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Autore: Maiko_chan    18/03/2019    7 recensioni
[Estratto]
«Sas'ke...» la voce di Naruto è fiacca, stanca, piena di tante parole non dette. Nei suoi ricordi le pareti dell'ospedale sono bianche, ma ora Sasuke non può esserne sicuro. È il rumore stridente di una sedia spostata che lo avverte dei movimenti di Naruto nella stanza. Trasalisce appena quando la sua voce diventa improvvisamente più vicina, troppo debilitato anche solo per avvertire il chakra delle altre persone.
«Le foglie degli alberi sono già diventate rosse...»
Tutto quello che Sasuke può vedere è solo il nero più cupo.

{SasuHina}
Dove Sasuke perde la vista e Hinata vuole solo aiutarlo. Nessuno dei due avrebbe mai immaginato cosa sarebbe nato da questa situazione.
Storia partecipante al contest "Keep calm e... fatemi amare il vostro personaggio preferito! II edizione" indetto da Elettra.C sul forum di EFP
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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«Sas'ke?»

Le lenzuola sono morbide a contatto con la sua pelle e profumano di pulito e limoni, un odore che Sasuke sta iniziando ad odiare. Con le dita segue l'orlo del telo che gli copre le gambe e non si preoccupa di rispondere a quell'invocazione, il volto ostentatamente girato verso l'unica finestra della stanza – quante volte, invece, si ritrovava senza sapere dove fosse.

«Sas'ke...» la voce di Naruto è fiacca, stanca, piena di tante parole non dette. Nei suoi ricordi le pareti dell'ospedale sono bianche, ma ora Sasuke non può esserne sicuro. È il rumore stridente di una sedia spostata che lo avverte dei movimenti di Naruto nella stanza. Trasalisce appena quando la sua voce diventa improvvisamente più vicina, troppo debilitato anche solo per avvertire il chakra delle altre persone.

«Le foglie degli alberi sono già diventate rosse...»

Tutto quello che Sasuke può vedere è solo il nero più cupo.


 

Re-Life


 

 

Sasuke non vede più, ma riesce sempre ad accorgersi se l'infermiera di turno ha lasciato la finestra aperta vicino alla sua branda. Un brivido di freddo risale la sua spina dorsale e Sasuke impreca piano, stringendosi fra le coperte; il freddo pungente di Ottobre lo indispettisce, così come il vento che di tanto in tanto fa capolino, spifferi di gelo che punzecchiano la pelle. Il vento però porta via l'odore di morte e sangue – quello che di tanto in tanto macchia anche le sue lenzuola – e quindi Sasuke non protesta. Le giornate passate nell'ospedale si assomigliano tutte e Sasuke ha imparato che Naruto passa a trovarlo tutti i giorni, alla stessa ora, e che parla ininterrottamente finché la voce non gli si incrina. Di solito Sasuke può contare fino a 7840 prima che accada. Ha imparato a distinguere gli sguardi di compassione, talvolta di pietà, perché è come se li tatuassero a fuoco sulla sua pelle, ma Naruto si distingue dagli altri – il solito baka – perché fatto di speranzosa attesa.

Perdere la vista ha reso molte delle azioni che prima avrebbe giurato di poter compiere ad occhi chiusi complesse e inarrivabili: persino camminare è quasi impossibile senza l'aiuto di qualcosa – non si sarebbe mai abbassato all'umiliazione di dipendere da qualcuno – perché non ha più la concezione spaziale necessaria per muoversi senza andare a sbattere o inciampare. Ha accettato stizzosamente di utilizzare un bastone solo dopo aver costellato il suo corpo, già pieno di cicatrici, di ulteriori lividi violacei e riaprendo ferite che altrimenti adesso si sarebbero già chiuse.

Una ventata più forte delle precedenti apre completamente la finestra e lo distrae dai suoi pensieri, generando un gran fracasso, ma nessuno accorre a vedere se è tutto a posto. Sasuke rabbrividisce. Sbatte le palpebre un paio di volte, lentamente, sforzandosi di distinguere qualche forma sfuocata nel nulla abbacinante che è diventato il suo presente, ma l'ombra del suo arto fantasma si fa sentire proprio nel momento in cui crede di aver distinto qualcosa – forse un mobile, una cassapanca, ma la sensazione di aver visto è già passata, sostituita da un dolore che lo fa boccheggiare. Le stilettate di intensa sofferenza si affievoliscono progressivamente e Sasuke lascia andare un sospiro tremolante. Si passa la lingua sulle labbra secche e ingoia a secco; la sua gola arde, domandando acqua. Respira piano, richiamando le energie, e con l'unica mano che gli rimane si issa un po' più sù sui cuscini, poggiando la nuca alla parete, il sudore che gli si gela sgradevolmente sul collo. Infine, stremato, riabbassa le bende sui suoi occhi.

In quel momento la porta si apre facendo un gran rumore e Sasuke lascia che il saluto entusiasta di Naruto lo distragga dalle parti più scure della sua mente.

Ed ecco Sakura – «Sas'ke-kun, buongiorno.» – dai passi brevi e decisi, la falcata ampia, e Kakashi-sensei con l'eterna inflessione pacata mentre riprende Naruto per il volume della voce, la camminata pigra e sonnolenta dal passo leggero.

È la quarta persona ad entrare nella stanza che risveglia la sua curiosità, una novità che non sa come prendere. La accompagna un rumore flebile che ha udito solo poche volte da quando è stato ricoverato e mai così chiaramente: un passo tranquillo, placido, silenzioso e tuttavia allo stesso tempo... Sasuke non conosce la parola giusta per descrivere qualcosa di così timidamente esitante, risolutamente deciso.

«Buongiorno, Sasuke-san.»

Hinata non tentenna, la voce ferma e salda come Sasuke non l'aveva mai sentita.

 

*  *  *

 

La routine di Sasuke ha preso una strana piega da quando Naruto, Sakura e Kakashi sono partiti per una missione, il delicato equilibro che scandiva le sue giornate ormai interrotto dalla nuova presenza silenziosa nella sua camera. La Hyuuga non parla molto e lui non ha alcun desiderio di iniziare una conversazione con lei, stizzito che l'Hokage abbia scelto di affidargli una balia. Sasuke sente il suo orgoglio ruggire ferito, pronto a rispondere con astio tutte le volte che ella prova ad aprire bocca. Tuttavia la Hyuuga è testarda come non avrebbe mai potuto immaginare e niente sembra scalfire la sua aura calma e rilassata.

«Sasuke-san.»

Non si preoccupa di rispondere, la testa ostentatamente rivolta verso la finestra. Hinata non sembra scoraggiarsi e senza preoccuparsi di avvertirlo posa sul suo grembo un contenitore quadrangolare. Sasuke non trasalisce, ma avverte le sue dita chiudersi in un pugno e la mascella serrarsi in una morsa. Se Hinata se ne accorga non sa dirlo, la voce limpida e senza timore come sempre.

«Il tuo pranzo, Sasuke-san.»

Sasuke mangia solo quando il suo piatto è già freddo e la Hyuuga ha lasciato la stanza.
 

*  *  *

 

Gli incubi vanno e vengono, ma questa non è una novità per Sasuke. Ha sofferto gli orrori che lo sorprendono di notte per quasi tutta la sua vita, quando neanche la spossatezza di un un combattimento difficile o di un allenamento impegnativo riuscivano a tenerli a bada. E tuttavia Sasuke non è preparato alla violenza con cui viene strappato dal sonno che dovrebbe essere ristoratore, ma che invece non fa altro che scuoterlo con sogni di dolore e sofferenza. Ora è anche peggio perché Sasuke quando apre gli occhi è solo il vuoto più cupo che lo accoglie.

Quella notte l'incubo che lo attende è uno dei più vecchi e più odiati: la sera dello sterminio del clan Uchiha. È il momento in cui Itachi lo guarda con quegli occhi iniettati di sangue – uguali ai suoi, quando ancora poteva vederli – e le lacrime che in sogno scorrono lente sulle sue guance adesso gli marcano la pelle come se fossero fuoco e Sasuke boccheggia, svegliandosi lanciando un urlo di dolore. Piange copiosamente nel suo cuscino, ma senza mai far rumore. Solo la notte gli permette di esprimere il suo dolore senza che Sasuke si senta svestito del suo orgoglio. Il suo lutto è infinito, qualcosa che neanche la fine della sua animosità per il fratello e poi verso Konoha ha saputo saziare.

Nulla potrà mai nutrire il vuoto del suo cuore, né l'amore che Sakura ostentatamente cerca ancora di professargli, né l'affetto dei suoi amici. Sasuke vede tutto con una cortina grigia davanti agli occhi e adesso, adesso ogni cosa rimarrà per sempre il buio più cupo. Non può più sfuggirgli. Il suo arto fantasma riprende a pulsare dolorosamente e Sasuke infine, stremato, chiude gli occhi e aspetta che l'infermiera venga a controllarlo. Qual è il bisogno di sapere che ora sia? Nulla cambierà nella sua pece nera di non ritorno.

Non troverà mai la pace e la luce che ha cercato inutilmente di raggiungere per tutta la sua vita.

 

*  *  *

 

Sasuke smette di provare a vedere di nuovo dopo quella notte, la benda che gli copre le palpebre sempre ben stretta.

Dopotutto non c'è niente da vedere oltre al nulla.

 

*  *  *

 

La Hyuuga va e viene e Sasuke ne è solo innervosito ed indispettito. Non ha bisogno di cure, non ha bisogno di nessuno. Vuole solo stare da solo. Che senso ha intraprendere conversazioni senza senso? Che senso ha nutrirsi quando non può neanche alzarsi da quella bara di lenzuola che lo tiene ancorato al letto? Che senso ha continuare a vivere in questa maniera?

È dopo neanche una settimana di assenza del suo ex-team che l'irritazione accumulata in quel lasso di tempo prende il sopravvento sul suo auto-imposto silenzio. Già dalla mattina avvertiva la sua rabbia infuocargli le vene e aveva dovuto trattenersi dal rispondere bruscamente all'infermiera che era venuta a cambiargli le bende. Ma è ora, con la Hyuuga al fianco che come sempre si era limitata a poggiargli quel maledetto pranzo sulle gambe e a scambiare una breve conversazione, che Sasuke lascia freno libero alla sua lingua.

«Cosa ci fai ancora qui, Hyuuga?»

Solo la sorpresa e improvvisa boccata d'aria che respira la Hyuuga fa capire a Sasuke quanto quella domanda l'abbia colta alla sprovvista.

«Sto solo seguendo le indicazioni dell'Hokage, Sasuke-san.»

Sasuke sbuffa, derisivo, senza lasciar intravedere che udire la voce così ferma e decisa della Hyuuga lo ha quasi sbalordito. L'Hinata che ricorda era una ragazzina tremolante e senza alcun valore e l'ultima cosa che si aspettava da lei era una risposta così a tono e perfettamente calma. Ma a Sasuke non importa, non gli importa più nulla, e vuole solo ferire un essere che non sia lui. Perché deve essere l'unico a portare addosso tutto quel dolore? E così non si fa scrupoli, infilando il coltello dove lui crede faccia più male.

«Falla finita, Hyuuga. Sappiamo entrambi che tu pensi soloa compiacere un'unica persona, ma a Naruto non importa nulla di te.»

Quando è il silenzio a rispondergli Sasuke avverte le sue labbra piegarsi in un sorriso crudele e mentre c'è una parte di lui che vuole solo ritrarsi in se stesso e smetterla di causare dolore, all'altra non importa nulla. Sasuke vuole solo sentirsi vivo, anche a costo di qualcun altro.

«Non ti stanchi mai di inseguire quell'idiota di Naruto, Hyuuga? Non hai ancora capito che non ti amerà mai nel modo in cui vuoi tu? Perché continui a sprecare il tuo tempo in qualcosa di così inutile, senza senso, come un sentimento che sai perfettamente non verrà mai ricambiato? Spiegamelo, Hyuuga.»

Ad ogni parola sputata fuori Sasuke avverte la sua rabbia sgretolarsi come sabbia fra le dita, lasciandolo lì sdraiato con un senso di vuoto e di disgusto verso se stesso. Deve mordersi le labbra con forza di modo ché le scuse che ha sulla punta della lingua rimangano incastrate nella sua gola. Dopotutto cosa gli importa quello che la Hyuuga pensa di lui a questo punto?

«Sasuke-san.» La voce gentile, ferma e solo tinta di un flebile sentore di angoscia di Hinata lo fa quasi sobbalzare, così diversa da come se la aspettava. «Da tempo ormai i miei sentimenti per Naruto hanno cambiato natura, ma io non ho nessun obbligo di rispondere alle tue domande. Gradirei che tu la smettessi di cercare di spaventarmi e cacciarmi da qui perché resterò e mi prenderò cura di te al meglio delle mie possibilità fino a quando l'Hokage lo riterrà necessario.»

La mente di Sasuke è un turbinio di pensieri confusi, di strani sentimenti. L'uomo che era stato una volta avrebbe avvertito disdegno nell'udire quelle parole condiscendenti rivolte alla sua persona, ma adesso l'unica sensazione che Sasuke avverte è il bizzarro bisogno di avvertire la mani di sua madre pettinare i suoi capelli quando era piccolo – l'unica cosa che lo calmava dopo uno dei suoi capricci. Le lacrime che bruciano dietro ai suoi occhi sono ancora più inaspettate e il nodo che stringe la sua gola non gli permette di dire nulla.

Sobbalza appena quando la mano delicata della Hyuuga prede il pugno in cui aveva chiuso l'unica mano che gli era rimasta senza accorgersene, le unghie che gli mordevano con ferocia il palmo della mano. Lei si prende il suo tempo per dischiuderla e, quando ci riesce, la tiene per qualche momento fra le sue prima di guidarla sulla coscia di Sasuke.

«Sono qui per aiutarti, Sasuke-san, se tu me lo permettessi.»

Sasuke stira le labbra in una linea dura e non risponde. Hinata sospira piano e riprede il suo posto sulla sedia, appoggiando con cura il pranzo che ha preparato sul grembo di Sasuke. Passano pochi minuti prima che il rumore di Sasuke che mangia pervada la stanza.

Sasuke non ha bisogno di vedere per sapere che la Hyuuga ora sta sorridendo.

 

*  *  *

 

É il rumore di pagine sfogliate che accoglie Sasuke al suo risveglio, stanco e debilitato da tutti i test a cui ha dovuto sottoporsi nel corso della giornata. Sono ormai diventati parti della sua routine settimanale, sebbene tutte le volte il risultato sia sempre lo stesso. Una volta lui si sarebbe ribellato con tutte le sue forze di fronte agli spietati risultati delle sue analisi, ma adesso è solo dell'insensibile amarezza che lo pervade. Cosa può fare lui, se non è neanche in grado di attraversare un corridoio senza inciampare? Chi è adesso?

Certamente non un ninja, pensa con afflizione, rilasciando un tremulo respiro. Solo quando gli sembra di aver di nuovo sotto controllo le sue emozioni si azzarda ad aprire la bocca.

«Mi sembrava di averti detto cosa ne pensassi della tua presenza qui, Hyuuga.» Parla Sasuke, troppo stanco anche solo per aggiungere del veleno al tono della sua voce. È una semplice constatazione e dal modo in cui la Hyuuga ridacchia piano, anche lei ne è cosciente.

«E io ti ho già risposto, Sasuke-san.»

Sasuke fa un verso d'assenso, girandosi dove sa si è posizionata la Hyuuga. Il fatto che ormai è così abituato alla sua presenza gli lascia un bizzarro nodo alla gola.

«Hai fame, Sasuke-san? Il tuo dottore mi ha detto che adesso puoi mangiare qualcosa.»

Sasuke annuisce piano, senza dare a vedere quanto in realtà sia affamato. A causa dei test non ha potuto mangiare per tutta la giornata e il suo stomaco si contrae dolorosamente, vuoto. Il gorgoglio che ne scaturisce lo imbarazza, portando un po' di rossore alle sue guance. Hinata si limita a ridacchiare di nuovo, muovendosi nella stanza per prendere la cena che gli ha preparato. Questa volta Sasuke non tenta neanche di non apprezzarla, spolverando in pochi minuti la sua porzione. Deglutisce l'ultimo boccone e Hinata gli passa un bicchiere colmo d'acqua con un piccolo colpetto sul braccio per richiamare la sua attenzione.

Sasuke si appoggia ai cuscini, il corpo sazio. Sente Hinata rimettere a posto i contenitori e riprendere il suo posto sulla sedia. Sasuke lascia che il silenzio pervada la stanza, interrotto di tanto in tanto dal fruscio di pagine girate. È con malinconia che ricorda di non poter più leggere un libro da solo, ma il suo orgoglio non gli permette di chiedere a qualcuno di leggere per lui. Tuttavia, dopo una mezzora, non riesce a resistere e a non chiedere alla Hyuuga cosa stia leggendo.

Lei ride piano e Sasuke ha l'impressione che gli stia sorridendo, caldo di uno sguardo che gli sembra esprima solo affetto. Ma questo non è possibile, si ricorda, la Hyuuga prima di ora non gli aveva neanche mai parlato. Tuttavia, nonostante i suoi pensieri cupi, la di lei voce è quasi affettuosamente divertita.

«É uno dei libri della biblioteca degli Hyuuga, Sasuke-san. Vuoi che ti legga qualcosa?»

«No,» risponde brusco Sasuke, sentendosi punto sul vivo. Ma Hinata sospira soltanto, non sorpresa dalla piega della conversazione. E così passano ore di interminabile silenzio – solo interrotto da leggeri fruscii – cullando Sasuke verso il sonno.

Hinata si alza poco dopo, muovendo con attenzione la sedia per non svegliarlo. Con un ultimo sguardo all'uomo spezzato che giace sul letto, Hinata raccoglie le sue cose, spegnendo la luce. Dopo un attimo di indecisione, leggera come una piuma, si avvicina per spostare i cuscini per farlo riposare più comodamente. Rimane lì per qualche istante, indecisa, prima di scuotere la testa.

«Buonanotte,» soffia lei, uscendo dalla stanza.

 

*  *  *

 

Sasuke non si fida della Hyuuga, ma deve ammettere di ammirare la sua determinazione a non farsi spaventare da lui. È quasi un mese che Sasuke cerca di cacciarla dalla sua stanza d'ospedale, ma nulla sembra riuscire al suo intento. Dall'irritazione iniziale è nata una reclutante ammirazione che non ammetterebbe mai, e la voce limpida e cristallina della Hyuuga è ormai diventata qualcosa di prezioso, l'unica che non gli si rivolge con pietà e condiscendenza. Persino il suo vecchio team aveva preso a parlargli con tono diverso e Sasuke adesso è quasi grato che la loro missione li abbia allontanati un po'.

Chi odia di più sono le infermiere; una in particolare, di cui non sa neanche il nome, riesce a fargli digrignare i denti dalla rabbia a causa del suo tono – è come se parlasse a un bambino maleducato, o a uno particolarmente lento. Oggi è il giorno in cui deve cambiare le bende agli occhi, consapevole che probabilmente manderanno proprio lei.

Hinata è nella stanza con lui quando l'infermiera apre la porta con un gridolino estatico, ma – oltre che a salutarla con deferenza – Hinata rimane silenziosa.

«Oh, mio caro, come stiamo andando? Pruriti? Qualche dolore?» inizia con voce caramellata l'infermiera, mentre fa un gran rumore per sistemare tutta la sua attrezzatura.

Sasuke stira le labbra in una linea dura e deve ricordarsi che la donna è solo qui per fare il suo lavoro. Lamentarsi la rallenterebbe e basta, facendola rimanere più a lungo.

«No.»

«Ma come sono contenta! Vedrai che tra poco potrai togliere le bende definitivamente, tesoro!» cinguetta la donna, canticchiando sotto voce. Sasuke grugnisce, lottando il desiderio di incrociare le braccia al petto prima di ricordarsi di non avere più un braccio. Tira una brusca boccata d'aria al pensiero, a disagio, digrignando i denti.

Sasuke non sa come, ma è Hinata che nota il suo malessere, nonostante sia abituato a non farlo percepire a nessuno – neanche a quell'idiota di Naruto o a Sakura, sempre così attenti...

«Tanaka-san, deve solo cambiargli le bende? Sono sicura che ha altre cose a cui pensare, se vuole potrei pensarci io...»

«Oh, ma come sei dolce cara! In effetti avrei un altro paziente che mi aspetta e se non è di troppo disturbo... Questo musone non vuole mai neanche farmi un sorriso, sai? E dire che sono la sua preferita!»

Hinata ridacchia piano, mormorando il suo assenso e guidandola con mano ferma fino a farla uscire dalla stanza. Chiude la porta dietro di sé con un sospiro, ma non prima di aver rassicurato la donna che non è nessun disturbo per lei. Sasuke sente le labbra contrarsi senza volerlo in un mezzo sorriso, che fa sparire appena se ne accorge.

«Sasuke-san, posso toglierti le bende?»

Sasuke grugnisce in assenso, alzando il busto dai cuscini per renderle più semplice il lavoro. Hinata sa che questa è una gentilezza che Sasuke non permette spesso, dato che aveva assistito a una volta in cui lui si era testardamente impuntato di non voler collaborare neanche un po'. Ella rilascia piano un sospiro di sollievo alla sua docilità che, almeno per ora, le permette di togliere le bende usate con facilità.

Hinata lavora con gesti decisi, ma senza essere affrettata. Quando lei inizia a passargli il panno bagnato per pulirgli con delicatezza gli occhi, Sasuke, invece di irrigidirsi come al solito, si rilassa sotto le sue cure. Persino quando Hinata gli chiede piano di aprire gli occhi per mettergli le gocce prescritte da Tsunade, Sasuke non protesta, docile sotto le sue mani. Infine Hinata gli avvolge la testa con della nuova garza, facendo attenzione a non tirargli i capelli e a non stringere troppo. Sasuke si distende sui cuscini, silenzioso come sempre.

Appena ode Hinata rimettersi a sedere, Sasuke si gira verso di lei, una domanda sulla punta della lingua.

«Perché?»

Hinata rimane un attimo in silenzio, ma Sasuke sa che ha capito di cosa sta parlando. Non l'avrebbe mai detto prima, ma la Hyuuga è molto più sveglia di quello che da a vedere.

«Te l'ho già detto, Sasuke-san. Voglio solo aiutarti.»

Sasuke pondera con calma quella risposta, annuendo.

«Quell'infermiera è una disgrazia,» grugnisce, ricevendo come risposta una risata leggera, ma non per questo meno divertita.

«Tanaka-san è... molto decisa.»

Sasuke sbuffò, «Sei troppo buona, Hyuuga.»

«E tu sei troppo testardo, Sasuke-san.»

Sasuke rimane in silenzio per qualche istante.

«... Grazie.»

Sasuke avverte il sorriso abbagliante di Hinata come se glielo avessero tatuato addosso.

Quando si addormenta quella notte, con le bende pulite che stranamente non gli irritano la pelle, Sasuke non respinge il lieve sorriso che gli inarca le labbra.

 

*  *  *

 

É dal primo morso che Sasuke avverte qualcosa di diverso nel suo pranzo. Cercando di non far notare la propria sorpresa, Sasuke mastica piano e ingoia altrettanto lentamente. L'insalata di pomodori che sta mangiando oggi è una delle migliori che abbia mai avuto il piacere di gustare e, quando Hinata alla fine si lascia scappare una risata sommessa, Sasuke si rende conto che forse non è riuscito molto bene a mascherare la sua incredulità.

«Sono felice che la mia cucina ti piaccia, Sasuke-san» mormora compiaciuta Hinata con un leggero sorriso.

Sasuke grugnisce, riprendendo a mangiare con gusto.
 

*  *  *

 

Certe notti sono migliori di altre.

Questa non è fra loro e Sasuke boccheggia, gli orrori della sua infanzia come se potesse vederli ancora con i suoi occhi, con il gusto di sangue fra i suoi denti. Aprendo gli occhi solo il buio più cupo lo accoglie, facendolo tremare. Il braccio fantasma continua a lanciargli stilettate di dolore insopportabile e Sasuke alla fine cede alle lacrime.

Certe notti preferirebbe essere morto quella notte con i suoi genitori.

 

*  *  *

 

«Hai per caso accesso a qualche informatore segreto, Hyuuga?»

«Di cosa stai parlando, Sasuke-san?»

«Del fatto che sto mangiando tutti i miei piatti preferiti in successione.»

«Oh, Sasuke-san, ormai dovresti aver imparato che una donna non divulga mai i suoi segreti.»

Hinata ride dei suoi grugniti indignati. Sasuke lotta il rossore che gli sale alle guance, ma non è sicuro di riuscirci perfettamente. Non era la Hyuuga una volta ad essere quella che arrossiva? Adesso Sasuke non sa dirlo, perché non può vederla.

Sasuke non avrebbe mai immaginato che la prima cosa che avrebbe desiderato vedere di nuovo sarebbe stato il rossore di una ragazza a cui non aveva prestato nessun pensiero in diciotto anni della sua vita.

 

*  *  *

 

Sasuke torna di nuovo a spostare la benda dagli occhi quando sa che nessuno è nella stanza insieme a lui.

Certe volte, nella notte del suo sguardo, crede di vedere qualcosa.

L'impressione non dura mai più di qualche secondo.

Dopo tanto tempo, quando qualcosa del genere succede, Sasuke – invece di chiudere gli occhi – li lascia spalancati fino a quando non bruciano.

Lui vuole, lui desidera.

Credeva di aver ormai perso anche quello.

A quanto pare non è così.

Sasuke si addormenta con gli occhi che bruciano, ma non per colpa delle lacrime.

 

*  *  *

 

«Ehi, Hyuuga.»

«Mmh?»

«Cosa stai leggendo da tutta questa mattina?»

«Oh? Oh!» Hinata si muove sulla sedia, facendolo scricchiolare. Sasuke ormai la conosce abbastanza da sapere che lo fa solo quando si sente in imbarazzo. «É solo un vecchio romanzo d'avventura.»

Sasuke si gira dove sa che lei si trova, sdraiandosi meglio sui cuscini.

«Ti sta piacendo?»

Sasuke non sa perché tutto ad un tratto gli importi sapere cosa ne pensi la Hyuuga, ma l'affetto con cui lei gli risponde lo sorprende ancora.

«Sì, Sasuke-san, è uno dei miei preferiti.»

Hinata sembra esitare un secondo ma, prima che Sasuke possa chiedere cosa c'è che non va, lei parla di nuovo.

«Vuoi che te ne legga qualche pagina?»

Il sì che esce dalle labbra di Sasuke prende alla sprovvista entrambi.

 

*  *  *

 

Sasuke inciampa di nuovo, imprecando sottovoce. Il bastone che ha come supporto non lo aiuta molto, ma è deciso a non farsi scoraggiare. Vuole riottenere la propria libertà di movimento al più presto possibile e se questo implica avere un paio di ferite in più, Sasuke non si tira certo indietro.

«Sasuke-san?»

La voce di Hinata lo prende alla sprovvista, facendolo sobbalzare appena. Rimanere nella sua stanza è una cosa: lì riesce a capire perfettamente chi c'è e chi non è presente, ma al di fuori della sicurezza di quelle quattro mura tutto diventa a lui ignoto e senza punto fermo.

«Hyuuga,» la saluta, indolente, fermandosi.

«Posso tenerti compagnia mentre cammini?»

Un'ondata di irritazione lo sommerge, facendolo corrucciare. Non ha bisogno di una babysitter ed è questo quello che risponde alla Hyuuga, con dei toni velenosi che non aveva usato da tempo verso di lei. Ma Hinata sospira soltanto, non dando nessun segno di volersi arrendere.

«Pensavo che ormai fossimo oltre queste frecciatine velenose, Sasuke-san.»

Sentendosi appropriatamente rimproverato, Sasuke grugnisce qualche parola intellegibile, prima di sbuffare e rilasciare quella tensione che si stava portando sulle spalle da tutta la mattina.

«Solo se mi porti nei giardini fuori dall'ospedale, Hyuuga.»

Hinata, con un sorriso nella voce, accetta, toccandogli brevemente il braccio per dirigerlo verso la giusta direzione.

È dopo un paio di incidenti e qualche pausa che alla fine Hinata apre le porte che danno sul giardino e il vento fresco dell'autunno lo investe in pieno. Sasuke inspira a pieni polmoni l'aria pulita, senza quel vago odore di disinfettante che gli dà la nausea. Hinata lo guida con brevi tocchi sulla mano fino a una della panchine del parco, lasciandolo sedere da solo. Sasuke trova rigenerante il modo in cui la Hyuuga lo tratta, senza coccolarlo con attenzioni non volute e senza oltrepassare quella linea invisibile di orgoglio che infuoca il suo animo. Sasuke gli è grato, ma rimane in silenzio, ascoltando il vento che fischia fra le fronde degli alberi. Anche la Hyuuga è una persona silenziosa e ormai sa che entrambi, certe volte, preferiscono il silenzio a conversazioni senza nessun altro obbiettivo che il cercare di essere educati.

Rimangono lì fino a quando le dita di Sasuke non sono due pezzi di ghiaccio e solo allora Hinata, con gesti gentili, lo riporta verso la sua stanza. E quando Sasuke si aggrappa al suo braccio per non cadere e poi non lascia andare la sua presa per tutto il tragitto Hinata non dice nulla, quieta e silenziosa.

 

*  *  *

 

Da quel momento in poi le loro piccole passeggiate fino al giardino diventano qualcosa a cui Sasuke guarda con impazienza e Hinata lo accontenta quasi sempre, portandolo là quasi quattro volte alla settimana. Certe volte parlano, altre rimangono in silenzio.

Un giorno Sasuke impara quanto Hinata si senta un'estranea nella sua stessa famiglia e di come finalmente, dopo anni di gelo, il rapporto con il padre stia migliorando piano piano.

Un giorno Hinata impara che Sasuke ha paura del verso dei corvi, perché gli riporta a galla memorie dolorose – ella impara di un ragazzo che ha amato il fratello con tutto il suo essere e che poi l'ha ingiustamente odiato per anni senza sapere la verità.

Un giorno, quando Hinata guarda Sasuke, vede solo un ragazzo spezzato che ha perso così tanto nella sua vita e che vuole ricominciare da capo senza sapere come riuscirci.

Un giorno Sasuke, anche se non può vederla, pensa che Hinata sia la ragazza più bella che abbia mai conosciuto.

Un giorno, quando Sasuke le chiede di smetterla con quel suffisso da vecchio, Hinata gli chiede di chiamarla per nome.

Un giorno Sasuke sogna di lei e la chiama amore.
 

*  *  *

 

É mentre Hinata gli legge uno dei suoi libri che la porta della sua stanza si apre con un gran clamore, facendo sobbalzare entrambi.

«Ehi, Sas'ke! Ti siamo mancati?»

La voce potente e allegra di Naruto spezza la loro piccola cupola di pace, riportando al presente Sasuke come se qualcuno gli avesse scaraventato addosso un secchio di acqua gelata.

«Ohi, Hinata, sei ancora qui? Com'è stato prendersi cura di questo musone? Spero che non ti abbia dato molti problemi!»

«Sta zitto Naruto!» la voce di Sakura si innalza sulla sua, castigandolo con lo sguardo. «Come ti senti Sasuke-kun?»

Sasuke grugnisce qualcosa di incomprensibile, ma è quando sente il rumore di una sedia spostata che una sensazione di timore lo assale.

«Sarà meglio che vada allora, sono sicura che avrete tante cose da raccontarvi...» dice Hinata, con quel tono di voce che riesce sempre a far suonare campanelli d'allarme nella testa di Sasuke.

«Oh, Hinata, vai pure a riposarti, sono sicura che tu ne abbia bisogno dopo aver passato così tanto tempo in questa stanza d'ospedale. Lascia pure Sasuke con noi.» Sakura prende posizione in quella sedia che prima occupava lei e Sasuke si accorge di aver stretto la mano in un pugno quando avverte le unghie mordergli la pelle del palmo.

Vuole dire qualcosa, ma le parole gli sfuggono di mano.

«Andrò prima dall'Hokage per riferirle i progressi di Sasuke degli ultimi giorni e poi tornerò a casa, Sakura-chan, Naruto-kun. Sasuke–»

«Hinata.»

Hinata si interrompe, rimanendo in silenzio, sorpresa dal tono tagliente di Sasuke. Persino Sakura e Naruto non dicono nulla, ma Sasuke non ha bisogno di vederli per sapere che i loro sopraccigli sono inarcati in un'espressione sorpresa.

«Ricordati che domani è il giorno del cambio delle bende,» dice infine, ammorbidendo la voce.

«Ma Sasuke-kun le infermiere sono più che ben disposte a cambiarle, non c'è bisogno di scomodare–»

«Non preoccuparti, Sakura-chan» la ferma Hinata, con quel caldo tono di voce che lo fa sentire ancora vivo. «Tornerò domani, Sasuke. Hai qualche desiderio particolare per il pranzo?»

Sasuke borbotta qualcosa a proposito di tamagoyaki con il pomodoro e Hinata ride piano, come se fosse un loro personale scherzo. Poi li saluta tutti con educazione, uscendo e lasciandoli da soli.

Sasuke sente gli sguardi sbigottiti di Sakura e Naruto sulla pelle e avverte le sue labbra contrarsi in un lieve sorriso.

«... questo è stato inaspettato,» commenta con prudenza Naruto, prendendo un'altra sedia e trascinandola rumorosamente dall'altra parte del letto.

Sasuke rimane testardamente in silenzio, appoggiando la nuca sui cuscini.

«Da quando tu e Hinata andate così d'accordo?» chiede Sakura, la voce impregnata da un pizzico di gelosia sotto la sua curiosità.

Sasuke scrolla le spalle e, quando Sakura capisce che non otterrà mai una risposta diretta alla sua domanda, ella sospira, scambiando un veloce sguardo con Naruto che sembra sconcertato tanto quanto lei. Poi Naruto si riscuote, indirizzando la forza della sua personalità su Sasuke.

«Ehi, Sas'ke vuoi sapere com'è andata la missione? Abbiamo avuto qualche problema, ma fortunatamente è andato tutto per il meglio anche se Kakashi-sensei...»
 

*  *  *

 

«Sasuke.»

Il tono contrito di Sakura gli fa contorcere le labbra in una smorfia, mentre l'infermiera che sta volta è di turno rimane in silenzio. Le analisi sono andate meglio del solito e Sasuke sa che il miglioramento è stato causato delle passeggiate che lui e Hinata fanno ormai giornalmente e di maggiore durata. Non capisce quindi cosa ci sia di male nel fatto che siano usciti nel giardino posteriore.

«É inutile che fai quella faccia, Sasuke. Non avevi l'autorizzazione del tuo medico curante e hai usato Hinata che non era stata avvertita per farti portare a giro,» continua Sakura incrociando le braccia al petto. «Debole come sei mi sorprende che tu non abbia preso nessuna influenza e non capisco come Hinata abbia potuto pensare che fosse una buona idea–»

«Non è colpa di Hinata, Sakura. Smettila di fare tutta questa scena, è proprio grazie alle nostre passeggiate che le mie analisi sono andate così bene e la mia muscolatura sta riprendendo piano piano forza, quindi non capisco come tu possa insinuare che Hinata–»

«Okay, okay! Time out! Sakura-chan dovresti sapere com'è fatto il teme, non si sarebbe tirato indietro neanche se lo avessi legato al letto, quindi non vedo il bisogno di tutto questo dramma. Sasuke sta bene, sta migliorando e potrà essere dimesso prima del previsto! Non è magnifico? Sono sicuro che potrà tornare presto anche ad allenarsi!»

Sakura sospira, massaggiandosi piano le tempie.

«Va bene, avete vinto. In ogni caso, Sasuke, adesso dovremmo toglierti le bende, quindi potresti per cortesia alzare la testa dal cuscino così Rioshi-san» dice Sakura, con un breve cenno del capo all'infermiera «può concludere il suo lavoro e andare dai suoi altri pazienti?»

«No.»

«Sasuke-kun!»

«No.»

«Dai Sas'ke, non puoi aspettarti che Hinata venga sempre ad aggiustarti le bende, è molto impegnata con il suo clan adesso, non puoi pretendere che lei–»

La porta della stanza di apre in quel momento e Hinata fa capolino nella stanza, incerta.

«Ho sentito della confusione mentre attraversavo il corridoio, è per caso successo qualcosa?»

«Hinata, grazie al cielo! Entra, entra, prima che Sasuke inizi di nuovo con le sue pretese.»

Hinata ride leggera, salutando brevemente tutte le persone nella stanza. I suoi occhi si soffermano un attimo su Naruto, immobile accanto al letto di Sasuke, prima di avvicinarsi al testardo paziente disteso sul letto.

«Sasuke-kun.»

«Hinata.»

«Com'è andata la tua giornata?»

Hinata si mette al lavoro sotto gli occhi sbigottiti dei presenti, togliendo le fasce usate dalla testa di Sasuke con delicatezza, senza nessuna protesta. Sasuke si limita a seguire i brevi tocchi delle mani di Hinata, che lo guidano con gentilezza nella posizione desiderata.

«Al solito.»

«Mmh, questo significa che non ti è mancata la mia cucina, Sasuke?»

«Non ho detto questo,» borbotta reclutante Sasuke e Hinata ride sommessamente, pulendogli le palpebre con un panno bagnato.

Sakura e Naruto si scambiano uno sguardo attonito, increduli.

“Hinata l'ha per caso stregato?” mima con le labbra Naruto, ricevendo solo una scrollata di spalle da Sakura.

«Com'è andata la riunione con il clan?» mormora Sasuke, attento a non farsi udire dagli altri.

Hinata non ferma il suo metodico lavoro e dopo un attimo di silenzio risponde: «Meglio del previsto.»

Sasuke annuisce appena, consapevole del fatto che Hinata lo sentirà comunque sotto le sue mani. Si rilassa un secondo, lasciando che la tensione accumulata nella giornata lasci le sue spalle. Una volta finito Sasuke rimpiange l'efficenza di Hinata, il bizzarro desiderio di sentire le sue mani nei propri capelli più forte di giorno in giorno. Sasuke non sa cosa sia questo suo sentimento nei confronti di qualcuno di cui ricorda a malapena l'aspetto. D'un tratto la voglia di toccarla è talmente forte che Sasuke deve aggrapparsi con decisione alle lenzuola per non lasciare che la sua mano faccia qualcosa di cui poi potrebbe pentirsi. Soprattutto mentre ci sono così tanti occhi a guardarli, riflette beffardo Sasuke, appoggiandosi nuovamente sui cuscini.

«Ah, allora Hinata,» Naruto interrompe il silenzio creatosi, una nota di incertezza nella voce «hai già, uhm, già finito i tuoi appuntamenti per oggi?»

Hinata è troppo buona, pensa ancora Sasuke, mentre lei risponde con toni pacati alle domande di Naruto parlando senza dire nulla di importante. È quasi fiero di lei. 

Sasuke lascia che le labbra gli si incurvino in un ghigno, le ultime insicurezze che scivolano via dal modo quasi disinteressato con cui Hinata continua a parlare.

Non le aveva creduto la prima volta che lei gli aveva spiegato come poco a poco si era lasciata alle spalle la sua infatuazione per Naruto, di come adesso sentisse quasi un affetto fraterno verso di lui, ma Sasuke si deve ricredere. Non è la prima volta che succede e Sasuke, con una bizzarra sensazione di giubilo, non vede l'ora di scoprire in quanti modi Hinata riuscirà a stupirlo.

 

*  *  *

 

Quella notte Sasuke sogna di occhi color lilla, capelli color della notte e la risata dolce che gli fa sentire il cuore ancora vivo.

 

*  *  *

 

Quando qualcuno, per ben la terza volta in quella settimana, interrompe il suo tempo con Hinata, Sasuke inizia a pensare che il mondo si sia organizzato contro di lui. 

«Sasuke. Hinata.»

Le sopracciglia di Sasuke si inarcano per la sorpresa, stupito di sentire la voce del proprio mentore. Kakashi era già passato brevemente a salutarlo al ritorno della missione e Sasuke anche senza vederlo sa che sul suo volto è dipinta quell'espressione fra il serio e il divertito che significa sempre guai.

«Kakashi-sensei.»

«Pensavo che Sakura si fosse opposta a farti uscire qui in giardino o mi sbaglio, Sasuke?»

«Sakura non è il mio capo» scatta Sasuke, muovendosi inconsciamente più vicino ad Hinata, come per proteggerla. Se Kakashi lo noti, lui non sa dirlo.

«Non preoccuparti Sasuke, non sono venuto fino a qui per farti la predica. Hinata potresti lasciarci soli per un po'? Vorrei parlare con il mio caro studente.»

Hinata esita solo un secondo, ma infine acconsente alla richiesta di Kakashi. Prima di andarsene tuttavia gli sfiora con delicatezza il braccio, facendo in modo che un po' della tensione che ha accumulato si sciolga. Ancora, Sasuke non sa dire se Kakashi l'abbia notato.

Certi giorni la mancanza della vista lo rende furioso.

«Quindi.»

«Quindi.»

Kakashi sospira, sedendosi accanto a lui. Per qualche minuto rimangono entrambi in silenzio, ascoltando il rumore delle fronde spostate dal vento. Persino vestito con i pantaloni e il giubbotto più pesante che hanno trovato, Sasuke sente il gelo di Novembre insinuarsi nelle sue membra.

«Glielo hai detto?»

La domanda lo prende alla sprovvista, facendogli corrucciare la fronte.

«Detto cosa?»

Un po' della sua confusione deve essere riflessa nel suo viso perché Kakashi ride all'improvviso, una risata piena e divertita.

«É peggio di quello che pensassi quindi.»

«Mi spieghi di cosa stai parlando?»

«E dire che sei stato il mio studente più intuitivo...» mormora Kakashi, prendendolo benevolmente in giro.

Sasuke sbuffa, girandosi dall'altra parte. Vorrebbe incrociare le braccia al petto, ma ancora una volta la mancanza di un arto lo costringe a rimanere immobile.

«Immagino che questo sia qualcosa di nuovo per te. Ah, mi sembra quasi di sentire Gai e i suoi discorsi sulla forza della giovinezza...»

«Kakashi-sensei,» scatta Sasuke, riportando la sua testa in posizione tale da averlo di fronte. «La smetta con i suoi indovinelli.»

«D'accordo, d'accordo,» concede Kakashi «Pensavo sul serio che lo sapessi già, Sasuke.»

«Vuoi dirmi di cosa–»

«Sasuke,» lo interrompe l'altro con voce ferma. «Sto parlando del fatto che sei innamorato di Hinata.»

E in qualche secondo il mondo di Sasuke viene di nuovo capovolto.

«Io, io non– Hinata–»

«Risparmiati qualsiasi scusa tu abbia in mente in questo momento e pensa per qualche secondo ai tuoi sentimenti per lei, Sasuke. Fidati di me, ti aiuterà a rimettere a posto i tuoi pensieri.»

Sasuke fa proprio quello, indagando nella sua mente, guardando con occhio critico tutte le sue reazioni, tutti i suoi gesti, il modo in cui Hinata sia diventata la persona che Sasuke non riesce a lasciare andare neanche per qualche ora e che aspetta con più impazienza durante il giorno. Pensa al profumo dei suoi capelli e a quella volta che era quasi inciampata su una sedia per la fretta di non farlo scontrare con una barella in corsa e di come le sue dita avessero lasciato andare il suo bastone per sorreggerla per un fianco. Di come in quel momento, con lei sotto le sue dita e il suo respiro sul collo avesse dovuto frenarsi dal abbracciarla stretta a sé. Dei suoi sogni, del modo in cui la sua voce lo riscalda dentro e la sua risata lo faccia sentire ancora vivo. Sasuke non è un uomo che ha mai dato molto peso ai sentimenti, è un uomo d'azione, di guerra, di razionalità ma di fronte alla calda sensazione che accompagna inesorabilmente tutte le sue interazioni con Hinata da un po' di tempo a quella parte, non può che maledire la propria cecità, ora anche figurativa.

E con tutta la finezza e l'autocontrollo che lo caratterizza, l'unica cosa che Sasuke riesce a far uscire dalle sue labbra è «Cazzo

La tonante risata di Kakashi, poderosa come non l'aveva mai sentita, quasi lo spinge a nascondere il viso nella sua mano.

Cazzo.

Questo non è il modo il cui credeva sarebbe andata la sua giornata.

 

*  *  *

 

La conversazione avuta con Kakashi-sensei ha lasciato Sasuke un po' inquieto: non sa bene cosa fare adesso che quel velo di confusione fra lui e Hinata è stato sollevato. Egli sa bene che prima o poi dovrà affrontare la questione, ma per adesso vuole solo assaporare questo nuovo sentimento che è sicuro di non aver mai provato con tale intensità.

Tuttavia i suoi buoni propositi sono spazzati via da una notizia che lo lascia incredulo.

Accade mentre lui e Hinata stanno parlando tranquillamente di qualcosa che Sasuke adesso non riesce neanche a ricordare quando Tsunade entra nella stanza e pronuncia quella frase che Sasuke non aveva mai sperato di sentire.

«Sasuke, penso di poterti far riavere la vista.»

Dopo solo una cacofonia di suoni confusi arriva ai suoi orecchi, ma tra tutte le domande e le caute risposte di Tsunade, Sasuke vuole solo sapere una cosa.

«Puoi farlo davvero?»

Tsunade si interrompe a metà di quello che Sasuke vagamente sa che era una spiegazione di tutti i rischi che potrebbero sopraggiungere durante l'intervento ma a Sasuke non importa. C'è solo l'imperativo bisogno di tornare a vedere che lo muove, come se l'aria che respira adesso non abbia più nessuna importanza.

«Sasuke,» Tsunade sbuffa, incrociando le braccia al petto «Se c'è qualcuno che può farlo quella sono solo io.»

Sasuke tira un profondo respiro e annuisce una, due volte. E come se sentisse che non bastasse aggiunge, «facciamolo.»

Solo dopo che Tsunade esce fuori dalla stanza Sasuke si rende conto di aver stretto nella sua la minuta mano di Hinata e che ella, silenziosa, non ha mai lasciato il suo fianco.

Sasuke la ama così tanto che il suo petto duole.

 

*  *  *

 

L'operazione, hanno deciso, si terrà la prossima settimana. Sasuke passa l'antecedente fra analisi e test, senza avere mai un attimo per rilassarsi. O per parlare con calma con Hinata, quello che gli preme di più in questo momento. Hinata lo ha aiutato a superare uno dei periodi più difficili della sua vita e prima che sia tutto concluso Sasuke vuole farle sapere quanto tutto quello che lei abbia fatto sia stato importante. Anche se lei non dovesse ricambiarlo, Sasuke vuole solo esprimere – forse per la prima volta nella sua vita – quanto il suo aiuto lo abbia cambiato. Quanto lei sia riuscita a riportare un po' di calore, un po' di luce, in una vita che a Sasuke sembrava fredda e senza senso.

Prima però deve trovare il modo di avere un attimo da solo con lei e non è affatto semplice. Tra il suo team e tutti i suoi vecchi compagni, Sasuke ha avuto più visite in questa ultima settimana che in tutti i mesi che ha trascorso all'ospedale.

È finalmente la notte prima dell'operazione che quando tutti escono dalla stanza Sasuke riesce a far segno ad Hinata di rimanere ancora un po', usando la scusa di voler ascoltare ancora un po' del libro che lei gli stava leggendo. Passano così un paio d'ore ed è quando Hinata inizia a dare cenni di dover andare via che Sasuke getta metaforicamente tutte le sue paure dalla finestra.

Ha combattuto una guerra, questo non potrà essere molto più difficile no?

«Hinata aspetta,» inizia Sasuke, deglutendo la saliva in eccesso. Persino il nervosismo per l'operazione di domani sembra qualcosa di sopportabile adesso.

«Si, Sasuke?»

Sasuke avverte Hinata avvicinarsi e sedersi su un lato del letto e lui non può fare a meno che allungare la propria mano per stringere una delle sue. Sasuke sente la sorpresa boccata d'aria che Hinata prende non appena le loro mani si toccano e quella tenue speranza che Sasuke aveva deciso di seppellire nel profondo del suo cuore torna a battere con forza. Ma non è certo possibile che Hinata, così dolce e sicura, possa amare un uomo spezzato e pieno di rabbia com'è Sasuke, non è vero?

«Domani è il grande giorno,» lui la sente mormorare, quieta come sempre. «Sei preoccupato, Sasuke?»

«No.»

Sasuke può sentire lo sguardo incredulo di Hinata sulla pelle e sbuffa un poco, lottando il sorriso che gli curva le labbra. «Forse un pochino,» cede, accarezzando col pollice il dorso della mano di Hinata.

Hinata sorrise con indulgenza, avvicinandosi di più a lui.

«Non c'è niente di male ad ammettere le proprie paure.»

Sasuke fece un breve verso d'assenso, concentrandosi sulla sensazione della pelle di lei sotto le sue dita. Dopotutto quella potrebbe essere l'ultima volta che lei gli permette di toccarla così.

«Non era di questo che ti volevo parlare.»

Hinata fa un verso contemplativo, strizzandogli la mano con delicatezza. Quando lei non dà nessun segno di voler rispondere, Sasuke prende un gran respiro e dice d'impulso: «Volevo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me, Hinata. So che non sono stato molto... gentile con te all'inizio e volevo solo farti sapere quanto... quanto la tua presenza sia stata, ah, importante per me.»

Hinata gli sorride con dolcezza e anche se non può vederla Sasuke sa che lei dev'essere bellissima.

«Te l'ho già detto Sasuke. Tutto quello che volevo era aiutarti.»

«Lo so, ma io...» Sasuke deglutisce, i nervi a fior di pelle, «dovevo dirtelo comunque.» conclude fiaccamente, indispettito da come sta gestendo questa conversazione. È l'ultimo membro del clan Uchiha ancora in vita, dovrebbe riuscire a dichiararsi alla ragazza di cui è innamorato, maledizione!

Un po' della frustrazione che sta provando deve essere riflessa nella sua espressione perché avverte Hinata farsi più vicina. Adesso riesce anche a sentire il suo buon profumo di lavanda.

«Cosa c'è che ti turba, Sasuke?» soffia Hinata, la voce gentile e limpida, come un balsamo su una ferita. Sasuke sa che se qualcun altro avesse usato lo stesso tono con lui, egli sarebbe scattato come un serpente pronto ad attaccare. Con Hinata invece tutto quello che avverte è una sensazione di tranquillità e pace.

Le labbra gli si inclinano in un sorriso derisorio quando inconsciamente cerca di alzare il braccio che ormai non c'è più – si abituerà mai alla sua assenza? – ed è quindi con rammarico che deve liberare la mano ancora stretta fra quelle di Hinata. Tuttavia l'improvvisa boccata d'aria che inspira Hinata quando appoggia la suddetta mano sulla sua guancia lenisce un po' dell'amarezza che ha provato pochi istanti prima.

«Hinata... tu devi sapere che io...» Sasuke deglutisce, accarezzando con lunghe carezze la guancia di Hinata che diviene a mano a mano sempre più calda sotto le sue dita. Sasuke decide di prenderlo come un buon segno. «Io... io credo di provare dei sentimenti per te.»

Hinata rimane in silenzio per degli attimi che Sasuke sente allungarsi eternamente fra di loro. È quasi tentato di ritirare la mano quando quella di Hinata si posa sopra la sua, lieve ma ferma – la contraddizione che è l'essenza della ragazza che gli sta di fronte. E quando ella posa un bacio sul palmo della sua mano Sasuke sa che le sue labbra hanno preso la forma di un sorriso che poche volte le hanno graziate.

Un sorriso felice.

Ed è con questo sorriso che Sasuke la bacia, piano, assaporando la consistenza di quelle labbra che presto forse potrà tornare a vedere.

 

*  *  *

 

«Sei pronto Sasuke?»

La voce di Tsunade non lascia trasudare nessuna emozione. Sasuke glien'è grato.

«Facciamolo.»

Prima di addormentarsi l'ultima cosa a cui Sasuke pensa è la voce di Hinata che gli sussurra “Ti amo”.
 

*  *  *

 

Quando Sasuke apre gli occhi non ci sono bende che gli coprono la vista.

La stanza è in penombra, la luce delle finestre è bloccata da delle spesse tende di velluto. È dopo un attimo di confusione che Sasuke comprende– Sasuke adesso può–

«Sasuke?»

Le iridi color lavanda di Hinata sono la prima cosa che gli occhi di Sasuke tornano a vedere con chiarezza e lui non potrebbe esserne più felice.

Stavolta quando la bacia, davanti agli occhi increduli di tutti i loro amici, Sasuke tiene gli occhi ben aperti e Hinata fa lo stesso.

È bellissima come ha sempre saputo sarebbe stata.

 

 

 

 

 

 

 

 



 


E anche questa storia è stata finalmente conclusa! Devo ammetterlo, avevo completamente abbandonato le speranze riguardo questa fic. L'avevo iniziata nel lontanissimo 2013 e negli anni seguenti l'ho modificata talmente tante volte che non credevo possibile porre la parola fine a questo mostro di 8000 parole di fic LOL 
Tuttavia è stato un esperimento interessante, dato che non ho mai scritto di questa coppia, nè di Sasuke in particolare. Ergo spero che non sia troppo OOC come temo. 
Inoltre con questa fic torno a scrivere nel fandom Naruto! Ho ancora altre due (tre se contiamo anche quella NaruHina long che non ho mai avuto la forza di finire XD) fic su questo fandom di cui mi devo liberare e poi credo proprio che potrò dargli il mio addio.
Il mio pc sta piangendo di gioia per tutti i file che ho finalmente spostato nella cartella "concluse" questo è certo. 

Ringrazio tutti quelli che sono arrivati fin qui a leggere spero vi sia piaciuta, un bacione!


 

WARNING: è possibile (ma non certo) che questa storia venga pubblicata dalla sottoscritta anche su WattpadWriter's wing e AO3.

 




Chiunque voglia lasciare un segno del suo passaggio è ben accetto! <3

 

 

aiko 舞妓

 

 

   
 
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