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Autore: daphtrvnks_    18/03/2019    1 recensioni
... - un dolore acuto e profondo si espanse per tutto il suo candido collo, esso imbrattato poi dal liquido cremisi del suo stesso sangue. Si sentì morire mentre i battiti del suo cuore aumentavano e le gambe diventavano molli, le dita esili delle sue mani, dalla bellezza pura come facessero parte di un quadro, si contorsero. -
.... -Quanti contrasti in un solo essere, luce e tenebre in un'unica persona. Qualcosa le era sfuggita alla vista ma la notò solo successivamente; dei bianchi guanti alle mani. 
'So cosa pensate, il mio nome è Kim Taehyung e sì, non appartengo a questo secolo.' -
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kassava uscì dalla biblioteca velocemente, i suoi passi risuonavano nella casa assieme al respiro di Seokjin che aspettava impaziente nel salotto, seduto sulla poltrona picchiettava come suo solito fare le dita sul bracciolo.
Alzò lo sguardo sulla sua figura e socchiuse le labbra carnose con un cipiglio preoccupato, Taehyung in quel periodo era nervoso e temeva che un gesto sconsiderato da parte sua potesse, in qualche maniera, rovinare i loro piani.
La brama di poter tornare ad una vita normale, senza la paura del sole e la continua voglia di sangue, non poteva in alcun modo svanire per i capricci lussuriosi di un giovane senza amore.

' Ho sentito urlare, qualche problema? '

Domandò con una voce calma e pacata che rilassò nel giro di qualche secondo la confusione che riempiva la mente della ragazza.

' Nessuno. '

Rispose prontamente ella.
Annuì per rinforzare la sua risposta, quasi a volersi convincere del fatto che davvero nulla fosse accaduto e che il suo cuore non stesse martellando nello sterno pronto ad uscire.
Inumidì le labbra e nascose le dita tremanti dietro la schiena dirigendosi verso la sua camera, era stanca e per il momento l'unico pensiero lucido era quello di stendersi e dormire fino all'indomani mattina.


Taehyung aveva ricevuto diverse telefonate da Hoseok, un comportamento a dir poco strano dati i contatti sporadici che negli ultimi decenni avevano avuto dopo la famosa faida.
Non rispose a nessuna di queste, sia perché odiasse parlare al telefono e sia perchè la sua mente era concentrata su altro.

Quella parte del ritratto lo ossessionava, l'aveva davanti ai suoi occhi, poteva sfiorarla, sentire l'odore della pittura riempirgli i polmoni assieme alla sigaretta che teneva tra le dita mentre lo fissava con esaustiva attenzione.
Non poteva correre rischi, quel dipinto, unica immagine che ritraesse alla perfezione la sua amata andava bruciato.
Poco importava il valore affettivo, le lacrime che avrebbe versato.
Al suo fianco un'intera bottiglia di Rum aspettava di fare la sua fine sulla tela, bagnandola e impregnandole dell'alcol, sarebbe poi bastata quella sigaretta che ostinava a fumare, eppure era ormai all'ottava.
Non riusciva a decidersi, non trovava il momento, titubante, sembrava volesse concedersi sempre un ultimo addio.


Le candide lenzuola coprivano i corpi nudi e eterei dei due ragazzi stretti in un abbraccio, le gambe aggrovigliate e le mani posate sui petti sudati.
Tornati a casa avevano dato sfogo del loro nervosismo e delle paure in una danza di passione e amore, le lingue si erano intrecciate senza pudore e gli occhi seguiti tra i lembi di pelle d'avorio, le dita avevano tracciato ogni singolo angolo e le fila di crini biondi e rosati.
Si erano poi addormentati risvegliandosi alle prime luci dell'alba, il sole timido filtrava dalle tapparelle socchiuse illuminando con imbarazzo i loro volti esausti.
Il minore teneva la testa del più grande sul suo stomaco, tracciava con le lentezza le punta del suo naso e la bocca aperta, sbuffi caldi e le palpebre chiuse dolcemente decorate dalle ciglia nere e corte.
Si ripeteva fosse davvero l'unico uomo della sua vita e sentiva il battito divenire accellerato ad ogni sguardo di troppo, cadeva nell'abisso di quel sentimento ingannevole ad ogni tocco e la debolezza si impossessava di lui privandolo d'ogni genere di energia al suo fianco, al suo cospetto cadeva in ginocchio accecato dalla bellezza e dall'amore folle che provava nei suoi confronti.

Caddero, tentati, i suoi occhi sulla cicatrice sul fianco, appena visibile dato il colore di perla, indugiò prima di accarezzarla e sospirò.

Se si sentisse in colpa? Un eufemismo.

Ogni giorno ed in ogni attimo di questo se ne pentiva, poi ripensava alla sua vita senza il biondo dal carattere glaciale e a tratti fastidioso e credeva, seppur per poco, che avesse fatto la scelta giusta.
Anche solo immaginare un'ora senza di lui provocava un vuoto incolmabile nella sua anima che non credeva ci sarebbe mai potuta essere opportunità di riempire.

Lo vide muoversi, arricciare il naso con tenerezza e mugolare qualcosa per poi sbattere più volte le palpebre per mettere a fuoco la stanza.

' Buongiorno. '

Sussurrò togliendo la mano dal punto delicato e portandola sulla sua guancia paffuta strizzandola appena e sorridendo.

' Mh. Che ore sono Jimin? '

Sbottò togliendo la sua mano e buttandosi sulla sua parte di letto fredda.
Scosse il capo alla sua reazione essendoci abituato e si mise seduto sul materasso.

' Non ne ho idea. '

Si guardò in giro alla ricerca dei suoi boxer che qualche ora prima aveva gettato alla rinfusa sul pavimento troppo impegnato a fare altro, quando li ebbe adocchiati si gettò per prenderli facendo qualche smorfia al contatto col pavimento ghiacciato.
Li indossò dando le spalle a Yoongi che era ritornato in dormiveglia.

' Ti faccio il caffè? '

Domandò girandosi e trovandolo in quello stato, sbuffò e passando una mano nel ciuffo rosa si risedette sul letto lasciandogli un bacio sulla fronte e coprendolo con le lenzuola.

Un bussare alla porta lo insospettì, velocemente recuperò i suoi abiti vestendosi in fretta e correndo verso il portone.
Chi mai sarebbe potuto essere?
Non avevano amici e lì non abitava nessuno se non loro, inoltre chi mai avrebbe bussato a quell'orario insolito?

Aprì la porta non aspettandosi dei capelli corvini e un viso allungato fin troppo familiare.
Rimase sull'uscio e con la porta spalancata che fece entrare il vento assieme a qualche foglia ingiallita.

Hoseok davanti ai suoi occhi giocava con un orologio a pendolo in una mano, il capo chino e una sciarpa rossa che gli avvolgeva il collo.
Jimin morse il labbro inferiore sorpreso e incapace di dire altro se non il suo nome sussurrato senza logica.

' Posso entrare? '

Chiese il vampiro con voce flebile, a disagio portò il pendolo in una tasca
Solo dopo qualche secondo l'altro si accorse dell'ombrello nero sopra la sua testa che stringeva con forza.
Un ricordo si fece spazio nella mente, lo stesso ombrello, un'altra stagione a far capolino e risvegliare i suoi sensi; l'odore dell'erba fresca e il canto degli uccellini posati sui rami degli alberi in fiore.

' Sì... entra. '

Disse soltanto e facendogli spazio.

Il giovane entrò guardandosi in giro spaesato, non aveva mai avuto occasione di poterla ammirare, a dirla tutta non era mai stato invitato nella sua dimora e l'indirizzo era riuscito ad averlo solo dopo una lunga supplica a Namjoon.
Chiuso l'ombrello lo tenne poggiato sul polso dal manico, dal lungo corridoio poteva notare una camera dalla porta socchiusa piacevolmente illuminata e con una figura distesa su un letto.
Il resto era arricchito da mobili in legno e oggetti provenienti da ogni parte del mondo, alle pareti arazzi dai più svariati colori e l'oro e il mogano che predominavano; ogni stanza però conservava stili differenti, quasi come se i proprietari avessero scelto una stanza ciascuno e decorata a loro piacimento.
Il salotto era sofisticato, gli oggetti ricercati e eleganti, al contrario lo spicchio di cucina che aveva intravisto dal lato destro era essenziale, senza carattere come ormai aveva etichettato Yoongi.

' Come mai qui? '

Domandò Jimin chiudendo la porta senza far rumore, gli indicò poi il salotto e Hoseok lo seguì sedendosi su una delle poltrone, lontano dalle grandi finestre, all'ombra.

' Semplicemente avevo bisogno di parlarti, magari, senza la presenza del tuo ragazzo. '

L'ultima parte fu detta con stizza e il giovane di Busan storse le labbra con irritazione.

' E di cosa? Fa veloce, la puzza di sangue mi dà alla nausea, e anche a Yoongi. '

Hoseok sgranò gli occhi a quel commento, non riusciva più a riconoscerlo.
Si gettò su di lui senza pensarci più di un secondo artigliandolo con le unghie lunghe per le spalle, il ragazzo che era poggiato al camino si ritrovò subito dopo al pavimento con il corvino sopra al suo corpo e a un palmo dal viso i suoi occhi divenire di un rosso penetrante, i canini sfioravano la pelle della sua guancia, un centimentro dalle sue labbra schiuse dalla sorpresa.
Sentiva il suo respiro affannoso e il suo petto seguire un ritmo regolare adiacente al suo.

' Hobi... '

Mormorò appena, una risatina nervosa e le ciglia a sbattere velocemente.
Dopo un minuto che parve infinito Hoseok si tolse.
Lo vide dall'altra parte della sala, veloce come un lampo a far sparire i canini e le iridi come rubini.

' Che diamine ti è preso?! '

Jimin evitò di alzare troppo il tono, con una mano stringeva la spalla sinistra.
Quelle maledette unghie avevano scavato nella carne creando dei solchi evidenti, Yoongi se ne sarebbe accorto.

' Dannazione, Yoongi ti fara a pez- '

' Yoongi! Yoongi! Sempre Yoongi! Ah, Yoongi. Il matto. Ovvio. '

Hoseok lo fermò mettendosi a ripetere il nome del suo ragazzo senza tregua, quasi come fosse impazzito e a Jimin quasi non venne un colpo quando trovò il diretto interessato a fissarli a braccia conserte.









  
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