloccò sul posto. Anche gli altri ragazzi si erano fermati, Altea ed Estella erano già pronte ad intervenire, ma sorprendendo tutti intervenne il più riservato dei tre cantanti, Kawanari.
-Credo che ognuno possa decidere come preferisce dove stare, sono sicuro che riesca a vedere benissimo anche da lì- subito dopo riprese a camminare seguito anche dagli altri. -Scusa- mormorò Kenji capendo che la reazione di Corinna a quella domanda, apparentemente innocua, l’aveva messa in difficoltà. Lei però gli sorrise come se niente fosse, non potevano certo sapere che per quanto l'acqua le sembrasse meravigliosa le facesse sentire anche un senso di costante allarme. Non ricordava di aver avuto particolari traumi da piccola, e anche sua madre le aveva assicurato che non fosse mai successo nulla, semplicemente era così. Nessun perché, ma solo un fatto.
 
 
Onichan*= fratellone
Oni= fratello maggiore
Onechan= sorellona
One= sorella maggiore
 
   
 
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