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Autore: _Turs_    18/03/2019    4 recensioni
[The Umbrella Academy]
Storia del manichino che perse l'amore della propria vita e cadde morente.
"Dolores non rispose, muta e immobile come era giusto che fosse. Ma lei sapeva.
Sapeva che Five avrebbe capito comunque. Il suo sorriso stanco ne fu la conferma, tra i fili della barba grigia, in cui il bianco risplendeva come oro bianco." - dal testo
Storia partecipante al contest “Lavoratori allo Sbaraglio” indetto da Laodamia94 sul forum di Efp.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Et le mannequin est tombé

Remember me
Though I have to say goodbye
Remember me
Don't let it make you cry
For ever if I'm far away
I hold you in my heart

-Remember me, Coco



"Sei io dovessi cercare al di là delle stelle, tu saresti qui a guidare la mia mano?"
Dolores non rispose, muta e immobile come era giusto che fosse. Ma lei sapeva.
Sapeva che Five avrebbe capito comunque. Il suo sorriso stanco ne fu la conferma, tra i fili della barba grigia, in cui il bianco risplendeva come oro bianco.
 
Dolores rimaneva lì, e ascoltava, ascoltava, senza mai parlare, perchè Five non ne aveva bisogno per capire.
Lui le raccontava di suo padre, quell'uomo così disinteressato e burbero, che guardava il mondo dietro quella minuscola lente che ben si addiceva alla sua visione ristretta di ciò che lo circondava. E lui capiva che Dolores era dispiaciuta per quello che aveva passato, così il ragazzino ormai vecchio iniziava a parlarle di lei, Vanya, scuotendo la testa. 
Degli altri fratelli parlava poco volentieri.
Toglieva dalla tasca interna di giubbotto da aviatore che lei aveva visto passare dall'essere troppo grande per lui ad essere di una misura più stretta e ne toglieva fuori un orologio. Lo faceva sempre quando parlava di sua sorella, rigirandoselo tra le dita, sembrava quasi non si accorgesse del quadrante rotto e delle lancette ormai ferme da tempo immemore.
Le raccontò di come glielo avesse preso il giorno in cui era andato via, di come non aveva mai avuto la possibilità di restituirlo a quella povera ragazza che ne aveva passate ben più di lui da parte del loro stesso padre, di tutte le volte che lui aveva preferito girare lo sguardo davanti ai rimproveri ingiusti che lei subiva. Dolores si sentiva sempre in dovere di interromperlo, ma Five non glielo permetteva mai, ridendo amaramente e accarezzandosi il mento, promettendole che avrebbe riportato quel cimelio alla sorella il prima possibile. E allora Dolores sentiva speranza nella sua voce e il suo volto tornava per un solo istante quello del bambino che era cresciuto troppo in fretta.

I racconti non finivano mai, erano per lo più piccoli episodi quotidiani, a volte così ben descritti da presentarsi davanti ai suoi occhi come una realtà, talvolta così fumevoli da sembrare più sogni provocati dalla pazzia che imperversava in quell'uomo tanto saggio ma tanto solo. 

Il tempo passava, e passava, il silenzio si presentava sempre più frequentemente e Dolores, da manichino qual'era, capì che anche Five lo stava diventando, nel mentre si accorgeva che quell'orologio ormai non ticchettava più da molto tempo.
Poi comparve quella donna e Dolores lo sentì, l'orologio che ricominciava a funzionare, sempre più forte nei suoi timpani. Diventava man mano più assordante, ma lei non poteva evitare di rimanerne prigioniera. E faceva male, perchè era il promemoria di un addio.

Dolores sapeva anche questo. E sapeva che Five non riusciva a convincersene completamente, che non sarebbe riuscito a lasciarla andare.

Ma il giorno arrivò e il suono di quell'orologio copriva ogni altra cosa, specialmente le sue urla di dolore. Un manichino non poteva farlo, eppure Dolores sì, per quel ticchettio che era diventato il suo cuore pronto ad essere abbandonato. Fu peggio di quanto si aspettasse, ma sapeva che Five soffriva quanto lei. Eppure ciò era dovuto, e Dolores non l'avrebbe mai fermato, seppur la sentisse,

la fine.

Un attimo, una lacrima nera d'inchiostro che scorreva sulla plastica rovinata, e una conferma nel cuore.

Sì, l'avrebbe guidato ovunque, se ciò l'avrebbe reso felice.

Nel mentre la pioggia cadeva fitta su un funerale, un ticchettio si fermava e un manichino, perso il suo unico amore, cadeva in pezzi, pronto al nuovo mondo che sarebbe stato.








Note autrice:
Ciao, mi ero dimenticata di aggiungere queste poche note a fine capitolo per la foga di pubblicare quindi eccomi qua, anche se non ho tanto da dire.
Ho voluto semplicemente vedere un po' il rapporto tra Dolores e Five prima che lui ritorni al tempo "presente" ed eccolo qui, con una Dolores che no, non parla, ma in un certo senso è umana, perchè è quello di cui Five ha bisogno.
Per quanto riguarda il rapporto tra Five e Vanya, dal mio punto di vista è totalmente fraterno, non come quello di Luther e Allison, l'unico motivo per cui Five in un certo senso sembra così legato alla figura della settima sorella è il perchè lui il giorno dell'apocalisse il suo cadavere non l'ha visto. Ho sempre pensato che Five quasi si fosse convinto che lei fosse ancora viva in un primo momento e che si fosse convinto di poterla rivedere. Una specie di sogno per non impazzire completamente diciamo.
Spero si sia compreso. Detto questo, grazie per averla letta e spero vi sia piaciuta, nel caso lasciate una recensione (positiva o negativa), mi farebbe molto piacere,
alla prossima,
_Turs_
   
 
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