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Autore: VenoM_S    19/03/2019    1 recensioni
Nemmeno lei sa quanto tempo ha passato là dentro, ad ammirare il buio di ogni notte. Ma stasera sembra diverso, qualcosa si intrufola fra gli scaffali polverosi della biblioteca, strisciante, lineare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al "COWT" di Lande di Fandom
Settimana: sesta
Missione: M3
Prompt: -
N° parole: 500
Paura della Luna

Tutto è avvolto nel buio, le pesanti tende sono tirate sulle grandi finestre, una sull'altra. 

Nessuna luce deve entrare.
È così che si è sempre sentita a suo agio. Nemmeno lei sa quanto tempo ha passato là dentro, ad ammirare il buio di ogni notte. Ma stasera sembra diverso, qualcosa si intrufola fra gli scaffali polverosi della biblioteca, strisciante, lineare.

Va e viene un timido rivolo di luce. 

Lei si volta verso le finestre, a cercar la colpevole di tale distrazione. Eccola lì, è la terza da sinistra. La signorina White si è evidentemente dimenticata di chiuderla, ed un soffice venticello muove le tende, lasciando così entrare quel rigagnolo di luce lunare. Lei si maledice di non poterla chiudere bene, la finestra, e prova a cambiare stanza passando di sezione in sezione: libri storici, romantici, tragici. Antichi e polverosi, con le pagine ingiallite, le copertine a reggersi per miracolo grazie a qualche ragnatela qui e là. 

Ha sempre desiderato poterli leggere. Anzi, anche il solo toccarli le sarebbe stato sufficiente, ma non ha mai potuto. In realtà nemmeno ha mai provato, sapeva già che sarebbe stato un fallimento. Sezione dopo sezione. Ma più si addentra nel buio, più quel rigagnolo di luce le invade i pensieri. 

Non ha mai visto la Luna.

E questo la spaventa e incuriosisce insieme. Come può essere, questa Luna?
Nemmeno lo ha mai letto, non può prendere i libri degli scaffali. Si ferma, volta lo sguardo verso quella sottile riga che appare e scompare ai capricci della brezza notturna. Vuol vederla, una volta sola, vuole smettere di averne paura. 

Torna alle finestre, la terza da sinistra, allunga una mano verso le tende, pesanti solo a guardarle. La mano le attraversa senza nemmeno indugiare, e lei non sente la stoffa scorrerle sopra, la ruvidezza di quel colore così scuro. Non sente nulla, lo attraversa e basta. 
 
È bella, in fondo. Un cerchio quasi perfetto, del colore del latte che la signorina White beve sempre mentre legge. Riesce ad illuminare quasi tutto, alberi, case, il piccolo giardino davanti la biblioteca. Le piace talmente tanto da volerla vedere più da vicino. Pensa di scappare dalla biblioteca, nessuno se ne accorgerà. Lei prende un respiro, in verità non è sicura di poter respirare, ma immagina di farlo.

Ancora un timido sguardo al buio così protettivo della biblioteca, poi uno nuovamente alla Luna. È deciso. Esce, si lancia nel paesaggio, verso l'alto. Non tornerà più.


«Si racconta di un paese, di cui persino il nome è stato dimenticato. Era piccolo e tranquillo, con una scuola ed una biblioteca. Si racconta che in paese, in quella vecchia biblioteca, abitasse uno spettro che aveva paura della luce. La bibliotecaria, alla chiusura, lasciava tutte le tende tirate e lo spettro non aveva mai visto la Luna, finendo per averne paura.
Ma una sera fu assalito da una tremenda curiosità, e passò oltre quelle pesanti tende. La luce lo pervase, e ne rimase affascinato, fuggendo dalla biblioteca per raggiungere, fluttuando, quella Luna così bella.»
  
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