Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: Recchan8    17/03/2019    7 recensioni
"Quando sei una studentessa universitaria sull'orlo di una crisi di nervi e rimasta quasi al verde, sei disposta a tutto pur di salvarti quello che viene volgarmente chiamato culo”.
Delia, studentessa universitaria, per motivi economici decide di prestare il suo appartamento all'home sharing. Un click su di un pulsante sbagliato segnerà l'inizio di una settimana che Delia e il suo ospite non potranno dimenticare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non era necessario essere un genio per capire che Yoongi avesse qualcosa che non andava e che quell'omertoso di Jungkook lo stesse coprendo; eppure Namjoon non capiva come facessero gli altri a non rendersene conto.
Yoongi presenziava a tutti gli appuntamenti previsti per i BTS, dalle prove alle riunioni. La sua soglia dell'attenzione era minima, ma, ormai avvezzo ai segreti del mestiere, riusciva sempre a risultare attento e partecipe agli occhi di tutti. Evitava di rispondere a domande troppo precise sul viaggio in Italia e, quando poteva, si limitava a ridere insieme agli altri e a fingere di essere interessato alle loro conversazioni.
-”No, perché? Yoongi è un morto che cammina, lo sappiamo da anni”- aveva riso Jin quando RM gli aveva chiesto se avesse notato qualcosa di strano nel comportamento dell'incriminato.
Il giovane leader, dopo un primo momento di titubanza in cui aveva finito col pensare di essersi immaginato tutto, ottenne la conferma definitiva ai suoi dubbi osservando Jungkook: il maknae era solito lanciare continuamente insistenti e preoccupate occhiate di sottecchi a Yoongi; era come se cercasse di dirgli qualcosa ma, per qualche misterioso e sospettoso motivo, non potesse farlo.
O forse aveva paura.
Che tipo di segreto stava sigillando la bocca di Jungkook, infondendo nel suo animo ansia e, al tempo stesso, timore?
Gli altri ragazzi erano troppo presi dal comeback e dai piani per la BTS Festa per prestare attenzione ai minimi dettagli, ma Namjoon, che esercitava la professione di leader e tutore metaforico di quella banda di scalmanati da ormai sei anni, aveva appreso e fatta sua la nobile arte del multitasking mentale, riuscendo così, nello stesso momento, a organizzare un'uscita, programmare un'intervista, rimproverare Taehyung, leggere qualche articolo sul surriscaldamento globale e preoccuparsi per tutti e sei i suoi fratelli; perciò, con anni e anni di allenamento ed esperienza alle spalle, le strane occhiate di Jungkook vennero subito notate da Namjoon e registrate come elemento insolito e allarmante.
All'interno della casa era scoppiata una silente guerra psicologica: Namjoon sapeva che Jungkook era al corrente del segreto di Yoongi, e Jungkook, dal canto suo, si era ormai rassegnato all'idea che il loro leader fosse troppo intelligente per non accorgersi della sua condizione di complice nei confronti di Yoongi. Nonostante ciò, il Golden Maknae, in previsione di un eventuale scontro diretto con RM, era pronto a negare l'evidenza e ad arrampicarsi sugli specchi, ma non sapeva dire con certezza per quanto tempo sarebbe riuscito a resistere: Namjoon era un eccellente e testardo manipolatore mentale, machiavellico e fin troppo bravo con le parole; lo avrebbe raggirato in meno di ventiquattro ore. Per questo cercava di tenersi il più alla larga possibile da lui.
Alla vigilia del quarto giorno dal rientro di Yoongi, da poco passata la mezzanotte, Namjoon decise di mettere da parte la scacchiera e di scendere in campo in prima persona.
Aveva più volte pensato di placcare Jungkook e di costringerlo a sputare il rospo, ma sapeva che fare una cosa del genere, soprattutto nel clima teso che si era andato a creare tra loro, non avrebbe condotto a buoni esiti. Jungkook, in quella situazione, era solo una “vittima”; il problema andava risolto alla radice.
Uscì dalla sua stanza in punta di piedi, percorrendo i corridoi della casa come un ninja. Era certo che, dato il periodo pre-comeback, nessuno dei suoi amici fosse ancora sveglio a quell'ora. Con un comeback importante come quello che li attendeva, il sonno era un bene preziosissimo a cui solamente un folle avrebbe potuto rinunciare. Proprio per questa ragione Namjoon non si sorprese minimamente quando intravide una luce soffusa brillare timidamente oltre il vetro temperato del Genius Lab.
Min Suga era ancora sveglio e Dio solo sapeva cosa lo stesse tenendo occupato.
Le nocche di Namjoon sfiorarono la porta, leggere ma allo stesso tempo decise. Dopo essere rimasto in vana attesa per un minuto buono, ci provò nuovamente, questa volta mettendo più enfasi. La flebile luce si smorzò per un attimo, segnalando un movimento di fronte a essa. Dopo quello che a RM parve un tempo interminabile, la serratura scattò e la porta del Genius Lab si aprì lentamente, giusto di uno spiraglio. Nel buio che regnava sovrano, Namjoon riuscì a malapena a scorgere l'occhio felino di Yoongi che lo scrutava nell'oscurità. Si schiarì piano la voce, turbato da quel pesante alone di energia negativa che volteggiava attorno alla misteriosa e funesta figura di Yoongi, appena visibile e illuminata dalla lampada da scrivania alle sue spalle.
-”E' tardi”- gli fece notare, saltando i convenevoli.
-”Lo so”- ribatté piano Suga.
-”Cosa stai facendo?”-.
-”Niente di importante”- rispose dopo un attimo di esitazione.
-”Posso entrare?”-.
Suga sbuffò e, dopo essersi passato una mano tra i capelli, annuì brevemente, controvoglia. Lasciò l'uscio e sparì nel buio, permettendo a Namjoon di entrare nel suo studio. Il leader si chiuse la porta alle spalle con delicatezza, cercando di fare meno rumore possibile. Nonostante la scarsa illuminazione, si rese conto che il pavimento era ricoperto di fogli di carta accartocciati, stracciati e, semplicemente, gettati per terra. Suga camminò con noncuranza sopra il mare di carta e andò a sedersi sulla poltrona girevole. Riaccese il monitor del computer e, dando le spalle a Namjoon, riprese il lavoro che aveva interrotto per andare ad aprirgli la porta.
-”Cosa c'è?”- gli chiese con gli occhi incollati al computer e la mano destra spiaccicata sul mouse.
Namjoon si avvicinò alla scrivania e, dopo aver notato una bottiglia di vino aperta e un bicchiere dal fondo rossastro, spalancò gli occhi quando si rese conto di cosa Yoongi stesse facendo.
-”Stai componendo?!”- esclamò incredulo.
Suga gli lanciò un'occhiata contrariata e lo invitò ad abbassare la voce. Si abbandonò contro lo schienale e incrociò le dita sulla pancia, annuendo.
-”Sei sorpreso?”- lo punzecchiò con una punta di malizia.
-”Sinceramente? Sì”- ammise Namjoon non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla schermata del computer.
Suga si fece un po' da parte e permise all'amico di avvicinarsi al monitor, invitandolo con un cenno della mano a osservare il suo lavoro da più vicino.
-”Io... Non capisco”- sussurrò Namjoon dopo qualche minuto di ammirazione. Si voltò verso Yoongi, il quale gli rispose con una scomposta alzata di spalle. -”Se hai ritrovato l'ispirazione, perché sei così?”-.
-”Così come?”- domandò Yoongi curioso.
-”Morto dentro”-.
Il rapper maggiore alzò un sopracciglio e sbuffò divertito. Scosse la testa e, reggendosi alla scrivania, si spinse in avanti, posizionandosi nuovamente di fronte al grande monitor acceso. Sfiorò il mouse con le dita, poi, ripensandoci, ruotò la sedia e guardò Namjoon negli occhi.
-”Lo sono dalla nascita, Nam”- gli ricordò con finto tono di rimprovero.
Namjoon sarebbe stato disposto a credergli se nei suoi occhi insolitamente lucidi non avesse intravisto uno strano sentimento, qualcosa che mal si addiceva alla costruita freddezza con cui il rapper era solito proteggersi dagli attacchi esterni. C'era una crepa sulla sua maschera, una sottile frattura che, se ben premuta, poteva mandare in frantumi il suo travestimento.
-”Cos'è successo in Italia?”- gli domandò debolmente, con delicatezza e premura, come se avesse avuto paura che la sua voce potesse romperlo da un momento all'altro.
Suga, che nel frattempo era tornato a concentrarsi sul suo lavoro, inclinò per un momento la testa di lato, emettendo un flebile sospiro. I tasti della tastiera ticchettavano frenetici sotto la pressione delle sue dita.
-”Preferisco non parlarne”- rispose dopo aver premuto con una strana soddisfazione la barra spaziatrice. Girò nuovamente la poltrona e riservò a Namjoon un'occhiata indecifrabile che mandò quest'ultimo ancora più in confusione. -”Mi prenderesti per il culo”- spiegò vedendo le sopracciglia di Namjoon aggrottarsi.
-”Quindi qualcosa è successo”- constatò RM. -”Cazzo, Yoongi, credi davvero che ti prenderei in giro vedendo in che stato sei ridotto?”- sbottò irritato e ferito dalla bassa considerazione che l'amico aveva per lui.
Suga sghignazzò sottovoce e si strinse nelle spalle. Sospirò pesantemente e chiuse gli occhi.
-”Se ti metti a ridere ti ammazzo”-.
-”Non lo farò. Hai la mia parola”-.
Yoongi, dopo aver lanciato a Namjoon un'occhiata minacciosa, si strofinò l'occhio sinistro e si schiarì la voce. Il suo sguardo prese a saettare per tutto il Genius Lab, nervoso e, al tempo stesso, imbarazzato. Namjoon decise di dargli un po' di spazio e di spostarsi sul divanetto. Si sedette coi gomiti appoggiati alle ginocchia e la schiena protesa in avanti in trepidante attesa. Non riusciva a credere di essere riuscito a convincere Yoongi a vuotare il sacco.
-”Cazzo”- lo sentì borbottare con una mano spiaccicata sulla faccia.
La sua difficoltà nell'esprimersi era evidente. I suoi occhi felini, scattanti come saette, erano la manifestazione del suo flusso di pensieri frammentario e incoerente a cui si andava ad aggiungere una manifesta difficoltà nel pronunciare e trovare le parole giuste; tutto ciò era il sintomo più lampante di una pesante stanchezza, più mentale che fisica. Yoongi stava lavorando ininterrottamente da giorni, alternando prove di ballo, registrazioni, riunioni e quant'altro a sessioni notturne di composizione.
Di questo passo sarebbe collassato in poco tempo.
-”Vicino all'appartamento che ho affittato abitava un anziano signore”- riuscì finalmente a iniziare il suo racconto. -”Mi è capitato spesso di incrociarlo e così ho avuto modo di conoscerlo e di... fare amicizia col suo cane. Li vedevo tutte le mattine. Il cane di questo signore era molto simpatico. Mi piaceva tanto. Sai, per certi versi mi ha ricordato Holly. Anche io piacevo a lui, mi saltava addosso ogni volta che mi vedeva”-. Si fermò un attimo, mandando giù il groppo che gli si era formato in gola. Tirò su col naso e si affrettò a strofinarsi gli occhi. -”La sera prima del mio rientro ho saputo che il cagnolino era morto. L'hanno investito”-.
Yoongi si zittì e non aprì più bocca. Attese la reazione di Namjoon che non tardò troppo ad arrivare. RM si passò una mano tra i capelli e si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Sentire che Yoongi era giù di morale per la morte di un cane, per quanto si trattasse di un argomento triste, lo fece sentire meglio. L'amico doveva aver accusato pesantemente il colpo per via del paragone che aveva fatto con Min Holly; doveva essersi immedesimato nell'anziano padrone e chiestosi come avrebbe reagito se fosse stata la sua cagnolina a essere investita.
-”Mi dispiace tantissimo”- disse non riuscendo a togliersi dalla faccia un flebile sorriso di sollievo. La situazione era molto meno grave di quanto pensasse. Con la giusta dose di riposo, Yoongi sarebbe tornato come nuovo entro qualche giorno.
-”Già”- annuì l'altro. -”Ma è così che funziona il cerchio della vita, no?”-. Namjoon concordò. -”Me ne farò una ragione”- chiuse l'argomento. Si spinse verso la scrivania e posizionò le mani sulla tastiera. -”Ora puoi andare a dormire sereno. Buonanotte, Nam. Se scopro che l'hai detto a qualcuno non ti aspetterà una bella fine”- lo minacciò cercando di nascondere, senza successo, una risata.
L'ottimismo e il buonumore di Suga furono abbastanza convincenti per Namjoon. Lo tranquillizzò dicendo che con lui il suo segreto era al sicuro e si raccomandò che non facesse troppo tardi e che andasse a riposarsi presto.
-”Non vedo l'ora di ascoltare le tue nuove creazioni”- gli disse prima di congedarsi definitivamente.
Le sue dita avevano appena sfiorato la maniglia quando il cigolio della poltrona girevole lo fece voltare verso il lato opposto della stanza.
-”A questo proposito... Dovremmo incidere dei solo, noi della Rap Line”- disse Suga con lo sguardo perso sul soffitto. -”Per il prossimo album. Sì, una trilogia sull'amore”-.
Namjoon corrugò la fronte. Quando mai Yoongi aveva espresso il desiderio di scrivere una canzone sull'amore? Solitamente prediligeva temi del tutto differenti, principalmente di natura sociale.
-”Sull'amore?”- ripeté RM sorpreso.
-”Non è questo lo spirito di Love Yourself? L'amore in tutte le sue forme. La gioia dell'innamorarsi, l'amore come un ballo, la sua semplicità e la sua naturalezza...”-.
-”Aspetta, aspetta”- lo interruppe Namjoon agitando le mani e stringendo gli occhi. -”Vorresti scrivere una canzone del genere sull'amore? Tu?”-.
In quel momento, pochi attimi prima di rispondere, Yoongi si mostrò a Namjoon per quel che era davvero: un uomo divorato dai sensi di colpa, dal rimpianto e dalla consapevolezza di aver lasciato dall'altra parte del mondo un pezzo di sé. RM sussultò nell'ombra e si domandò se fosse davvero possibile provare dei sentimenti così tormentati per un cane.
-”Sarebbe bello riuscire a farlo, sì”- sorrise mestamente Min Suga col cuore in mano.











ANGOLO AUTRICE
Buonasera a tutti!
Non mi vedete da tanto tempo, lo so, e di ciò me ne dispiaccio tantissimo :( In questo ultimo mese ho avuto tantissimo da fare e, in realtà, non sono ancora del tutto libera :/ Tutte le mie attività hanno subito un forte rallentamento (scrittura dei miei capitoli, letture, recensioni...), ma conto, pian piano, di recuperare tutto. Sono fiduciosa!
Ma passiamo alla storia >:)
Namjoon, dopo aver notato che c'era qualcosa che non andava in Yoongi e in quel malcapitato di Jungkook, si è fatto abbindolare dalla storiella strappalacrime di Yoongi. Be', capiamolo: ha ricevuto una risposta apparentemente esaustiva al suo interrogativo e, quasi più per convenienza e fiducia che per altro, ci ha creduto subito. Nessuno in quella casa sa cosa sia davvero successo in Italia, neppure JK che, nonostante possegga le foto di Suga, non può far altro che andare avanti a supposizioni.
Vi anticipo subito che nel prossimo capitolo ritroveremo la nostra Delia, momentaneamente lasciata da parte >:)
Grazie a tutti per il vostro supporto! <3
Alla prossima! ^^

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Recchan8