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Autore: DanzaNelFuoco    16/03/2019    0 recensioni
Bakudeku
AU, Vigilante!Bakugou, quirkless!Izuku
--- Bakugou è in fuga e c'è solo una persona disposta ad aiutarlo.
La soffiata che aveva ricevuto gli aveva assicurato che non sarebbero stati lì prima di mezz’ora.
Ora, le possibilità erano due. O la sua talpa era improvvisamente diventata inaffidabile - e sarebbe stato un problema, certo perché significava che al distretto non si fidavano più di Kirishima - oppure avevano cercato di incastrarlo - e sarebbe stato ancora peggio.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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COW-T #9: in fuga
 

Capitolo 1


La polizia gli era già alle calcagna, Katsuki non ci poteva credere. La soffiata che aveva ricevuto gli aveva assicurato che non sarebbero stati lì prima di mezz’ora. 

Ora, le possibilità erano due. O la sua talpa era improvvisamente diventata inaffidabile - e sarebbe stato un problema, certo perché significava che al distretto non si fidavano più di Kirishima - oppure avevano cercato di incastrarlo - e sarebbe stato ancora peggio, perché Bakugou proprio non voleva nemmeno pensare che il suo migliore amico, uno dei pochi che avesse mai avuto, con cui aveva studiato fianco a fianco all’ U.A. potesse averlo tradito. 

“Ground Zero! Fermati immediatamente!” 

Bakugou ignorò l’ordine anonimo, schivando il lancio di una rete che avrebbe annullato il suo quirk se lo avesse catturato, e continuò a correre lungo il tetto, i piedi che rischiavano di scivolare sulle tegole sdrucciole. 

Ci fu il suono di uno sparo nella notte e Bakugou sentì l’impatto della pallottola che penetrava nel giubbotto di kevlar, fermandosi prima di raggiungere la cute, ma facendogli comunque perdere l’equilibrio. 

Rovinò a terra, utilizzando il rinculo dell’esplosione delle sue mani per cambiare direzione e gettarsi giù dal palazzo. 

Sei piani più sotto, imprecando a mezza voce per essersi quasi rotto una caviglia - e allora sì che sarebbero stati cazzi -, riprese a correre, perdendosi tra i palazzi. 

Poteva sentire ancora le sirene in lontananza, le urla dei poliziotti che cercavano di rastrellare le strade alla sua ricerca. Katsuki si chiese se non fosse davvero una trappola, se in quel depositi in cui le forze dell’ordine avrebbero dovuto fare una retata mezz’ora dopo il passaggio di Ground Zero ci fosse davvero un laboratorio di droga per il potenziamento del quirk. Perché diamine erano tanto interessati a lui, un misero vigilante,  un ex eroe professionista, quando un intera filiale dell’Unione dei Villains era in un capannone a pochi passi. 

Si ritrovò in una strada leggermente più affollata e smise di correre, adeguando il passo a quello delle altre persone per non sembrare sospetto. 

Da una traversa poco distante gli agenti si riversarono nella via, cominciando a scandagliare il viso dei passanti, fermando passanti per controllare le loro generalità. 

Bakugou sapeva che il suo documento falso - perfetto per le occhiate rapide dei vigili che lo fermavano al volante o per dimostrare di avere più di diciotto anni - non sarebbe passato al controllo accurato a cui l’avrebbero sottoposto in quell’occasione. 

Masumi Iku era troppo simile a Bakugou Katsuki per non essere verificato ulteriormente, così vicino alla scena del crimine. 

E lui aveva un buco a forma di pallottola nella maglietta all’altezza del fianco, per non parlare del giubbotto antiproiettile. Merda, doveva togliersi dalla strada il più velocemente possibile. 

Proseguì lentamente lungo la strada, le mani in tasca, occhieggiando lentamente la distanza dai poliziotti, prima di infilarsi con nonchalance - come se avesse davvero una destinazione precisa da raggiungere - in un vicolo. 

Un vicolo cieco. 

Ma porca puttana!

Non poteva tornare indietro, sarebbe stato sospetto e allora sì che avrebbero voluto controllargli i documenti a tutti i costi. 

Guardandosi intorno alla disperata ricerca di una via di fuga, notò una finestra aperta. Una dimenticanza fortuita? Ma se i proprietari fossero stati in casa per Katsuki sarebbe stato come passare dalla padella alla brace. 

Allo stesso tempo non poteva restare fermo impalato in quel vicolo, così sospetto nella sua felpa nera e logora. Avrebbe dovuto correre il rischio. 

Sollevandosi sulle punte riuscì ad afferrare il bancalino della finestra e ad issarsi al suo interno. 

Fortunatamente nella stanza - una stanza da letto non troppo grande, con un semplice futon svolto sul pavimento - non c’era nessuno. Katsuki poteva sentire il picchiettare dell’acqua di una doccia provenente  da un ambiente esterno alla stanza. 

Perfetto, ora doveva solamente raggiungere la porta d’ingresso, uscire e trovare un nascondiglio lungo le scale. Se avesse aspettato qualche ora, avrebbe dovuto cavarsela. 

Si lasciò cadere sul pavimento, quasi inciampando nella coperta. Rendendosi conto solo in quel momento che si trattava di vecchio merchandise di All Might, ormai fuori produzione. Era capitato nella casa di un nostalgico. 

Uscì rapidamente dalla camera, gettando un’occhiata alla porta socchiusa del bagno da cui usciva una nuvola di vapore, e proseguì nella piccola cucina - sala, finalmente vedendo la porta d’ingresso. 

Era quasi sul punto di aprirla quando sentì bussare. 

Il sangue gli si gelò nelle vene. Non era possibile. 

“Arrivo!” giunse l’urlo del proprietario di casa dal bagno, lo scoscio dell’acqua improvvisamente interrotto. 

“Polizia! Apra!” 

Porca puttana, di male in peggio. Non poteva neppure ricorrere al trucco di aprire la porta, spintonare l’ospite e sparire lungo la tromba delle scale alla ricerca di un nuovo palazzo in cui nascondersi. Se la polizia era lì allora stavano cercando all’interno delle abitazioni e la situazione era peggiore di quello che aveva valutato - niente più nascondigli di fortuna dove aspettare che le acque si calmassero. 

“Un secondo solo, ero sotto la doccia, sto arrivando!” 

Katsuki doveva ragionare in fretta, ma il suo cervello era completamente sopraffatto. 

E allora il proprietario di casa, un asciugamano attorno alla vita e uno avvolto in testa entrò in cucina. 

“Kacchan?” 

Di fronte a lui, mezzo nudo, più alto e muscoloso di come lo ricordava  - ma in fondo dall’ultima volta che lo aveva visto, al termine delle medie, prendendolo in giro perché voleva entrare alla Yuei, lui che era senza quirk, erano passati quasi dieci anni - si trovava Midoriya Izuku. 

“Ciao, Deku.” 

  
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