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Autore: cabin13    18/03/2019    1 recensioni
|Kacchako||Fluff||Sick!fic|
Se a questo ci si sommava pure il mal di testa pulsante, i brividi di freddo, il fastidioso raffreddore e il fatto che le sue esplosioni fossero instabili per via dell’elevata temperatura del suo corpo, si poteva dire che il biondo stesse passando proprio delle giornate di merda.
{...} Prese la coperta che aveva mollato prima e l’avvolse intorno alle spalle sue e quelle della castana, posando poi il capo sulla clavicola di lei. Con le dita della mano che non reggevano il lembo del tessuto tenne il fianco di Ochaco e la avvicinò un po’ di più al suo petto.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Of sickness and cuddles

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Katsuki soffocò un ringhio infastidito e si protese verso la testiera del letto, le dita annaspanti nel vano tentativo di afferrare un fazzoletto senza doversi per forza alzare in piedi. Nessuna sequela di parolacce poteva ben esprimere la sua attuale rottura di coglioni: stava rimanendo indietro rispetto alle comparse per colpa di una fottutissima influenza che l’aveva costretto a letto per oltre tre giorni.

Se a questo ci si sommava pure il mal di testa pulsante, i brividi di freddo, il fastidioso raffreddore e il fatto che le sue esplosioni fossero instabili per via dell’elevata temperatura del suo corpo, si poteva dire che il biondo stesse passando proprio delle giornate di merda.

Di restarsene seduto a studiare oltre i venti minuti di seguito non se ne parlava, quei cazzo di muscoli iniziavano a far male come non mai e la nausea minacciava di farlo correre verso il cesso manco il suo quirk fosse quello di Quattrocchi. Perciò, ovviamente, stava accumulando pure un casino di materiale arretrato. Ma che cazzo.

I suoi pensieri furono interrotti da un leggero bussare contro la porta della sua stanza. Katsuki non si era nemmeno accorto dello scorrere del tempo, era già metà pomeriggio e i suoi compagni avevano terminato le lezioni pratiche.

Quella dannatissima febbre lo stava rimbecillendo, sicuro: i suoi riflessi di solito erano pronti a reagire ad ogni stimolo, ma in quel momento non riuscì nemmeno a connettere che magari avrebbe dovuto chiedere chi c’era dall’altra parte. Aprì la bocca come un cazzo di baccalà, ma rimase lì, senza dire niente. E infatti bussarono di nuovo, stavolta, però, con meno enfasi.

– Katsuki ? Sei sveglio…? Ho gli appunti di oggi!

Ah, Ochaco.

La voce un po’ titubante della ragazza era ancora più attutita da dietro il legno della porta, aveva abbassato il tono perché lo credeva addormentato e non voleva svegliarlo.

Il ragazzo si impose di agire, seppur con la lentezza di un bradipo. Rispose con un “arrivo” che suonò più flebile di quanto avesse voluto e barcollò verso l’ingresso, un po’ indeciso se abbandonare sul letto o meno la coperta che l’aveva tenuto al calduccio fino a quell’istante. Aprì e si trovò di fronte al viso sorridente della castana.

–Ohi, Guance Tonde – la salutò.

Si appoggiò allo stipite e incrociò le braccia al petto per sembrare il solito Bakugou di sempre, anche se in realtà voleva solo mascherare il capogiro che gli era venuto.

La ragazza non mutò il suo sorriso gentile; teneva con una mano dei libri schiacciati contro il petto, mentre l’altro arto era ancora sollevato e chiuso a pugno. Proprio quest’ultimo si avvicinò al busto del biondo e gli diede un buffetto sulla spalla. Dopodiché, lei fece il suo ingresso nella stanza e con passo sicuro andò ad accomodarsi sul letto del giovane.

Katsuki si affrettò a chiudere la porta e sciabattò in direzione del materasso, ributtandosi di fianco all’eroina della gravità. Uraraka aveva già sparso i quaderni sulla coperta e li stava sfogliando alla ricerca delle ultime note.

Aveva uno sguardo molto concentrato, le pupille castane che scrutavano con attenzione le righe riempite da una calligrafia un po’ sbilenca ma leggibile – decisamente più comprensibile delle zampe di gallina di Kirishima.

Katsuki ci rinunciò a seguire il continuo cambiare pagina sentendo già il misero pranzo risalirgli l’esofago e si focalizzò sui tratti delicati della ragazza di fronte a lui. E allora d’improvviso un’idea gli balenò nella mente.

Prese la coperta che aveva mollato prima e l’avvolse intorno alle spalle sue e quelle della castana, posando poi il capo sulla clavicola di lei. Con le dita della mano che non reggevano il lembo del tessuto tenne il fianco di Ochaco e la avvicinò un po’ di più al suo petto.

– Posso usare il telefono per fare le foto agli appunti. Ci metto un attimo. – mugugnò – Ma posso farlo anche dopo…

Ochaco si lasciò sfuggire un risolino divertito; Katsuki diventava un poco più sentimentale quando era in preda agli effetti della febbre – lui che proponeva di lasciare da parte la scuola per coccolarsi? Raro per uno come Bakugou – ed era talmente carino da essere quasi buffo. Non che non le dispiacesse tutta questa tenerezza, solo, di norma lui ci impiegava un po’ a lasciarsi andare anche quando erano da soli.

La ragazza si scostò dall’abbraccio e ripose la sua metà di coperta sulle spalle di Katsuki. Aggiustò la sua posizione sul materasso mettendosi a gambe incrociate, dopodiché si batté le mani sulle cosce invitandolo a stendersi e posare il capo sulle sue ginocchia.

– Dai, ti sdrai e intanto io ti spiego a grandi linee che cosa abbiamo fatto stamattina così non devi imparare tutto da solo. Non provare a dire di no!

Il biondo la guardò inarcando un sopracciglio scettico, ma non seppe resistere all’espressione che la ragazza gli stava rivolgendo e perciò finì per fare come lei aveva proposto. Lo sbuffo contrariato che emise l’eroe esplosivo non poteva essere meno credibile per Ochaco, specialmente quando, prima di chinarsi, lui le donò un fugace bacio a metà tra guancia e labbra.

Del resto, in quegli ultimi giorni Bakugou era stato talmente di merda che a malapena i due erano riusciti a vedersi e il ragazzo – troppo fiero e testardo per ammetterlo mai ad anima viva – sentiva la mancanza della dolce voce della giovane.

Il martellante mal di testa e i dolori ai muscoli vennero accantonati per alcune ore; c’erano solo Ochaco, le sue parole e le mani delicate che gli solleticavano le ciocche biondo cenere. A Katsuki non risultava molto facile accantonare il suo orgoglio ed abbandonarsi a simili momenti di tenerezza, ma con la ragazza diventava tutto più naturale.

Si beava delle sue carezze sul viso e tra i capelli, le labbra incurvate in un ghigno sempre più simile ad un sorriso vero e le guance arrossate non solo per via del calore corporeo. Uraraka parlava sempre più piano, cullata dal sonno che stava pervadendo anche Bakugou.

Alla fine, si addormentarono entrambi, abbracciati in quella posizione strana. Prima di essere vinto dalla stanchezza, però, Katsuki si ritrovò a pensare che forse anche quella merda di influenza poteva avere dei lati positivi.

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Hola gente

Morivo dalla voglia di scrivere qualcosa sui Bakuraka, così mi sono ritrovata a buttare giù a random questa storia, che ha finto col risultare in fluff a palate (io che scrivo del fluff puro e semplice senza ficcarci di mezzo dell'angst, Alleluia! Domani nevica)

Spero di aver mantenuto Bakugou il più vicino possibile all'IC, non ho mai scritto direttamente su di lui e quindi spero di non aver stravolto completamente il suo personaggio. Mi sono divertita a renderlo un po' più "coccoloso" (?) per via della febbre che lo fa delirare un po' e perché in questa os lui e Ochaco stanno già insieme come coppia.. Spero che il tutto non risulti troppo melenso o poco realistico per i due personaggi trattati

Il titolo, come sempre, mi convince poco ed è dato un po' a caso perché io non sono capace di assegnare titoli decenti

Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta 

Alla prossima gente

Adios

   
 
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